Piacenza, Piacenza 29121
Studio virtuale prenotabile tramite Consulenze online
Leggi di più10/06/2025
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2 recensioni
La dottoressa Bassanini Noemi mi ha messo subito a mio agio e mi e' servito davvero molto. Il percorso è stato breve, ma solo perchè efficace fin dall'inizio.
Dott.ssa Noemi Bassanini
Grazie del suo feedback! Mi fa piacere sapere che si è trovato a suo agio, la relazione terapeutica è una parte fondamentale del nostro lavoro.
La dottoressa Noemi Bassanini è una persona empatica, sempre disponibile e con una grande professionalità. Grazie al suo supporto sono riuscita a superare alcune difficoltà che mi disturbavano da tempo.
Dott.ssa Noemi Bassanini
Grazie delle parole positive! Mi fa molto piacere sapere che il lavoro fatto insieme le è stato d’aiuto, un caro saluto!
ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno,
purtroppo il nostro gatto anziano è venuto a mancare da qualche giorno. La nostra bambina di 3 anni non si è accorta di nulla, perché il tutto è accaduto durante la notte in clinica veterinaria.
La bambina sapeva che aveva parecchi problemi di salute e gli era affezionata, ma pare non essersi ancora accorta della sua assenza. Non sappiamo se affrontare noi il discorso o attendere che sia lei a porre qualche domanda. Cosa è meglio fare? Nell'approcciare il tema pensavamo di spiegarle che, il gatto anziano è morto, non è più con noi ed è stato molto amato. Volevamo proporle eventualmente di prendersi cura della pianta che abbiamo intenzione di piantare in suo ricordo. Ci sono altri suggerimenti? Grazie mille
Buongiorno,
grazie per aver condiviso questo momento delicato. È molto bello che vogliate affrontarlo con attenzione e rispetto per i tempi e i vissuti della vostra bambina.
A questa età i bambini non hanno ancora una comprensione piena della morte: la vedono spesso come qualcosa di reversibile, temporaneo o confondibile con il sonno. Per questo è importante non rimandare troppo la comunicazione né aspettare che sia lei ad accorgersene o a chiedere, perché il silenzio potrebbe farle percepire che "qualcosa non va" senza riuscire a dare un nome a ciò che prova.
Cosa fare:
- Affrontate voi il discorso con semplicità e chiarezza.
Potete dirle, ad esempio:
“Amore, dobbiamo dirti una cosa triste. Il nostro gattino era molto malato e durante la notte è morto. Questo significa che il suo corpo non funziona più, non sente più dolore e non tornerà. È stato tanto amato da tutti noi.”
- Usate parole semplici ma vere.
Evitate frasi ambigue come “è andato via” o “si è addormentato per sempre”, che possono generare ansie o confusione (es. paura del sonno o dell’abbandono).
- Accogliete le sue reazioni, qualunque esse siano.
A volte i bambini sembrano non reagire subito: è normale. Possono fare domande “curiose” o continuare a giocare. Altre volte le emozioni emergono nei giorni successivi, in modo indiretto.
- Proporre un gesto simbolico è un’ottima idea.
La pianta da curare insieme è perfetta: è un modo per dare continuità all’amore che provava, e offrirle un modo concreto per esprimere affetto e ricordo.
- Offrite la possibilità di parlarne ancora.
Chiudete il discorso con apertura:
“Se hai voglia di raccontarci qualcosa del gattino, o se vuoi chiedere qualsiasi cosa, puoi farlo quando vuoi.”
Potete inoltre, magari, mostrarle una foto del gatto e ricordare insieme momenti belli: “Ti ricordi quando veniva sul divano con te?”. Oppure, se ama i libri, ci sono alcune letture molto carine adatte all’età, come “Arrivederci, Frisbee” o “Il giardino dei ricordi”.
Buongiorno dottori sono un ragazzo di 33 anni che in passato ho avuto anche questi sintomi ma no così intensi adesso da 4 mesi quasi ho dei sintomi che mi fanno preoccupare mi sento come distaccato dal mondo come se tutto quello che guardo anche se lo riconosco, lo vedo diverso, in lontananza oppure come se non sono connesso, una sensazione difficile da spiegare, in più paura di impazzire, di non riconoscere più dove vivo, la mia casa, i miei genitori e pensieri di fare del male, che non so se tutti questi pensieri sono ossessioni dovuti alla mia confusione, ma desso vorrei porvi 2 domande e chiedo se gentilmente mi potete rispondere il più sinceri e chiari possibili...
1) con questa confusione e pensieri di non riconoscere i miei cari, diventare pazzo ecc, sono solo pensieri o possono portare alla perdita realmente visto che la sensazione certe volte e quella?
2) da quasi due settimane non sento il gusto di quello che mangio, tipo ieri pomeriggio mi sono bevuto un succo di frutta appena lo bevuto ci sentivo poco e nulla di gusto e mi lasciava una bocca amara, in più dopo di sera ho mangiato un pò di mortadella ed era come se era senza gusto, questa sensazione di gusto che mi e preso anche questa ossessione può essere psicosi o schizofrenia? anche se ho letto che la schizofrenia senti gusti che non esistono vorrei capire se possibile... grazie
Buongiorno, grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che stai vivendo. Capisco quanto possa spaventare sentirsi confusi, distaccati dalla realtà, con pensieri intrusivi e sensazioni corporee difficili da spiegare. Ti rispondo con la massima chiarezza e sincerità possibile, tenendo presente che per una valutazione approfondita sarebbe importante un colloquio clinico strutturato.
1) I pensieri e le sensazioni che descrivi – come la paura di non riconoscere i tuoi cari, di impazzire o di non sentirti “connesso” – sono molto spesso riconducibili a esperienze di derealizzazione e depersonalizzazione. Si tratta di sintomi dissociativi che compaiono spesso in situazioni di ansia intensa, stress prolungato, o disturbi d’ansia. Anche se la sensazione può sembrare molto reale e destabilizzante, non sono segnali di “perdere la mente” o di sviluppare una psicosi. Sono espressioni del tuo sistema nervoso che sta cercando di difendersi da un sovraccarico emotivo.
2) La perdita o l’alterazione del gusto può avere diverse cause, e sebbene tu abbia letto che nella schizofrenia si possono percepire gusti inesistenti, ciò che descrivi non è tipico di una psicosi. I disturbi d’ansia, lo stress prolungato, i disturbi somatoformi e i pensieri ossessivi possono influenzare la percezione sensoriale. Il fatto che questa alterazione sia accompagnata da ruminazioni e ipervigilanza suggerisce che potrebbe trattarsi di un’interpretazione catastrofica di un sintomo corporeo (spiegabile anche da fattori non psicopatologici, come una leggera disfunzione temporanea del gusto).
In CBT, ci concentriamo spesso sul circolo vizioso tra pensieri, emozioni e sensazioni corporee: più ti concentri sull’alterazione, più ansia provi e più il sintomo si amplifica. Questo non significa che “ti stai immaginando tutto”, ma che la tua attenzione selettiva e l’ansia possono intensificare o mantenere i sintomi.
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