Buonasera. Sono una donna 34 anni con una situazione familiare pesante sin dall'infanzia, un matrimo
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Buonasera. Sono una donna 34 anni con una situazione familiare pesante sin dall'infanzia, un matrimonio fallito ed un'ipersensibilità che da sempre mi accompagna, facendomi sentire ovunque inadeguata e giudicata. Soffro di depressione sin dalla pubertà, periodo dal quale ho iniziato discontinui trattamenti psichiatrici con vari antidepressivi ed ansiolitici.
Negli ultimi 3 anni ci sono stati numerosi ricoveri e day hospital, e tre tentativi di suicidio con assunzione di farmaci.
A breve riaffronterò un ennesimo day hospital presso nuova usl per cercare di star meglio, ma vorrei sapere se ci sia un "piano d'attacco" - passatemi il termine - indicato per la mia situazione, perché i tanti tentativi negli anni passati sono stati buchi nell'acqua, anche con binomio psichiatra/psicologo.
La mia non è vita, ma sopravvivenza, e così non ha davvero senso. Grazie.
Negli ultimi 3 anni ci sono stati numerosi ricoveri e day hospital, e tre tentativi di suicidio con assunzione di farmaci.
A breve riaffronterò un ennesimo day hospital presso nuova usl per cercare di star meglio, ma vorrei sapere se ci sia un "piano d'attacco" - passatemi il termine - indicato per la mia situazione, perché i tanti tentativi negli anni passati sono stati buchi nell'acqua, anche con binomio psichiatra/psicologo.
La mia non è vita, ma sopravvivenza, e così non ha davvero senso. Grazie.
Non è proprio semplice fornulare un piano d'attacco per una situazione complessa come la sua e che è insorta da tanti anni.... psicoterapia e psicofarmacologia sono in genere un buon binomio per una patologia che può certamente essere curata, ma che presenta diversi gradi di gravità, complessità e quindi di soluzioni. Psicoterapia e farmaci sono importanti per imparare a convivere anche con il proprio vissuto esistenziale e anche rispetto a quanto realizzato finora e che la depressione maschera e svalorizza. un augurio e un saluto
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Buongiorno sig.ra,
per poter stabilire un "piano d'attacco" dovremmo iniziare da un'accurata anamnesi personale, familiare e farmacologica.
Da quello che dice sembra però che nei numerosi ricoveri e terapie non sia mai stato introdotto uno o più stabilizzanti del tono dell'umore che invece sarebbero molto adatti per il suo disturbo e che le servirebbero per migliorare l'umore e renderlo appunto stabile, evitando continue oscillazioni e ricadute durante le quali tutti i suoi sintomi compresa l'ipersensibilità si accentuano.
per poter stabilire un "piano d'attacco" dovremmo iniziare da un'accurata anamnesi personale, familiare e farmacologica.
Da quello che dice sembra però che nei numerosi ricoveri e terapie non sia mai stato introdotto uno o più stabilizzanti del tono dell'umore che invece sarebbero molto adatti per il suo disturbo e che le servirebbero per migliorare l'umore e renderlo appunto stabile, evitando continue oscillazioni e ricadute durante le quali tutti i suoi sintomi compresa l'ipersensibilità si accentuano.
Gentile Signora, il 'piano d attacco' lo ha già formulato...programmando con chi la segue nuovo day Hospital.
Si affidi alle cure e alle indicazioni dei colleghi che incontrerà, Fiducia e Motivazione hanno un gran valore!
Cordialmente.
Si affidi alle cure e alle indicazioni dei colleghi che incontrerà, Fiducia e Motivazione hanno un gran valore!
Cordialmente.
Buonasera signora, posso immaginare il suo senso di impotenza e frustrazione di fronte ai ripetuti fallimenti terapeutici sperimentati nel corso degli anni... mi dispiace molto.
Credo però che non si debba arrendere ad una sopravvivenza, ma continuare a lottare per cercare di riconquistare la sua vita.
Un "piano d'attacco", come lo ha definito lei, credo si possa basare su un trattamento farmacologico, per cui dovrebbe consultare uno psichiatra che la prenda in carico (anche se immagino che già sia seguita da un medico di riferimento, nel corso della sua lunga sofferenza). Ai farmaci però, dovrebbe affiancarsi un percorso di psicoterapia che, con un lavoro lento e profondo, faccia emergere l'origine del suo malessere e vada ad agire proprio sulle cause. Solo in questo modo credo sia possibile uscirne. Provi magari a rivolgersi ad uno psicoterapeuta che segua un altro approccio, diverso rispetto a quelli che ha provato finora: un diverso modo di lavorare potrebbe forse adattarsi meglio al suo caso. Io, ad esempio, adotto l'approccio sistemico-relazionale, che prevede un focus sulle relazioni familiari. Lei lo ha già provato?
Spero di esserle stata d'aiuto e rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti.
Dottoressa Silia Lafortezza (Milano | Buccinasco)
Credo però che non si debba arrendere ad una sopravvivenza, ma continuare a lottare per cercare di riconquistare la sua vita.
Un "piano d'attacco", come lo ha definito lei, credo si possa basare su un trattamento farmacologico, per cui dovrebbe consultare uno psichiatra che la prenda in carico (anche se immagino che già sia seguita da un medico di riferimento, nel corso della sua lunga sofferenza). Ai farmaci però, dovrebbe affiancarsi un percorso di psicoterapia che, con un lavoro lento e profondo, faccia emergere l'origine del suo malessere e vada ad agire proprio sulle cause. Solo in questo modo credo sia possibile uscirne. Provi magari a rivolgersi ad uno psicoterapeuta che segua un altro approccio, diverso rispetto a quelli che ha provato finora: un diverso modo di lavorare potrebbe forse adattarsi meglio al suo caso. Io, ad esempio, adotto l'approccio sistemico-relazionale, che prevede un focus sulle relazioni familiari. Lei lo ha già provato?
Spero di esserle stata d'aiuto e rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti.
Dottoressa Silia Lafortezza (Milano | Buccinasco)
Buongiorno, la sua risulta essere una forma depressiva esistenziale a cui i farmaci rispondono molto poco. Utile per lei laddove possibile il percorso psicologico del profondo per conoscere e quindi sradicare i nuclei eziopatogenetici della sua sofferenza.
Cordialmente
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