Come le proteine stressano i reni

Nutrizione • 25 febbraio 2017 • Commenti:

I reni hanno varie funzioni, tra cui la principale è quella di filtrare il sangue per eliminare scorie e sostanze in eccesso tramite le urine. Le principali sostanze di rifiuto eliminate dai reni sono i composti azotati, derivati dalla degradazione delle proteine da parte del fegato, ed i sali minerali in eccesso (principalmente potassio e fosforo).

Proteine sì, ma con moderazione

L'assunzione di un quantitativo eccessivo di proteine determina una maggiore attività di filtrazione, con possibile affaticamento dei reni: l'introito proteico giornaliero in un individuo sano ammonta a circa 1 grammo di proteine per chilogrammo di peso corporeo, ma è solo una misura approssimativa, poiché sarebbe necessario considerare nel calcolo anche la percentuale di massa magra, la presenza di particolari patologie ed il tipo di dieta seguita (onnivora, vegetariana o vegana). Alcune diete per la perdita di grasso corporeo prevedono un regime alimentare iperproteico: un'alimentazione troppo sbilanciata sul consumo quasi esclusivo di alimenti proteici rappresenta sicuramente una dieta non salutare.

Le proteine non sono tutte uguali

Il valore biologico delle proteine ne rappresenta sia la qualità (in termini di varietà di amminoacidi apportati) che la digeribilità, oltre ad indicare la quantità di azoto che il corpo tratterrà a seguito dell'assunzione. Un valore biologico prossimo a uno corrisponde ad una minore espulsione di azoto tramite le urine e conseguentemente un minore lavoro di filtrazione da parte dei reni. Le proteine animali (provenienti dalla carne o dai latticini) hanno valore biologico alto, maggiore di quello degli alimenti farinacei e di origine vegetale.

Anche se le quantità di azoto da espellere sono minori rispetto a quelle di altri alimenti, un'assunzione eccessiva di proteine animali (tipica delle abitudini alimentari odierne, che vedono spesso un abbondante consumo di carni altamente proteiche, come quelle di pollo e tacchino) determina comunque la necessità di espellere molte scorie. Consumando formaggi, oltre ad un elevato apporto proteico, si assumono molti sali minerali e fosforo, che richiederanno un ulteriore attività renale.

L'assunzione di proteine a basso valore biologico (come i farinacei) comporta la necessità di espellere più azoto: 100 grammi di tali proteine determinano una maggiore espulsione di azoto tramite l'urina rispetto a quella che si otterrebbe con 100 grammi di proteine animali, e anche la varietà degli amminoacidi essenziali introdotti sarà minore.

La dieta povera: il giusto compromesso

Un giusto compromesso è rappresentato dalla cosiddetta dieta povera: i piatti della tradizione contadina (preparati combinando legumi e cereali) riescono ad apportare tutti gli amminoacidi essenziali necessari, presentando un valore biologico maggiore di quello che tali alimenti presenterebbero singolarmente. Questa dieta è particolarmente interessante per i vegani come alternativa delle proteine della carne.

La dieta povera, oltre all'apporto di amminoacidi con ridotta produzione di azoto, presenta il vantaggio di essere povera di grassi e ricca di fibre e vitamine, costituendo l’alimentazione ideale per chi segue una dieta vegetariana altamente proteica finalizzata alla perdita di peso.

Se i reni non funzionano a dovere

In caso di problemi renali, le cose cambiano: quando la capacità di filtrare le scorie è ridotta, si dovrà seguire un regime alimentare che apporti il giusto quantitativo di sali minerali e proteine di alto valore biologico (a parità di quantità assunte l'ammontare di azoto da espellere sarà minore). Si dovranno prediligere quindi lipidi e carboidrati, senza però eliminare del tutto l'apporto di proteine, altrimenti il corpo utilizzerà quelle delle strutture muscolari per il suo fabbisogno giornaliero.

La degradazione delle proteine muscolari determina comunque la produzione di scorie azotate e se il corpo non riceve energie dall’esterno l’attività di degradazione sarà molto intensa e pericolosa. Anche le diete ipocaloriche dovranno essere limitate (salvo condizioni di sovrappeso e comunque sempre sotto controllo del medico), poiché la carenza di nutrienti energetici da fonti esterne costringe nuovamente il corpo a trarre energie dalla degradazione delle proteine del tessuto muscolare.

Sia in presenza di patologie renali che in un regime alimentare iperproteico, è fondamentale bere almeno due litri di acqua al giorno (preferibilmente oligominerale e con basso residuo fisso) al fine di facilitare lo smaltimento delle scorie tramite le urine, soprattutto in presenza di calde condizioni climatiche.

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