BuongiornoMia figlia di 16 anni prende aripripazolo al mattino+en e la sera

9 risposte
Buongiorno
Mia figlia di 16 anni prende aripripazolo al mattino+en e la sera arripriprazolo+ sertralina per una vecchia depressione
È in una comunità terapeutica dove i psicologi dicono che secondo loro lei approfitta di questo per fare quello che vuole....prima era una ragazza molto per bene, adesso non va più a scuola (per ansia)e usciva tutti i giorni con amici non molto bravi....
È possibile che una ragazza educata facesse male a tutta la famiglia per il suo bene da adolescente?
Siamo stati in ospedale tante volte per diversi motivi (ansia o perché ha preso farmaci anche se le analisi dell'urina sono erano buone....)
Grazie mille per le vostre risposte
Dott.ssa Giulia De Angelis
Psicoterapeuta, Neuropsicologo, Psicologo
Roma
Buongiorno,
rispondo alla sua domanda dicendole che la situazione è sicuramente delicata e siamo di fronte ad una sofferenza psichica per cui anche voi familiari avreste bisogno di sentirvi accolti e seguiti. Spesso non c'è intenzionalità di fare del male, quanto piuttosto una necessità di seguire i propri impulsi senza riuscire a tener conto delle conseguenze negative in primis contro se stessi.
Resto a disposizione e le faccio i migliori auguri.

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Dott.ssa Francesca Chiara Ignoni
Psicologo clinico, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Mesagne
Buonasera, l'adolescenza è una fase estremamente delicata, potete pensare di affrontare una terapia familiare? Potrebbe essere utile. resto a disposzione
Dott.ssa Alessandra Palanga
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Tuscania
Buongiorno, purtroppo accade più spesso di quanto si pensi che durante l’adolescenza ci si ritrovi in situazioni o frequentazioni molto difficili o distruttive, per motivi legati sia alla fase evolutiva, sia al “naturale” egocentrismo onnipotente che caratterizza ogni adolescente. Di conseguenza anche gli atteggiamenti vendicativi nei confronti dei familiari sono un effetto di tale fase ma, se non vengono affrontati adeguatamente insieme alla famiglia, possono portare ad esacerbazioni, quindi a problematiche più complesse. (Se non la conosce già la invito a vedere la serie tv “Tredici” attraverso la quale può prendere atto di quale sia una parte della realtà adolescenziale moderna). Dal momento che sua figlia è già seguita presso una comunità terapeutica, la invito a riflettere sul fatto di poter intraprendere un percorso individuale o di coppia che sia un valido sostegno psicologico per questo momento delicato di transizione.
Le auguro una buona giornata.
Dott.ssa Giulia Zucchini
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Trieste
Gentile signora, mi spiace per la condizione di sua figlia.
Purtroppo non posso dirle se gli psicologi hanno ragione o non nel dirle che sua figlia ha questi atteggiamenti per avere attenzioni.
La cosa però conta davvero poco.
Sia che i colleghi abbiano ragione o no siamo davanti ad una ragazza che sta esprimendo una sofferenza psichica abbastanza invalidante per se stessa e ovviamente anche per voi familiari.
La invito ad intraprendere una terapia individuale o familiare per poter comprendere meglio il disagio di sua figlia e per poter supportare la situazione con risorse funzionali.
Le auguro buona fortuna e buona giornata.
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Dott.ssa Donatella Comasini
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Limbiate
Gentilissima, sono percorsi di vita molto complicati sia per la ragazza che ovviamente sta affrontando un disagio psichico importante, sia per tutto il nucleo familiare.
Consiglierei, se non lo state già facendo, di iniziare un percorso psicologico che vi possa dare gli strumenti per comprendere e gestire al meglio le difficoltà . Resto a disposizione.
Cordiali saluti.
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno, capisco le preoccupazioni riguardo a sua figlia. È possibile che il suo comportamento sia influenzato dalla situazione emotiva e dai farmaci che assume. È importante continuare a lavorare con gli specialisti della comunità terapeutica per comprendere meglio le sue esigenze e trovare il sostegno adeguato. Potrebbe essere utile coinvolgere anche uno psicologo o terapeuta per individuare le cause sottostanti del suo comportamento e sviluppare strategie per affrontarlo. Resto a disposizione per ulteriori domande o supporto. Cordiali saluti






