Buonasera, vi scrivo per capire come muovermi. Mio padre (55 anni) dopo una visita psicologica e` r

18 risposte
Buonasera, vi scrivo per capire come muovermi.
Mio padre (55 anni) dopo una visita psicologica e` risultato essere affetto da doc. Il suo stato ansioso e` iniziato a causa di una pancreatite avuta ormai 5 anni fa ed il minimo dolore lo porta a blocco psicologico per paura di un`ipotetica ricaduta. Assodato che ornai il suo stato di salute sia stabile, a mio parere ora sta soffrendo di un disturbo da ansia generalizzata. Durante l'arco della giornata ha continui attacchi di panico, senso di inadeguatezza, momenti "cupi" nello svolgere qualsiasi attivita`, da quella lavorativa a quella ricreativa. Vive la mancanza di appetito come una tragedia, pensa che ogni cosa lo possa abbattere. Il semplice saltare un pasto diventa un agonia senza pari tanto da paralizzarlo sul divano in presa all'ansia piu` totale. La risoluzione di ogni "problema" porta alla creazione di uno nuovo. Il disturbo del sonno e` ormai ingestibile tanto da costringerlo a svegliare i familiari per tranquillizzarlo poiche` e` ansiosio di vivere una nuova giornata in preda all'ansia. Si e` creato un circolo vizioso da cui e` davvero difficile uscirne tanto che la sua paura ed ansia piu` grande e` quella di non riuscire a tornare ad una vita normale. Talvolta i suoi comportamenti rasentano l'infantilita` per quanto si faccia da ansia e preoccupazione sullo svolgimento di attivita` quotidiane (ansia nel portare il cane a fare i bisogni, consumare un pasto, non dormire a sufficienza ecc ecc). Di tutti questi atteggiamenti lui prova un grande senso di vergogna, ma non abbastanza da spingerlo ad affrontare il tutto con una razionalita` che ormai fatica ad avere. So che e` sotto cura da qualche settimana senza psicofarmaci ma da figlio non so come comportarmi adeguatamente. Per ora sto cercando di essere una figura razionale ed educativa, mettendo pero` del distacco in quando non voglio sia dipendente da me. Cosa dovrei fare a riguardo?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lui possa intraprendere una psicoterapia per gestire i pensieri ossessivi e le compulsioni del doc e che possa, secondariamente, aiutare voi familiari a capire cosa è meglio fare e cosa è meglio non fare onde evitare il rinforzo di tali circoli viziosi.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Credo che sia davvero già di grande aiuto a suo padre. Lo incoraggi a seguire il percorso psicoterapeutico e possibilmente associandolo ad una terapia farmacologica. La combinazione da eccellenti risultati. Molti parenti di persone con DOC si rivolgono anch'essi ad una/o psicoterapeuta per comprendere meglio come funziona il disturbo, quali conseguenze ha, come comportarsi, ed elaborare i propri vissuti circa la situazione, che certamente non possono passare in secondo piano. un caro saluto.
Sicuramente è necessaria una terapia farmacologica se gli è stato diagnosticato un doc ed è altrettanto importante un sostegno psicologico. Resto a disposizione per un consulto on line. Cordiali saluti
Buon giorno e grazie per essersi a noi rivolta. Molto bello da parte sua il supporto che fornisce a suo padre e può certamente stargli vicino. Quello che mi viene da suggerirle è la possibilità di consigliare a suo padre la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapico a fianco di un supporto farmacologico. A sua disposizione per eventuali dubbi o chiarimenti. Cordialmente Gian Piero dott Grandi.
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione e fatica, le consiglio di affidarsi ai consigli dei professionisti che seguono suo padre e valutare anche un sostegno farmacologico per il signore.
Datevi un po’ di tempo per permettere alla cura di funzionare.
Cordiali saluti.
Giada Bruni
Buongiorno. Come detto dai colleghi in presenza di un disturbo doc è consigliabile una visita da uno psichiatra per eventuale supporto farmacologico da associare ad una psicoterapia. Spesso, vista anche la presenza di altro disturbo d'ansia, viene consigliata una terapia di tipo cognitivo comportamentale ma anche altri tipi di orientamento possono essere molto utili. Cordiali saluti. Dr. Roberto Clemenza
Buongiorno, se su padre ha già intrapreso un percorso di psicoterapia è bene incoraggiarlo a proseguire, qualora lui fosse tentato di non farlo. Sarà il terapeuta a proporre eventuale supporto farmacologico se lo riterrà opportuno. Come già accennato anche da altri colleghi nelle risposte, occorre un po' di pazienza per poter apprezzare dei benefici, darsi e dare tempo per elaborare l'esperienza. Certamente anche per lei sarebbe importante riflettere sulla sua posizione nei confronti del papà in questo momento particolare, in altri termini sulla sua posizione soggettiva al di là della categoria diagnostica "doc", intento poter dare spazio di parola al suo vissuto emotivo nell'attraversare un momento di cambiamento e di difficoltà. Cordialmente, Dott.ssa Chiara Codecà

