Esperienze
Sono una psicologa clinica iscritta all’Ordine degli Psicologi della Lombardia (n. 25599) e una psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione.
Svolgo la mia attività in libera professione, collaborando con studi multiprofessionali (Studio Equibrìo a Castelmella, Servizio Spazio Cambiamenti a Bovezzo) e anche online.
Accompagno bambini, adolescenti, adulti e genitori nei momenti in cui la vita diventa più complessa. Creo uno spazio sicuro e accogliente in cui poter dare voce a ciò che preoccupa e imparare a gestire difficoltà relazionali, cambiamenti personali o familiari, ansia, umore basso, stress legato al lavoro, dipendenze o altre situazioni che possono generare sofferenza.
Seguo con particolare attenzione il periodo della gravidanza e del post-parto: affianco le mamme in attesa e i neogenitori con consulenze psicologiche, percorsi psicoeducativi e corsi di massaggio neonatale. Sto approfondendo sempre più l’area della perinatalità anche grazie alla collaborazione come volontaria presso l’associazione UMAP, che si occupa di sostenere le mamme in difficoltà.
Mi occupo inoltre di disturbi dell’apprendimento, problemi motivazionali e orientamento scolastico, collaborando da anni con le scuole per aiutare bambini e ragazzi a trovare strategie e nuove risorse.
Credo che ogni percorso debba essere costruito insieme, passo dopo passo, in modo unico e personalizzato. I valori che guidano il mio lavoro sono l’ascolto autentico, la gentilezza, la professionalità e la fiducia nella possibilità di cambiamento.
Aree di competenza principali:
- Psicologia clinica
- Psicologia perinatale
- Psicologia scolastica
- Psicologia della salute
Principali patologie trattate
- Depressione ,
- Autostima ,
- Dipendenza ,
- Ansia ,
- Fobie ,
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Indirizzi (3)
Piazza Unità d'Italia, n.31, Castel Mella 25030
Disponibilità
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Via Vittorio Veneto 82, Bovezzo 25073
Disponibilità
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Consulenza online
Pagamento dopo la consulenza
Consulenza online
Pagamento dopo la consulenza
Disponibilità
Pagamento online
Accettato
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Prestazioni e prezzi
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Colloquio psicologico
Da 55 € -
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Consulenza online
70 € -
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Consulenza psicologica
70 € -
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Colloquio psicologico di coppia
80 € -
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Colloquio psicologico età evolutiva
50 € -
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Recensioni
3 recensioni
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F
F.M
La Dott.ssa è molto competente, mi sono trovata a mio agio da subito.
La consiglio• Studio Equibrio • colloquio psicologico individuale •
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P.G.
Estremamente valida. Ho trovato la Dottoressa molto competente ed empatica. Mi sono sentito ascoltato. La consiglio vivamente a chiunque cerchi un aiuto psicologico.
• Studio Equibrio • colloquio psicologico individuale •
Dott.ssa Silvia Erconi
Grazie per le tue parole. Mi fa davvero piacere sapere che ti sei sentito ascoltato e che l’esperienza sia stata positiva per te.
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F
Francesca
É stata la mia prima esperienza con un colloquio psicologico online e sono rimasta molto soddisfatta, mi sono sentita subito a mio agio
• Consulenza online • colloquio psicologico online •
Dott.ssa Silvia Erconi
Francesca ti ringrazio, mi fa piacere ti sia trovata bene.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno a tutti,
chiedo scusa in anticipo per la lunghezza del mio messaggio, ma mi è impossibile riassumere ulteriormente quello che è accaduto, pena la perdita di dettagli a mio avviso importanti.
