Esperienze
Nella mia pratica, cerco di creare uno spazio sicuro e accogliente, dove il cliente possa esplorare liberamente le proprie difficoltà e risorse. Il mio obiettivo è favorire la consapevolezza e l’autoconsapevolezza, per aiutare ogni persona a comprendere meglio le proprie dinamiche interiori e a costruire relazioni più soddisfacenti, sia con sé stessa che con gli altri.
I colloqui psicologici che offro si propongono di promuovere un cambiamento autentico, sostenendo il paziente nel superamento di blocchi emotivi, conflitti interiori e difficoltà relazionali. Il lavoro si sviluppa attraverso un processo collaborativo, in cui la persona, con il mio supporto, può identificare e modificare schemi comportamentali disfunzionali, al fine di sviluppare un maggior senso di autonomia e di realizzazione. Se stai attraversando un momento di difficoltà o desideri semplicemente conoscerti meglio, un percorso terapeutico può rappresentare una valida occasione di crescita e di trasformazione che permette di raggiungere una maggiore serenità e consapevolezza.
Esperto in:
- Psicologia clinica
- Psicodiagnostica
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Il dottor Infranzi è un professionista empatico, attento e competente, che sa mettere a proprio agio e guidare con discrezione.
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Il dottor Antonio Infeanzi si distingue per la sua empatia e professionalità, qualità che emergono chiaramente nel suo modo di lavorare. È una persona attenta e capace di creare un ambiente accogliente e sereno, fondamentale per favorire il dialogo e il percorso di crescita personale.
La sua capacità di ascolto e il suo approccio lo rendono un valido supporto, consigliato a chi desidera intraprendere un percorso psicologico con una guida affidabile e preparata.
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ha risposto a 4 domande da parte di pazienti di MioDottore
Mi sento ossessionata dal mio ragazzo
Salve a tutti, sono una ragazza di 24 anni e sono fidanzata con il mio attuale ragazzo da ormai 5 anni.
Credo di avere un problema (serio) di cui onestamente non ho mai parlato con nessuno perché me ne vergogno profondamente, anche se la sofferenza interiore è troppa.
Mi spiego: in tutta la mia vita ho sempre sperimentato un attaccamento particolare verso i ragazzi con cui mi frequentavo, come se per avere conferma del mio valore l’unica cosa che mi serviva accanto era qualcuno che si dedicasse totalmente a me e mi mostrasse amore (cosa sbagliata).
Eppure, eccetto il mio attuale partner, mi sono sempre ritrovata di fronte ragazzi che hanno solo finito per manipolarmi e prendersi gioco di me. Ricordo di avere avuto una quasi relazione seria con un ragazzo che all’apparenza era un santo, ma che poi si è rivelato la persona più falsa e irrispettosa del mondo… mi sono sentita a pezzi, soprattutto perché lui non faceva trapelare niente.
Invece, cinque anni fa, ho incontrato l’amore della mia vita, una persona fantastica, che ancora prima di amarmi, mi vuole bene e vuole solo il meglio per me.
Quando tutto è iniziato, mi sono sentita talmente in estasi, per le belle sensazioni che ho provato, che lui è diventato il centro del mio mondo.
La mia mente quasi non riusciva ad accettare che potesse esistere un amore così genuino e che un ragazzo potesse darmi amore e rispetto.
All’inizio della relazione, volevo stare sempre e solo con lui, al punto che non avevo più voglia di dedicare un po’ del mio tempo alla mia famiglia e alle mie amicizie. Sapevo quanto tutto ciò fosse tremendamente sbagliato, ma era qualcosa di cui non potevo farne a meno, come se tutte le mie energie fossero indirizzate solo sul mio partner.
Passata la fase dell’innamoramento, in cui tutto sembra così magico e surreale, ho dovuto iniziare a fare i conti con la realtà.
Il mio ragazzo è una persona molto indipendente, ama stare con me ma al tempo stesso trova il tempo per dedicarsi solo a se stesso, per coltivare passioni ed amicizie, cosa che io a volte, anche a causa delle paranoie, traduco come una mancanza di interesse nei miei confronti o poca voglia di stare con me.
