Vorrei condividere il mio percorso riguardo alla sessualità e al mio rapporto con la pornografia, sp

5 risposte
Vorrei condividere il mio percorso riguardo alla sessualità e al mio rapporto con la pornografia, sperando di trovare un confronto professionale. Sono un ragazzo e ho appena compiuto 18 anni. Fin da molto piccolo, quando ero ancora in età prescolare o alla Prima Elementare, ho iniziato ad avvicinarmi a contenuti in cui la figura femminile era sessualizzata, come ad esempio video di balli con donne vestite in modo leggero o con intimo, che mettevano in evidenza il corpo. Non conoscevo ancora la masturbazione, ma quei video mi suscitavano una sensazione di piacere fisico che cercavo di prolungare. Col tempo, sono passato a cercare contenuti più espliciti, spesso associando il nome di donne alla parola “sex tape”, che allora non sapevo bene cosa significasse, ma che mi portava a scoprire video di natura sessuale. Parallelamente, sin da piccolo ho avuto un feticismo specifico per i piedi femminili, che mi dava piacere e stimolazione. Crescendo, oltre al piacere fisico, ho sviluppato attrazione emotiva e sentimentale verso ragazze, sentendomi attratto in modo crescente dalle donne e guardando pornografia a sfondo eterosessuale, focalizzandomi quasi esclusivamente sulla figura femminile.

Non ho mai avuto esperienze dirette di relazione, né con ragazze né con ragazzi, e nessun flirt effettivo con nessuno, eccetto qualche interesse o piccolo flirt con alcune ragazze tra elementari e medie. Il contesto delle scuole superiori in cui mi trovo ora è quasi esclusivamente maschile, con circa 20 ragazze su 2000 studenti, il che limita molto le possibilità di rapporti o esperienze con persone di sesso opposto. Inoltre, non ho mai avuto amicizie significative al di fuori dell’ambiente scolastico: solo qualche amicizia passeggere alle elementari e alle superiori, ma nulla che andasse oltre la mera amicizia. Forse a causa della mia bassa autostima e della timidezza, non ho mai accettato con piacere di avere interazioni al di fuori della scuola, per paura di fallire, di essere fuori luogo o di non sapere cosa dire o fare.

Con l’inizio della pandemia, la mia vita sociale si è praticamente azzerata: non avevo amicizie, né rapporti affettivi o sessuali, e questo isolamento ha profondamente sconvolto la mia situazione emotiva. Credo che proprio questo isolamento, insieme al consumo frequente di certi tipi di contenuti, abbia bloccato un’evoluzione naturale del mio orientamento sessuale. Prima di quel periodo provavo attrazione per persone dell’altro sesso, ma da allora tutto si è fermato, e ora temo che quell’attrazione fosse solo un’illusione o che in realtà io non sia eterosessuale come pensavo. Durante la pandemia, senza cercare direttamente pornografia omosessuale, mi sono interessato a video di ragazzi giovani, mai uomini più grandi, spesso con gambe depilate, che ricevevano massaggi o si masturbavano. Questi video mi stimolavano fisicamente e, col tempo, ho iniziato a capire meglio l’atto masturbativo maschile attraverso queste immagini, senza sapere se ero attratto principalmente dal corpo maschile o dall’atto stesso di provare piacere osservando qualcun altro.

Inoltre, ho sempre ricercato contenuti molto specifici, legati a un’idea idealizzata di certi corpi e situazioni, scartando tutto ciò che non mi attirava. Con il tempo ho anche cominciato a interessarmi a persone più vicine a me, come influencer o ragazzi noti su YouTube, immaginandoli in contesti erotici, anche se non necessariamente pornografici o esplicitamente sessuali. Tuttavia, nonostante questa attenzione verso figure maschili, non ho mai provato attrazione affettiva o sentimentale verso ragazzi, né mi sono mai immaginato in una relazione con loro, mentre con le donne, anche se in misura minore rispetto al passato, mi sento comunque a mio agio all’idea di avere un rapporto sessuale o una relazione.

Per quanto riguarda le persone transessuali, androgine o con un aspetto fisico non convenzionale, non ho mai provato attrazione basata su uno stigma o un modello ideale. Sono sempre stato molto neutrale e indifferente verso queste differenze: vedevo due donne o due uomini che si baciavano, persone transessuali o androgine, e non facevo distinzioni particolari. Non ho mai avuto pregiudizi o stigma; erano semplicemente delle persone. Da piccolo ero talmente estraneo alla questione che non me ne interessavo neanche, vivevo senza pormi domande sull’argomento.

