Buongiorno, sono una studentessa di lingue di 23 anni soffro di forti emicranie, acufene e ipersonni

9 risposte
Buongiorno, sono una studentessa di lingue di 23 anni soffro di forti emicranie, acufene e ipersonnia da qualche mese.
Non riesco più a parlare ed esprimermi in modo sensato, ho difficoltà a concentrarmi e comprendere ciò che devo studiare…
Ogni parola mi sembra perdere di significato e tutte le capacità che avevo acquisito nelle lingue straniere sono scomparse, non saprei nemmeno presentarmi.
Sono spaventata e ho paura di avere qualche malattia neurologica o un deficit cognitivo anche perché da estroversa quale ero da qualche anno a questa parte non parlo più con nessuno a causa della mia insicurezza che in questi ultimi tempi sta peggiorando in modo drastico.
Dovrei fare una visita a vostro avviso? Ho motivo di preoccuparmi?

P.s. Sono seguita da una psichiatra da qualche anno a causa della mia ansia e lei suppone sia depressione ma qualsiasi farmaco che mi ha prescritto non ha sortito alcun effetto.
Dott. Davide Gritti
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno,
i sintomi da lei descritti possono caratterizzare il profilo ansioso-depressivo ipotizzato dal suo psichiatra, tuttavia, al fine di escludere eventuali cause organiche, sarebbe consigliabile una visita neurologica da concordare insieme ai suoi curanti.
In ogni caso potrebbe esserle utile intraprendere un percorso psicologico finalizzato ad accogliere, comprendere e ridurre il suo malessere emotivo.
Cordiali saluti
Dott. Davide Gritti

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Dott.ssa Jessica Carretta
Neuropsicologo
Thiene
Buongiorno, la preoccupazione di avere una malattia neurologica causa comprensibilmente ansia e l'ansia stessa può comportare veri e propri sintomi creando un circolo vizioso.
Ritengo utile effettuare approfondimenti neurologici per escludere condizioni cliniche. In assenza di cause organiche si può ipotizzare siano sintomi psicosomatici e intervenire non solo con adeguata terapia farmacologica (Psichiatra), ma anche con la psicoterapia.

Comprendo il timore e la "paura" che esprime, ma la diagnosi è il punto di partenza per qualunque intervento e trattamento. Inoltre, l'evidenza di assenza di malattie neurologiche potrebbe attenuare la sintomatologia ansiosa e parte stessa dei sintomi esperiti.

Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Pisciotto
Neuropsicologo, Psicologo
Palermo
Salve, i sintomi da lei descritti possono caratterizzare il profilo ansioso-depressivo ipotizzato dal suo psichiatra, inoltre, lo stato ansioso potrebbe essere correlato alla preoccupazione di un eventuale diagnosi. Tuttavia, al fine di escludere eventuali cause organiche, sarebbe consigliabile una visita neurologica da concordare insieme ai suoi curanti e effettuare una visita neuropsicologica con un Neuropsicologo per verificare la comparsa o meno di un eventuale deficit cognitivo.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Giulia Antognoli
Neuropsicologo, Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Buongiorno, come già detto dai miei colleghi, questi sintomi che lei descrive sembrerebbero rientrare nel disturbo d'ansia per cui è già in cura. Tuttavia, le suggerisco di riflettere insieme al suo psichiatra rispetto alla possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia: insieme alla terapia farmacologica, la psicoterapia la può aiutare a comprendere e gestire la sintomatologia ansiosa. Qualora le difficoltà cognitive persistessero, può anche effettuare una visita neuropsicologica per valutare e potenziare eventuali difficoltà attentive. Un caro saluto.
Dr. Gianmarco Mellini
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Bibbiena
Salve. Il suo profilo sintomatologico è sicuramente coerente con ciò che ha detto la psichiatra ma non abbiamo qui dati sufficienti per poter arricchire questa diagnosi. Consiglio però di fare una visita neurologica per togliere ogni dubbio ed eventualmente intraprendere un percorso terapeutico psicologico da integrare con i farmaci. Rimango a disposizione
Dott.ssa Giulia Zucchini
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Trieste
Salve,
io le consiglierei comunque esami da un neurologo per accertarsi che tutto sia posto. In seguito ai risutìltati saprà come comportarsi, se essi risultassero puliti le consiglio vivamente una psicoterapia con la quale potrà avere l'assopimento dei sintomi depressivi.
Saluti
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno,

Le difficoltà che descrive, come le emicranie, l'acufene, l'ipersonnia, e il calo delle capacità linguistiche, potrebbero essere collegate a diversi fattori, tra cui ansia e depressione, specialmente se i farmaci prescritti non hanno avuto l'effetto desiderato. Tuttavia, è importante escludere altre possibili cause neurologiche attraverso una valutazione specialistica approfondita.

