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Colloquio psicologico (descrizione) • 70 €

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Prestazioni suggerite


70 €

Consulenza Online

Un colloquio psicologico è una conversazione strutturata che avviene tra un professionista della psicologia (come uno psicologo, uno psicoterapeuta o uno psichiatria) e chi cerca supporto o consulenza per problemi emotivi, comportamentali o relazionali.
L'obiettivo è l'identificazione dei pensieri, sentimenti, comportamenti e esperienze che possono risiedere alla base del disagio emotivo.
I colloqui psicologici possono avere diversi obiettivi, tra cui:
- raccoglie informazioni per comprendere meglio le ragioni del malessere.
- lavorare per affrontare problemi specifici, sviluppare strategie di coping o migliorare il benessere emotivo e psicologico.
- offrire un ascolto empatico e un sostegno emotivo mentre si affrontano le sfide personali.
- fornisce informazioni, consigli e risorse per aiutare prendere decisioni informate e affrontare i problemi in modo efficace.
I colloqui psicologici sono confidenziali, rispettosi e centrati sulla persona, e si svolgono all'interno di un ambiente sicuro in cui esplorare pensieri e sentimenti personali.


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Un colloquio psicologico è una conversazione strutturata che avviene tra un professionista della psicologia (come uno psicologo, uno psicoterapeuta o uno psichiatria) e chi cerca supporto o consulenza per problemi emotivi, comportamentali o relazionali.
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- raccoglie informazioni per comprendere meglio le ragioni del malessere.
- lavorare per affrontare problemi specifici, sviluppare strategie di coping o migliorare il benessere emotivo e psicologico.
- offrire un ascolto empatico e un sostegno emotivo mentre si affrontano le sfide personali.
- fornisce informazioni, consigli e risorse per aiutare prendere decisioni informate e affrontare i problemi in modo efficace.
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L'obiettivo è l'identificazione dei pensieri, sentimenti, comportamenti e esperienze che possono risiedere alla base del disagio emotivo.
I colloqui psicologici possono avere diversi obiettivi, tra cui:
- raccoglie informazioni per comprendere meglio le ragioni del malessere.
- lavorare per affrontare problemi specifici, sviluppare strategie di coping o migliorare il benessere emotivo e psicologico.
- offrire un ascolto empatico e un sostegno emotivo mentre si affrontano le sfide personali.
- fornisce informazioni, consigli e risorse per aiutare prendere decisioni informate e affrontare i problemi in modo efficace.
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Un colloquio di psicoterapia è una forma specifica di colloquio psicologico che si concentra sull'esplorazione e la risoluzione dei problemi emotivi, comportamentali o relazionali attraverso l'uso di tecniche e approcci terapeutici specifici.
In un colloquio di psicoterapia, il terapeuta lavora con il paziente per identificare e comprendere i fattori che contribuiscono ai problemi o disagi emotivi. Durante la terapia, il terapeuta può utilizzare una varietà di approcci, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale, le tecniche di regolazione emotiva, l’EMDR, e altre ancora.
La frequenza e la durata dei colloqui di psicoterapia possono variare a seconda delle esigenze e della natura dei problemi affrontati.
La psicoterapia è un processo collaborativo in cui il paziente e il terapeuta lavorano insieme per raggiungere gli obiettivi concordati e affrontare le sfide emotive.
In genere gli obiettivi di un colloquio di psicoterapia sono:
Esplorare e comprendere i pensieri, i sentimenti e i comportamenti che causano sofferenza.
Identificare schemi di pensiero o comportamento disfunzionali.
Sviluppare strategie per affrontare i problemi esistenti e migliorare il benessere emotivo.
Favorire la consapevolezza di sé e dei propri modelli relazionali.
Promuovere la crescita personale e il cambiamento positivo.


