La medicina anti-aging e il ruolo del nutrizionista

Esperto Giulio TarantinoNutrizione • 13 aprile 2017 • Commenti:

Intervista al Dott. Giulio Tarantino

  1. Cosa è la medicina anti-aging?

Con medicina anti-aging si intende una nuova forma di pratica clinica che integra diverse discipline, tra cui biologia molecolare, genetica, nutrizione, scienze motorie e neuroscienze, allo scopo di prevenire lo sviluppo di malattie e di rallentare il processo di invecchiamento.

La medicina anti-aging pertanto si distingue dalla medicina estetica in quanto tratta argomenti soprattutto internistici e non solamente di trasformazione dell’aspetto esteriore, con un approccio però innovativo: non si concentra semplicemente sulle malattie e sui sintomi, ma piuttosto sui meccanismi fisiologici, biochimici, genetici ed ambientali alla base di ciascun processo degenerativo individuale.

Questo permette allo specialista di medicina anti-aging di adottare metodologie cliniche ed interventi che stimolino processi di rigenerazione e riparazione molecolare e sistemica.

  1. È affidabile? 

La disciplina in sé nasce all’inizio degli anni ’90, ma dal punto di vista scientifico affonda le sue radici in più di quarant’anni di ricerca spaziale condotta in Russia, USA ed Europa. In orbita infatti, in assenza di gravità, senza aria e cibo freschi, senza luce solare e senza equilibrio vita privata-lavoro che contenga lo stress, il corpo umano invecchia ad una velocità drammatica.

È proprio grazie alle numerose ricerche condotte nello spazio sull’invecchiamento accelerato e sulle contromisure per rallentarlo, che è stato possibile sviluppare protocolli di intervento molto specifici e in varie aree, tra cui:

  • Difficoltà di adattamento fisico e mentale;

  • Affaticamento e stress;

  • Alterazioni endocrine e metaboliche;

  • Aumento o perdita di peso apparentemente ingiustificati;

  • Perdita di forza, resistenza e massa muscolare;

  • Perdita di capacità posturali, propriocettive e di coordinazione;

  • Diminuzione della prestazione cardiovascolare;

  • Accumulo di tossine;

  • Accumulo di ROS;

  • Inadeguata risposta immunitaria alle infezioni;

  • Allergie, infiammazioni croniche e patologie autoimmuni;

  • Intolleranza all’esercizio, dolore alla schiena;

  • Problemi digestivi;

  • Carenza di nutrienti, disbiosi e problemi intestinali;

  • Disregolazione delle membrane cellulari (segnali, recettori, etc.);

  • Perdita di massa e densità ossea e degenerazione articolare;

  • Ansia, depressione, aggressività, frustrazione;

  1. A chi è rivolta questa scienza?

Anti-aging non è un modo nuovo di definire la geriatria, anzi è un nuovo ramo della medicina che si distingue nettamente dalla geriatria. Quest’ultima infatti non intende l’invecchiamento già di per sé come un processo patologico su cui intervenire, ma si limita ad attendere l’insorgenza delle malattie degenerative tipiche della vecchiaia per mettere in atto i propri protocolli.

In questo senso, si potrebbe dire che la geriatria tende ad allungare il periodo di malattia piuttosto che gli anni di salute.

La medicina anti-aging invece parte da un concetto opposto: l’invecchiamento non esiste senza degenerazione ed è quindi già di per sè un processo fisio-patologico che bisogna individuare e su cui bisogna intervenire precocemente prima che si sviluppino vere e proprie malattie cronico-degenerative come malattie cardio e cerebrovascolari, diabete, ipertensione, osteoporosi, osteoartrite, malattie autoimmuni, Alzheimer, etc.

Con analisi predittive, diagnosi precoce ed interventi appropriati, molte di queste malattie possono essere evitate e/o curate.

  1. Come si svolge una visita anti-aging? quali risultati e benefici si possono ottenere?

Punto centrale delle medicina anti-aging è il check-up, inteso non solo come momento di esclusione di patologia, ma come vera e propria determinazione dei livelli di salute e funzionalità dell’organismo.

