Ipoglicemia: ecco come prevenirla
Endocrinologia • 13 febbraio 2017 • Commenti:
L'ipoglicemia è una delle complicazioni più comuni del diabete. Si verifica quando si ha la glicemia bassa (poco glucosio nel sangue) e può provocare sintomi da lievi a gravi: palpitazioni, ansia, mancanza di orientamento, tremori, vertigini, fino a svenimenti e addirittura coma.
Le cause dell'ipoglicemia
Per capire come prevenire l'ipoglicemia bisogna prima di tutto comprenderne le cause:
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dieta scorretta, che ogni paziente diabetico dovrebbe evitare con cura, attenendosi sempre alle indicazioni del medico curante e del nutrizionista. La dieta è il primo fattore per l'autogestione del diabete (oltre che uno strumento per la prevenzione del diabete nei soggetti con una predisposizione) ed è indispensabile per mantenere in equilibrio i livelli glicemici. Saltare un pasto o mangiare troppo poco sono azioni che possono avere poche conseguenze su una persona sana, ma in una diabetica possono condurre a un malore da ipoglicemia;
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dosaggio eccessivo di farmaci ipoglicemizzanti (che abbassano la glicemia) o di insulina;
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attività fisica eccessiva, che può causare un brusco calo della glicemia anche diverse ore dopo lo sforzo.
Come si previene l'ipoglicemia
Dunque, ecco come prevenire l'ipoglicemia:
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seguire la dieta più rigorosamente possibile e soprattutto evitare di saltare i pasti o di mangiare poco;
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conoscere le proprie medicine per il controllo del diabete, in modo da capire quanto e quando possono provocare un brusco abbassamento degli zuccheri nel sangue;
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prendere i farmaci nei giusti tempi, senza ritardarli o anticiparli;
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monitorare con attenzione il proprio livello glicemico;
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conoscere i sintomi dell'ipoglicemia, per intervenire quanto prima;
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nel caso il medico abbia stabilito che si può bere alcolici, non bere mai a stomaco vuoto. L'alcol può abbassare la glicemia e interferire con i farmaci;
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fare attenzione se si usa un'insulina ad azione rapida, perché può causare ipoglicemia fino a due ore dopo l'assunzione;
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non mescolare i diversi tipi di insulina, se se ne usa più di uno;
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dormire a sufficienza, la carenza di riposo infatti influenza i livelli della glicemia mattutina e notturna;
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portare sempre con sé una fonte di glucosio da avere rapidamente a disposizione in caso di necessità;
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prestare attenzione all'attività fisica, valutando in seguito a un test della glicemia se mangiare qualcosa o diminuire il trattamento dopo aver fatto uno sforzo;
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portare con sé un qualche segno identificativo della propria condizione di diabetico, in modo che altre persone possano intervenire in caso di crisi ipoglicemica, i cui sintomi possono facilmente essere scambiati per quelli dell'ubriachezza.
Come si tratta l'ipoglicemia
Il trattamento dell’ipoglicemia dipende dalla gravità dell'episodio:
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in caso di ipoglicemia lieve o moderata, cioè in quei casi in cui la persona diabetica è in grado di gestire da sola la propria crisi, bisogna assumere dei cibi che contengono glucosio o carboidrati, in particolare zuccheri semplici che vengono rapidamente assorbiti. Ad esempio, si può bere una bibita zuccherata, un succo di frutta, semplice acqua e zucchero oppure prendere un cucchiaio di miele. Dopo 15 minuti dall'assunzione bisogna misurare la glicemia e continuare ad assumere glucosio monitorando il livello di zucchero nel sangue ogni quarto d'ora, fino a quando risulta normalizzato;
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in baso di ipoglicemia grave la persona diabetica non è in grado di gestire la crisi da sola e ha bisogno di assistenza: devono essere i familiari o le persone vicine ad intervenire. Il modo più rapido per farlo, quando non ci si trova nelle immediate vicinanze di un ospedale, è un'iniezione intramuscolare o sottocutanea di glucagone, nei dosaggi raccomandati a seconda dell'età del paziente (in genere 1 mg per gli adulti e per i bambini di età superiore a 12 anni e 0,5 mg per bambini più piccoli di 12 anni). In alternativa, se ci si trova nelle vicinanze di un ospedale o è presente una persona in grado di fare un'iniezione endovenosa, si può eseguire un'infusione di 15-20 g di glucosio in soluzioni ipertoniche al 20 o al 22%, in 1-3 minuti.