Tutto questo, a distanza di cinque anni, a me risulta impossibile, è come se io mi sentissi ossessionata dalla mia relazione, da ciò che provo quando sto con lui. Infatti, una delle mie tante difficoltà è non saper gestire il vuoto e l’angoscia che provo non appena mi devo fisicamente distaccare da lui.
Viviamo nello stesso paese, troviamo sempre il tempo per stare insieme, che sia il pomeriggio o la sera… ma quando dopo una lunga giornata passata insieme, io torno a casa mia senza lui, provo un vuoto insopportabile, mi sento depressa, mi chiudo nella mia stanza e non voglio avere contatti con nessuno, nemmeno con la mia famiglia.
Penso sempre e solo a lui, e la mattina, quando mi sveglio e apro gli occhi, il mio primo pensiero è quando ci rivedremo.
Ho perso interesse per tutto, non mi importa di niente se non di stare con lui, anche a non far niente, addirittura anche quando stare con lui mi annoia perché avrei cose più divertenti da fare in quel momento.
Quando sto con lui i miei pensieri si fermano, quando sono senza lui la mia mente viaggia, inizio a pensare al peggiore degli scenari, penso che lui potrebbe stancarsi di me e allora io resterei senza niente.
So che tutto questo è sbagliato, io sto male, non voglio stare così, vorrei riuscire a godermi le giornate concentrandomi su altro, vorrei poter riuscire a concentrarmi sullo studio quando mi dedico all’università, vorrei potermi divertire davvero anche quando non sono con lui, vorrei avere la mente libera dalle paranoie che mi faccio.
La cosa più assurda è che nonostante la lunga durata di questa relazione, in cui io dovrei avere acquisito maggiore autonomia e sicurezza, in cui il distacco da lui non dovrebbe farmi paura, io continuo a vivermi la relazione come se fosse nella sua fase iniziale.
Inoltre ho una paura immotivata del tradimento, mi auto convinco che da un momento all’altro il mio ragazzo possa lasciarmi, magari per un’altra.
Ho la tendenza ad interpretare negativamente ogni suo minimo cambiamento, mi concentro su ogni parola che usa, su ogni cosa che fa, anche sulle cose più impercettibili, per capire se davvero lui mi ami ancora o mi nasconda qualcosa ma non trova il coraggio di parlarmene.
Questo lui lo sa, gli parlo spesso delle mie paranoie, di quanto a volte queste siano talmente immotivate da sembrare ridicole e surreali.
Credo proprio di avere sviluppato una dipendenza affettiva, ma io non voglio tutto questo, vorrei solo godermi serenamente la mia relazione, anche perché so che lui è quello giusto, e non voglio perderlo per degli atteggiamenti stupidi.
Se può essere utile, ricordo che quando ero più piccola, nel rapporto con mia madre si era instaurato lo stesso meccanismo.
Non volevo andare a scuola, mi venivano crisi e attacchi di panico quando sapevo che ogni mattina mi sarei dovuta separare da lei… a volte l’angoscia era talmente tanta che finivo per rimettere.
Nonostante fossi molto piccola (andavo alle elementari), il mio malessere era troppo, e mi chiedo se non fosse strano per quella età sperimentare un sentimento così intenso e negativo.
Credo di avere uno stile di attaccamento ansioso che manifesto con le persone a cui tengo di più nella mia vita, da piccolina con mia mamma, adesso con il mio ragazzo.
Mi chiedo sempre se questo problema possa essere risolvibile, perché sono così intrappolata in questa dinamica che è impossibile pensare di riuscire a cambiare, a migliorare.
Nonostante questo mi provochi sofferenza, cerco sempre di non finire per soffocare il mio partner, dunque se lui ad esempio una sera esce con i suoi amici, non faccio alcun tipo di problema, piuttosto mi tengo tutto il malessere dentro.