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Un colloquio di psicoterapia è una forma specifica di colloquio psicologico che si concentra sull'esplorazione e la risoluzione dei problemi emotivi, comportamentali o relazionali attraverso l'uso di tecniche e approcci terapeutici specifici.
In un colloquio di psicoterapia, il terapeuta lavora con il paziente per identificare e comprendere i fattori che contribuiscono ai problemi o disagi emotivi. Durante la terapia, il terapeuta può utilizzare una varietà di approcci, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale, le tecniche di regolazione emotiva, l’EMDR, e altre ancora.
La frequenza e la durata dei colloqui di psicoterapia possono variare a seconda delle esigenze e della natura dei problemi affrontati.
La psicoterapia è un processo collaborativo in cui il paziente e il terapeuta lavorano insieme per raggiungere gli obiettivi concordati e affrontare le sfide emotive.
In genere gli obiettivi di un colloquio di psicoterapia sono:
Esplorare e comprendere i pensieri, i sentimenti e i comportamenti che causano sofferenza.
Identificare schemi di pensiero o comportamento disfunzionali.
Sviluppare strategie per affrontare i problemi esistenti e migliorare il benessere emotivo.
Favorire la consapevolezza di sé e dei propri modelli relazionali.
Promuovere la crescita personale e il cambiamento positivo.


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Un colloquio di psicoterapia è una forma specifica di colloquio psicologico che si concentra sull'esplorazione e la risoluzione dei problemi emotivi, comportamentali o relazionali attraverso l'uso di tecniche e approcci terapeutici specifici.
In un colloquio di psicoterapia, il terapeuta lavora con il paziente per identificare e comprendere i fattori che contribuiscono ai problemi o disagi emotivi. Durante la terapia, il terapeuta può utilizzare una varietà di approcci, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale, le tecniche di regolazione emotiva, l’EMDR, e altre ancora.
La frequenza e la durata dei colloqui di psicoterapia possono variare a seconda delle esigenze e della natura dei problemi affrontati.
La psicoterapia è un processo collaborativo in cui il paziente e il terapeuta lavorano insieme per raggiungere gli obiettivi concordati e affrontare le sfide emotive.
In genere gli obiettivi di un colloquio di psicoterapia sono:
Esplorare e comprendere i pensieri, i sentimenti e i comportamenti che causano sofferenza.
Identificare schemi di pensiero o comportamento disfunzionali.
Sviluppare strategie per affrontare i problemi esistenti e migliorare il benessere emotivo.
Favorire la consapevolezza di sé e dei propri modelli relazionali.
Promuovere la crescita personale e il cambiamento positivo.



70 €

Consulenza Online

Elaborare i traumi significa affrontare e lavorare attraverso le emozioni, i pensieri e le reazioni che sono scaturite da esperienze traumatiche passate. Questo processo implica l'esplorazione e la comprensione dei modi in cui il trauma ha influenzato la vita e il funzionamento di un individuo, nonché l'adattamento delle risposte emotive e comportamentali legate a tali esperienze.
Elaborare i traumi coinvolge solitamente diverse fasi, tra cui:
1) Riconoscimento del trauma, ovvero accettare di aver vissuto esperienze traumatiche che hanno avuto un impatto significativo sulla propria vita.
2) Esplorazione delle emozioni legate al trauma, come la rabbia, la tristezza, la paura e la vergogna, in un ambiente terapeutico sicuro.
3) Comprensione dei sintomi conseguenti al trauma, come l'ansia, la depressione, l'ipervigilanza o gli incubi. Questa comprensione può aiutare a destigmatizzare tali esperienze e a riconoscere che sono reazioni normali a eventi traumatici.
4) Cambiamento delle credenze e dei pensieri distorti che possono derivare dal trauma e influenzano negativamente il rapporto con noi stessi, gli altri e il mondo in generale.
5) Ritrovare il senso di sicurezza e fiducia nei confronti del mondo e delle relazioni interpersonali.
6) Integrazione del trauma nella propria storia di vita, per ridurre l'influenza dell'esperienza traumatica sulla vita quotidiana.
L'elaborazione dei traumi può richiedere tempo e impegno, e spesso è un processo non lineare che può comportare alti e bassi. È importante affrontare questo processo con il supporto di professionisti qualificati, come psicoterapeuti con adeguata esperienza nel trattamento dei disagi derivanti dal trauma.
Altrettanto importante è ricordare che non esiste un approccio universale per l'elaborazione dei traumi, e il trattamento dovrebbe essere personalizzato in base alle esigenze individuali del paziente e alla gravità dei sintomi.