 Filomena Lopez
Neuropsicologo
Roma
Buon pomeriggio
Una ragazza che va scuola che sembra avere una vita normale non cambia tutto così esponenziale ci sono stati dei segnali , qui di va bene la comunità ma i genitori devo prendere le redini della situazione e con una valutazione neuropsicologica capire esattamente cosa presenta la ragazza ansia nasconde qualche sintomi di in malessere qui si deve indagare affondo poi i genitori sono in terapia ...
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
Buongiorno,
capisco bene la vostra preoccupazione e il senso di frustrazione: vedere un cambiamento così evidente nel comportamento di una figlia, soprattutto se prima era una ragazza “molto per bene”, può essere molto difficile da affrontare.

Quello che descrivete — cambiamenti di umore, ansia, allontanamento dalla scuola e comportamenti che sembrano “sfidare” le regole della famiglia — non significa necessariamente che vostra figlia stia agendo per fare del male agli altri o approfittando della situazione. In adolescenza, il cervello è in pieno sviluppo, e le emozioni e i comportamenti possono cambiare in modo intenso, specialmente se c’è ansia, depressione o altre difficoltà psicologiche. A volte, quello che può sembrare “comportamento oppositivo” è in realtà un modo di comunicare disagio, paura o dolore interno.

L’uso di farmaci come aripiprazolo ed eventualmente sertralina, insieme all’EN (probabilmente un ansiolitico), può aiutare a stabilizzare l’umore, ma non elimina automaticamente l’ansia, le paure o le difficoltà relazionali. In alcune situazioni, il comportamento che appare ribelle o provocatorio può essere un tentativo inconscio di gestire ansia e stress, o di trovare un senso di controllo in un periodo di grande vulnerabilità emotiva.

In altre parole, una ragazza educata può cambiare il suo comportamento in adolescenza in modi che sembrano “difficili” per la famiglia, ma questo non significa che voglia ferire gli altri o che lo faccia intenzionalmente. È più utile considerarlo come un segnale di sofferenza e bisogno di sostegno, piuttosto che un tentativo consapevole di nuocere.

In questi casi, può essere utile:

continuare il supporto psicologico e psichiatrico specialistico, con monitoraggio dei farmaci;

favorire un dialogo aperto ma non giudicante, dove vostra figlia possa esprimere emozioni e difficoltà senza sentirsi sotto accusa;

osservare i comportamenti come indicatori di disagio piuttosto che “cattiveria” o volontà di approfittare;

lavorare con la comunità terapeutica affinché gli interventi siano coordinati tra psicologi, psichiatri e famiglia, in modo da ridurre conflitti e incomprensioni.

In sintesi, non si tratta di “fare male per il proprio bene”, ma di una fase complessa di sviluppo, complicata da ansia e depressione, dove i comportamenti problematici sono segnali di sofferenza più che intenzioni negative. Con supporto, comprensione e strategie coordinate, molti adolescenti in situazioni simili riescono a riprendere un equilibrio emotivo e relazionale.
Saluti
Dott. Francesco Pio Calafiore
Psicologo, Neuropsicologo
Santa Teresa di Riva
Buon pomeriggio, sinceramente mi sorprende che dei colleghi possano usare l'espressione ''fare apposta'' per descrivere e giustificare il disagio di una ragazza. Riferisce che non va più a scuola per una componente ansiosa, e che sottoposta a farmacoterapia...direi che non è deontologicamente corretto definire come un ''fare apposta'' la sofferenza di una ragazza, che piacerebbe potrebbe mai ricavare dall'assumere ansiolitici e non condurre una vita da adolescente? Consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, e mi faccia sapere cosa le verrà detto. Un caro saluto

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