Da quando, circa 4-5 mesi fa, ho iniziato a pormi queste domande sulla mia sessualità, la confusione è cresciuta. La mia idea iniziale era quella di avere una relazione con una donna e, in futuro, costruire un percorso di vita con lei. Non mi sono mai immaginato in una relazione omosessuale con un uomo. Inoltre, non ho mai vissuto in un contesto sociale opprimente o giudicante riguardo a orientamenti sessuali diversi dal mio presunto eterosessuale. Non ho mai ricevuto messaggi che la bisessualità, l’omosessualità o l’attrazione fluida fossero sbagliati. Anzi, ho avuto contatti con persone adulte, amici di amici, che avevano matrimoni omosessuali o lesbici, e per me è sempre stata una questione neutra: persone che stanno insieme, senza importanza per l’orientamento.

Questa situazione mi crea molta confusione e ansia. Da un lato, ho vissuto per molti anni un’attrazione eterosessuale abbastanza chiara; dall’altro, negli ultimi anni, l’attrazione verso il mio stesso sesso è aumentata, pur senza cancellare completamente quella verso l’altro sesso. Non so se questo significhi che sono bisessuale, o se l’omosessualità stia emergendo solo in alcune sfaccettature di me, o se la mia eterosessualità sia stata in qualche modo condizionata o alterata dal consumo di pornografia e dall’isolamento.

Il problema principale è che non ho mai avuto la lucidità o la prontezza per interrogarmi su questa parte di me, e ora il passare da un estremo all’altro dell’orientamento, magari tornando in futuro a preferire uno piuttosto che l’altro, mi destabilizza. Non riesco a definire chi sono in modo definitivo e questo crea un forte disagio. Ho paura di aver perso la mia vera natura o di essere stato condizionato da fattori esterni. Questa incertezza e ansia sono al centro del mio malessere.

Metto in atto tutti i sintomi tipici del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) legati al tema dell’orientamento sessuale, e ho già iniziato un percorso terapeutico lavorando principalmente sulle compulsioni correlate a questo disturbo. Tuttavia, credo che per la complessità della situazione mi serva un aiuto continuativo e approfondito per uscire da questo circolo vizioso e trovare un po’ di pace interiore. So che questa condizione potrebbe rientrare in quello che clinicamente viene chiamato “DOC a sfondo orientamento sessuale” o “HOCD” e vorrei un parere professionale per avere chiarezza emotiva, affettiva e sessuale, senza filtri o condizionamenti.
Dott.ssa Teresita Forlano
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Roma
Buona sera, grazie per la condivisione.
A mio parere, per darle una risposta, occorrerebbe un colloquio diretto per una comprensione e valutazione corretta del caso; questo aiuterebbe a capire anche il percorso psicoeducativo o psicoterapeutico da intraprendere, ossia capire gli scopi che lei ha e curare se ce ne bisogno.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano

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Dott. Francesco Romano
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Napoli
Salve, la sua "confusione" in merito all'orientamento sessuale è figlia di nostri Tempi. Viviamo in un mondo privo di certezze, fortemente condizionati da un bombardamento di "informazioni" spesso contraddittorie. Può liberarsi da questi dubbi, ascoltando la voce dei suo corpo. In altre parole, dalla direzione dall'attrazione sessuale.
A mio giudizio, il suo problema maggiore non è quello dell'orientamento sessuale, ma dal fatto che non ha fatto esperienze concrete. Affronta la questione teoricamente, invece di viverla e sperimentarla. Il mio consiglio è di smettere di pensare e passare all'azione, qualunque azione. Vedrà, che così facendo, pian piano scoprirà la sua natura e ciò che fa per lei.
Cordiali saluti
Dott.ssa Lucia Rizzo
Sessuologo, Psicologo, Psicologo clinico
Lizzano
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso in modo così dettagliato e sincero il suo percorso e le sue riflessioni. È comprensibile che, dopo esperienze e cambiamenti così significativi, possa sentirsi confuso e in ansia rispetto alla sua identità e alle sue attrazioni.

L’orientamento sessuale non è sempre statico: può essere influenzato da fattori emotivi, esperienze di vita, contesto relazionale e, in alcuni casi, anche da periodi di isolamento o dal tipo di stimoli sessuali a cui ci si espone. Allo stesso tempo, quando subentra una forte preoccupazione e un’attenzione costante a “capire” o “definire” se stessi, questo può alimentare pensieri ossessivi e aumentare l’ansia, come accade nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo a tema orientamento sessuale (HOCD).

Il lavoro terapeutico in questi casi si concentra su più piani:

Ridurre la componente ossessiva e l’ansia legate alla necessità di etichettarsi o dare una risposta definitiva.

Esplorare la sessualità in modo graduale e sicuro, senza forzature e con uno sguardo aperto, per comprendere cosa realmente le dia benessere e soddisfazione.

Integrare la parte emotiva, relazionale e fisica della sessualità, andando oltre l’aspetto puramente legato agli stimoli pornografici.

La sua richiesta di “chiarezza emotiva, affettiva e sessuale” è un obiettivo realistico, ma richiede tempo, ascolto e un contesto protetto. Continuare il percorso con un professionista che conosca sia le dinamiche dell’ansia ossessiva, sia i temi legati alla sessualità, può aiutarla a ritrovare serenità e ad accettare la possibilità che le attrazioni possano essere complesse, senza per questo invalidare la sua identità.

