Salve, ho 23 anni, io ed il mio ragazzo (entrambi vergini) stiamo provando ad avere rapporti, ma no
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Salve,
ho 23 anni, io ed il mio ragazzo (entrambi vergini) stiamo provando ad avere rapporti, ma non riusciamo ad ottenere la penetrazione. Abbiamo provato preliminari, posizioni facilitanti, lubrificante a base d’acqua, ma senza successo. Sono una persona molto ansiosa e penso di non riuscire a rilassare la muscolatura, la paura del dolore mi blocca, tant’è che anche l’idea di inserire dita o assorbenti interni mi fa ribrezzo. Ho fatto visite ginecologiche ed ecografie per altri motivi, a parte l’utero retroverso non risultano problemi. Credo quindi che si tratti di un problema legato all’ansia. La mia condizione mi mette a disagio e mi provoca molto dispiacere, perché è una cosa che desideriamo entrambi e vorrei tanto riuscire a lasciarmi andare. Potrei avere un parere o qualche indicazione su come procedere? Grazie infinite
La condizione che descrivi sembra proprio un vaginismo, potresti parlarne con la tua ginecologa (che forse ha già un'idea dell'intensità delle contrazioni muscolari e di altri dettagli medici e sessuologici) e potrebbe avere un contatto di fiducia per lavorare sul tuo pavimento pelvico, per esempio un'ostetrica o un'infermiera specializzata. A sua volta, questa specialista potrebbe indirizzarti a una terapia sessuologica se i contenuti di pensiero e relazionali lo rendessero necessario. Con un po' di pazienza e di esercizio è una condizione trattabile.
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Salve, grazie per aver scritto e per la chiarezza nel raccontare la vostra difficoltà — è già un passo importante. Da quello che descrive, è molto probabile che la difficoltà alla penetrazione sia legata a una contrattura riflessa della muscolatura del pavimento pelvico dovuta all’ansia (spesso indicata come vaginismo o ipertono del pavimento pelvico). Il fatto di aver effettuato visite ed ecografie e di non aver riscontrato problemi organici è utile e orienta verso una componente prevalentemente muscolo-comportamentale e ansiosa, ma è importante non saltare passaggi diagnostici se ci sono dubbi.
Indicazioni pratiche immediate che può provare da sola e con il partner
Prima di tutto, niente forzature: la penetrazione forzata aumenta l’ansia e peggiora la situazione.
Lavori sulla respirazione: respirazione diaframmatica lenta (inspirare contando 4, espirare contando 6) aiuta a calmare il sistema nervoso e a rilassare i muscoli pelvici.
Esercizi di rilassamento progressivo e mindfulness: pochi minuti al giorno riducono la tensione generale e la sensibilità alla paura del dolore.
Consapevolezza del pavimento pelvico: evitare i “Kegel” (che stringono) e imparare invece il rilascio muscolare (a volte chiamato “reverse Kegel” o down-training). Un terapista specializzato può mostrarglielo.
Desensibilizzazione graduale: cominciare con l’esplorazione esterna (mani, massaggio esterno), poi passare — quando si sente più rilassata — a inserire un dito lubrificato, procedendo molto lentamente e fermandosi al primo segnale di disagio. Alcune donne trovano utile usare uno specchietto per vedere e capire meglio il proprio corpo.
Dilatatori e assorbenti interni: possono essere utili come percorso graduale, ma è meglio farli usare sotto la guida di un professionista per non trasformare l’autoterapia in fonte di frustrazione.
Coinvolgere il partner: chieda al partner di essere paziente, di non fissare la penetrazione come “obiettivo”, di concentrarsi sul piacere sensoriale e sull’intimità senza pressione. Stabilite insieme segnali per rallentare o fermare.
Lubrificante e posizioni: continuate con lubrificante a base d’acqua e posizioni che le permettano di controllare profondità e ritmo (per esempio lei sopra), ma solo quando si sente pronta.
Quando e con chi approfondire
Le raccomando caldamente una valutazione con:
un/una fisioterapista specializzato/a in riabilitazione del pavimento pelvico;
uno specialista in sessuologia clinica o uno/a psicoterapeuta esperto/a in terapia sessuale e tecniche cognitivo-comportamentali.
Questi professionisti possono proporre un percorso strutturato (es. lavoro sul pavimento pelvico, tecniche di esposizione graduale, terapia per l’ansia). Se l’ansia è molto intensa, la terapia cognitivo-comportamentale è molto efficace; talvolta il lavoro può integrare anche approcci basati sulla mindfulness.
Conclusione
Da quanto scrive, la componente ansiosa e la tensione muscolare sembrano centrali, e ci sono diverse strategie concrete ed efficaci per migliorare. È comunque consigliabile approfondire il problema con uno specialista (fisioterapista del pavimento pelvico e/o sessuologo/psicoterapeuta) per impostare un percorso guidato e sicuro.
Un saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa
Indicazioni pratiche immediate che può provare da sola e con il partner
Prima di tutto, niente forzature: la penetrazione forzata aumenta l’ansia e peggiora la situazione.
Lavori sulla respirazione: respirazione diaframmatica lenta (inspirare contando 4, espirare contando 6) aiuta a calmare il sistema nervoso e a rilassare i muscoli pelvici.
Esercizi di rilassamento progressivo e mindfulness: pochi minuti al giorno riducono la tensione generale e la sensibilità alla paura del dolore.
Consapevolezza del pavimento pelvico: evitare i “Kegel” (che stringono) e imparare invece il rilascio muscolare (a volte chiamato “reverse Kegel” o down-training). Un terapista specializzato può mostrarglielo.
