Buongiorno, dopo 8 anni (di tira e molla), una settimana fa il mio ex ha deciso di interrompere la n

17 risposte
Buongiorno, dopo 8 anni (di tira e molla), una settimana fa il mio ex ha deciso di interrompere la nostra relazione.
Pur essendo già capitato in passato, all'epoca la reazione emotiva che ho avuto era piena di dolore e devastazione, il che mi hanno portato a soffrire di anoressia, bulimia e di intraprendere un percorso di psicologico e psichiatrico. Una volta concluso questo percorso di "rinascita", il mio modo di essere è inevitabilmente cambiato in peggio, manifestando un distaccamento dalla realtà e un egocentrismo che mai aveva fatto parte della mia vita fino ad allora. Pur provando sentimenti consolidati nei suoi confronti, il mio modo di essere evidenzia il contrario, riesco solo a far uscire fuori la rabbia o qualsiasi altra emozione se vengo attaccata in dinamiche che non riguardano l'aspetto emotivo più puro, quest'ultimo invece, quando viene toccato, non mi suscita atteggiamenti istintivi come il pianto, vorrei farlo, ma per qualche motivo ho un blocco che non riesco a spiegare; quando mi ha lasciata non ho versato neanche una lacrima davanti ai suoi occhi, una pietra fredda priva di emozioni. Mi manca e il bisogno di lui è incessante, ma non riesco a fare nulla per dimostrare il contrario.
La nostra relazione non è partita nel migliore dei modi, lui inizialmente si era avvicinato a me per dimenticare la sua ex, a me stava bene in quel modo, il senso di protezione e di supporto si sono tramutati in amore da parte mia. Soltanto nel primo anno, le mie dimostrazioni venivano comprese e credute, poi a causa di miei allontanamenti volontari, con parole e atteggiamenti opposti a ciò che sentivo realmente ( a volte ho detto di non provare nulla per lui o dopo litigi, invece di avvicinarmi e chiarire, sparivo per mesi senza cercarlo - questo per cercare di suscitare in lui qualche reazione), tutto ha iniziato a finire in un baratro disastroso che ha inevitabilmente condizionato in negativo la considerazione che lui aveva di me e la credibilità dei miei sentimenti.
Vorrei tornare a essere me stessa, mi guardo allo specchio e non mi riconosco più, sono diventata egocentrica, presuntuosa, scontrosa e in perenne conflitto con tutto ciò che al di fuori prova ad attaccare queste mie manie; questo mi porta a non tenere conto dei bisogni degli altri, mettendo sempre in primo piano la mia persona. Non mi riconosco più, provo disgusto, vorrei migliorare per essere una persona migliore soprattutto con le persone che amo.
Mi sto autodistruggendo e sto facendo terra bruciata intorno, ho perso la persona che amo di più al mondo e questo mi sta devastando.
Gentile utente,
“mi sto autodistruggendo” è in effetti qualcosa che rivolge verso di sé, non riconoscendosi, e verso l’altro, non provandolo. In effetti scrive di aver fatto uscire solo rabbia e non i suoi sentimenti più puri, ciò che provava, i suoi bisogni. Si guarda senza potersi più riconoscere.
Ci sono tante cose che occorrerebbe lei guardasse da vicino e dentro, più profondamente. Scelga quanto prima un luogo neutro e sicuro, uno spazio solo suo dove posare questa sua necessità di lavorare su di sé, dove la sua parola possa sgorgare e lasciare uscire liberamente ciò che sente, senza sentire di doversi difendere. Nessuna rabbia ne dovrà conseguire, nessun trattamento del cibo o del corpo o del pieno o del vuoto.
Il diritto di potersi fare spazio secondo il suo desiderio. Di trovare un proprio modo di essere che non la spaventi e che non spaventi e dove possa conoscersi, osservando ciò che di sé non vuole, ciò che di sé ama. Non è semplice, ma ci sarà qualcuno che potrà accompagnarla in questo.
Cordialmente
Dott.ssa M. Gorini

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Gentilissima,
Le sue parole mi hanno emozionato.
Credo che lei, dopo tutto il dolore vissuto, abbia costruito una sorta di guscio per proteggersi, per non mostrarsi più a se stessa vulnerabile.
Freud ci ricorda che le emozioni inespresse non muoiono mai, ma si ripropongono in maniera più forte, se non vengono elaborate.
Sarebbe bello se lei potesse trovare un suo posto “sacro” in cui liberare le sue emozioni, come e meglio crede..questo potrebbe essere un percorso per conoscere se stessa.
La saluto con una frase che mi piace particolarmente: "Non serve a niente una porta chiusa:
la tristezza non può uscire e l'allegria non può entrare."L.Sepúlveda
Cordialmente,
Dott.ssa Teresa Colaiacovo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, racconta con sofferenza il suo travaglio interiore e la relazione con il suo ex, dove forse cercava conferme mettendo alla prova il partner in una dinamica autodistruttiva. Conclude la sua lettera con "vorrei migliorare per essere una persona migliore soprattutto con le persone che amo.", mi permetto di suggerirle di riprendere un percorso psicoterapeutico per lavorare in primis sul benessere per sé stessa e poi per le persone vicine, gestire le proprie emozioni, trovare la risposta ai propri bisogni, stare in relazione senza sentire la necessità di difendersi dall'altro. Cordiali saluti. Dr.ssa Lorena Ferrero
Buongiorno,