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Elaborare i traumi significa affrontare e lavorare attraverso le emozioni, i pensieri e le reazioni che sono scaturite da esperienze traumatiche passate. Questo processo implica l'esplorazione e la comprensione dei modi in cui il trauma ha influenzato la vita e il funzionamento di un individuo, nonché l'adattamento delle risposte emotive e comportamentali legate a tali esperienze.
Elaborare i traumi coinvolge solitamente diverse fasi, tra cui:
1) Riconoscimento del trauma, ovvero accettare di aver vissuto esperienze traumatiche che hanno avuto un impatto significativo sulla propria vita.
2) Esplorazione delle emozioni legate al trauma, come la rabbia, la tristezza, la paura e la vergogna, in un ambiente terapeutico sicuro.
3) Comprensione dei sintomi conseguenti al trauma, come l'ansia, la depressione, l'ipervigilanza o gli incubi. Questa comprensione può aiutare a destigmatizzare tali esperienze e a riconoscere che sono reazioni normali a eventi traumatici.
4) Cambiamento delle credenze e dei pensieri distorti che possono derivare dal trauma e influenzano negativamente il rapporto con noi stessi, gli altri e il mondo in generale.
5) Ritrovare il senso di sicurezza e fiducia nei confronti del mondo e delle relazioni interpersonali.
6) Integrazione del trauma nella propria storia di vita, per ridurre l'influenza dell'esperienza traumatica sulla vita quotidiana.
L'elaborazione dei traumi può richiedere tempo e impegno, e spesso è un processo non lineare che può comportare alti e bassi. È importante affrontare questo processo con il supporto di professionisti qualificati, come psicoterapeuti con adeguata esperienza nel trattamento dei disagi derivanti dal trauma.
Altrettanto importante è ricordare che non esiste un approccio universale per l'elaborazione dei traumi, e il trattamento dovrebbe essere personalizzato in base alle esigenze individuali del paziente e alla gravità dei sintomi.


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Elaborare i traumi significa affrontare e lavorare attraverso le emozioni, i pensieri e le reazioni che sono scaturite da esperienze traumatiche passate. Questo processo implica l'esplorazione e la comprensione dei modi in cui il trauma ha influenzato la vita e il funzionamento di un individuo, nonché l'adattamento delle risposte emotive e comportamentali legate a tali esperienze.
Elaborare i traumi coinvolge solitamente diverse fasi, tra cui:
1) Riconoscimento del trauma, ovvero accettare di aver vissuto esperienze traumatiche che hanno avuto un impatto significativo sulla propria vita.
2) Esplorazione delle emozioni legate al trauma, come la rabbia, la tristezza, la paura e la vergogna, in un ambiente terapeutico sicuro.
3) Comprensione dei sintomi conseguenti al trauma, come l'ansia, la depressione, l'ipervigilanza o gli incubi. Questa comprensione può aiutare a destigmatizzare tali esperienze e a riconoscere che sono reazioni normali a eventi traumatici.
4) Cambiamento delle credenze e dei pensieri distorti che possono derivare dal trauma e influenzano negativamente il rapporto con noi stessi, gli altri e il mondo in generale.
5) Ritrovare il senso di sicurezza e fiducia nei confronti del mondo e delle relazioni interpersonali.
6) Integrazione del trauma nella propria storia di vita, per ridurre l'influenza dell'esperienza traumatica sulla vita quotidiana.
L'elaborazione dei traumi può richiedere tempo e impegno, e spesso è un processo non lineare che può comportare alti e bassi. È importante affrontare questo processo con il supporto di professionisti qualificati, come psicoterapeuti con adeguata esperienza nel trattamento dei disagi derivanti dal trauma.
Altrettanto importante è ricordare che non esiste un approccio universale per l'elaborazione dei traumi, e il trattamento dovrebbe essere personalizzato in base alle esigenze individuali del paziente e alla gravità dei sintomi.