Il check-up non si concentra semplicemente sui sintomi ma indaga a vari livelli la funzionalità del soggetto dal punto di vista medico, nutrizionale, motorio e psicologico/emotivo. Spesso vengono utilizzati strumenti da anni noti ai ricercatori ma non ancora diffusi in ambito clinico, come:

  • Misura della massa corporea e dello stato nutrizionale attraverso bioimpedenza

  • Determinazione dei livelli di stress attraverso analisi della variabilità della frequenza cardiaca

  • Biofeedback e Neurofeedback

  • Oltre alla genomica, che permette di valutare le predisposizioni individuali a numerose patologie

Essendo la medicina anti-aging assolutamente personalizzata, i risultati del check-up servono per preparare un programma individuale di prevenzione e rallentamento dell’invecchiamento che viene definito multi-modale.

Non prevede cioè solo l’uso di farmaci, ma interviene a 360 gradi partendo dagli interventi più basilari (dieta, esercizio fisico, integratori alimentari, fitoterapici) e passando progressivamente a quelli più sofisticati come BrainMap, Biofeedback, Neurofeedback.

Un discorso a parte va fatto per gli esami di laboratorio, elemento fondamentale in medicina anti-aging. È infatti a livello molecolare e biochimico che è possibile osservare le prime alterazioni che dopo anni possono dar luogo ad una vera e propria malattia.

Una scelta attenta dei parametri da valutare ed una lettura che si basa sull’identificazione di valori ottimali per la persona e non solo sui valori norma, sono di massima importanza per un corretto programma di prevenzione e cura.

Ma la medicina anti-aging è innovativa anche per ragioni meno scientifiche e più umane: non ci si prende cura semplicemente di un sintomo o di una malattia ma di ogni persona nella sua interezza.

Si tratta quindi di gestire il caso clinico in modo completo per evitare la frammentazione del paziente nei suoi vari sintomi, trattati troppo spesso da specialisti diversi, a nessuno dei quali è consentito vedere il paziente nella sua interezza e complessità.

È quindi una forma integrata di medicina in grado di lavorare sulle complesse reti che interconnettono tra i vari sistemi, almeno come primo livello di intervento preventivo e curativo, lasciando poi spazio allo specialista quando si tratta di vera e propria patologia d’organo.

  1. Che ruolo ha la nutrizione in questo ambito?

Occorre innanzitutto precisare cosa s’intende con “nutrizione anti-aging”: questo approccio più che limitare le calorie e gli alimenti con lo scopo di perdere peso, è basato sulla qualità molecolare degli alimenti che assumiamo.

Carboidrati, grassi, proteine, vitamine, acqua e sali minerali, cioè tutte le molecole contenute negli alimenti, nel momento in cui sono metabolizzate stimolano l’organismo a secernere ormoni e molecole segnale che, agendo direttamente sull’espressione dei geni, possono per esempio predisporre l’accumulo o la perdita di grasso.

Per esempio, un grammo di carboidrati contiene 7 calorie, esattamente come un grammo di proteine; la reazione di ognuno di essi però è diversa in relazione al nostro genoma e alla condizione clinica attuale, anche se l’apporto calorico è lo stesso.

In funzione di questo processo, seguire una dieta molecolare significa non dare peso alle calorie, quanto alla composizione molecolare di un piatto e al modo in cui le varie molecole possono promuovere il mantenimento della salute.

Un modello dietetico molecolare tende per esempio, a tenere sotto controllo gli sbalzi della glicemia per evitare un aumento dell’insulina, che gioca un ruolo chiave nell’accumulo di grasso, attivare il glucagone, meglio noto come “l’ormone del digiuno”, che favorisce il mantenimento nella norma dei livelli di insulina e glicemia, oppure limitare l’aumento dei valori del cortisolo, “l’ormone dello stress” che può influenzare negativamente il metabolismo di vari distretti corporei, solo per citare le più note, ma poi ve ne sono molte altre.

Più in generale si può dire quindi che in medicina anti-aging il cibo è uno dei principale mediatori tra l’ambiente esterno e il patrimonio genetico di ciascun organismo, dunque una nutrizione adeguata ha un ruolo terapeutico sistemico assolutamente fondamentale.

