Come si riconosce un narcisista?

Psicologia • 6 marzo 2017 • Commenti:

Il termine narcisismo ha diversi significati: può descrivere un tratto della personalità, un problema culturale o un disturbo mentale. In quest’articolo tratteremo del narcisismo inteso come malattia della mente.

Che cos’è il disturbo narcisistico di personalità?

Secondo il DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), il manuale usato da psichiatri e psicologi di tutto il mondo per la classificazione delle malattie mentali, il disturbo narcisistico di personalità è inteso come un disturbo in cui la persona manifesta un esagerato egocentrismo.

Questa malattia è molto complessa, perché le caratteristiche cliniche e sintomatologiche sono numerose e la gestione di una persona con personalità narcisistica non sempre è facile. In linea generale, ciò che caratterizza una persona con personalità narcisistica è:

  • idea grandiosa di sé: si ha una percezione esagerata della propria importanza e idealizzazione di sé;

  • bisogno di ammirazione costante;

  • mancanza di empatia, ovvero la capacità di mettersi nei panni degli altri.

Chi ha tendenze narcisiste tende a reagire in maniera difensiva quando avverte che il proprio valore viene ferito: adotterà, quindi, atteggiamenti arroganti e considererà le altre persone in maniera negativa poiché convinto che siano loro la causa dei propri problemi.

I tratti di una persona affetta da disturbo narcisistico di personalità sono quindi:

  • tendenza a considerarsi migliori degli altri;

  • esaltare i propri successi e le proprie capacità;

  • considerare il proprio pensiero come l’unico valido, svalutando le idee degli altri;

  • spesso pensano che tutto sia loro dovuto e che, a causa del loro essere superiori, gli spetti un trattamento di favore;

  • tendenza estrema al perfezionismo e volere a tutti i costi che le cose possedute riflettano al meglio l’immagine grandiosa di sé stessi;

  • rabbia e impazienza verso gli altri.

Una persona narcisista può mostrare una o due facce del disturbo, che sono:

  • overt (visibile a tutti): prevalgono grandiosità, bisogno di ammirazione ed esibizionismo;

  • covert (sommerso): prevalgono sentimenti di inferiorità, vulnerabilità e ipersensibilità alla critica.

La diagnosi di tale malattia si basa sulla presenza di almeno 5 sintomi descritti nel DSM-5 ed è emessa dallo psichiatra. Il medico eseguirà dei test composti da domande volte ad identificare questo tipo di patologia, ma esistono anche dei segni evidenti a chiunque che possono indirizzare verso un’idea di personalità narcisistica, ovvero:

  • ritenere che le persone non apprezzino le nostre qualità;

  • provare un senso di vuoto e apatia nonostante i successi personali ottenuti;

  • sentire un senso di distanza nelle relazioni affettive;

  • sentire di avere bisogno costantemente dell’ammirazione degli altri;

  • ostentare atteggiamenti arroganti in situazioni di vita quotidiana.

Questi tratti sono tipici di coloro che posseggono una personalità e un comportamento narcisistici: quando sono persistenti, compromettono la funzionalità generale della persona e provocano sofferenza, allora diventano un disturbo narcisistico di personalità.

Trattamento del disturbo narcisistico di personalità

La terapia del disturbo narcisistico di personalità è molto complesso da attuare, in quanto i pazienti stessi sono inconsapevoli del problema e spesso si rivolgono al medico solamente perché si sentono depressi.

Al giorno d’oggi esistono varie modalità di trattamento del disturbo narcisistico, ciascuno focalizzato su specifici aspetti del disturbo:

  • terapia cognitivo-comportamentale: lo scopo degli interventi è di identificare le modalità di pensiero disfunzionale e sostituirle con altre più realistiche. L’approccio più utilizzato è quello offerto dalla terapia metacognitivo-interpersonale (TMI) che si basa sulla creazione di un rapporto di fiducia tra il paziente e terapeuta;

  • terapia familiare e di coppia;

  • terapia farmacologica: le evidenze scientifiche sono scarse, l’unica eccezione è per quei casi in cui si richiede il trattamento di stati di ansia sociale e depressione. La terapia farmacologica, dunque, non agisce sulle caratteristiche del soggetto affetta da malattia, ma sulle conseguenze secondarie.

A tutti è capitato di incontrare una persona particolarmente piena di sé o molto distaccata: prima di escluderla dalla propria vita, fermiamoci a pensare che alla base di questo comportamento può esserci una vera e propria malattia mentale.

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