Buongiorno, sono una ragazza di 31 anni con problemi d’ansia e alcune manie di controllo che gesti

6 risposte
Buongiorno,
sono una ragazza di 31 anni con problemi d’ansia e alcune manie di controllo che gestisco in un percorso con lo psicologo.

Da due mesi ho una relazione sana e seria con un ragazzo con cui comunichiamo molto apertamente e che mi rispetta. Ciò nonostante ho ansia da prestazione e blocchi nella sfera intima per cui, tra le altre cose, interrompo il rapporto quando sto per raggiungere l’apice. Non riesco a lasciarmi andare e inizio ad avere anche dubbi sui miei sentimenti per lui, nonostante sia consapevole che questo può derivare da relazioni precedenti, instaurate sulla dipendenza affettiva con conseguenti reazioni intense, ma allo stesso tempo con dinamiche disfunzionali.

Per quanto riguarda la sfera intima, vorrei imparare a lasciarmi andare e vivere il rapporto serenamente, senza ansia prima durante e dopo. Vale la pena intraprendere un percorso specifico nella dimensione sessuale o continuando a imparare a gestire l’ansia che mi contraddistingue come persona anche la sfera intima ne verrà influenzata?
Buongiorno. Quanto descrive è compatibile con un circuito ansia di prestazione → ipercontrollo/spectatoring → aumento della tensione non erotica → interruzione a ridosso dell’orgasmo. L’interruzione funziona da “comportamento di sicurezza”: riduce l’ansia nell’immediato ma mantiene il problema. Nei primi mesi di una relazione più funzionale è frequente scambiare la minore “tempesta emotiva” (rispetto a legami precedenti più disfunzionali) per dubbio sul sentimento: spesso è l’attivazione ansiosa, non la qualità del legame, a rendere opaca la lettura di ciò che prova.

Per essere efficace, l’intervento non dovrebbe limitarsi all’ansia “di tratto”, ma integrare i fattori relazionali che verosimilmente porta con sé dalle esperienze passate (pattern di dipendenza/evitamento, confini, aspettative implicite sulla prestazione come prova d’amore). In pratica, al percorso già in corso aggiungerei un inquadramento sessuologico specifico, coordinato con il/la terapeuta che la segue.

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Dr. Jonathan Santi Pace La Pegna
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Palermo
Gentile Utente, ciò che descrive mostra una consapevolezza molto matura del Suo funzionamento interno, e questo è già un punto di partenza importante. L’ansia da prestazione e la difficoltà a lasciarsi andare nella sfera intima spesso non nascono solo dal contesto sessuale in sé, ma rappresentano una manifestazione più ampia del modo in cui una persona vive il controllo, la fiducia e il concedersi emotivamente. Quando ci sia alle spalle una storia di relazioni fondate sulla dipendenza affettiva o su dinamiche disfunzionali, il corpo può associare l’intimità a una perdita di controllo o a un rischio di vulnerabilità, e questo può rendere difficile abbandonarsi anche quando razionalmente si sa di essere al sicuro. Per queste ragioni, un percorso di gestione dell’ansia “generale” può certamente avere effetti positivi anche nella vita sessuale, poiché aiuta a ridurre l’iperattivazione, a coltivare fiducia e contatto col momento presente. Tuttavia, se il blocco nella dimensione sessuale continua a ripresentarsi o se diventa fonte di frustrazione o disagio, può essere utile affiancare al lavoro già in corso un percorso più specifico, come una terapia psicosessuologica. Questo non significa che si tratti di un problema “fisico” o distinto dal resto, ma piuttosto di un approfondimento mirato su come l’ansia, le esperienze passate e il controllo si esprimono attraverso il corpo e la sessualità. In un percorso di questo tipo, si esplora in modo delicato e graduale la relazione con il piacere, con la spontaneità, con il lasciarsi andare, senza forzature e con attenzione al vissuto emotivo sottostante.
Spero di esserle stato utile.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno — grazie per aver condiviso tutto con chiarezza. Hai già molte informazioni utili (stai lavorando sull’ansia, la relazione è sana e comunicativa) e questo è un ottimo punto di partenza. Di seguito alcune spiegazioni pratiche e suggerimenti concreti, in modo sintetico.
Cosa succede probabilmente


L’ansia da prestazione crea un circolo: teme-re di non farcela → aumento dell’attivazione corporea e del controllo → difficoltà ad «abbandonarsi» e interruzione dell’intimità.


Le esperienze relazionali passate (dipendenza affettiva, dinamiche disfunzionali) possono mantenere anticipazioni catastrofiche sui sentimenti e sul controllo, rendendo più difficile lasciarsi andare anche in una relazione sicura.


