Dott.ssa Carola Lasorsa

Il colloquio psicologico è un colloquio clinico finalizzato a comprendere il bisogno del paziente nel suo complesso e a formulare una proposta di terapia, piano di cura o consulenza. Nel primo colloquio si formula il percorso terapeutico più adatto, valutando la tipologia di intervento e le esigenze organizzative del paziente. Una volta identificato e circoscritto il problema del paziente, nei successivi incontri verrà impostato un percorso con l'obiettivo di raggiungere e mantenere uno stato di benessere, agendo sulla stimolazione delle risorse e dei punti di forza del paziente, fornendogli supporto rispetto alla gestione di un attuale problema che può essere di carattere emotivo, relazionale, psicologico, affettivo.

Il colloquio psicologico è un colloquio clinico finalizzato a comprendere il bisogno del paziente nel suo complesso e a formulare una proposta di terapia, piano di cura o consulenza. Nel primo colloquio si formula il percorso terapeutico più adatto, valutando la tipologia di intervento e le esigenze organizzative del paziente. Una volta identificato e circoscritto il problema del paziente, nei successivi incontri verrà impostato un percorso con l'obiettivo di raggiungere e mantenere uno stato di benessere, agendo sulla stimolazione delle risorse e dei punti di forza del paziente, fornendogli supporto rispetto alla gestione di un attuale problema che può essere di carattere emotivo, relazionale, psicologico, affettivo.

È possibile svolgere i colloqui anche a distanza, in collegamento video e il paziente, a seconda delle sue esigenze, potrà decidere se continuare il percorso da remoto o svolgere le sedute in una delle sedi fisiche.

Il colloquio psicologico è un colloquio clinico finalizzato a comprendere il bisogno del paziente nel suo complesso e a formulare una proposta di terapia, piano di cura o consulenza. Nel primo colloquio si formula il percorso terapeutico più adatto, valutando la tipologia di intervento e le esigenze organizzative del paziente. Una volta identificato e circoscritto il problema del paziente, nei successivi incontri verrà impostato un percorso con l'obiettivo di raggiungere e mantenere uno stato di benessere, agendo sulla stimolazione delle risorse e dei punti di forza del paziente, fornendogli supporto rispetto alla gestione di un attuale problema che può essere di carattere emotivo, relazionale, psicologico, affettivo.

È possibile svolgere i colloqui anche a distanza, in collegamento video e il paziente, a seconda delle sue esigenze, potrà decidere se continuare il percorso da remoto o svolgere le sedute in una delle sedi fisiche.

Il primo colloquio costituisce la prima fase di conoscenza tra paziente e psicologo, il cui scopo principale è quello di aiutare il paziente a circoscrivere le difficoltà che lo hanno portato a chiedere aiuto.

In questa prima fase lo psicologo guida il racconto del paziente con domande mirate a raggiungere l’obiettivo: infatti, a seconda dell’andamento del colloquio e della problematica riportata, lo psicologo approfondirà alcuni aspetti, per esempio chiedendo di fare degli esempi concreti o di raccontare la prima o l’ultima volta in cui il problema si è presentato. Verranno chiariti alcuni aspetti fondamentali, come la motivazione che ha portato alla ricerca di un professionista, il decorso del problema (se e come è cambiato nel corso delle ultime settimane), l’esordio e la durata (da quando è presente), le persone coinvolte e le ripercussioni sulla vita quotidiana. Mediante il colloquio con lo psicologo, il paziente inizia a vedere le proprie problematiche in una nuova prospettiva.

Nel corso del colloquio, tenendo a mente l’obiettivo della conoscenza, lo psicologo raccoglierà una prima anamnesi (storia di vita del paziente) chiedendo al paziente di raccontare alcuni aspetti della propria vita attuale e passata, come ad esempio la storia familiare, lavorativa, scolastica e medica. A tal proposito, eventuali precedenti interventi psicologici o psichiatrici possono essere comunicati e analizzati per determinare che cosa abbia o non abbia in passato avuto un’utilità.

Il primo colloquio costituisce la prima fase di conoscenza tra paziente e psicologo, il cui scopo principale è quello di aiutare il paziente a circoscrivere le difficoltà che lo hanno portato a chiedere aiuto.

