Salve. Mia madre (74 anni) è in cura da cinque. 4 dosi di sinemet (ore 6, 10, 14, 18) più una di sin
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Salve. Mia madre (74 anni) è in cura da cinque. 4 dosi di sinemet (ore 6, 10, 14, 18) più una di sinemet a rilascio modificato (ore 22). Compressa di Ongentys alle 20 e Xadago 50 alle 8 oltre a cerotto neupro da 6 ed infine daparox al mattino per via di insorgenza di ansia/depressione dal settembre scorso. Fino ad un mese fa le cose procedevano in maniera accettabile. Dall'oggi al domani, agli inizi di giugno, una netta e repentina regressione. Fasi di off prolungate e più intense (blocco totale). Mi è stato consigliato di aumentare col sinemet (di due mezze compresse al giorno) ma ho paura sapendo che esiste "un limite" e data l'età non vorrei che si "sparassero tutte le cartucce" sin da ora (al di là del rischio discinesie). Cerco quindi di portare a 1, 5 una sola dose giornaliera (ore 10) ed inequivocabilmente fino alle 18 le cose procedono meglio di prima salvo ripresentarsi cali seguenti e notturni (purtroppo la media di ore di sonno è di 3/4). Possibile che da un giorno all'altro la terapia cessi la sua efficacia? E' possibile che un determinato farmaco possa essere sostituito nel corso della vita? I porblemi di secchezza delle fauci e quindi di deglutizione acqua che si presentano nei periodi di off più accentuato sono sensazioni che mi riferisce legate magari ad uno stato ansioso o sono causate dal P.? Pensate che interpellare altri specialisti, oltre il dott. che la segue, possa portare qualche beneficio? E in ogni caso, vi chiedo idee o consigli. Grazie. Cordialità
Buonasera, le consiglio vivamente di aderire al trattamento consigliatole dal neurologo che segue la sua mamma.
In una malattia di quella di Parkinson, la terapia deve essere adattata costantemente sulla base delle esegenze del paziente.
Capisco le remore ad incrementare la terapia, ma il risparmio di levodopa può in questi casi comportare la non ottimizzazione della terapia e quindi una peggiore qualità della vita del paziente.
Inoltre, repentini cambiamenti clinici non sono la regola, sebbene siano possibili. Verifichi che la mamma non abbia febbre o infezioni. Faccia attenzione inoltre a che l'asssunzione di Sinemet sia lontana dai pasti. Il cibo interferisce con l'assorbimento di levodopa e ne può precludere l'efficacia.
cordialmente
In una malattia di quella di Parkinson, la terapia deve essere adattata costantemente sulla base delle esegenze del paziente.
Capisco le remore ad incrementare la terapia, ma il risparmio di levodopa può in questi casi comportare la non ottimizzazione della terapia e quindi una peggiore qualità della vita del paziente.
Inoltre, repentini cambiamenti clinici non sono la regola, sebbene siano possibili. Verifichi che la mamma non abbia febbre o infezioni. Faccia attenzione inoltre a che l'asssunzione di Sinemet sia lontana dai pasti. Il cibo interferisce con l'assorbimento di levodopa e ne può precludere l'efficacia.
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