L’ipoglicemia è davvero pericolosa?

Endocrinologia • 13 febbraio 2017 • Commenti:

Un termine che lentamente sta entrando a far parte del gergo comune è “l’ipoglicemia”. Ogni qual volta una persona si sente relativamente debole ed ha bisogno di sedersi, qualcuno ipotizzerà che si tratta di ipoglicemia. Quest’ipotesi potrebbe non essere del tutto errata poichè uno dei sintomi più precoci dell’ipoglicemia è proprio l’astenia e la confusione. Tuttavia, la definizione di ipoglicemia è molto più elaborata e necessita di un maggior approfondimento.

Definizione di ipoglicemia

Con il termine ipoglicemia si intende l’abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue al di sotto dei livelli di normalità. Ipoglicemia significa letteralemente basso zucchero. In genere si comincia  a parlare di ipoglicemia quando la glicemia – ovvero la suddetta concentrazione di glucosio nel sangue – scende al di sotto del valore di 70 mg/dl.

In realtà, questa soglia è assolutamente arbitraria e l’esordio dei primi sintomi dell’ipoglicemia potrebbe avvenire anche a concentrazioni maggiori o minori di 70 mg/dl. La sensibilità ai bassi livelli di glucosio nel sangue dipende da tanti fattori:

  • età

  • tipo di metabolismo

  • presenza di patologie concomitanti

Normalmente il nostro corpo è capace di mantenere le concentrazioni di glucosio ai livelli di normalità, anche dopo un lungo periodo di digiuno. Il glucosio che viene ingerito, quando non immediatamente necessario, viene conservato a livello dei muscoli e del fegato sotto forma di glicogeno. Al bisogno, quando a qualche ora dal pasto abbiamo bisogno di energia -  quindi di glucosio – essa viene prontamente liberata grazie all’utilizzo delle riserve di glicogeno. A questo delicato equilibrio prendono parte in primis il glucagone e l’insulina, ma anche tantissimi altri ormoni e mediatori.

Ma quindi è davvero pericolosa l’ipoglicemia? In un certo senso lo è.
Comunemente l’ipoglicemia può insorgere in una persona sana quando effettua un periodo di digiuno veramente prolungato ed ha nel contempo svolto un’attività fisica troppo gravosa. in questo caso, è facile rendersi conto di cosa sta succedendo ed ovviare al problema semplicemente consumando un cibo contenente zuccheri.

Esistono, però, anche delle condizioni patologiche in cui si possono raggiungere dei livelli di glucosio nel sangue veramente bassi, ma il paziente spesso è incapace di accorgersi in tempo della situazione e non riesce a porre rimedio alla condizione di ipoglicemia.

Perchè l’ipoglicemia è così pericolosa per la salute allora?

Lo è perchè i sintomi derivanti dai bassi livelli di glucosio nel sangue spesso insorgono lentamente e non è sempre facile avvedersene. Mentre la glicemia si abbassa progressivamente i sintomi dell’ipoglicemia si fanno sempre più seri. Inoltre, se questa condizione di ipoglicemia si presenta durante attività come la guida di un autoveicolo, si mette a rischio la propria vita e quella delle altre persone.

I primi sintomi vanno da un iziale senso di nausea, mal di testa e pallore fino a gravi sintomi sistemici come perdita di coscienza, tremori e coma. Nel caso in cui non conosciamo la storia clinica di un paziente in ipoglicemia, occorrerà ricercare i segni del diabete per restringere di molto le possibili cause.

Ma a cosa è dovuta questa grande eterogeneità dei sintomi? Il motivo di ciò è il ruolo fondamentale che il glucosio svolge per il funzionamento del nostro corpo. Senza glucosio, molti apparati di controllo si squilibrano e tra i sistemi che principalmente ne risentono abbiamo quello nervoso, sia centrale che periferico.  I sintomi che derivano dall’alterazione di questi sistemi sono:

  • tachicardia

  • diarrea

  • ansia

  • cardiopalmo

  • pallore

  • confusione

  • atassia

  • irritabilità

  • shock

e quando la concentrazione scende a valori veramente bassi, come 15-20 mg/dl, si arriva al coma. Non sempre è possibile ritornare ad una condizione di normalità: se i livelli di glucosio sono scesi troppo in basso e per un periodo di tempo abbastanza lungo, i sistemi di controllo possono essere alterati in maniera irreversibile. Inoltre, se sussistono ulteriori condizioni patologiche, si può innescare un pericoloso circolo vizioso in cui l’ipoglicemia peggiora la patologia e la patologia, a sua volta, rende più difficile il ritorno ad una condizione di euglicemia (corretta glicemia).

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