Le consiglio di considerare una terapia breve strategica che potrebbe aiutarla a gestire l'ansia e a migliorare il suo stato generale di benessere. Questo tipo di terapia si concentra su interventi mirati e rapidi per risolvere i problemi specifici che sta affrontando.

È fondamentale che parli con il suo medico o con uno specialista in neurologia per una valutazione dettagliata, al fine di escludere eventuali patologie neurologiche e per ricevere un piano di trattamento personalizzato.

Resto a disposizione per una consulenza e ulteriori chiarimenti.

Un caro saluto,
Dott. Michele Scala
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Dott. Dario Papa
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Ferrara
Mi dispiace molto sentire quello che sta vivendo. Da quanto descrive, i suoi sintomi sembrano essere legati a una combinazione di fattori psicologici, come l'ansia e la depressione, che probabilmente influenzano anche il suo benessere fisico e la concentrazione. Le difficoltà che sta riscontrando con le lingue e con l'espressione potrebbero essere un riflesso della sua condizione psicologica, come una sorta di "blocco mentale" causato dal sovraccarico emotivo e dalla stanchezza psicologica (in questo uno stato simil-depressivo può fare brutti scherzi sul quadro neuropsicologico/cognitivo!).
La sua difficoltà a trovare il farmaco giusto è comprensibile, poiché spesso per i disturbi psicologici ci vuole del tempo per trovare la combinazione giusta di trattamenti. Potrebbe essere utile associare al sostegno farmacologico, uno di natura strettamente psicologico. Anch'io soffro da anni di acufene, per cui so bene cosa significhi convivere con un suono perenne nelle orecchie, soprattutto di notte.
Se dovesse sentirsi troppo sopraffatta dai suoi sintomi o se le sue difficoltà si intensificassero, non deve avere paura di chiedere aiuto o di esplorare altre possibilità terapeutiche, anche se non ha ancora trovato il rimedio giusto. Il fatto che stia cercando di capire cosa le stia accadendo è già un passo importante. Nel salutarla, resto a sua disposizione qualora lo ritenga necessario.
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo. Da quello che descrive, sembra che stia attraversando un periodo di notevole affaticamento cognitivo e rallentamento mentale, con difficoltà nel linguaggio, nella memoria e nella concentrazione. Questi sintomi possono essere spaventosi, soprattutto perché colpiscono competenze acquisite da tempo come lo studio delle lingue.

Da un punto di vista neuropsicologico, diversi fattori possono contribuire a questo quadro: ansia e depressione, stress prolungato, insonnia o ipersonnia, mal di testa cronico e acufene possono influenzare profondamente le funzioni cognitive, in particolare attenzione, memoria di lavoro e fluidità del linguaggio. In alcuni casi, il rallentamento mentale e la perdita di efficacia nello studio non indicano una malattia neurologica grave, ma piuttosto uno stato di affaticamento cognitivo e emotivo prolungato, che può essere temporaneo se affrontato in maniera mirata.

Detto ciò, data la gravità e la rapidità con cui i sintomi si sono manifestati, è assolutamente appropriato programmare una valutazione specialistica. In questo contesto, una visita neurologica completa può aiutare a escludere eventuali patologie organiche. Parallelamente, una valutazione neuropsicologica può misurare in maniera oggettiva memoria, linguaggio, attenzione e altre funzioni cognitive, permettendo di capire quali aree sono più colpite e definire strategie di recupero mirate.

Nel frattempo, ci sono alcune strategie che possono essere utili: cercare di strutturare la giornata con pause regolari, attività leggere che stimolino senza sovraccaricare il cervello, esercizi di rilassamento o respirazione e, se possibile, ridurre stimoli stressanti o situazioni ansiogene. Anche brevi sessioni di scrittura o lettura ad alta voce possono aiutare a “allenare” gradualmente il linguaggio e la memoria.

È comprensibile che lei si senta spaventata, ma questi sintomi non significano automaticamente una perdita permanente delle capacità cognitive. Con un approccio integrato, che includa supporto medico, neuropsicologico e psicologico, è possibile lavorare sul recupero delle funzioni mentali e sul miglioramento della fiducia nelle proprie capacità.
Resto a disposizione
Saluti

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