Salve mio papà a 79 anni, ha diabete mellito (tipo2) ed è cardiopatico da 5 anni (ha subito un’angio

3 risposte
Salve mio papà a 79 anni, ha diabete mellito (tipo2) ed è cardiopatico da 5 anni (ha subito un’angioplastica nel 2013 per ischemia cardiaca).

A Giugno 2018 gli è stata cambiata la cura del diabete, passando al Synjardy + Metformina (la seconda la prendeva già).
Il primo mese ha sbagliato a prender il dosaggio (2 pastiglie anzichè una mattina e sera), ma avvertendo spossatezza, e si è accorto di aver sbagliato. Nell'arco di 2 settimane seguendo il corretto dosaggio è ritornato nella norma.
Ha iniziato a perdere peso, fino a che è andato di nuovo dalla diabetologa a Ott 2018, che gli ha riconfermato la cura, dicendo che voleva vederlo poi a Feb 2019.
Ad oggi ha perso 7 Kg, e nonostante visite specialistiche continuano a sostenere che il farmaco è corretto.
Da un recente esame del sangue era emerso un abbassamento dell'emoglobina a valore 9.
I medico di specialista ha pensato ad una colonscopia...perchè pensa ad una perdita di sangue importante.
Ma il medico di famiglia ha richiesto un esame del sangue e l’emoglobina è salita a 10.6 (dopo 3 settimane di cura del ferro), per le feci il sangue non c’è (il valore deve essere <1 e i valori dei 3 campioni sono tra 0.30 e 0.80).
Detto questo che sicuramente non è un quadro clinico analitico, vorrei capire cosa suggerite.
Vedo mio papà cambiare e ha iniziato a farlo dal cambio della cura. La logica che sostiene mio papà è di ascoltare il proprio corpo e lui sostiene che da quando ha cambiato cura, ha iniziato a sentire un cambiamento.
Ora dato che è sicuramente sbagliato sospendere una cura data da un medico... ma considerando che non siamo tutti uguali e non reagiamo alle cure tutti allo stesso modo... Cosa possiamo fare....a chi possiamo rivolgerci... per TROVARE UNA SOLUZIONE.
In questi giorni ha stitichezza
Annebbiamento vista
Giramento di testa
E deambulazione non sicura..
E' un uomo forte e non ha mai avuto nulla nella sua vita, neppure una frattura, ora gli è stata trovata una doppia ernia inguinale da un solo lato.
Che possa essere questa la causa dell'emoglobina bassa ?
Che sia il farmaco Synjardy?
E' necessario fare una colonscopia?
COSA FARE PRIMA DI PASSARE A OPERAZIONI INVASIVE?!
Spero rispondiate quantomeno con una considerazione oggettiva e non con la classica risposta "occorre una visita specialistica" (le stiamo già facendo, ma non c'è nessuno che sa che iter seguire).

Grazie
Roberto
Buongiorno.
Il caso di Suo padre è alquanto complesso ed è necessaria una valutazione completa prima di potersi esprimere o individuare cause e/o terapia per migliorare lo stato di salute.
Le suggerirei di rivolgersi a un interista/geriatra con esperienza diabetologica o a un diabetologo con preparazione internistica che dovrebbero fare al Suo caso.
Cordialmente
Marco Meloni

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Buondì.
Focalizzerei l'attenzione sul dato emoglobina, specie in soggetto cardiopatico. Un valore di 9 mg/dl impone la corretta identificazione della causa che, a mia conoscenza, è indipendente dai farmaci da lei citati.
Se di natura alimentare (scarso introito di ferro alimentare), se dovuto a perdite o ad una ridotta emopoiesi da insufficienza renale o midollare.
Si rivolga ad un internista con cui stabilire l'iter diagnostico.

Carissimo, innanzitutto il calo ponderale rappresenta un effetto tipico della terapia con metformina e/o empagliflozin (anche se la terapia antidiabetica potrebbe non essere l'unica causa della riduzione del peso e delle altre manifestazioni lamentate dal papà); dovrei tuttavia conoscere il peso effettivo raggiunto, in modo da valutare se il peso stesso rientri negli ambiti di norma oppure risulti troppo basso o ancora rimanga elevato. Un altro effetto collaterale della terapia antidiabetica (ed in particolare dell'empagliflozin, recentemente associato alla metformina) è inoltre costituito dal calo della pressione arteriosa che, qualora risultasse significativo, potrebbe giustificare il malessere da lei riferito. Ricordo inoltre la non infrequente associazione tra metformina e deficit di vitamina B12 con conseguente anemizzazione. Ferma restando la necessità di un'approfondita valutazione internistica per l'inquadramento dell'anemizzazione e delle altre problematiche (i miei colleghi hanno risposto più che esaurientemente a tale proposito), mi permetto un'ultima osservazione: per la scelta della terapia antidiabetica occorre trovare il giusto compromesso tra l'efficacia della terapia stessa, la sua compatibilità con il "fenotipo" del paziente e l'effettiva necessità di controllo dello scompenso glicometabolico. In altri termini, una terapia antidiabetica troppo aggressiva, soprattutto in un soggetto anziano, potrebbe essere caratterizzata da un rapporto costo-beneficio sfavorevole; dovrei a tale proposito valutare sia lo stato della funzione epatorenale (creatinina, transaminasi, colinesterasi), sia il valore di emoglobina glicata/Hba1c precedente ed eventualmente successivo alla nuova terapia. Persistendo il malessere (e sempre nell'ambito di una più ampia valutazione internistica), si potrebbe pensare "ex adiuvantibus" alla sospensione dell'empagliflozin o alla sua sostituzione con una gliptina che risulta sicuramente più compatibile con la non giovane età di suo padre, pur perdendo i comprovati effetti benefici sul rischio cardiovascolare, caratteristici delle stesse gliflozine. Auguroni di cuore.

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