Buonasera.

Dal suo racconto, non emerge chiaramente molto, della vita di suo padre in merito alle sue occupazioni, anche lavorative, precedenti e successive alla pancreatite avuta cinque anni fa.

Secondo quanto da Lei affermato, sembrerebbe anche poco chiaro, se tutti i disagi psicologici che suo padre avverte, sia comparsi dopo la malattia suddetta, in quanto, se, come lei dice, è stata superata, i disturbi sembrerebbero un po’ eccessivi. Sicuramente sarebbe importante comprendere i motivi per i quali, suo padre ha, a tutt’oggi una sintomatologia così estesa e aggiungerei un’ipocondria, se non sussistono i presupposti di carattere medico che giustificano tali reazioni.

Si potrebbe ipotizzare che ci sia dell’altro che riguardi la vita di suo padre e le sue caratteristiche di personalità.

Altrimenti si può ipotizzare una reazione soggettiva alla malattia che non è stata successivamente elaborata positivamente e integrata, determinando una conseguente reazione sul piano psicologico, un punto di “fissazione’, che non gli ha consentito un’evoluzione positiva.

Pur non potendo comprendere cosa accade, sulla base degli elementi forniti, posso condividere la sua esigenza di stargli vicino e al tempo stesso il suo tentativo di favorire una certa autonomia, ma non posso consigliare un comportamento da assumere essendo necessaria una conoscenza più approfondita dal punto di vista psicologico-clinico.

