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Psicologa, psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale/ familiare.
Mi occupo di terapia individuale, di coppia e familiare.
La...

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Specializzazioni

  • Psicoterapia sistemico relazionale

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 5 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve, sono una ragazza di 29 anni che da pochi mesi ha intrapreso una storia bellissima con un coetaneo, tutto bello e bene fino a che col passare del tempo mi accorgo che lui vuole sempre sapere ciò che faccio/dove vado e quando torno. Dice che si sente più tranquillo.
Io abito da sola da anni sono molto indipendente. Lui pure.
Mi chiedo se questo sia sano.
Se sia davvero così la vita di coppia, una relazione solida, visto che non me ho mai avuta di solida solida.
Grazie mille.

Salve. la situazione da lei descritta è presente in molte coppie. Non sempre è patologica, dipende da altri fattori. Spesso è anche un modo di condivisione specie se anche lui la rende partecipe delle "cose" che fa e dei suoi spostamenti.
La sua domanda è un'ottima domanda perchè pone il presupposto di poter mettere in discussione se stessa e la relazione che sta vivendo.
Tenga presente che dentro di noi abbiamo tutte le risposte alle domande che ci riguardano, dobbiamo solo imparare ad ascoltarle. Inizi con il domandarsi come si sentirebbe se il suo partner non facesse così? Come si sente quando lui le dice che vuole sapere i suoi spostamenti? in quale modo avviene la domanda? è una pretesa o un desiderio?
Parlare con il proprio partner delle problematiche della coppia è importante per crescere come coppia. Domandarsi se la relazione che si sta vivendo è una relazione sana o meno è importante per crescere.
saluti
Dottoressa Stefania Pelosi

Dott.ssa Stefania Pelosi

Buongiorno,
sono una ragazza di 25 anni e vi scrivo perché ho difficoltà ad emanciparmi dalla mia famiglia opprimente. Sto finendo di studiare e ho appena cominciato a lavorare, quindi le risorse economiche non sono ancora molte. Sono impegnata con un ragazzo da quasi 5 anni, ma non ancora ufficializzato in casa, data la mia famiglia eccessivamente gelosa e controllante.
Mia madre tratta me e mio padre come se fossimo bambini piccoli. Mio fratello, che se ne è sempre fregato delle sue regole, se n'è andato all'estero e adesso lei lo ha quasi disconosciuto come figlio. Finora io le ho permesso di farlo, di controllare la mia vita, ma da circa un annetto mi rendo conto che in questa casa mi sento letteralmente soffocare e sono all'orlo di un esaurimento nervoso. Mio padre si lamenta sempre, ma non ha il coraggio di affrontare la situazione. In casa è mia madre a fare e decidere tutto. Ho la patente, ma siccome è lei a pagare il bollo e ad aver comprato la macchina, non me la fa mai guidare sostenendo che non sia capace (inoltre ha una paura matta degli incidenti). Lei non ha nessuna ambizione o interesse, tantomeno amici. Li ha allontanati tutti negli anni. Sostiene sempre di non avere tempo per fare cose nuove, in realtà il pomeriggio (soprattutto d'estate) si piazza sul divano a guardare la TV. Non accetta mai nessuna gita fuori porta e poi si lamenta che non andiamo da nessuna parte. Non sono libera di stare il pomeriggio con lei e la sera a cena con il mio ragazzo, perché così si sente legata ai miei orari.
Se voglio andare al cinema o da qualsiasi altra parte, mi dice "che ci vai a fare a spendere soldi inutilmente?"; se voglio uscire con i miei amici, sto perdendo tempo, inoltre devo essere accompagnata e ovviamente non fa altro che sbuffare perché faccio perdere tempo anche a lei. Non sono libera di fare gite fuori porta da sola, con amici o ragazzo, perché tolgo tempo a lei. Mia madre non vuole fare girate solo con mio padre, devo esserci anche io, perché sennò si annoia e poi non si perdona di lasciarmi da sola (cosa che a me non interessa). Personalmente non mi piace andare in giro con lei, dato che tende ad andare solo in posti noiosi, a massimo mezz'ora da casa, in cui non si cammina (lo odia) e dove ci siano solo negozi.
Con questa storia che non posso usare l'auto, sono costretta a farmi accompagnare ovunque, anche al lavoro, e mi sento molto imbarazzata davanti ai miei colleghi. Mi rendo conto di tutte le esperienze che ho perso finora, di essere diventata una donna adulta, senza le esperienze alle spalle che hanno le mie coetanee cresciute in maniera sana.
Quando ho la possibilità di trascorrere un pomeriggio senza di lei mi sento libera, ma con un grande senso di colpa, perché sono chiaramente costretta ad inviarle messaggi a cui lei risponde in maniera fredda e offesa e al ritorno è sempre infuriata con me perché l'ho lasciata sola e riesce a tenermi il muso per giorni (a meno che non mi presenti a casa con qualche regalo per lei!). Me ne assumo ogni colpa, perché, per comodità, pur avendo sempre avuto degli scoppi d'ira, ho sempre accettato la situazione e non ho mai fatto niente per dimostrare a mia madre di essere adulta. Non ho mai cercato di allontanarmi e non sarebbe servito a niente, visto come tratta mio fratello.
Non riesco a vivere la mia vita, tantomeno la mia relazione sentimentale. Il mio ragazzo mostra tanta pazienza, ma a me dispiace molto per lui e ho pensato molte volte di lasciarlo per liberarlo dalla mia prigione.
Altra cosa, per lei i periodi di lockdown sono stati una manna dal cielo, perché tutti si trovavano isolati e chiusi in casa come lei: il suo ideale di vita. Ora che sta ricominciando la vita, per me è un problema enorme uscire senza che lei non mi recrimini di andare a portare in giro il virus (sono vaccinata e sono una persona estremamente attenta alle norme di sicurezza). Non sopporta nemmeno di vedere gente in TV che si abbraccia.
Chiaramente ho provato più volte a proporle di intraprendere, anche insieme, un percorso psicologico, ma come potrete immaginare sono stata riempita di insulti.
Ho scritto tutto questo per sfogarmi e ovviamente per accettare dei consigli da voi professionisti. Non so se agire e come farlo.
Grazie per aver letto questo messaggio così lungo.

Comprendo pienamente la sua situazione e posso immaginare come si sente. La sua idea di un percorso terapeutico con sua madre è una buona idea ma perchè lasciare suo padre fuori? Le proporrei una terapia familiare ma se ciò non fosse possibile un percorso individuale per gradualmente arrivare allo svincolo familiare. Sono onesta, c'è da lavorare molto partendo dal senso di colpa e dalla sua autostima. C'è da dire anche che il tipo di rapporto con i propri genitori getta le basi per la modalità di rapporto e la scelta del proprio partner. Visto che è maggiorenne e un poco di indipendenza economica la ha, investi su se stessa trovando un professionista che la accompagni nella costruzione della sua persona, come lei si vuole.
Resto a disposizione, saluti
dottoressa Stefania Pelosi

Dott.ssa Stefania Pelosi

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