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EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una forma di terapia che si concentra sul trattamento di disturbi da stress post-traumatico (PTSD) e altre condizioni psicologiche utilizzando movimenti oculari, suoni o altri stimoli sensoriali per attivare il processo di elaborazione del ricordo traumatico.
Prima di approcciarsi al ricordo traumatico è necessaria una prima fase di anamnesi e valutazione delle esperienze di vita, della gravità dei sintomi e/o di altre condizioni di malessere psicologico e una seconda fase di stabilizzazione, ovvero di rinforzo delle abilità di auto-regolazione delle emozioni.
Al termine di queste due prime fasi si può procedere con l’identificazione dei target, ovvero dei ricordi su cui lavorare, e l’uso di stimolazioni sensoriale per attivare la rielaborazione del ricordo dell’evento traumatico.
Questi sono solo alcuni degli elementi tipici di una seduta di EMDR. La terapia può variare in base alle esigenze specifiche del paziente.


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EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una forma di terapia che si concentra sul trattamento di disturbi da stress post-traumatico (PTSD) e altre condizioni psicologiche utilizzando movimenti oculari, suoni o altri stimoli sensoriali per attivare il processo di elaborazione del ricordo traumatico.
Prima di approcciarsi al ricordo traumatico è necessaria una prima fase di anamnesi e valutazione delle esperienze di vita, della gravità dei sintomi e/o di altre condizioni di malessere psicologico e una seconda fase di stabilizzazione, ovvero di rinforzo delle abilità di auto-regolazione delle emozioni.
Al termine di queste due prime fasi si può procedere con l’identificazione dei target, ovvero dei ricordi su cui lavorare, e l’uso di stimolazioni sensoriale per attivare la rielaborazione del ricordo dell’evento traumatico.
Questi sono solo alcuni degli elementi tipici di una seduta di EMDR. La terapia può variare in base alle esigenze specifiche del paziente.



60 €

Consulenza Online

Durante il primo colloquio psicologico, si cerca di ottenere una prima comprensione della situazione e delle preoccupazioni che hanno portato alla richiesta di aiuto.
Durante l’incontro in genere si forniscono informazioni sulle modalità di lavoro e sulla privacy, si cerca di ottenere una prima immagine della storia personale, delle esperienze di vita, del contesto familiare e sociale, si esplorano i problemi che si stanno attraversando e i pensieri e i sentimenti ad essi associati, e gli obiettivi che ci si immagina di raggiungere durante il percorso, si valutano eventuali sintomi presenti e le risorse già mobilitate nel tentativo di stare meglio, si discutono le modalità di lavoro, inclusa la frequenza e la durata delle sessioni, le tariffe, le politiche di cancellazione e altre questioni pratiche. Infine, se possibile, si può iniziare a delineare un piano terapeutico preliminare che identifica le aree su cui concentrarsi e le strategie per affrontare i problemi.
L'obiettivo del primo colloquio psicologico è stabilire una buona relazione per affrontare efficacemente i problemi presentati.


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Durante il primo colloquio psicologico, si cerca di ottenere una prima comprensione della situazione e delle preoccupazioni che hanno portato alla richiesta di aiuto.
Durante l’incontro in genere si forniscono informazioni sulle modalità di lavoro e sulla privacy, si cerca di ottenere una prima immagine della storia personale, delle esperienze di vita, del contesto familiare e sociale, si esplorano i problemi che si stanno attraversando e i pensieri e i sentimenti ad essi associati, e gli obiettivi che ci si immagina di raggiungere durante il percorso, si valutano eventuali sintomi presenti e le risorse già mobilitate nel tentativo di stare meglio, si discutono le modalità di lavoro, inclusa la frequenza e la durata delle sessioni, le tariffe, le politiche di cancellazione e altre questioni pratiche. Infine, se possibile, si può iniziare a delineare un piano terapeutico preliminare che identifica le aree su cui concentrarsi e le strategie per affrontare i problemi.
L'obiettivo del primo colloquio psicologico è stabilire una buona relazione per affrontare efficacemente i problemi presentati.