In questa prima fase lo psicologo guida il racconto del paziente con domande mirate a raggiungere l’obiettivo: infatti, a seconda dell’andamento del colloquio e della problematica riportata, lo psicologo approfondirà alcuni aspetti, per esempio chiedendo di fare degli esempi concreti o di raccontare la prima o l’ultima volta in cui il problema si è presentato. Verranno chiariti alcuni aspetti fondamentali, come la motivazione che ha portato alla ricerca di un professionista, il decorso del problema (se e come è cambiato nel corso delle ultime settimane), l’esordio e la durata (da quando è presente), le persone coinvolte e le ripercussioni sulla vita quotidiana. Mediante il colloquio con lo psicologo, il paziente inizia a vedere le proprie problematiche in una nuova prospettiva.

Nel corso del colloquio, tenendo a mente l’obiettivo della conoscenza, lo psicologo raccoglierà una prima anamnesi (storia di vita del paziente) chiedendo al paziente di raccontare alcuni aspetti della propria vita attuale e passata, come ad esempio la storia familiare, lavorativa, scolastica e medica. A tal proposito, eventuali precedenti interventi psicologici o psichiatrici possono essere comunicati e analizzati per determinare che cosa abbia o non abbia in passato avuto un’utilità.

È possibile svolgere un primo colloquio anche a distanza, in collegamento video. Il paziente, a seconda delle sue esigenze, potrà poi decidere se continuare il percorso da remoto o svolgere le sedute in una delle sedi fisiche.

Il primo colloquio costituisce la prima fase di conoscenza tra paziente e psicologo, il cui scopo principale è quello di aiutare il paziente a circoscrivere le difficoltà che lo hanno portato a chiedere aiuto.

In questa prima fase lo psicologo guida il racconto del paziente con domande mirate a raggiungere l’obiettivo: infatti, a seconda dell’andamento del colloquio e della problematica riportata, lo psicologo approfondirà alcuni aspetti, per esempio chiedendo di fare degli esempi concreti o di raccontare la prima o l’ultima volta in cui il problema si è presentato. Verranno chiariti alcuni aspetti fondamentali, come la motivazione che ha portato alla ricerca di un professionista, il decorso del problema (se e come è cambiato nel corso delle ultime settimane), l’esordio e la durata (da quando è presente), le persone coinvolte e le ripercussioni sulla vita quotidiana. Mediante il colloquio con lo psicologo, il paziente inizia a vedere le proprie problematiche in una nuova prospettiva.

Nel corso del colloquio, tenendo a mente l’obiettivo della conoscenza, lo psicologo raccoglierà una prima anamnesi (storia di vita del paziente) chiedendo al paziente di raccontare alcuni aspetti della propria vita attuale e passata, come ad esempio la storia familiare, lavorativa, scolastica e medica. A tal proposito, eventuali precedenti interventi psicologici o psichiatrici possono essere comunicati e analizzati per determinare che cosa abbia o non abbia in passato avuto un’utilità.

Il primo colloquio costituisce la prima fase di conoscenza tra paziente e psicologo, il cui scopo principale è quello di aiutare il paziente a circoscrivere le difficoltà che lo hanno portato a chiedere aiuto.

In questa prima fase lo psicologo guida il racconto del paziente con domande mirate a raggiungere l’obiettivo: infatti, a seconda dell’andamento del colloquio e della problematica riportata, lo psicologo approfondirà alcuni aspetti, per esempio chiedendo di fare degli esempi concreti o di raccontare la prima o l’ultima volta in cui il problema si è presentato. Verranno chiariti alcuni aspetti fondamentali, come la motivazione che ha portato alla ricerca di un professionista, il decorso del problema (se e come è cambiato nel corso delle ultime settimane), l’esordio e la durata (da quando è presente), le persone coinvolte e le ripercussioni sulla vita quotidiana. Mediante il colloquio con lo psicologo, il paziente inizia a vedere le proprie problematiche in una nuova prospettiva.

Nel corso del colloquio, tenendo a mente l’obiettivo della conoscenza, lo psicologo raccoglierà una prima anamnesi (storia di vita del paziente) chiedendo al paziente di raccontare alcuni aspetti della propria vita attuale e passata, come ad esempio la storia familiare, lavorativa, scolastica e medica. A tal proposito, eventuali precedenti interventi psicologici o psichiatrici possono essere comunicati e analizzati per determinare che cosa abbia o non abbia in passato avuto un’utilità.

Il primo colloquio costituisce la prima fase di conoscenza tra paziente e psicologo, il cui scopo principale è quello di aiutare il paziente a circoscrivere le difficoltà che lo hanno portato a chiedere aiuto.