La saluto cordialmente

Gentilissimo, grazie per la sua condivisione. La situazione che si sta trovando a vivere non è affatto semplice e il supporto e la vicinanza che lei sta dando a suo padre sono senz'altro degni di nota.
Purtroppo il DOC, che a questo punto sembra aver raggiunto dei confini molto ampi, è un disturbo davvero complesso, sia da gestire ma anche e soprattutto da comprendere e sostenere per familiari o persone vicine al paziente stesso.
Il mio consiglio è, innanzi tutto, di richiedere un confronto con gli specialisti che hanno in carico suo padre per discutere e valutare di una terapia farmacologica, utile se non fondamentale, in abbinamento ad una psicoterapia, in caso di DOC.
Di poi, vorrei suggerirle di valutare anche lei la possibilità di richiedere un consulto o intraprendere un breve percorso psicologico che possa sostenerla nel fornire la giusta vicinanza e il giusto supporto a suo padre, anche attraverso una psicoeducazione relativa ai vari aspetti di un DOC, al fine di evitare l'alto rischio di collusione con i sintomi stessi del disturbo.
Resto a disposizione per qualsiasi altra necessità, anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa Erika Ragazzini psicologa
Gentile utente,
In questi vasi ritengo sempre utile, accanto alla terapia farmacologica, un buon percorso di psicoterapia. Può provare a suggerirlo a suo padre.
Cordiali saluti
Buonasera, comprendo molto bene la sua legittima preoccupazione per la salute psicofisica di suo padre; potrebbe rivelarsi utile da parte sua provare ad empatizzare con la sofferenza di suo padre e provare ad accogliere la sua esperienza dolorosa, aspenendosi il più possibile da giudizi. Purtroppo il doc come altri disturbi psicopatologici innescano circuiti interpersonali in famiglia che si definiscono disfunzionali e che finiscono per determinare un aggravamento dei sintomi stessi del paziente; è normale che lei si senta preoccupato, che provi a porsi come riferimento in termini psico-educativi, ma purtroppo questo non può aiutare suo padre nel lungo periodo ed è logorante per lei nel tempo. Mi permetto di suggerirle di affiancare se possibile un suo percorso di psicoterapia a quello di suo padre attraverso il quale potrà meglio comprendere le sue disposizioni interne e come aiutare al meglio il suo papà.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o richieste di informazione.
Dott.ssa Piccione Valentina
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Buongiorno, mi dispiace per la situazione complessa che sta affrontando. Sicuramente suo padre ha bisogno di una terapia psicologica e farmacologica per contenere gli stati ansiosi e permettergli di lavorare sulla sua ansia. Consiglio però una terapia anche a lei per poter trovare delle strategie efficaci che l'aiutino a gestire al meglio la situazione e per sostenerla in questo momento di fatica.
Resto a disposizione e le auguro una buona giornata.
Dottoressa Monica Mellone
Salve, capisco la sua difficoltà di gestione emotiva e non di suo padre. Le consiglio di prendersi un momento di ascolto personale per capire come organizzare e supportare la gestione di suo padre affinché non diventi una fatica emotiva che le grava troppo. Aiutare un genitore è un gesto nobile che spesso si sente dovuto per quanto fatto da loro, nel contempo è importante preservare il proprio benessere emotivo e la libertà personale, seppur modificata dai bisogni famigliari. Farsi carico totalmente e a prescindere di una fatica molto grande da sorreggere da solo, può portare nel lungo periodo a provare sentimenti fortemente contrastanti verso il padre e se stesso, a cui è meglio trovare un adeguato equilibrio per preservare il vostro buon rapporto. Cordialmente, Martina
Capisco che stia cercando consigli su come affrontare la situazione con suo padre. Ecco alcune considerazioni su come potrebbe affrontare la situazione:

Comprenda il disturbo: Educarsi sul disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e sull'ansia generalizzata può aiutarla a comprendere meglio le sfide che suo padre sta affrontando. Questo le permetterà di sviluppare una maggiore comprensione e empatia nei suoi confronti.

Mostrare sostegno e comprensione: È importante far sapere a suo padre che lei è lì per lui e che lo sostiene. Mostrare comprensione e pazienza quando affronta gli attacchi di panico o ha difficoltà a svolgere alcune attività. Assicurarsi che sappia che non è solo e che il suo benessere è importante per lei.

Evitare di rinforzare i comportamenti ossessivi o compulsivi: Cerchi di non entrare nel gioco dei rituali ossessivi o delle richieste continue di rassicurazione da parte di suo padre. Stabilire limiti chiari e non cedere a tutte le richieste legate all'ansia potrebbe essere utile. Sii comprensivo, ma incoraggiarlo a fare piccoli passi verso l'autonomia.

Sostenere la terapia: Se suo padre sta seguendo una terapia, incoraggiarlo a continuare e a seguire le indicazioni del professionista. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può essere particolarmente utile nel trattamento del DOC. Offra il suo supporto accompagnandolo alle sedute, se necessario.

Coinvolgere un medico: Se la situazione di suo padre peggiora o se non sta ottenendo un miglioramento significativo con la terapia attuale, potrebbe essere utile coinvolgere un medico o uno specialista per rivalutare la situazione e valutare se l'uso di psicofarmaci possa essere appropriato e benefico.

Supporto familiare: Coinvolga gli altri membri della famiglia nella comprensione e nel sostegno di suo padre. Questo può creare un ambiente di comprensione e ridurre la sensazione di vergogna che potrebbe provare.