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Durante il primo colloquio psicologico, si cerca di ottenere una prima comprensione della situazione e delle preoccupazioni che hanno portato alla richiesta di aiuto.
Durante l’incontro in genere si forniscono informazioni sulle modalità di lavoro e sulla privacy, si cerca di ottenere una prima immagine della storia personale, delle esperienze di vita, del contesto familiare e sociale, si esplorano i problemi che si stanno attraversando e i pensieri e i sentimenti ad essi associati, e gli obiettivi che ci si immagina di raggiungere durante il percorso, si valutano eventuali sintomi presenti e le risorse già mobilitate nel tentativo di stare meglio, si discutono le modalità di lavoro, inclusa la frequenza e la durata delle sessioni, le tariffe, le politiche di cancellazione e altre questioni pratiche. Infine, se possibile, si può iniziare a delineare un piano terapeutico preliminare che identifica le aree su cui concentrarsi e le strategie per affrontare i problemi.
L'obiettivo del primo colloquio psicologico è stabilire una buona relazione per affrontare efficacemente i problemi presentati.



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Durante il primo colloquio di psicoterapia, si iniziano a esplorare i motivi per i quali si sta cercando aiuto. Ecco cosa di solito si fa durante il primo incontro:
Introduzione e accoglienza: si forniscono informazioni sulle modalità di lavoro e sulla privacy. Questa fase è cruciale per stabilire un clima di fiducia e conforto.
Raccolta di informazioni: attraverso specifiche domande si disegna una prima immagine della storia personale e familiare, le esperienze passate e presenti, i sintomi attuali e gli obiettivi desiderati per la terapia. Questo aiuta a comprendere meglio su quali aree potrebbe essere opportuno concentrarsi durante la terapia.
Esplorazione dei motivi della richiesta di aiuto: si prova a descrivere i motivi che hanno spinto a cercare aiuto e quali aspetti della sua vita si desidera migliorare o cambiare. Questo aiuta a chiarire gli obiettivi della terapia e a stabilire le priorità.
Valutazione iniziale: si possono esaminare eventuali i sintomi, le risorse personali e i fattori di rischio o di protezione presenti nella vita. Questo aiuta a formulare una comprensione preliminare della situazione e a pianificare un percorso terapeutico appropriato.
Discussione delle aspettative e delle modalità di lavoro: si prova a stabilire le aspettative per la terapia, inclusi gli obiettivi desiderati, la frequenza e la durata delle sedute, nonché le modalità di pagamento e di cancellazione delle sedute.
Creazione di un piano terapeutico preliminare: Sulla base delle informazioni raccolte durante il colloquio, si può iniziare a sviluppare un piano terapeutico preliminare che identifica le aree su cui concentrarsi e le strategie terapeutiche da utilizzare.
Il primo colloquio di psicoterapia è essenziale per stabilire una buona relazione terapeutica e per iniziare a lavorare sui problemi presentati. Questo incontro iniziale fornisce una base solida per il lavoro terapeutico futuro.
Non sempre è possibile o necessario esaurire tutti i punti all’interno del primo incontro e spesso è opportuno svolgere altri incontri per raccogliere tutte le informazioni utili in modo adeguato.


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Durante il primo colloquio di psicoterapia, si iniziano a esplorare i motivi per i quali si sta cercando aiuto. Ecco cosa di solito si fa durante il primo incontro:
Introduzione e accoglienza: si forniscono informazioni sulle modalità di lavoro e sulla privacy. Questa fase è cruciale per stabilire un clima di fiducia e conforto.
Raccolta di informazioni: attraverso specifiche domande si disegna una prima immagine della storia personale e familiare, le esperienze passate e presenti, i sintomi attuali e gli obiettivi desiderati per la terapia. Questo aiuta a comprendere meglio su quali aree potrebbe essere opportuno concentrarsi durante la terapia.
Esplorazione dei motivi della richiesta di aiuto: si prova a descrivere i motivi che hanno spinto a cercare aiuto e quali aspetti della sua vita si desidera migliorare o cambiare. Questo aiuta a chiarire gli obiettivi della terapia e a stabilire le priorità.
Valutazione iniziale: si possono esaminare eventuali i sintomi, le risorse personali e i fattori di rischio o di protezione presenti nella vita. Questo aiuta a formulare una comprensione preliminare della situazione e a pianificare un percorso terapeutico appropriato.
Discussione delle aspettative e delle modalità di lavoro: si prova a stabilire le aspettative per la terapia, inclusi gli obiettivi desiderati, la frequenza e la durata delle sedute, nonché le modalità di pagamento e di cancellazione delle sedute.
Creazione di un piano terapeutico preliminare: Sulla base delle informazioni raccolte durante il colloquio, si può iniziare a sviluppare un piano terapeutico preliminare che identifica le aree su cui concentrarsi e le strategie terapeutiche da utilizzare.
Il primo colloquio di psicoterapia è essenziale per stabilire una buona relazione terapeutica e per iniziare a lavorare sui problemi presentati. Questo incontro iniziale fornisce una base solida per il lavoro terapeutico futuro.
Non sempre è possibile o necessario esaurire tutti i punti all’interno del primo incontro e spesso è opportuno svolgere altri incontri per raccogliere tutte le informazioni utili in modo adeguato.