Sono un ragazzo di quasi 32 anni che sta attraversando un momento piuttosto difficile della sua vita, in quanto si è ritrovato a dover chiudere una relazione durata 7 anni con il proprio partner. Una relazione fatta di alti e bassi, di difficoltà ma anche di momenti indimenticabili. Sono cresciuto con questa persona, emotivamente e caratterialmente. O è meglio dire che insieme abbiamo fatto un percorso in cui entrambi abbiamo aiutato l'altro a migliorare su alcuni propri aspetti personali e abbiamo condiviso le nostre prime volte in molte cose. Io all'inizio della nostra relazione ero sicuramente più immaturo nell'affrontare le sfide della vita, e grazie a lui che mi ha spronato, ho avuto la forza di affrontare grandi temi personali come l'accettazione (alla fine positiva) della mia sessualità da parte della mia famiglia e nell'uscire dal guscio domestico per andare a vivere insieme al mio compagno. Dal mio lato invece, ho dato tutto me stesso per aiutarlo nei suoi tanti momenti bui, in quanto prima ha perso la madre a cui era molto legato e poi anni dopo il padre, e ha sempre avuto difficoltà anche in ambito lavorativo, il che non gli ha dato molta stabilità emotiva negli anni, anzi. Per questi motivi, ha sempre avuto un carattere particolare che ho dovuto imparare a gestire nel tempo, lunatico ed altanelante, come su una montagna russa. Ma c'è da riconoscere anche che è sempre stato un ragazzo solare, dolce e forte, che si è sempre fatto voler bene da tutti, che nonostante le difficoltà della vita ha sempre trovato il modo di rialzarsi. Tuttavia, io avevo una visione romantica dell'amore che negli anni ha dovuto combattere con la cruda realtà dei fatti della vita (soprattutto la sua). Ma questo fa parte di un percorso di crescita e non dico che sia stato negativo, anzi, ha aiutato anche a me ad evolvere. Tuttavia, dopo diversi anni, anche il più instancabile degli ottimisti (io) si è ritrovato a cedere le armi, perchè si era raggiunto un limite in cui ho cominciato a sentirmi anche male fisicamente per via dei pensieri e delle ansie collegate al mio stato d'animo non più sereno da tempo. Purtroppo devo riconoscere di aver avuto sempre un carattere piuttosto chiuso ed ermetico, nell'esprimere le mie emozioni e i miei desideri, soprattutto nei confronti del mio compagno, che era spesso giù di corda, arrabbiato con la vita e senza aspirazioni forti. Questo perchè di base sono sempre stato piuttosto timido, anche in famiglia, e ho sempre tenuto dentro le mie emozioni, soprattutto quelle più scomode, per paura delle conseguenze. Paura di non essere visto come prima, di essere lasciato o di non piacere più. In questi mesi di riflessione, ho capito anche di aver avuto sempre l'indole, passatemi il termine, della "crocerossina", soprattutto nei confronti del mio compagno, che nel tempo ne ha viste davvero tante. Lui l'ho sempre visto, erroneamente, come un bambino da proteggere. Perchè così mi è sempre parso, nelle situazioni più difficili. E l'ho fatto anche con piacere e con amore, donandomi completamente. Ma ho capito solo dopo la nostra rottura di aver sbagliato, perchè aveva invece bisogno di paletti da parte mia, di capire quando esagerava con me, di sentirsi dire da me quando qualcosa mi faceva star male o non mi andava bene. Ovvero di un compagno e non di un genitore. Ma io, purtroppo, per via della mia indole altruista e del voler piacere sempre a tutti, ho sotterrato questi miei stati d'animo nel profondo per diverso tempo fino a quando, circa 6 mesi fa, è venuto tutto fuori, dietro sua insistenza per via di miei atteggiamenti freddi e distaccati da giorni. E' stato devastante lasciarlo, ma in quel momento ho sentito di doverlo fare, per il suo bene ma soprattutto per il mio. Sono dovuto tornare dai miei genitori e lasciare quella che era stata la mia vita per sette anni. Mi sono ritrovato, lentamente ho capito e analizzato diversi aspetti sia miei personali che della relazione avuta con lui, ho iniziato per la prima volta un percorso psicologico con un terapeuta che mi ha aiutato a focalizzare diverse questioni e mi sono riavvicinato alla mia famiglia. Nel frattempo, ho conosciuto per caso un altro ragazzo con cui ho instaurato un bel rapporto. Sarebbe meglio dire che questo ragazzo ha creato la "scintilla" che mi ha dato la forza nel tirare fuori tutto con il mio ex. Questa nuova persona mi ha mostrato subito la maturità e tutte quelle qualità che ricercavo nel mio ex compagno. Ci siamo trovati molto simili sotto tanti aspetti, mentre con il mio ex eravamo i classici opposti caratteriali che hanno dovuto imparare a combaciare, acqua e fuoco, anche se abbiamo sempre condiviso i valori della vita che contavano per entrambi. Mentre con questo ragazzo tutto è stato molto naturale, come se lo conoscessi da tempo. E questo mi ha mandato fuori di testa. Sebbene sia stato molto male nel lasciare il mio ex, ho deciso di continuare a frequentare questa nuova persona credendo di non amare più il mio ex ma di volergli solo un gran bene. Il mio ex ha tentato in tutti i modi di riavvicinarmi, a volte anche in maniera insistente, ma nonostante questo in lui ho sempre letto la purezza dei suoi gesti. Mi ha distrutto perchè ha cercato in tutti i modi di dimostrarmi che era cambiato e che poteva migliorare insieme a me. Ma io dal mio lato non sono tornato indietro