Desensibilizzazione graduale: cominciare con l’esplorazione esterna (mani, massaggio esterno), poi passare — quando si sente più rilassata — a inserire un dito lubrificato, procedendo molto lentamente e fermandosi al primo segnale di disagio. Alcune donne trovano utile usare uno specchietto per vedere e capire meglio il proprio corpo.
Dilatatori e assorbenti interni: possono essere utili come percorso graduale, ma è meglio farli usare sotto la guida di un professionista per non trasformare l’autoterapia in fonte di frustrazione.
Coinvolgere il partner: chieda al partner di essere paziente, di non fissare la penetrazione come “obiettivo”, di concentrarsi sul piacere sensoriale e sull’intimità senza pressione. Stabilite insieme segnali per rallentare o fermare.
Lubrificante e posizioni: continuate con lubrificante a base d’acqua e posizioni che le permettano di controllare profondità e ritmo (per esempio lei sopra), ma solo quando si sente pronta.
Quando e con chi approfondire
Le raccomando caldamente una valutazione con:
un/una fisioterapista specializzato/a in riabilitazione del pavimento pelvico;
uno specialista in sessuologia clinica o uno/a psicoterapeuta esperto/a in terapia sessuale e tecniche cognitivo-comportamentali.
Questi professionisti possono proporre un percorso strutturato (es. lavoro sul pavimento pelvico, tecniche di esposizione graduale, terapia per l’ansia). Se l’ansia è molto intensa, la terapia cognitivo-comportamentale è molto efficace; talvolta il lavoro può integrare anche approcci basati sulla mindfulness.
Conclusione
Da quanto scrive, la componente ansiosa e la tensione muscolare sembrano centrali, e ci sono diverse strategie concrete ed efficaci per migliorare. È comunque consigliabile approfondire il problema con uno specialista (fisioterapista del pavimento pelvico e/o sessuologo/psicoterapeuta) per impostare un percorso guidato e sicuro.
Un saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa
Buon pomeriggio. Potranno esserle d'aiuto dei colloqui con uno psicologo/sessuologo per lavorare psicologicamente ed emotivamente sulla paura del dolore da penetrazione e per accompagnarla nel poter avere il suo primo rapporto, con suggerimenti ed indicazioni adatti alla situazione.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
La ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza la sua esperienza, capisco bene quanto possa essere frustrante e doloroso sentirsi bloccati in un momento che dovrebbe essere intimo e desiderato. Da quello che descrive, è molto probabile che l’ansia e la paura del dolore stiano giocando un ruolo centrale: la muscolatura del pavimento pelvico tende a contrarsi automaticamente quando percepiamo minaccia o disagio, e questo può rendere difficile o doloroso la penetrazione. Il fatto che anche l’idea di inserire dita o assorbenti interni generi ribrezzo è coerente con questa iper-reattività muscolare legata all’ansia.
Alcuni approcci pratici che possono aiutare a sbloccare la situazione comprendono la conoscenza del proprio corpo e il rilassamento graduale, ad esempio attraverso esercizi di respirazione profonda e di distensione pelvica, che possono aiutare a sentirsi più a proprio agio. Inserire un dito o un piccolo dilatatore di silicone in modo graduale e solo quando ci si sente pronte può abituare la muscolatura al contatto senza pressione e ridurre la paura. È utile anche concentrarsi sul piacere, sul contatto e sui preliminari, senza l’ansia della penetrazione, in modo da associare il momento sessuale a sensazioni positive invece che alla paura. Tecniche di mindfulness, meditazione e respirazione diaframmatica possono ridurre l’ansia generale e quella specifica legata alla sessualità. Il supporto di uno psicologo o sessuologo può essere prezioso per individuare e sciogliere gradualmente i blocchi ansiosi attraverso percorsi mirati di desensibilizzazione graduale.
È importante ricordare che questa difficoltà non significa che qualcosa non vada in lei o nel vostro rapporto: è una condizione comune e del tutto gestibile con pazienza e piccoli passi. Ogni progresso, anche minimo, è significativo e va riconosciuto come un passo avanti. Rimango a disposizione, un saluto.
Alcuni approcci pratici che possono aiutare a sbloccare la situazione comprendono la conoscenza del proprio corpo e il rilassamento graduale, ad esempio attraverso esercizi di respirazione profonda e di distensione pelvica, che possono aiutare a sentirsi più a proprio agio. Inserire un dito o un piccolo dilatatore di silicone in modo graduale e solo quando ci si sente pronte può abituare la muscolatura al contatto senza pressione e ridurre la paura. È utile anche concentrarsi sul piacere, sul contatto e sui preliminari, senza l’ansia della penetrazione, in modo da associare il momento sessuale a sensazioni positive invece che alla paura. Tecniche di mindfulness, meditazione e respirazione diaframmatica possono ridurre l’ansia generale e quella specifica legata alla sessualità. Il supporto di uno psicologo o sessuologo può essere prezioso per individuare e sciogliere gradualmente i blocchi ansiosi attraverso percorsi mirati di desensibilizzazione graduale.
È importante ricordare che questa difficoltà non significa che qualcosa non vada in lei o nel vostro rapporto: è una condizione comune e del tutto gestibile con pazienza e piccoli passi. Ogni progresso, anche minimo, è significativo e va riconosciuto come un passo avanti. Rimango a disposizione, un saluto.
Sicuramente sta vivendo l'idea del rapporto sessuale con grande ansia. Forse non è ancora pronta e quindi quando si avvicina la penetrazione si blocca contraendo la muscolatura. Forse avrebbe bisogno di parlare con qualcuno ( la sua ginecologa o con una psicologa sessuologa) per arrivare a vivere bene la sessualità anche nella sicurezza. Un saluto Lina Isardi
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