Salve! Mio marito assume Sereupin mattina e sera, Depakin Crono la sera e Lorazepam la sera....a cen

8 risposte
Salve! Mio marito assume Sereupin mattina e sera, Depakin Crono la sera e Lorazepam la sera....a cena consuma un paio di bicchieri di vino! Vorrei sapere per favore quali sono le consequenze di tutto ciò!
Dott.ssa Mariagrazia Sbragia
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Pisa
Il medico che le ha prescritto questi farmaci le avrà senz'altro detto di non assumere alcool contemporaneamente alla cura farmacologica, questo perchè l'alcool è da considerarsi una sostanza che interferisce con l'assorbimento e l'azione dei farmaci. Si rivolga al medico prescrittore.

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Asya Cappalli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Parma
Gentile utente, è sempre sconsigliabile bere alcol in concomitanza con una cura farmacologica, sia perchè l'alcol potrebbe interferire con l'efficacia dei farmaci sia perchè potrebbero esserci effetti negativi. Le consiglio di riportare i suoi dubbi al medico che le ha prescritto i farmaci, affinchè possa darle tutte le delucidazioni di cui ha bisogno. Con i migliori auguri, porgo cordiali saluti. Dott.ssa Asya Cappalli
Dott.ssa Vanessa Conforto
Neuropsicologo, Psicologo
Milano
Gentile utente, concordo con i colleghi e ribadisco che è assolutamente sconsigliato (e anche pericoloso) assumere alcol in concomitanza a una cura con psicofarmaci. Immagino che Lei abbia esposto al medico la difficoltà di Suo marito nell'astenersi completamente dall'alcol durante la terapia. Nel caso in cui il paziente abbia difficoltà rilevanti nel seguire l'indicazione riguardante la completa astinenza dall'alcol, il motivo potrebbe essere dovuto a un problema legato al consumo incontrollato di alcol e l'instaurarsi di una condizione di dipendenza alcolica. Per esserne sicuri, però, è necessario effettuare una valutazione e condurre degli accertamenti. Resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott.ssa Vanessa Conforto
Dott. Pietro Trisciuzzi
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Fasano
Sicuramente bere un paio di bicchieri di vino alla sera dopo aver preso una cura farmacologica come quella indicata è controindicato. Tuttavia bisogna chiedersi che funzione ha quel vino alla sera per suo marito....Le consiglio di seguire un percorso di psicoterapia per fare luce su molti aspetti del problema
Dott.ssa Giulia Zucchini
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Trieste
Salve, la cura che sta facendo suo marito comprende SSRI cioè inibitori della ricaptazione della serotonina, un antiepilettico che spesso è usato per il disturbo bipolare come stabilizzante dell'umore, ed una benzodiezapina usato spesso per ansia o insonnia.
Tutti questi farmaci appesantiscono di molto il fegato che per "lavorare" 200 ml di alcool impiega già 2 ore.
Quindi come prima cosa, se non vuole avere problemi di fegato tra alcuni anni dovrebbe evitare di assumere alcolici .
In secondo luogo tutti, e ripeto tutti questi farmaci sono psicofarmaci, l'alcool è una sostanza psicoattiva che assunto da effetti simili alle sostanze psicotrope.
Interferisce perciò sulla funzionalità dei farmaci ed inoltre può diventare tossico se assunto inmconcomitanza di depakin e e lorazepam ( terapia serale assieme al vino).
Consiglio vivamente di evitare consumo di alcool.

Cordiali saluti.
Dott. Andrea De Lise
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Napoli
Come dicono già i colleghi, sicuramente suo marito dovrebbe evitare di assumere alcolici considerando già la presenza della terapia farmacologica... e di questo può parlarne con il medico che l'ha prescritta, così da provare a convincerlo e rispondere a tutti i suoi dubbi.
Quel che è importante però è capire perché suo marito continua ad assumere alcol nonostante la terapia, se ci sono delle particolari abitudini di fondo o se è semplicemente scarsa consapevolezza. Nel primo caso, potrebbe essere utile indagare le motivazioni e scoprire cosa sottendono, anche attraverso un percorso psicologico, nel secondo caso l'acquisizione di una maggior consapevolezza dei rischi, anche parlandone con il medico, potrebbe probabilmente risolvere la situazione.
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova

Salve,

Le combinazioni tra farmaci psicotropi come Sereupin, Depakin Crono e Lorazepam e l'alcol, come il vino, possono avere effetti collaterali significativi, come aumento della sedazione, ridotta lucidità mentale e potenziale danno epatico. È importante che suo marito consulti il medico per valutare i rischi e trovare un'alternativa sicura. Una terapia psicologica breve strategica potrebbe inoltre aiutare a migliorare la gestione dello stress senza fare eccessivo affidamento su farmaci o alcol.

Cordiali saluti,
Dott. Michele Scala
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 75 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
Buonasera,
capisco bene la sua preoccupazione, perché l’associazione tra farmaci psicotropi e alcol merita sempre attenzione. Suo marito sta assumendo una combinazione di farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale — il Sereupin (paroxetina), che è un antidepressivo SSRI, il Depakin Crono (valproato di sodio), che ha un’azione stabilizzante sull’umore, e il Lorazepam, che è un ansiolitico con effetto sedativo.
L’assunzione di vino durante la cena in modo abituale, potrebbe amplificare in modo variabile gli effetti di questi farmaci. L’alcol tende a potenziare l’effetto sedativo del Lorazepam, rallentando i riflessi, la concentrazione e la vigilanza, e nel tempo può interferire anche con l’efficacia del Sereupin e del Depakin, alterando il metabolismo dei farmaci nel fegato.
Un bicchiere di vino ogni tanto, in un contesto controllato e con pasti abbondanti, di solito non comporta conseguenze gravi, ma in alcuni casi specifici anche “solo” due bicchieri possono nel tempo compromettere l’efficacia della terapia e aumentare il rischio di effetti collaterali o di oscillazioni dell’umore.
Le consiglierei di parlarne con il medico curante o con lo specialista che segue la terapia: non serve interrompere tutto bruscamente, ma è utile che il professionista valuti insieme a vostro marito se sia necessario ridurre gradualmente il consumo di alcol o spostarlo a momenti in cui l’effetto dei farmaci è meno attivo, al fine di trovare il compromesso migliore al funzionamento della cura e al mantenimento di una stabilità dell'umore.
È importante che suo marito non viva questo come un rimprovero e che per lui non sia fonte di ulteriore ansia e stress o alterazione dell'umore, ma come un passo per proteggere la propria salute e dare maggiore stabilità alla terapia. Anche piccoli cambiamenti nello stile di vita possono migliorare la qualità del sonno, dell’umore e dell’energia complessiva.
Resto a disposizione
Saluti

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.