salve,i dispositivi interspinosi sono mutuabili?se non sono mutuabili che costo ha l'operazione?
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salve,i dispositivi interspinosi sono mutuabili?se non sono mutuabili che costo ha l'operazione?
Buongiorno, l’indicazione all utilizzo di dispositivi interspinosi è molto stretta, direi eccezionale. Ci sono molte perplessità scientifiche sui reali benefici di questi hardwares per cui in generale -salvo condizioni particolarissime- se ne sconsiglia l’impianto, sono in corso studi per verificarne l’efficacia reale. In generale è un intervento che si svolge in anestesia locale/ sedazione e non richiede ospedalizzazione e pertanto può rientrare nelle procedure day-hospital o week surgery al massimo. Non impiantando tali hardware non sono in grado di farle un preventivo specifico.
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buongiorno.
Le perplessità esistono per quanto riguarda gli interspinosi non da fusione, "dinamici".
per quelli rigidi, da fusione, non vi sono perplessità scientifiche, anche se l'indicazione è comunque ristretta.
certamente i rigidi sono mutuabili
Le perplessità esistono per quanto riguarda gli interspinosi non da fusione, "dinamici".
per quelli rigidi, da fusione, non vi sono perplessità scientifiche, anche se l'indicazione è comunque ristretta.
certamente i rigidi sono mutuabili
È singolare il fatto che qualcuno cerchi informazioni sul modo di farsi fare un determinato intervento chirurgico e la cosa susciti risposte (astrattamente giuste e che possono essere per grossa parte sostanzialmente condivisibili da un punto di vista tecnico) che prescindono da un chiaro puntualizzare sul fatto che lo scegliere la cura e non il curante è la strada migliore per trovare problemi e non soluzioni.
Non è mai il paziente a scegliere la cura (qualunque essa sia) quasi che la chirurgia fosse una sorta di carta dei vini al ristorante: il lasciare al paziente la facoltà anche solo di ipotizzare di poterlo fare è un errore metodologico clinico e il fatto che sia sempre meno sporadico ne fa un errore pericoloso prima di tutto per i pazienti.
A mio modesto avviso anche da questo (oltre che dal parlare di scientificità in medicina senza specificare che questo concetto si riferisce esclusivamente a dati statistici) deriva l'opinione di taluni secondo cui il rapporto tra un medico e un paziente sia, o possa essere, "contrattuale" (ovvero analogo a quello che si ha con l’idraulico che viene a casa nostra a ripararci un rubinetto rotto o l’ingegnere che sovrintende alla costruzione della nostra nuova casa o il salumiere che ci taglia il prosciutto dello spessore che preferiamo).
Per una serie di motivi tecnici, che chiunque eserciti la professione clinica conosce bene, non può essere così: un atto medico non ha nulla né di scientifico (in senso cartesiano) né di negoziale (o negoziabile con il paziente).
L’aumento della consapevolezza da parte della maggior parte delle persone, oltre che delle aspettative di benessere di ciascuno, ha reso possibile e successivamente doveroso da parte del medico l’informare il paziente (il medico rimanendo sempre il solo vero interprete dei bisogni del paziente e il solo vero garante dei suoi diritti - anche quando non percepiti). Questo dovere viene molto prima dei cosiddetti obblighi di legge ed ha le sue radici nella metodologica clinica moderna e nel rifiuto della cosiddetta “medicina paternalistica” l’esercizio della quale prescindeva dalla consapevolezza e dal consenso dell’oggetto della cura, ovvero il paziente.
La scelta consapevole del paziente, nel suo stesso interesse, può essere solo tra l’accettazione e il rifiuto di una determinata azione terapeutica che è sempre e solo il medico a doversi prendere la responsabilità intellettuale di fare prima di condividerla con il paziente.
Non è mai il paziente a scegliere la cura (qualunque essa sia) quasi che la chirurgia fosse una sorta di carta dei vini al ristorante: il lasciare al paziente la facoltà anche solo di ipotizzare di poterlo fare è un errore metodologico clinico e il fatto che sia sempre meno sporadico ne fa un errore pericoloso prima di tutto per i pazienti.
A mio modesto avviso anche da questo (oltre che dal parlare di scientificità in medicina senza specificare che questo concetto si riferisce esclusivamente a dati statistici) deriva l'opinione di taluni secondo cui il rapporto tra un medico e un paziente sia, o possa essere, "contrattuale" (ovvero analogo a quello che si ha con l’idraulico che viene a casa nostra a ripararci un rubinetto rotto o l’ingegnere che sovrintende alla costruzione della nostra nuova casa o il salumiere che ci taglia il prosciutto dello spessore che preferiamo).
Per una serie di motivi tecnici, che chiunque eserciti la professione clinica conosce bene, non può essere così: un atto medico non ha nulla né di scientifico (in senso cartesiano) né di negoziale (o negoziabile con il paziente).
L’aumento della consapevolezza da parte della maggior parte delle persone, oltre che delle aspettative di benessere di ciascuno, ha reso possibile e successivamente doveroso da parte del medico l’informare il paziente (il medico rimanendo sempre il solo vero interprete dei bisogni del paziente e il solo vero garante dei suoi diritti - anche quando non percepiti). Questo dovere viene molto prima dei cosiddetti obblighi di legge ed ha le sue radici nella metodologica clinica moderna e nel rifiuto della cosiddetta “medicina paternalistica” l’esercizio della quale prescindeva dalla consapevolezza e dal consenso dell’oggetto della cura, ovvero il paziente.
La scelta consapevole del paziente, nel suo stesso interesse, può essere solo tra l’accettazione e il rifiuto di una determinata azione terapeutica che è sempre e solo il medico a doversi prendere la responsabilità intellettuale di fare prima di condividerla con il paziente.
Buongiorno. questi dispositivi vengono comunemente impiantati chirurgicamente con buoni risultati e le indicazioni sono diverse..Sono mutuabili con differenze tra Regione e Regione. Se necessita una valutazione per questo tipo di intervento mi può contrattare. Con vera cordialità. Claudio IRACE
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