Prendersi cura di sé stessa: È importante che lei prenda cura anche di sé durante questo periodo. Trovi un equilibrio tra il supporto a suo padre e le sue esigenze personali. Non esiti a cercare supporto da amici, familiari o da uno psicologo per sé stessa, se ne sente il bisogno.

Ricordi che ogni situazione è unica e che potrebbe essere utile consultare uno psicologo o uno specialista per avere una consulenza più specifica sulla situazione di suo padre e su come affrontarla al meglio.
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Buonasera,

Comprendo le tue preoccupazioni e l'amore che provi per tuo padre. La situazione che hai descritto è complessa e richiede un approccio sensibile e ponderato. Ecco alcuni suggerimenti su come potresti procedere:

1. **Sostegno Empatico**: Continua a essere una presenza empatica e solidale per tuo padre. Mostragli che lo supporti e che comprendi le difficoltà che sta attraversando. L'empatia può essere molto rassicurante per chi sta lottando con disturbi d'ansia.

2. **Comunicazione Aperta**: Offri a tuo padre uno spazio in cui possa parlare apertamente dei suoi sentimenti e preoccupazioni. Ascolta con attenzione e senza giudizio, consentendogli di esprimere se stesso liberamente.

3. **Sottolinea l'Importanza del Trattamento Professionale**: È positivo che tuo padre abbia già iniziato un percorso di cura con uno psicologo. Sottolinea l'importanza di seguire le indicazioni del professionista e l'importanza della continuità nella terapia.

4. **Coinvolgimento Familiare**: Se lo ritiene appropriato, potresti considerare di coinvolgere la famiglia nel processo di cura. Una terapia familiare potrebbe essere utile per affrontare le dinamiche familiari che potrebbero contribuire alla situazione d'ansia di tuo padre.

5. **Promuovi uno Stile di Vita Salutare**: Incentiva tuo padre a mantenere uno stile di vita sano con una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare e il giusto riposo. Questi fattori possono influenzare positivamente il suo benessere generale.

6. **Riduci la Stigmatizzazione**: Aiuta tuo padre a superare il senso di vergogna riguardo ai suoi sintomi. Rassicuralo che i disturbi d'ansia sono condizioni comuni e curabili, e che non c'è nulla di cui vergognarsi nell'affrontarli.

7. **Coinvolgimento del Medico**: Se non è già stato fatto, potresti considerare di coinvolgere il medico di famiglia nel processo di cura di tuo padre. Il medico può collaborare con lo psicologo per garantire un approccio olistico alla sua salute.

8. **Tempistiche Individuali**: Ricorda che ogni individuo risponde in modo diverso alla terapia e che il percorso verso il miglioramento può richiedere tempo. Rispetta le tempistiche individuali di tuo padre.

Infine, è importante prendersi cura anche di te stesso durante questo processo, poiché essere un caregiver può essere emotivamente impegnativo. Considera di cercare il supporto di uno psicologo o uno specialista in salute mentale per te stesso, se necessario.

Tuo padre è fortunato ad avere il tuo sostegno e il tuo affetto mentre affronta queste sfide. Continua a essere presente e ad aiutarlo a cercare il trattamento appropriato.

Se hai ulteriori domande o preoccupazioni, non esitare a contattarmi.

Cordiali saluti,
Ilaria
Gentile,
La situazione descritta è importante e ne comprendo la preoccupazione. Penso sia fondamentale parlarne a 360 gradi. Uno degli interventi è sicuramente quello di impostare un percorso psicoterapeutico che sia focalizzato su questi sintomi invalidanti e che sia efficace e dunque porti alla risoluzione del problema entro breve. Per qualsiasi informazione o dubbio mi contatti. Dr. Simone Volpe
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Gentile utente, grazie per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e preoccupazioni, e mi dispiace molto per i vissuti negativi che da queste scaturiscono. Se dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso online, utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori modo ssa trovare una strada percorribile verso la serenità.
Qualora dovesse avere altre domande, o desiderasse ricevere ulteriori informazioni, non esiti a contattarmi. Un caro saluto, dott.ssa Anastasia Giangrande.

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