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Durante il primo colloquio di psicoterapia, si iniziano a esplorare i motivi per i quali si sta cercando aiuto. Ecco cosa di solito si fa durante il primo incontro:
Introduzione e accoglienza: si forniscono informazioni sulle modalità di lavoro e sulla privacy. Questa fase è cruciale per stabilire un clima di fiducia e conforto.
Raccolta di informazioni: attraverso specifiche domande si disegna una prima immagine della storia personale e familiare, le esperienze passate e presenti, i sintomi attuali e gli obiettivi desiderati per la terapia. Questo aiuta a comprendere meglio su quali aree potrebbe essere opportuno concentrarsi durante la terapia.
Esplorazione dei motivi della richiesta di aiuto: si prova a descrivere i motivi che hanno spinto a cercare aiuto e quali aspetti della sua vita si desidera migliorare o cambiare. Questo aiuta a chiarire gli obiettivi della terapia e a stabilire le priorità.
Valutazione iniziale: si possono esaminare eventuali i sintomi, le risorse personali e i fattori di rischio o di protezione presenti nella vita. Questo aiuta a formulare una comprensione preliminare della situazione e a pianificare un percorso terapeutico appropriato.
Discussione delle aspettative e delle modalità di lavoro: si prova a stabilire le aspettative per la terapia, inclusi gli obiettivi desiderati, la frequenza e la durata delle sedute, nonché le modalità di pagamento e di cancellazione delle sedute.
Creazione di un piano terapeutico preliminare: Sulla base delle informazioni raccolte durante il colloquio, si può iniziare a sviluppare un piano terapeutico preliminare che identifica le aree su cui concentrarsi e le strategie terapeutiche da utilizzare.
Il primo colloquio di psicoterapia è essenziale per stabilire una buona relazione terapeutica e per iniziare a lavorare sui problemi presentati. Questo incontro iniziale fornisce una base solida per il lavoro terapeutico futuro.
Non sempre è possibile o necessario esaurire tutti i punti all’interno del primo incontro e spesso è opportuno svolgere altri incontri per raccogliere tutte le informazioni utili in modo adeguato.

Esperienze

Su di me

Sono psicologa e psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitiva e Cognitiva Comportamentale e ho conseguito un master biennale in Psicotraumat...

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  • Psicologia Clinica
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Sto seguendo un percorso con Giulia da più di un anno e per la prima volta ho trovato una vera professionista. Dopo anni di sedute non funzionali finalmente mi sento ascoltata ed aiutata sul serio. Grazie di tutto Giulia

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...in poche parole: mi ha fatto tornare a respirare! Professionale e attenta.

Dott.ssa Giulia Radice

Sono davvero contenta!

S
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Una dottoressa molto gentile e preparata che mi ha seguito per alcuni mesi e mi ha fatto sentire capita e a mio agio. In futuro sicuramente mi rivolgerò nuovamente a lei se ne sentissi la necessità.

Dott.ssa Giulia Radice

Grazie mille Silvia! Le auguro tutto il meglio per il suo futuro.