In questa prima fase lo psicologo guida il racconto del paziente con domande mirate a raggiungere l’obiettivo: infatti, a seconda dell’andamento del colloquio e della problematica riportata, lo psicologo approfondirà alcuni aspetti, per esempio chiedendo di fare degli esempi concreti o di raccontare la prima o l’ultima volta in cui il problema si è presentato. Verranno chiariti alcuni aspetti fondamentali, come la motivazione che ha portato alla ricerca di un professionista, il decorso del problema (se e come è cambiato nel corso delle ultime settimane), l’esordio e la durata (da quando è presente), le persone coinvolte e le ripercussioni sulla vita quotidiana. Mediante il colloquio con lo psicologo, il paziente inizia a vedere le proprie problematiche in una nuova prospettiva.

Nel corso del colloquio, tenendo a mente l’obiettivo della conoscenza, lo psicologo raccoglierà una prima anamnesi (storia di vita del paziente) chiedendo al paziente di raccontare alcuni aspetti della propria vita attuale e passata, come ad esempio la storia familiare, lavorativa, scolastica e medica. A tal proposito, eventuali precedenti interventi psicologici o psichiatrici possono essere comunicati e analizzati per determinare che cosa abbia o non abbia in passato avuto un’utilità.

È possibile svolgere un primo colloquio anche a distanza, in collegamento video. Il paziente, a seconda delle sue esigenze, potrà poi decidere se continuare il percorso da remoto o svolgere le sedute in una delle sedi fisiche.

Il primo colloquio costituisce la prima fase di conoscenza tra paziente e psicologo, il cui scopo principale è quello di aiutare il paziente a circoscrivere le difficoltà che lo hanno portato a chiedere aiuto.

In questa prima fase lo psicologo guida il racconto del paziente con domande mirate a raggiungere l’obiettivo: infatti, a seconda dell’andamento del colloquio e della problematica riportata, lo psicologo approfondirà alcuni aspetti, per esempio chiedendo di fare degli esempi concreti o di raccontare la prima o l’ultima volta in cui il problema si è presentato. Verranno chiariti alcuni aspetti fondamentali, come la motivazione che ha portato alla ricerca di un professionista, il decorso del problema (se e come è cambiato nel corso delle ultime settimane), l’esordio e la durata (da quando è presente), le persone coinvolte e le ripercussioni sulla vita quotidiana. Mediante il colloquio con lo psicologo, il paziente inizia a vedere le proprie problematiche in una nuova prospettiva.

Nel corso del colloquio, tenendo a mente l’obiettivo della conoscenza, lo psicologo raccoglierà una prima anamnesi (storia di vita del paziente) chiedendo al paziente di raccontare alcuni aspetti della propria vita attuale e passata, come ad esempio la storia familiare, lavorativa, scolastica e medica. A tal proposito, eventuali precedenti interventi psicologici o psichiatrici possono essere comunicati e analizzati per determinare che cosa abbia o non abbia in passato avuto un’utilità.

Uno strumento utile per consolidare un’unione o per aiutare la coppia venir fuori da difficoltà comunicative, tensioni frequenti, che rendono difficile e dolorosa l’interazione.

Uno strumento utile per consolidare un’unione o per aiutare la coppia venir fuori da difficoltà comunicative, tensioni frequenti, che rendono difficile e dolorosa l’interazione.

Un programma di riabilitazione delle funzioni cognitive è un intervento altamente personalizzato, finalizzato alla riabilitazione delle funzioni cognitive danneggiate e potenziamento di quelle preservate, compensazione e rallentamento del declino cognitivo, attraverso l’individuazione di attività specifiche che sfruttano le abilità plastiche del cervello. Il servizio è rivolto principalmente a persone con esiti di trauma cranico o ictus, interventi chirurgici cerebrali, iniziale decadimento cognitivo dovuto a Parkinson e Sclerosi Multipla, disturbo neurocognitivo lieve (MCI) o lieve-moderato.

Un programma di riabilitazione delle funzioni cognitive è un intervento altamente personalizzato, finalizzato alla riabilitazione delle funzioni cognitive danneggiate e potenziamento di quelle preservate, compensazione e rallentamento del declino cognitivo, attraverso l’individuazione di attività specifiche che sfruttano le abilità plastiche del cervello. Il servizio è rivolto principalmente a persone con esiti di trauma cranico o ictus, interventi chirurgici cerebrali, iniziale decadimento cognitivo dovuto a Parkinson e Sclerosi Multipla, disturbo neurocognitivo lieve (MCI) o lieve-moderato.