Cosa puoi provare da subito (strategie pratiche)


Rallentare l’obiettivo: trasformare il sesso da “prestazione → orgasmo” a “esplorazione del piacere e della vicinanza”. Questo riduce la pressione sul risultato.


Sensate focus (esercizio graduale): iniziare con tocchi non genitali, poi genitali senza lo scopo dell’orgasmo, alternando momenti di contatto e pausa. Serve a ricostruire fiducia nel corpo e nel piacere senza ansia da prestazione.


Tecniche di regolazione dell’ansia in scena: respiri lenti e diaframmatici (inspira 4″, trattieni 1″, espira 6–8″), breve body-scan o grounding prima dell’intimità per abbassare l’allerta.


Sostituire lo “stop netto” con strategie alternative: rallentare, cambiare stimolazione, fare una pausa rilassante insieme (baci, abbracci) invece di interrompere bruscamente.


Autoesplorazione in solitudine: conoscere il proprio ritmo di eccitazione e quelle sensazioni che precedono il blocco aiuta a riconoscerle e a intervenire prima che diventino panico.


Comunicazione col partner: dire cosa succede (in modo semplice e non colpevolizzante), concordare segnali e pause, stabilire momenti intimi senza obbligo di raggiungere l’orgasmo.


Evitare di iper-focalizzarsi sul pavimento pelvico: se sei tesa, esercizi di rilassamento e stretching sono più utili dei soli Kegel; i rinforzi servono se c’è ipotonìa, non ipertono.


Quando pensare a un percorso specifico


Se i blocchi persistono nonostante le strategie sopra, o se la situazione crea stress marcato nella coppia, un percorso specifico in sessuologia/terapia sessuale è consigliabile.


Un trattamento specifico (terapeuta sessuologo o psicoterapeuta con esperienza in sessualità) offre tecniche mirate — es. terapia sensuale strutturata, lavoro su cognizioni sessuali disfunzionali, terapia di coppia focalizzata sulla sessualità — e può integrarsi con il percorso che stai già seguendo per l’ansia.


Se emergono ricordi traumatici collegati alla sessualità o reazioni molto intense, è utile prendere in considerazione anche approcci come l’EMDR con un professionista esperto.


Conclusione rapida
Sì: il lavoro generale sull’ansia è importante e probabilmente aiuterà anche la sfera intima, ma affrontare direttamente le difficoltà sessuali con tecniche e esercizi mirati (terapia sessuale/sessuologia) spesso accelera il miglioramento e offre strumenti concreti per tornare a vivere i rapporti con serenità. Ti consiglio di approfondire con uno specialista in sessuologia o con il tuo psicologo concordando un’integrazione terapeutica.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Emma Genova
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile paziente, comprendo il suo interrogativo. L'intervento in ambito sessuologico è un intervento molto specifico, cha va ad indagare aspetti ben precisi del ciclo di risposta sessuale e che si avvale di prescrizioni tipiche. Lavorare sull'ansia è indubbiamente un passo molto importante che denota anche una sua consapecolezza; tuttavia laddove voglia focalizzarsi sulla sfera intima il consulto in ambito sessuologico è indubbiamente un approfondimento mirato che può aiutarla ad esplorare il rapporto con il suo corpo e con il piacere ed a imparare tecniche di consapevolezza corporea e rilassamento mirate alla sessualità. I due interventi non si escludono a vicenda ma si completano. Buona serata
Dott. Manuel Carminati
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Legnano
Le due aree su cui oggi ti senti di essere in difficoltà sono tra loro correlate e inevitabilmente un ansia di tratto, cioè sostanzialmente sempre presente nella tua vita, influenza la tua vita sessuale e i sintomi che hai descritto sono coerenti, ma non significa che la tua relazione amorosa e/o la tua vita sessuale debbano inevitabilmente esserne pervase, anzi ha senso darsi l'obiettivo di godersele e tenerle distanti dallo stress di altri ambienti; approfondire gli aspetti prettamente sessuali con una consulenza specifica potrebbe essere utile a non fare di tutta un'erba un fascio, e fare i giusti distinguo tra i diversi stati emotivi e le attivazioni ansiose, come sembra in parte avvenire quando quella difficoltà esclusivamente sessuale mette in discussione un'intera relazione (o viceversa, quando una preoccupazione nella relazione inficia la possibilità di godersi la penetrazione e l'orgasmo). Confrontati con il collega che ti segue, una sponda (anche rapida) di natura sessuologica potrebbe la soluzione migliore per te e anche per il vostro percorso.
Dott.ssa Teresita Forlano
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Roma
Buona sera, la sua richiesta va affrontata nelle sedute con lo psicologo che la segue; quello che ha scritto qui merita attenzione nelle sue sedute. Si confronti con il suo terapeuta in merito.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano

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