A
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Consiglio vivamente la dottoressa Radice per la sua grande disponibilità. Mi sono sento a mio agio e da quando svolge le sedute con lei mi sento molto meglio. Grazie

Dott.ssa Giulia Radice

Grazie A.G per le gentili parole


C
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Attenta e dinamica, stimola alla riflessione, scava.
Accogliente lei e l'ambiente.

Dott.ssa Giulia Radice

Sono felice delle sue parole


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Psicologa specializzata nella tecnica dell' EMDR, molto gentile e professionale. Durante le sedute interagisce e aiuta a porsi delle domande introspettive,a scavarsi dentro. Primo approccio all EMDR positivo

Dott.ssa Giulia Radice

Sono felice che l'EMDR la stia aiutando


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L'impatto è stato positivo da subito. La dott.ssa Radice trasmette calma e tranquillità. Ho affrontato ed elaborato della sofferenza che portavo con me da tanto tempo. È stata un esperienza davvero positiva e lo consiglio vivamente.

Dott.ssa Giulia Radice

Grazie FL, è stato un piacere lavorare con lei!


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Ho effettuato il mio percorso con la dott.ssa Radice in periodo difficile della mia vita a causa di crisi di panico ed ansia. Mi sono sentita a mio agio fin dal primo momento, grazie alla sua calma e alla sua natura empatica. Mi ha aiutato a sviluppare una maggiore consapevolezza di me stessa. Insieme a lei ho scoperto quali strategie utilizzare per la gestione dei momenti difficili. Non ho più avuto attacchi d'ansia come prima. Sono soddisfatta del suo lavoro e felice di averla conosciuta.

Dott.ssa Giulia Radice

Grazie mille Lisa! è bello sapere che sta bene!


F
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Da quando ho iniziato il mio percorso terapeutico con la dott.ssa Radice mi è migliorata la qualità della vita….

Dott.ssa Giulia Radice

La ringrazio Fabiola. Sono molto contenta del percorso fatto insieme.


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Mi sono trovata bene con la dottoressa fin da subito, a mio agio e compresa. Grazie al percorso con lei, sto acquisendo più comprensione e consapevolezza delle mie emozioni e comportamenti. Mi sento meglio grazie a questo percorso con la dottoressa.

Dott.ssa Giulia Radice

Grazie per la condivisione. Sono felice che stia trovando la consapevolezza che cercava. Un caro saluto


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve, in questi ultimi giorni secondo alcune situazioni mi sento dissociata. Lo sento che c’è qualcosa che non va e ad un tratto dentro di me tutto si spegne. Mi sale inoltre la paura nei pensieri perché non so come reagire a questo stato. Non so se non sono consapevole ma quando qualcuno di esterno tipo mia mamma mi vede ed interagisce con me rispondo sì alle domande che mi fa senza realmente far capire come mi sento (perché non sento) e in più quando succede questo ‘buio’ mi sento vuota(altro sintomo). Lei mi sovrastimola quando sto così, mi vuole cambiare i vestiti per uscire, vuole truccarmi e insiste di uscire senza capire che non è che non lo voglio fare ma poi farei peggio. A me questa cosa infastidisce parecchio perché so intendere e volere e accumulo un sacco di rabbia in questo stato… poi a volte la ascolto ed esco lo stesso (per paura di rimanere in quello stato o di vedere il mondo nero) ma poi creo disagio in pubblico perché o fingo di stare bene agli occhi altrui anche se la mia faccia dice il contrario o l’ultima volta mi sentivo cadere e questo mi crea anche un malessere interno per chi mi vede star male da fuori anche nello spiegare il malessere e essere additata perché magari non avevo fatto colazione e poi continuare a ‘combattere’ verso quell’idea, insomma..
Io a questo punto vorrei capire se qualcuno specializzato spieghi a mia mamma come ‘aiutarmi’ quando sto così e agire diversamente mo bho non saprei.. anche perché quando mi succede mi creo solo pensieri di come potrei fare per farmi capire. Anche perché quando succede mi fanno vedere le cose e il mondo in modo negativo, voglio distruggere le cose che mi stanno intorno perché mi fanno ricordare lo stress o comunque mi danno in qualche modo fastidio.
Grazie

