Anche io prendo l'alprazolam da molti anni... credo 10.... l
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Anche io prendo l'alprazolam da molti anni... credo 10. Senza quel medicinale non riesco ad uscire di casa... come potrei risolvere in modo sano questa situazione? Ho gia passato psicologi e psichiatri... ma non ho risolto nulla. Dicono che la mia e'una ansia da prestazione.. la mia vita e' un inferno....
Gentile utente,
intanto la ringrazio per la condivisione.
Avrei però bisogno di conoscere un po' meglio la sua storia per capire bene, quindi mi rendo disponibile ad offrire il mio supporto psicologico, con l'auspicio di superare questo suo malessere e ricominciare a vivere al meglio.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Cristina Fratto
intanto la ringrazio per la condivisione.
Avrei però bisogno di conoscere un po' meglio la sua storia per capire bene, quindi mi rendo disponibile ad offrire il mio supporto psicologico, con l'auspicio di superare questo suo malessere e ricominciare a vivere al meglio.
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Dott.ssa Cristina Fratto
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Gentile, qual è esattamente la domanda che pone? Non vuole più prendere l'alprazolam? Cosa vuole risolvere? Perché i percorsi precedenti non sono stati d'aiuto? Valuterebbe adesso un nuovo percorso terapeutico?
Ritengo che provando a rispondere a queste domande potremmo cercare di aiutarla ad alleggerirsi un po'.
Cordialmente,
Sara Pratticò
Ritengo che provando a rispondere a queste domande potremmo cercare di aiutarla ad alleggerirsi un po'.
Cordialmente,
Sara Pratticò
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Carissimo/a, la ringrazio per aver condiviso la sua storia. Una buona strada da percorrere sarebbe intraprendere un percorso di psicoterapia, parallelo al trattamento farmacologico in essere. Probabilmente non ha ancora individuato quello più rispondente ai suoi bisogni ma la invito a cercare altri terapeuti con i quali affrontare il suo malessere e cercare le cause del suo attuale disagio.
Resto a disposizione. Dott.ssa Laura Pia Altieri
Resto a disposizione. Dott.ssa Laura Pia Altieri
Gentile utente, mi dispiace tanto sentirla così sofferente. Le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico, con uno psicologo con cui riesce ad instaurare una solida alleanza terapeutica. Il farmaco cura il sintomo, un valido supporto psicologico può aiutarla a capire le cause.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Gentile utente,
mi dispiace che non sia riuscito ad avere un miglioramento della situazione in seguito a precedenti percorsi. Purtroppo però l'unico modo per poter uscire da questa situazione è combinare l'aiuto farmacologico a quello psicologico. Sarebbe utile capire che tipi di percorsi precedenti ha fatto e quali strategie ha appreso da questi. Resto a disposizione anche online qualora volesse parlarne per valutare l'inizio di un nuovo percorso.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
mi dispiace che non sia riuscito ad avere un miglioramento della situazione in seguito a precedenti percorsi. Purtroppo però l'unico modo per poter uscire da questa situazione è combinare l'aiuto farmacologico a quello psicologico. Sarebbe utile capire che tipi di percorsi precedenti ha fatto e quali strategie ha appreso da questi. Resto a disposizione anche online qualora volesse parlarne per valutare l'inizio di un nuovo percorso.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
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Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Buongiorno e grazie per la condivisione. Se ha consultato i vari specialisti a riguardo vuol dire che probabilmente non ha trovato la giusta sintonia fino ad ora con uno psicoterapeuta, perchè oltre a una terapia farmacologica dovrebbe affiancare un percorso di psicoterapia per avere il supporto giusto per ristabilire le sue emozioni e la sua vita. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento, sono disponibile anche per terapie on line. Un caro saluto, dssa Cristina Sinno
Gentile utente, comprendo il senso di frustrazione e disperazione che la abita, ma nonostante i vari percorsi già intrapresi, è possibile che non abbia ancora incontrato il Professionista più adeguato al disagio che porta. Se il farmaco che assume da dieci anni non è sufficiente e funzionale, allora solleciti lo psichiatra per ridefinire la terapia farmacologia.