Il colloquio di sostegno psicologico è un incontro con un professionista psicologo che permette al paziente di parlare e sentirsi ascoltato, di sviscerare all'interno di una nuova relazione i pensieri che accompagnano una condizione di disagio, una condizione di temporaneo malessere, o un importante cambiamento, guardarne le possibilità e lavorare per raggiungere un maggiore senso di controllo.

Il colloquio di sostegno psicologico è un incontro con un professionista psicologo che permette al paziente di parlare e sentirsi ascoltato, di sviscerare all'interno di una nuova relazione i pensieri che accompagnano una condizione di disagio, una condizione di temporaneo malessere, o un importante cambiamento, guardarne le possibilità e lavorare per raggiungere un maggiore senso di controllo.

È possibile svolgere i colloqui anche a distanza, in collegamento video e il paziente, a seconda delle sue esigenze, potrà decidere se continuare il percorso da remoto o svolgere le sedute in una delle sedi fisiche.

Il colloquio di sostegno psicologico è un incontro con un professionista psicologo che permette al paziente di parlare e sentirsi ascoltato, di sviscerare all'interno di una nuova relazione i pensieri che accompagnano una condizione di disagio, una condizione di temporaneo malessere, o un importante cambiamento, guardarne le possibilità e lavorare per raggiungere un maggiore senso di controllo.

Somministrazione dei principali test di personalità come il Minnesota Multiphasic Personality Inventory – 2, Symptom Checklist-90-R ed altri test in base alle necessità specifiche del paziente.

Queste attività vanno svolte necessariamente in presenza.

Somministrazione dei principali test di personalità come il Minnesota Multiphasic Personality Inventory – 2, Symptom Checklist-90-R ed altri test in base alle necessità specifiche del paziente.

Queste attività vanno svolte necessariamente in presenza.

La Valutazione neuropsicologica è uno strumento che permette di stimare con un buon grado di accuratezza il funzionamento cognitivo e comportamentale di una persona.
Essa si compone di:
1. Raccolta dei dati anamnestici: ricostruzione della storia clinica del paziente e acquisizione di informazioni rilevanti per una diagnosi corretta dell’eventuale condizione patologica presente.
2. Colloquio con il paziente: conversazione in cui si osservano gli aspetti qualitativi che possono non emergere dai test ma che sono fondamentali per conoscere la persona in toto (ad es. il grado di consapevolezza della malattia).
3. Somministrazione dei test cognitivi e comportamentali: somministrazione di test che vanno ad indagare se le abilità cognitive (ad es. attenzione, memoria, ragionamento logico, prassia, linguaggio, ecc.) o il comportamento (ad es. manifestazioni ansiose, apatia, disinibizione) risultano nella norma o deficitari.
4. Restituzione: incontro in cui si spiegano al paziente e ai familiari i risultati emersi dalla valutazione. Qualora venga richiesto, viene prospettato un intervento di training o di riabilitazione cognitiva.

Si rivolge a:
- persone con più di 50 anni che intendono approfondire l’origine di iniziali difficoltà quotidiane;
- persone con diagnosi o sospetta diagnosi di Disturbo Neurocognitivo lieve (MCI) o maggiore (dovuta a Alzheimer, Degenerazione Frontotemporale, Malattia a Corpi di Lewy, Malattia Vascolare, ecc. ), Morbo di Parkinson, Sclerosi Multipla, ecc.
- persone con esiti di interventi chirurgici cerebrali, trauma cranico o ictus.

Una diagnosi precoce consente di intervenire con terapie e riabilitazione efficaci prima che i disturbi abbiano gravi effetti sul comportamento, sull’integrazione sociale e sull’autonomia della persona nella vita quotidiana. Il servizio erogato permette di agire in tutte le sfere personali del paziente, andando a modificarne positivamente l’ambiente e lo stile di vita. In questo modo, per chi ancora non fosse affetto da alcuna patologia, ci sarà la possibilità di effettuare un lavoro incentrato sulla prevenzione e sul potenziamento delle proprie abilità cognitive. Per chi già ne soffrisse invece, ci sarà la possibilità di garantire una buona qualità di vita, in cui il paziente sarà agevolato da caregivers informati e che gli consentano di esprimersi ed essere autonomi fin dove possibile.