Resto a disposizione, anche online, se desidera intraprendere un lavoro continuativo su questi aspetti.

Un saluto, Dott.ssa Lucia Rizzo
Dott.ssa Emerilys Marthai Delgado Garcia
Psicologo, Professional counselor, Sessuologo
Salerno
Caro ragazzo, ti ringrazio per aver condiviso con tanta profondità e sincerità il tuo percorso. È evidente che hai riflettuto molto su te stesso, e questo è già un segnale di grande maturità e desiderio di comprensione.
Il tema dell’orientamento sessuale, soprattutto in età evolutiva e in contesti di isolamento come quello che hai vissuto durante la pandemia, può diventare fonte di dubbi e ansie. Il consumo di pornografia, se frequente e associato a contenuti specifici, può influenzare temporaneamente le fantasie e le reazioni corporee, ma non definisce in modo assoluto l’identità sessuale di una persona.
Il fatto che tu abbia vissuto per anni un’attrazione verso il sesso opposto, e che ora ti interroghi su nuove sensazioni, non significa che tu abbia “perso” la tua natura. L’identità sessuale è un processo fluido, personale e in continua evoluzione, che può essere influenzato da esperienze, contesti e vissuti emotivi. Non è necessario incasellarsi in una definizione rigida, ma piuttosto imparare ad ascoltarsi con onestà e senza giudizio.
I pensieri intrusivi, il bisogno di certezza e il timore di “essere cambiato” che descrivi sono compatibili con il quadro del Disturbo Ossessivo-Compulsivo a tema orientamento sessuale (HOCD). In questi casi, il problema non è l’orientamento in sé, ma il dubbio patologico e il controllo mentale che ne deriva. È molto positivo che tu abbia già iniziato un percorso terapeutico: con il giusto supporto, è possibile ridurre le compulsioni, ritrovare serenità e costruire una relazione più libera e autentica con la propria sessualità.
Ti incoraggio a proseguire il lavoro terapeutico con fiducia, magari integrando un percorso che tenga conto anche della dimensione affettiva e relazionale, oltre a quella cognitiva. Il tuo desiderio di chiarezza è legittimo, e merita uno spazio sicuro e competente in cui essere accolto.
Resto a disposizione se desideri approfondire o iniziare un confronto diretto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Emerilys Martha Delgado Garcia
Dott.ssa Nunzia Madonna
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Caserta
Innanzitutto, è importante riconoscere il valore del tuo racconto: il modo approfondito e riflessivo con cui descrivi la tua storia mostra un grande livello di consapevolezza e desiderio autentico di comprenderti.

Il tuo percorso tocca due dimensioni che, quando si intrecciano, possono creare molta confusione:

Lo sviluppo della sessualità (che è un processo fluido, complesso e in continua evoluzione).

La presenza di pensieri ossessivi legati all’identità sessuale, che possono amplificare i dubbi e rendere difficile distinguere ciò che nasce dal desiderio autentico da ciò che deriva dall’ansia e dal bisogno di controllo.

Durante l’adolescenza — e in modo ancora più intenso in contesti di isolamento o consumo frequente di pornografia — è normale che la curiosità sessuale si sposti, esplori immagini e corpi diversi, senza che questo definisca un orientamento. L’orientamento sessuale, infatti, non si misura dai contenuti che eccitano, ma dalla direzione stabile e affettiva del desiderio nel tempo, che può richiedere anni per chiarirsi.

Nel tuo caso, la componente ossessiva sembra aver preso il sopravvento: la paura di “aver perso la vera natura” o di “essere stato condizionato” è tipica del DOC a tema sessualità/orientamento (HOCD), in cui la mente cerca prove, certezze e conferme, generando ancora più ansia e dubbi.

La via più utile è continuare il percorso terapeutico, lavorando non tanto per “definire” chi sei, ma per imparare a tollerare l’incertezza, riconoscere i meccanismi ossessivi e recuperare un contatto più spontaneo con il corpo e il desiderio. Parallelamente, un lavoro psicoeducativo sul rapporto con la pornografia può aiutarti a distinguere ciò che è stimolazione artificiale da ciò che appartiene davvero alla tua esperienza emotiva e relazionale.

Puoi anche esplorare con il terapeuta aspetti come:

l’immagine corporea e la relazione con la solitudine;

le modalità di costruire legami e intimità affettiva;

la libertà di esplorare la sessualità senza sentirti obbligato a incasellarti in una definizione rigida.

In sintesi: non hai perso la tua natura, stai solo attraversando una fase di conoscenza di te stesso in cui l’ansia e la ricerca di certezze rendono tutto più confuso. Con il tempo, un lavoro costante e uno spazio terapeutico sicuro, la tua identità sessuale potrà emergere in modo più autentico e sereno, senza pressioni né paura di sbagliare.

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