Non si rassegni a questo inferno, perchè uscirne è possibile. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Non si rassegni a questo inferno, perchè uscirne è possibile. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. Sarebbe utile consultare nuovamente il suo psichiatra se non si ritiene soddisfatto del funzionamento del farmaco e continuare a sostenere un percorso di supporto psicologico
Gentile utente,
Mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Nel suo caso le posso dire che se uno o due percorsi non hanno funzionato, non significa che non funzionerà con nessun professionista, probabilmente deve ancora trovare quello “giusto” con il quale stabilire empatia e alleanza terapeutica che le permettano di fare funzionare il percorso e ritrovare il benessere.
Provi un altro professionista, scegliendo con accuratezza.
A disposizione, doc. Giulia Esposito
Mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Nel suo caso le posso dire che se uno o due percorsi non hanno funzionato, non significa che non funzionerà con nessun professionista, probabilmente deve ancora trovare quello “giusto” con il quale stabilire empatia e alleanza terapeutica che le permettano di fare funzionare il percorso e ritrovare il benessere.
Provi un altro professionista, scegliendo con accuratezza.
A disposizione, doc. Giulia Esposito
In ambito psicologico sistemico relazionale, potresti considerare l'approccio della terapia familiare o della terapia di coppia, in quanto potrebbe essere utile esplorare eventuali dinamiche familiari o relazionali che potrebbero contribuire alla tua ansia e dipendenza dall'alprazolam. Inoltre, potresti valutare l'opportunità di coinvolgere la tua famiglia o il tuo partner nella terapia, in modo da creare un supporto più ampio e duraturo per affrontare la tua condizione. Inoltre, potresti anche considerare l'approccio della terapia cognitivo-comportamentale, che si concentra sull'identificazione e sulla modifica di pensieri e comportamenti disfunzionali che alimentano l'ansia. Infine, potresti anche valutare l'opportunità di consultare un medico specializzato in disturbi d'ansia e dipendenze, che potrebbe aiutarti a elaborare un piano di disintossicazione e a trovare alternative più salutari per gestire l'ansia. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
Dott. Cordoba
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Buongiorno, capisco il dolore di non vedere apparentemente una via d'uscita da uno stato di malessere duraturo... Credo che sarebbe utile affiancare una terapia alla cura farmacologica che sta facendo, cercando di capire, analizzare ed elaborare la causa che ha originato il suo disturbo.. se con le terapie che ha già fatto non ha trovato beneficio, probabilmente non è ancora arrivato a tutti i nuclei profondi legati al suo sintomo.. non si arrenda e non si dia per vinto!
Resto a disposizione.
Dott.ssa Maria Chiara Pontarelli
Resto a disposizione.
Dott.ssa Maria Chiara Pontarelli
Salve, provi a vedere il farmaco come un alleato in questa fase della sua vita per affrontare i suoi timori, richiedendo un ulteriore aiuto attraverso una psicoterapia.
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Salve, grazie per la condivisione. Come già consigliato dai colleghi, sarebbe utile affiancare un percorso terapeutico a quello farmacologico. Se già ha intrapreso in passato un percorso terapeutico dove non ha trovato il giusto beneficio, non significa che non lo troverà mai.
Resto a disposizione. Saluti Dott.ssa Di Gennaro Laura
Resto a disposizione. Saluti Dott.ssa Di Gennaro Laura
Buongiorno,
Purtroppo i farmaci lavorano sui sintomi e non su quello che li causa... Per comprendere le cause e porvi rimedio dovrebbe rivolgersi ad uno psicologo. Purtroppo però non sempre si trova il professionista adatto a noi al primo tentativo...
Dott. Marco Cenci
Purtroppo i farmaci lavorano sui sintomi e non su quello che li causa... Per comprendere le cause e porvi rimedio dovrebbe rivolgersi ad uno psicologo. Purtroppo però non sempre si trova il professionista adatto a noi al primo tentativo...