perchè non riuscivo a sentire quel trasporto che si dovrebbe sentire per una persona che ami, soprattutto sotto il profilo sessuale. Troppe cose si sono sedimentate nel tempo e nel mio cuore. E non volevo mentirgli. Con questo nuovo ragazzo per i primi tempi ho creduto di essere innamorato, ma ad oggi mi ritrovo a domandarmi che cosa voglio; un mese fa, dopo una ventina di giorni di silenzio assoluto con il mio ex (con cui dopo la rottura avvenuta 6 mesi fa ci siamo comunque sentiti e visti più volte) in cui ho pensato continuamente a lui e mi veniva da piangere, abbiamo poi ripreso a sentirci e vederci saltuariamente per scambiarci pensieri e opinioni su di noi e il nostro passato, oltre che per questioni di circostanza (convivevamo e alcune cose mie sono rimaste a casa da lui). Ho capito che mi manca, e non credo che mi manchino solo i momenti passati insieme e la nostra vita, ma lui come persona. E sebbene i suoi problemi e il modo sbagliato in cui li riversava su di me, una voce dentro di me dice che forse avrei potuto lottare ancora una volta per dare una svolta alla nostra relazione. Crederci ancora. Portarla su altro livello. Ma ammetto che ho paura, di ricadere in vecchi errori e dinamiche, di non essere di nuovo felice. Di non riprovare attrazione completa per lui. Di illuderlo. Dall'altro lato, sento che questo nuovo ragazzo mi dà pace, mi fa sentire capito, mi da stabilità e anche sessualmente mi appaga.. ma sento come una morsa sullo stomaco, come se qualcosa non andasse come dovrebbe. Che mi manca qualcosa, non sono sereno al 100%. In questo momento non sento di dire che sono innamorato perdutamente di questa persona, anche se ammetto che da lui sono preso; è come se sulla carta tutto funzionasse, ma poi nella pratica sento che il mio pensiero e il mio cuore è altrove. Lui è molto dolce e mi dispiacerebbe molto ferirlo. Ma mi trovo in un momento in cui ho molta confusione dentro e forse non voglio sentire quello che il mio cuore mi sta indicando, nonostante la mia testa mi dica altro.
Paradossalmente, in alcuni momenti è come se volessi entrambi questi ragazzi nella mia vita, ma so che non è possibile.
Nonostante tutto questo, rimango uno spirito romantico che crede nella forza dei sentimenti e nel valore di un legame, e che quindi lotta fino all'ultimo per preservarlo.
Per questo ho scritto questo messaggio, nella speranza di ricevere un punto di vista esterno, e un aiuto.
Grazie a chi vorrà dedicarmi del tempo.
Ciao, ti ringrazio innanzitutto per aver condiviso con tanta apertura e profondità la tua storia, si percepisce quanto tu abbia riflettuto su ciò che è accaduto e quanto ci sia dentro di te il desiderio autentico di capire, di dare senso e di agire con rispetto per te e per le persone coinvolte.
Da ciò che racconti emerge un percorso di grande crescita personale: sei passato dal cercare di “salvare” l’altro al cominciare a riconoscere i tuoi bisogni, i tuoi limiti e il tuo diritto a stare bene. È un passaggio importante e spesso doloroso, perché comporta lo smettere di occupare un ruolo di cura per assumere quello più complesso — ma anche più sano e soddisfacente — di un partner alla pari. Ti consiglierei di continuare il tuo percorso terapeutico per imparare a distinguere i tuoi bisogni autentici dalle paure (come quella di deludere, di essere lasciato o di ricadere in certi meccanismi). Forse più che scegliere qualcosa o qualcuno in questo momento potrebbe essere utile focalizzarti su di te e su quelli che sono i tuoi bisogni, desideri e valori. Non c’è fretta: a volte la chiarezza arriva solo quando smettiamo di forzarla e ci concediamo di restare, per un po’, nel dubbio in modo consapevole e gentile verso noi stessi.
Buongiorno, sono molto affranta per un problema che ho da alcuni mesi
Non riesco più a guidare in tratti di strade dritte, senza imminenti uscite o soste,ogni volta studio un percorso alternativo per arrivare a destinazione cercando strade con curve e possibilmente secondarie
Grazie a chi mi potrà rincuorare
Ciao, ti ringrazio per aver condiviso questa difficoltà. Quello che stai sperimentando è più comune di quanto si pensi: molte persone riferiscono un’ansia o una sensazione di perdita di controllo in alcune condizioni specifiche alla guida, spesso proprio nei tratti lunghi e dritti, dove non ci sono punti di riferimento o possibilità di fermarsi facilmente. In questi momenti, la mente può iniziare a “monitorare” troppo le proprie sensazioni (respiro, battito, tensione), e questo porta a un aumento dell’ansia, innescando un vero e proprio circolo vizioso. Il fatto che tu ne sia consapevole è già un ottimo punto di partenza! Se la situazione diventa per te ingestibile e limitante ti consiglierei di chiedere un supporto professionale per comprendere meglio quali pensieri o sensazioni si attivano in quei momenti, per imparare tecniche di gestione dell’ansia e di esposizione in modo graduale e sicuro ai tratti di strada che oggi temi, fino a recuperarne la padronanza. Nel frattempo, prova a essere gentile con te stessa: l’ansia non è un segno di debolezza, ma un segnale che il corpo sta cercando di proteggerti da qualcosa che percepisce come pericolo. Con un po’ di pazienza e l’aiuto giusto è assolutamente possibile tornare a guidare in serenità. Ti auguro il meglio
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