Dott.ssa Laura Di Febbraro

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Dott.ssa Laura Di Febbraro

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06/10/2025

Esperienze

Formazione in psicologia dello sviluppo con master sui disturbi specifici dell'apprendimento. Grazie alla mia esperienza di tirocinio presso una neuropsichiatria infantile ho potuto accrescere le competenze relative alla testistica e alla diagnosi; inoltre ho potuto dedicare un'altra parte del mio tirocinio presso un grande centro di riabilitazione. Inoltre,le competenze apprese nel master mi hanno consentito di affinare capacità in relazione non solo al trattamento dei disturbi specifici dell'apprendimento ma anche il disturbo di attenzione e iperattività. Attualmente mi dedico ad attività di consulenza e sostegno psicologico anche per adulti, giovani adulti e famiglie presso un consultorio. Iscritta alla scuola di specializzazione ad orientamento cognitivo-comportamentale.

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  • Consulenza psicologica

    Da 50 €

  • Colloquio individuale

    50 €

  • Consulenza psicologica di coppia

    Da 70 €

  • Diagnosi DSA

    200 €

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 24 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno. Bimbo in seconda primaria, man mano che il tempo passa, peggiora il suo approccio con i compiti a casa, nessuna tecnica sembra funzionare (predisposizione di uno spazio adeguato e tranquillo, organizzazione dei tempi e delle materie, spiegare che una volta svolti i compiti rimane poi del tempo libero per potersi dedicare a gioco, uscite, TV, relax). Insomma man mano la situazione ci sta letteralmente sfuggendo di mano. Io ovviamente sento forte la frustrazione di non essere in grado di trovare una soluzione adeguata ai suoi bisogni. Le maestre non fanno altro che rimarcare una sua frequente distrazione a scuola, escludendo però problemi di altra natura, se non legati esclusivamente ad un atteggiamento. Distrazione che gli fa fare errori (anche se poi guardo i quaderni e al 90% va bene e svolge correttamente le consegne). Lo fanno però mettendo sempre in risalto il suo "non lavorare con attenzione" e vai di faccine tristi sul quaderno. Il bambino è spesso intimorito e ripete di aver paura di sbagliare perché poi le maestre lo sgridano. Ho provato a parlare di questo con loro con l'unico risultato di una sgridata maggiore, davanti a lui. Perché non può né piangere né lamentarsi delle sgridate, visto che è colpa sua. Spesso ci siamo sentiti dire "chissà cosa vi dice a casa" mentre invece in realtà non ci racconta nulla. Semplicemente dopo un po' di tempo a rimuginare su un fatto, poi esplode con la paura di andare a scuola. Noi finora abbiamo cercato di mostrare a lui che maestre e genitori fanno squadra (anche se è evidente che non sia così da parte loro). L'anno scolastico è ormai andato, semplicemente voglio lavorare affinché l'anno prossimo affronti (e affronteremo) il percorso in maniera funzionale e positiva.

Molto spesso il disagio che vivono i bambini si manifesta attraverso il loro comportamento e, a volte, le difficoltà che affrontano a scuola sono sottovalutate. Si potrebbe considerare di effettuare dei test diagnostici per capire se esistono reali difficoltà di attenzione. Già dalla terza elementare è possibile fare diagnosi relative ai disturbi specifici dell'apprendimento, adhd e andrebbe indagato anche l'aspetto emotivo del bambino in quanto ha una ripercussione molto importante, in questo caso, sulla sua vita scolastica .

Dott.ssa Laura Di Febbraro

Mio figlio ha 12 anni e frequenta la seconda media.
Fino alla prima media è sempre stato un ragazzo tranquillo, sia a scuola che a casa. Studiava con impegno e non dava problemi particolari.
Dalla seconda media, però, è cambiato molto.
Ha iniziato a ricevere note frequenti, disciplinari e generiche, legate al comportamento in classe.
Fa molte assenze, non si impegna più come prima nello studio, e sembra disinteressato a tutto ciò che riguarda la scuola.
Ultimamente la situazione è peggiorata: gli insegnanti mi richiamano spesso perché lancia oggetti come matite, gomme o altri materiali dell’astuccio.
Non ha un atteggiamento violento, ma disturba molto le lezioni e sfida apertamente gli insegnanti.
Quando gli chiedo perché si comporta così, mi risponde semplicemente che “non lo sa”. Ho provato a parlargli più volte ma non riesco a capire cosa c’è dietro questo cambiamento.
Gli insegnanti mi dicono che non sanno più cosa fare e io mi sento molto sola in questa situazione. Ho bisogno di capire cosa sta succedendo a mio figlio e come posso aiutarlo prima che peggiori.

Suo figlio sta vivendo l'inizio dell'adolescenza ed è un periodo in cui è presente una maggiore vulnerabilità emotiva che spinge i ragazzi, a volte, a comportamenti impulsivi ed anche contraddittori. L'adolescenza è una fase ricca di cambiamenti biologici, fisici, psicologici ed emotivi che anche loro stessi faticano a riconoscere e gestire. Sicuramente mantenere un dialogo aperto, sincero e non giudicante ci consente di acquisire la fiducia necessaria per poi farli sentire liberi di esprimere le loro preoccupazioni. Si potrebbe ripercorrere mentalmente il periodo in cui il ragazzo è cambiato per valutare se si è verificato qualche episodio che possa averlo turbato ed incoraggiarlo a parlarne. Potrebbe rivelarsi utile un periodo di sostegno psicologico per il ragazzo ed eventualmente incontri di parent training.

Dott.ssa Laura Di Febbraro
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