Gentile utente, prima di tutto partirei da lei, provando a dare una forma più chiara al suo stato d'animo e ai suoi pensieri. Da quanto tempo si sente in questo modo? Cosa accade poco prima che inizi a provare questo stato di dissociazione e vuoto? Per far capire a sua madre come può aiutarla è importante prima capire come lei può aiutare sè stessa.
Un caro saluto.
GR

Dott.ssa Giulia Radice

Penso di essere autistica.
Tutti gli psicologi da cui sono stata hanno dimostrato chiusura mentale a prescindere che io sia o no autistica.
Avevo trovato uno psicologo bravo (brava persona) ma non abbastanza aperto sul tema autismo.
Ho sentito come se nessuno abbia preso seriamente la mia richiesta di verificare se fossi o no autistica.
Quando ero più piccola ricordo che quando ne parlai con il mio psicologo mi fece il test con le emoji (uguali a quelle del telefono) per vedere se capivo le emozioni e per me insufficiente per capire se fossi autistica.
Ora ho 20 anni,qualche mese fa abbiamo fatto un test sull'autismo su mia richiesta e lui mi ha detto che non lo ero,avendo qualche dubbio sono andata a vedere io sul sito dove aveva preso il test e ho appurato di aver superato il punteggio medio (ciò vuol dire che in media le persone che superano quel punteggio sono autistiche ma non tutte).Gli e l'ho detto e lui mi ha detto che non necessariamente se superavo il punteggio medio ero autistica (cosa vera) ma perché mentirmi così? perché nascondere che il punteggio non escludeva che fossi autistica?Poi io ho alcune stereotipie tipo unire più dita e cose così oppure mi schiarisco sempre la gola e sbatto le palpebre se sono troppo stressata.
Io provavo a credere alla sua diagnosi ma ogni volta che notavo stranezze in me che altri non hanno e soffrivo.
Gli chiedevo allora come fare per smettere di fare certi movimenti ripetitivi e se fosse possibile...e lui mi diceva che con gli autistici ci era riuscito (specifichiamo autistici con ritardo cognitivo e con stereotipie più forti) e che dovevo sostituire il movimento con un altro per avere controllo della stereotipia ma non ci riuscivo,non mi faceva fare esercizi o altro che inventava lui,diceva solo di provare a sostituire il movimento.
Se gli dicevo che non funzionava mi ripeteva la medesima cosa.
Questa cosa mi fa stare molto male perchè era l'unica risposta che aveva da offrirmi quindi se non riuscivo era responsabilità mia.
Non tanto il fatto di non essere riuscita a migliorare mi fa stare male, tanto più il mancato sforzo nell'interessarsi veramente alla risoluzione del problema.
Mi dà fastidio quando ti danno un consiglio che dovrebbe essere la soluzione non funziona e anziché pensare a qualcosa di nuovo e mettersi in discussione insistono sugli stessi consigli.
io non so più cosa devo fare per avere risposte e sia umile nel cercarle con te.
Esiste qualcuno che si incaponisce per aiutare?che riconosce quando qualcosa non funziona?
Qualcuno appassionato veramente del suo lavoro e non legato al denaro?
Se forse esiste qualcuno di umile e interessato ad ascoltare non solo con le orecchie mi farebbe piacere una risposta.

Gentile utente, purtroppo l'autismo in età adulta è un campo in cui la ricerca è ancora giovane e le poche risposte possono non raggiungere mai un sufficiente grado di certezza. Ricordi inoltre che nessun test psicologico è diagnostico, ma solo valutativo.
Nel suo racconto mi viene però da chiedermi come sia lei, al da là della possibile diagnosi. Cosa significherebbe per lei sapere di essere (o non essere) autistica? Cosa la spinge non fidarsi (e affidarsi) ai vari specialisti che ha consultato fino ad ora? Cosa significa per lei sentire di essere la sola ad "incaponirsi"?
Forse fare prima ordine su quanto lei, come persona, ha investito nel ricevere una diagnosi può aiutarla a ritrovare sè stessa (autistica o meno che sia):
Un caro saluto
GR

Dott.ssa Giulia Radice

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