visto il suo malessere così forte potrebbe pensare di ricontattare il suo terapista e riprendere il cammino interrotto tempo fa. Potrebbe aver bisogno semplicemente di dover esser sostenuta in questo momento.
Non sottovaluti il dolore che sta provando e abbia cura di se.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, cerchi aiuto dal terapeuta che l'ha trattata o cerchi un altro terapeuta. Lei sta agendo una coazione a ripetere, cioè ripete sentimenti e pensieri non ancora elaborati. A sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Buongiorno, da quanto scrive, sembrerebbe che il troppo dolore della perdita l'ha indotta a difendersi dalla sofferenza, reagendo con strategie per prevenirla, per cui attaccando per non subire gli attacchi, abbandonando per non subire l'abbandono, ma purtroppo questo non esime dal soffrire. Inoltre chiudersi al proprio mondo interiore fa ulteriormente vivere il vuoto della solitudine amplificato. Le direi di proseguire nel percorso psicoterapeutico, che sarà sicuramente diverso rispetto all'inizio, perchè diversi sono gli obiettivi e diversa è lei oggi. Un saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buonasera, credo che quelle che lei descrive siano modalità difensive che possono rientrare in un percorso di cambiamento verso un equilibrio diverso. Mi auguro che lei stia ancora continuando il suo percorso, magari con altri obiettivi concordati con chi la segue. Fra questi può esserci la"lettura" di come sta agendo nella sua vita relazionale e su come si percepisce. Se il percorso è stato concluso è il caso di riprenderlo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Il malessere che lei sta provando è degno di essere preso in cura, continuando o ricominciando un percorso psicoterapeutico, definendo i nuovi obiettivi su cui lavorare, conseguendo beneficio soprattutto negli aspetti relazionali, che mi sembrano quelli in cui è maggiormente in crisi.
Buongiorno! leggendo le tue parole mi arriva molto dolore, non solo la rabbia che hai citato...quando non ci riconosciamo, spesso è per le emozioni che non riusciamo a lasciare libere di esprimersi, stanno nascoste sotto a corazze protettive che ci creiamo per non soffrire ulteriormente, ma quelle poi in un modo o nell'altro escono fuori, solitamente con comportamenti che ci sembrano nuovi, incoerenti, strani ... e in questi casi, la cosa migliore da fare è intraprendere una psicoterapia. potresti riprendere con la terapeuta che ti aveva seguita, e rifare un po' il punto della situazione... solitamente quando iniziamo un percorso del genere, stiamo peggio perché vengono alla luce le zone d'ombra, ma è proprio all'ora che inizia il lavoro di cambiamento per diventare se stessi.
Buon cammino,
Jessica Scheggi
Salve. Tutto quello che ha scritto rimanda chiaramente un forte dolore e un forte senso di disagio, tanto per la fine di una relazione quanto per gli aspetti della sua personalità di cui è consapevole, ma che, tuttavia, non riesce a modificare o frenare. Per Tali ragioni credo che iniziare un nuovo percorso di terapia potrebbe portarle giovamento.
Dott.ssa Michela Saviano
Buongiorno. Ho letto il suo racconto e la parte che credo sia importante vedere e sentire, è che c è una parte desiderosa di cambiamento. Credo, per l approccio in cui mi sono formata, che sia importante questa risorsa e vedere quanto sia importante che cio che sta cercando si radicalizzi prima dentro di sé.
Le auguro un buon percorso, Dott.ssa Ilaria Butti
Buongiorno,
le sue parole comunicano un forte dolore per la fine di una relazione.
Mi permetto di suggerirle di riprendere un percorso psicoterapeutico per lavorare su di sé, sul proprio benessere, sulla gestione delle proprie emozioni.
Un caro saluto. Dott.ssa Rossella Maria Sferrazzo
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Buongiorno,
leggendola vedo un modo di pensare all'altro come un mondo intero che riempie quel che non crede più di essere, il suo.
Chissà se si riuscirà a vivere l'amare come lo pensa Proust: "E' la nostra immaginazione la causa dell'amore, non l'altra persona."
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Buonasera, mi dispiace molto per il periodo che sta attraversando, immagino non debba essere facile. Credo che riprendere un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a sentirsi di nuovo se stessa e a provare anche a migliorarsi per poter stare meglio e più a suo agio con le persone che ama. Le auguro che le cose possano andare come più desidera. Cordiali saluti, dott.ssa Kristina Barresi
Buonasera,
Il disagio che Lei descrive, è sicuramente forte, un grande dolore per aver perso i punti fermi. Un cambiamento così radicale può portare ad una forte confusione, che Lei sembra aver capito di provare a livello emotivo: da un lato una forte rabbia e dall'altro l'incapacità di piangere e provare tristezza.
In un percorso psicoterapico consiglio di affrontare propio l'equilibrio e l'integrazione tra le emozioni. Solo così Lei può veramente entrare in relazione con gli altri, supportata da una maggiore sicurezza e serenità.
Buonasera, esprimo la mia vicinanza nel leggere le sue parole che riflettono un profondo tormento interiore e le dinamiche complesse della sua relazione passata. Mi permetto di suggerirle di intraprendere un percorso di terapia breve strategica, finalizzato a esplorare e comprendere appieno le sue emozioni, i suoi bisogni e le dinamiche relazionali che hanno influenzato la sua esperienza. Questo percorso potrebbe aiutarla a riconciliarsi con se stessa, a gestire in modo più efficace le sue emozioni e a sviluppare strategie per costruire relazioni più sane e appaganti con le persone a lei care.

Resto a disposizione per ulteriori informazioni o per fissare un incontro.

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