Ma proprio quando mi comunica che per un motivo o per un altro non ci possiamo vedere, io sto così male che vorrei solo sparire, pur sapendo che l’indomani ci rivedremo.
È come se niente senza lui avesse senso.
Quando passo una serata con le mie amiche non riesco a godermi il momento, il mio pensiero è rivolto a lui, penso “se lui per ora fosse qui sicuramente la serata sarebbe più interessante”.
Il mio ragazzo mi ha in parte aiutata a gestire questo problema, difatti ogni volta che mi vede in ansia per qualcosa prova a rassicurarmi come meglio può.
Ma io voglio stare bene, anche da sola… non sono mai riuscita a capire se effettivamente ho una bassa autostima.
Mi piaccio fisicamente il più delle volte, tanti ragazzi mi venivano e tutt’ora mi vengono dietro nonostante io sia impegnata.
In vari momenti nel mio paese ho fatto anche la ragazza immagine… dunque, mi reputo una bella ragazza, ho autostima, perché allora devo provare tutto questo? A cosa può essere dovuto? Perché, ancora, dopo cinque anni di relazione non sono riuscita a trovare un equilibrio e ad essere serena verso la mia relazione?
Non deve vergognarsene, è assolutamente accettabile avere alcune difficoltà o debolezze. Dalla sua sembra poter contare su delle importanti consapevolezze, ha ben chiara la natura della sua problematica. Lavorare sull'autostima può a mio avviso essere una chiave, concentrarsi sul valore che si attribuisce come persona in quanto tale e provare a raggiungere un equilibrio e un benessere indipendentemente dalla persona che ha accanto.
Buon pomeriggio. Sono una ragazza di 25 anni, fidanzata da quasi 8 anni con un ragazzo di 24 anni della mia stessa città. La nostra relazione è iniziata tra i banchi di scuola, dove per gioco è nato un amore che davvero ancora oggi ci travolge e ci ha permesso in questi anni di superare situazioni molto difficili. Vi scrivo però, perché ad oggi la nostra relazione non è molto felice ed inizio con il fare una premessa importante. Da sempre ci sono stati problemi economici, in quanto mi sono sempre ritrovata nella condizione di maggior benessere rispetto a lui e questo ha fatto sì che per molti anni io mi accontentassi di tante cose, per via del forte amore e rispetto nei suoi confronti. In realtà, il pensiero di base che inizialmente mi faceva tentennare su di lui, non era ovviamente l'aspetto economico, bensì la diversa mentalità che avevamo e che, seppur cresciuti, abbiamo, sempre per un verso distante anni luce l'una dall'altra. In particolare, lui è sempre stato un ragazzo timido e chiuso, ha avuto pochi amici e durante la sua fase adolescenziale ha avuto molto poco a che fare con il mondo esterno, se non grazie principalmente allo sport che praticava e a qualche compagno di scuola. Di contro, ci sono io, che nella mia fase adolescenziale, a causa di un passato dove mi isolavo per via di bullismo psicologico, sono letteralmente uscita da quel loop e ho collezionato miriadi di esperienze, facendo mille amicizie e conoscendo tante mentalità che mi hanno permesso di conoscere meglio il mondo che mi circondava. Dopo essermi fidanzata, sia per la forte differenza, sia per il primo periodo magico, mi sono isolata da tutti e si è innescato quel forte legame che tutt'oggi dura. Ma adesso, la me di tanti anni fa, che fondamentalmente ha sempre sperato di recuperare tutte le esperienze mancate in 8 anni con il proprio partner, come un viaggio da soli insieme, cene fuori una volta tanto "senza limitarsi troppo", sorprese e atti di maturità, dopo tanti anni sta iniziando a sentire il peso dei suoi bisogni, messi da parte perché fiduciosa che il gap tra di noi si sarebbe livellato. Lui è al corrente di queste mie mancanze e sappiamo che questo è dipeso dalle scelte che ognuno ha fatto, purtroppo però, sebbene lui abbia voglia di cambiare e migliorare e anche se a piccoli passi ci prova, io mi trovo adesso