Dott. Marco Cenci
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. Dall'ultima frase emergono profonda sofferenza e disagio, che a mio avviso meriterebbero un consulto psicologico ulteriore. So che ha già tentato, ma probabilmente non si è instaurata un'alleanza terapeutica tale da instradarsi in un percorso psicologico efficace. A volte è necessario fare più tentativi prima di trovare lo psicoterapeuta più adatto a sè. Le consiglierei di riprovare, considerando anche che i farmaci lavorano solo sui sintomi e non sulle cause, per cui un percorso di psicoterapia è necessario. Inoltre, le consiglio anche di parlare con lo psichiatra che le ha prescritto la terapia, segnalandogli tutti i suoi dubbi, paure o incertezze. Resto a disposizione. Dott.ssa Baldelli Marta
Salve, non capisco la sua domanda vuole sospendere il farmaco? Vuole condurre la sua vita senza senza farmaco? Se è questa la sua domanda deve parlare con lo psichiatra prescrittore e valutare insieme qualche variazione di farmaco e di somministrazione e associare un percorso psicologico. Resto a sua disposizione. Dott.ssa Sica Angela
Buongiorno intanto la ringrazio per la condivisione. Avrei necessita di conoscere un po' meglio la sua storia per poter capire meglio, quindi mi rendo disponibile ad offrire il mio supporto psicologico, anche on Line.
Molto probabilmente con i professionisti già interpellati non si è riuscita a creare una buona alleanza terapeutica può capitare, ma la farmacoterapia risulta essere importante e finché non vi sono miglioramenti nel funzionamento della Persona stessa non è consigliabile sospenderla. Cordiali saluti. Resto a disposizione. Dott.ssa Versari Debora
Molto probabilmente con i professionisti già interpellati non si è riuscita a creare una buona alleanza terapeutica può capitare, ma la farmacoterapia risulta essere importante e finché non vi sono miglioramenti nel funzionamento della Persona stessa non è consigliabile sospenderla. Cordiali saluti. Resto a disposizione. Dott.ssa Versari Debora
Gentile utente,
La sua situazione sembra davvero difficile, e le consiglio di considerare una visita psichiatrica per valutare gli effetti del farmaco che assume da così tanti anni. È importante comprendere se può aver sviluppato dipendenza e se sia necessario un aggiustamento del trattamento.
Inoltre, le suggerirei di intraprendere un percorso specifico per affrontare l'ansia da prestazione. Una valutazione accurata da parte di uno specialista potrebbe aiutarla a identificare le cause profonde della sua ansia. Potrebbe essere utile anche una terapia cognitivo-comportamentale, che si è dimostrata efficace nel trattamento di questo tipo di problematiche.
Non esiti a cercare il supporto di professionisti qualificati che possano guidarla verso una miglior qualità della vita.
A sua disposizione, un caro saluto
La sua situazione sembra davvero difficile, e le consiglio di considerare una visita psichiatrica per valutare gli effetti del farmaco che assume da così tanti anni. È importante comprendere se può aver sviluppato dipendenza e se sia necessario un aggiustamento del trattamento.
Inoltre, le suggerirei di intraprendere un percorso specifico per affrontare l'ansia da prestazione. Una valutazione accurata da parte di uno specialista potrebbe aiutarla a identificare le cause profonde della sua ansia. Potrebbe essere utile anche una terapia cognitivo-comportamentale, che si è dimostrata efficace nel trattamento di questo tipo di problematiche.
Non esiti a cercare il supporto di professionisti qualificati che possano guidarla verso una miglior qualità della vita.