  1. Il piano alimentare è accompagnato da uso di farmaci oppure da integratori alimentari?

L’eventuale farmaco o l’integratore alimentare viene consigliato laddove o ci siano particolari condizioni patologiche accertate, come per esempio un malassorbimento causato da una celiachia, o da un intervento di chirurgia bariatrica, oppure nel caso in cui con la sola dieta non si riesca a colmare la necessità nutritive quotidiane, casistica oggigiorno purtroppo sempre più in aumento a causa soprattutto degli allevamenti intensivi, coltivazioni industriali, metodi di cottura, diete squilibrate, farmaci e abuso di altre sostanze.

Un caso in cui l’integrazione alimentare è assolutamente necessaria è per esempio la dieta mima-digiuno studiata dal Dr. Longo negli USA e proposta in Italia dalla linea Detox.

Si tratta di un percorso di intensa restrizione calorica della durata di 9 giorni, accompagnata da specifici integratori funzionali, che innesca un vero e proprio “reset metabolico”, una riprogrammazione cellulare i cui benefici in termini di dimagrimento, energia e soprattutto longevità in salute sono veramente notevoli.

  1. Ci può dire qualcosa in più a riguardo allo stress?

Lo stress è sempre più diffuso, tanto da essere oramai considerato la nuova patologia del secolo.

Basti pensare che Secondo l’ AISIC (Associazione Italiana contro lo Stress e l’Invecchiamento Cellulare) il 70% delle morti in Italia sarebbe causata da patologie direttamente legate allo stress o a comportamenti disfunzionali dovuti alla condizione di stress.

Nonostante questo purtroppo ancora oggi il concetto di stress non è sufficientemente attenzionato nella pratica clinica tout court, che quindi tende a misconoscerlo e/o sottovalutarne le ricadute organiche.

Penso sia utile ribadire che l’organismo umano è una rete di sistemi e la psiche è parte integrante di questo meta-sistema, ha le sue radici organiche in complessi circuiti cerebrali che poi si irradiano in tutti i distretti corporei tramite i nervi periferici ed ha la capacità di influenzare sia positivamente sia negativamente qualsiasi funzione organica:

Ne sono influenzati tutti gli assi endocrini che controllano processi come crescita, sessualità, attività della tiroide; è ormai assodato il legame tra stress cronico e sindrome metabolica, dislipidemia, ipertensione, con tutte le conseguenze del caso.

Sono stress-correlate anche tutte le dinamiche immunitarie, dalla semplice allergia, alle infezioni, fino alle malattie autoimmuni e alle neoplasie. Penso sia esperienza di chiunque notare come il nostro equilibrio gastrointestinale risenta quasi istantaneamente della nostra condizione psicologica, e via dicendo, potrei elencare la quasi totalità delle patologie croniche, Alzheimer e Parkinson comprese.

Le numerose evidenze scientifiche devono dunque far riflettere sull’importanza di adottare un approccio integrato nella prevenzione e nel trattamento delle patologie croniche che includa non solo una diagnostica, ma anche strumenti terapeutici efficaci per fronteggiare lo stress.

Oltre alle classiche tecniche psicoterapiche o lo yoga o la meditazione, oggi si stanno sviluppando sempre di più altre tecniche come Biofeedback e Neurofeedback che attraverso sessioni mirate consentono al paziente di imparare a modulare volontariamente l’attività del sistema nervoso autonomo e centrale, riducendo sensibilmente gli effetti dello stress.

  1. Si può dire quindi che una terapia anti-aging aiuta a prevenire le malattie?

Si, la medicina anti-aging è una vera e propria medicina preventiva perché grazie alla conoscenza di ciò che sta per verificarsi o può farlo nell’immediato o lontano futuro, può consentire di mettere in atto interventi capaci di prevenire, modificare, rallentare, annullare o spostare nel tempo tali fenomeni biologici.

La medicina anti-aging è inoltre una medicina predittiva in quanto, grazie ai test genetici, può predire lo sviluppo di un processo patologico, in qualsiasi cellula dell’organismo. È una medicina integrale perchè analizza globalmente ed in tempo reale i fenomeni fisiologici e/o patologici delle nostre cellule.

È una medicina rigenerativa in quanto capace di intervenire direttamente sui meccanismi di rigenerazione cellulare, ed infine è medicina complementare e integrativa perchè si collega direttamente alla medicina convenzionale, con tempi e modalità di estrinsecazione diverse, andando a completare quella cultura medica impostata solo sulla cura della malattia, che oggi non è più sufficiente per affrontare la patologia cronica.

 

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