in un senso di insoddisfazione che non mi permette di apprezzare e piccole cose, perché ancora una volta, mentre lui tenta di fare cose per la prima volta, che alla nostra età per tutti i nostri coetanei sono normali, io sento già bisogni maggiori, come trovare un lavoro stabile per poter andare a vivere da sola. Lui cerca anche un lavoro stabile, ma non ha ancora l'ottica di imminente bisogno di diventare indipendente e questo credo che contribuisca ancora di più ad allontanarci. Lui sta tentando di cambiare ed io di aspettarlo e capirlo, arrivano tante promesse ed alcune vengono rispettate, però la cosa che più mi fa stare male è che per tanti aspetti della sua vita, che riguardano sia me sia sé stesso o i genitori, sa che dovrebbe compiere delle azioni ma puntualmente non le fa o le compie in modo diverso, per poi ritrovarsi in situazioni difficili e sentirsi "il mondo contro". Provando a vivere la relazione con oggettività, dall'esterno, ho provato a spiegargli che ogni azione che compiamo purtroppo ha delle conseguenze e alcune cose accadute purtroppo, sebbene io non voglia essere quella pesante che gli da colpe, inevitabilmente dipendono da lui. Negli anni, sia intraprendendo io un percorso psicologico per sistemare alcune cose di me, sia facendo un percorso di crescita personale anche insieme a lui, sono riuscita a farmi una visione chiara delle dinamiche che avvengono dentro di me e nella nostra relazione e questo purtroppo alle volte mi porta a tentare di spiegare a lui cosa potrebbe e dovrebbe sistemare per stare meglio, sembrando un po' la psicologa di turno che tenta di psicanalizzarlo, quando io vorrei davvero avere un uomo accanto che si fa in quattro per noi ma che soprattutto e felice e fiero di sé stesso, cosa che non è affatto. Vorrebbe lavorare (fa già un lavoretto) ma aspira al lavoro serio anziché trovare qualcosa che momentaneamente lo aiuti a gestire meglio le spese come la macchina, le uscite con me e le esperienze di vita che da adulto probabilmente non saranno facili come se fatte adesso. Lo vedo sempre insoddisfatto di sé stesso e questa cosa mi butta giù.. si cura poco, vorrebbe cambiare molte cose estetiche ma non le cambia o ci mette molto tempo a fare un passo, da due anni vorrebbe mettere le lettine perché con gli occhiali non si vede bene e nonostante non sia un problema economico, ancora non è riuscito a fare sua questa abitudine, così come tante altre.. è davvero difficile spiegare tutte le dinamiche in poche righe, ma davvero io, che invece sono una persona che fa di tutto per darsi ciò che le serve, buttandomi ovunque ci sia possibilità di crescita e guadagno, adesso sento il peso di non riuscire a fare qualcosa di utile affinché lui stia meglio e possa riuscire a prevalere come uomo della coppia. Molto spesso nella relazione mi sono ritrovata a sentirmi l'uomo perché per via di problemi economici (ma che comunque con una mentalità diversa sarebbero probabilmente migliorati, come per esempio trovare a tutti i costi un lavoro migliore) mi sono ritrovata ad avere io la macchina e lui no, a doverlo riaccompagnare a casa ogni volta e ad uscire con la macchina di mia mamma anziché con la sua.. io ho sempre capito e atteso, ma sebbene poi le cose siano migliorate, ci siamo sempre ritrovati nella condizione di "accontentarci" perché potevamo permetterci solo quello, quando invece si sarebbe potuto agire affinché trovasse un lavoro oltre il suo lavoretto che gli consentisse di avere in tasca uno stipendio di tutto rispetto per un ragazzo che vive a casa con i suoi genitori ancora, così da poter sostenere spese personali, necessarie e ricreative con molta più serenità. Infatti lui la mattina non lavora, ma come vi dicevo, nella speranza di trovare un lavoro serio e studiando per vari concorsi, si è precluso fino ad ora la possibilità di farne uno che gli dia un po' più di serenità