A sua disposizione, un caro saluto
Buonasera, provi uno psicologo dinamico che esplora le parti più profonde di noi (inconsce) vedrà che pian piano ne esce
Buonasera, capisco quanto questa situazione possa essere frustrante e debilitante per lei. Vivere con un'ansia così intensa da renderle difficile persino uscire di casa deve essere estremamente pesante e limitante. Il fatto che stia assumendo l’alprazolam da molti anni e che ne senta una dipendenza per affrontare la quotidianità è un segnale che il suo corpo e la sua mente si sono abituati a cercare un sollievo immediato, ma senza risolvere alla radice il problema. L’ansia da prestazione, se questa è la diagnosi che le è stata data, è un tipo di ansia che nasce dalla paura del giudizio, dal timore di non essere all’altezza delle situazioni e dalla sensazione di dover sempre dimostrare qualcosa. Spesso, chi ne soffre vive ogni uscita, ogni interazione sociale o attività quotidiana con un forte senso di pressione, come se dovesse superare un esame continuo. Questo porta a una paura anticipatoria, ovvero alla preoccupazione costante che qualcosa andrà storto, che si sentirà male o che sarà giudicato negativamente dagli altri. La buona notizia è che, anche dopo tanti anni di dipendenza da un farmaco, è possibile lavorare su questa difficoltà e trovare delle strategie per ridurre gradualmente l’uso del medicinale, senza che questo significhi affrontare un'ansia ingestibile. Non si tratta di togliere improvvisamente un sostegno che per lei è diventato fondamentale, ma di costruire nuove sicurezze interne, in modo che il farmaco diventi una scelta e non un obbligo. Un approccio cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla a lavorare sui pensieri automatici negativi che alimentano la sua ansia. Quando sta per uscire di casa, probabilmente il suo cervello attiva pensieri del tipo non ce la farò, starò male, sarà un disastro e questi pensieri, a loro volta, scatenano sintomi fisici (tachicardia, sudorazione, senso di soffocamento) che la convincono ancora di più che l'ansia sia ingestibile. Questo meccanismo è molto comune, ma può essere interrotto. Una strategia utile potrebbe essere quella dell'esposizione graduale. Se l’idea di uscire senza alprazolam le sembra impossibile, invece di provare a farlo da un giorno all’altro, potrebbe sperimentare piccoli passi: ad esempio, iniziare con uscite brevi in luoghi familiari, riducendo gradualmente la dose del farmaco in modo controllato. Inoltre, tecniche di rilassamento come la respirazione diaframmatica e la mindfulness possono aiutarla a gestire i sintomi fisici senza sentirsi sopraffatto. Se in passato ha già provato percorsi terapeutici senza successo, potrebbe valer la pena valutare un approccio più strutturato e pratico, magari con un terapeuta che la guidi con esercizi specifici per affrontare la sua ansia in modo diretto, anziché limitarsi solo all’analisi del problema. Ogni persona è diversa, e non sempre il primo tentativo terapeutico è quello giusto. Il fatto che stia cercando un modo sano per affrontare questa situazione dimostra la sua voglia di stare meglio. Questo è il primo passo fondamentale. Anche se adesso le sembra impossibile vivere senza farmaci, con il giusto supporto e un piano mirato, può trovare nuove strategie per riprendere il controllo della sua vita. Non è facile, ma è possibile. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno,
Capisco quanto possa essere pesante vivere in questo stato da così tanto tempo. Quando l’ansia diventa così pervasiva e si cronicizza, è comprensibile sentirsi esausti e sfiduciati, soprattutto se si ha già provato a chiedere aiuto più volte senza trovare sollievo.
Il fatto che l’alprazolam sia diventato per lei indispensabile per affrontare anche solo l’uscire di casa è un segnale importante, ma non un punto senza via d’uscita. Anche se ora tutto sembra fermo, esistono percorsi diversi, graduali, che possono ridarle un senso di padronanza e sicurezza.
Capisco che i precedenti tentativi possano averla delusa, ma a volte è una questione di tempi, di metodo o semplicemente di trovare la persona giusta con cui lavorare. Un percorso psicologico, anche ora, potrebbe offrirle un aiuto concreto.
Il suo dolore è reale e merita ascolto, senza giudizio. Grazie per averlo condiviso.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Emma Basilico, psicologa.
Capisco quanto possa essere pesante vivere in questo stato da così tanto tempo. Quando l’ansia diventa così pervasiva e si cronicizza, è comprensibile sentirsi esausti e sfiduciati, soprattutto se si ha già provato a chiedere aiuto più volte senza trovare sollievo.
Il fatto che l’alprazolam sia diventato per lei indispensabile per affrontare anche solo l’uscire di casa è un segnale importante, ma non un punto senza via d’uscita. Anche se ora tutto sembra fermo, esistono percorsi diversi, graduali, che possono ridarle un senso di padronanza e sicurezza.
Capisco che i precedenti tentativi possano averla delusa, ma a volte è una questione di tempi, di metodo o semplicemente di trovare la persona giusta con cui lavorare. Un percorso psicologico, anche ora, potrebbe offrirle un aiuto concreto.
Il suo dolore è reale e merita ascolto, senza giudizio. Grazie per averlo condiviso.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Emma Basilico, psicologa.
Buon pomeriggio, ogni professionista è diverso per questo mi piace paragonarla ad un paio di scarpe. Per trovare il suo paio di scarpe, ne troppo larghe ne troppo strette, dovrà mettersi alla ricerca del professionista che fa al caso suo.
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