Questa attività deve essere necessariamente essere svolta in presenza.

La Valutazione neuropsicologica è uno strumento che permette di stimare con un buon grado di accuratezza il funzionamento cognitivo e comportamentale di una persona.
Essa si compone di:
1. Raccolta dei dati anamnestici: ricostruzione della storia clinica del paziente e acquisizione di informazioni rilevanti per una diagnosi corretta dell’eventuale condizione patologica presente.
2. Colloquio con il paziente: conversazione in cui si osservano gli aspetti qualitativi che possono non emergere dai test ma che sono fondamentali per conoscere la persona in toto (ad es. il grado di consapevolezza della malattia).
3. Somministrazione dei test cognitivi e comportamentali: somministrazione di test che vanno ad indagare se le abilità cognitive (ad es. attenzione, memoria, ragionamento logico, prassia, linguaggio, ecc.) o il comportamento (ad es. manifestazioni ansiose, apatia, disinibizione) risultano nella norma o deficitari.
4. Restituzione: incontro in cui si spiegano al paziente e ai familiari i risultati emersi dalla valutazione. Qualora venga richiesto, viene prospettato un intervento di training o di riabilitazione cognitiva.

Si rivolge a:
- persone con più di 50 anni che intendono approfondire l’origine di iniziali difficoltà quotidiane;
- persone con diagnosi o sospetta diagnosi di Disturbo Neurocognitivo lieve (MCI) o maggiore (dovuta a Alzheimer, Degenerazione Frontotemporale, Malattia a Corpi di Lewy, Malattia Vascolare, ecc. ), Morbo di Parkinson, Sclerosi Multipla, ecc.
- persone con esiti di interventi chirurgici cerebrali, trauma cranico o ictus.

Una diagnosi precoce consente di intervenire con terapie e riabilitazione efficaci prima che i disturbi abbiano gravi effetti sul comportamento, sull’integrazione sociale e sull’autonomia della persona nella vita quotidiana. Il servizio erogato permette di agire in tutte le sfere personali del paziente, andando a modificarne positivamente l’ambiente e lo stile di vita. In questo modo, per chi ancora non fosse affetto da alcuna patologia, ci sarà la possibilità di effettuare un lavoro incentrato sulla prevenzione e sul potenziamento delle proprie abilità cognitive. Per chi già ne soffrisse invece, ci sarà la possibilità di garantire una buona qualità di vita, in cui il paziente sarà agevolato da caregivers informati e che gli consentano di esprimersi ed essere autonomi fin dove possibile.

Questa attività deve essere necessariamente essere svolta in presenza.

La valutazione psicodiagnostica permette di conoscere in maniera approfondita il paziente e quindi di ottenere informazioni sul tipo di problema presentato e sulla sua gravità. Allo stesso tempo anche il paziente stesso amplia la conoscenza delle proprie caratteristiche personali e relazionali. Questo tipo di valutazione si avvale di test psicologici che integrano le informazioni ricavate durante il colloquio e permettono di avere una conferma in tempi brevi delle osservazioni cliniche.

La valutazione psicodiagnostica permette di conoscere in maniera approfondita il paziente e quindi di ottenere informazioni sul tipo di problema presentato e sulla sua gravità. Allo stesso tempo anche il paziente stesso amplia la conoscenza delle proprie caratteristiche personali e relazionali. Questo tipo di valutazione si avvale di test psicologici che integrano le informazioni ricavate durante il colloquio e permettono di avere una conferma in tempi brevi delle osservazioni cliniche.

Nella visita a domicilio il colloquio psicologico è svolto direttamente a casa del paziente. Il colloquio psicologico è un colloquio clinico finalizzato a comprendere il bisogno del paziente nel suo complesso e a formulare una proposta di terapia, piano di cura o consulenza. Nel primo colloquio si formula il percorso terapeutico più adatto, valutando la tipologia di intervento e le esigenze organizzative del paziente. Una volta identificato e circoscritto il problema del paziente, nei successivi incontri verrà impostato un percorso con l'obiettivo di raggiungere e mantenere uno stato di benessere, agendo sulla stimolazione delle risorse e dei punti di forza del paziente, fornendogli supporto rispetto alla gestione di un attuale problema che può essere di carattere emotivo, relazionale, psicologico, affettivo.