economica, che porterebbe con sé solo benefici a sé e alla coppia. Infatti, solo adesso, a furia di discussioni e porte in faccia che ha ricevuto, ha capito e ha iniziato a mandare qualche candidatura, ma sempre in modo molto diffidente. Sto cercando più possibile di portarvi nelle nostre dinamiche perché da voi vorrei un consiglio, in quanto il cuore mi dice di continuare ad amarlo e restare con lui e sono sincera, sono sicura che lui prima o poi riuscirà a sistemare le cose, perchè poi per tutto il resto ci troviamo molto bene, di contro la testa mi dice "sei una persona che si ama, indipendente al punto giusto, vuoi una cosa e fai di tutto per ottenerla per poi alla fine riuscirci sempre anche con tanti sacrifici, perché continui a stare male per le scelte che fa lui?". Il nostro sentimento è davvero troppo forte e la fiducia e lealtà che abbiamo, così come i valori e la dolcezza nella coppia credetemi non hanno eguali, però ho paura che sia entrato in un loop di negatività da cui non riesce ad uscire.. inoltre, ormai i miei bisogni, che agli occhi di una persona superficiale possono sembrare banali (qualche viaggio, un mazzo di fiori, una sorpresa, prendere iniziativa, un gesto dopo una litigata, fare l’uomo della coppia insomma..), sono totalmenti messi da parte e incompresi da lui, che puntualizza sempre che lui mi ama davvero e che quando litighiamo mi rinfaccia che in altri uomini troverò cose materiali ma non l’amore che prova lui. So che la terapia potrebbe aiutarlo, anche quella di coppia ma principalmente per sé stesso, però io ad oggi cerco una risposta più semplice, perché so già che la cosa più giusta sarebbe affidarsi ad uno specialista, ma non avendone le possibilità al momento, vi chiedo se vi sia un modo per riuscire a colmare queste forti differenze tra di noi, ripeto differenze che lui ha compreso essere dannose per entrambi e che vorrebbe cambiare, ma non riesce o se ci prova, per lui sono immense, mentre per me a malaoena sono gesti concreti, perchè sempre troppo semplici (come mandare una candidatura per un lavoro, per lui è una vittoria, per me la base e quindi non riesco a gioire dei suoi successi).
Mi ritrovo con il desiderio e la voglia di viverci finalmente, dopo anni a vedere tutti i nostri coetanei andare avanti e avanti, e noi a passo lentissimo e a desiderare ancora cose che dopo 8 anni dovrebbero essere davvero la normalità, soprattutto perché entrambi viviamo in famiglie dalle normali possibilità per la città in cui viviamo...Io so di non volerlo lasciare, ma al tempo stesso non riesco talmente più a mandare giù questa situazione che spesso inveisco contro e mi allontano prendendomi giornate di silenzio per pensare lontana da lui.. io non ho paura di stare da sola, per il mio benessere forse lo farei anche, ma non voglio smettere di mollare e abbandonarlo, sia perché tengo troppo a lui, sia perché davvero credo che se avesse la giusta "botta" lui sistemerebbe tutte quelle cose che lo fanno stare male ed in un istante tornerebbe il ragazzo perfetto per me, perché davvero l'unica cosa che ci allontana è questa, purtroppo talmente importante da rivelarsi decisiva. Vi chiedo immensamente scusa per il messaggio prolisso e spero di ricevere un consiglio che possa aiutarmi a ritrovare un po' di serenità e che smetta di farmi sentire così insoddisfatta per me e triste per lui..Grazie in anticipo
Stare insieme vuol dire raggiungere di volta in volta compromessi, rimodellare obiettivi comuni e personali, sempre sostenendosi l'un l'altro. Sembra avere le idee abbastanza chiare, così come tanti sembrano essere gli aspetti del suo compagno che vorrebbe cambiare o migliorare. Un primo passo potrebbe essere quello di parlare apertamente e con sincerità, magari fissando obiettivi a breve scadenza così da poterli monitorare con facilità.
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