Quali sono i metodi non chirurgici con cui è possibile eliminare una vena varicosa? Grazie

10 risposte
Quali sono i metodi non chirurgici con cui è possibile eliminare una vena varicosa? Grazie
Dr. Mario Scotti
Chirurgo generale, Angiologo
Genova
Esistono dei metodi meno invasivi della chirurgia tradizionale, ma non metodi completamente non invasivi. Le vene varicose possono essere trattate con terapia sclerosante tradizionale o con la schiuma, si tratta di iniettare un farmaco all'interno della vena che provoca una reazione infiammatoria e quindi la chiusura della vena stessa. Analoghi risultati si possono ottenere inserendo nella vena una sonda laser che "brucia" la vena. Ancora può essere usata una sonda che emette una radiofrequenza. Si tratta di metodi meno invasivi ma sempre invasivi e comunque non esenti da complicanze anche gravi. Sui risultati non tutti concordano. Personalmente, confortato da un'esperienza di più di 5000 interventi, preferisco la chirurgia. L'unico metodo di terapia valido e non invasivo è la calza elastica che però non elimina il problema ma lo contiene sinché la si usa.

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Dr. Domenico Maria Marra
Chirurgo generale
Avellino
La scleroterapia con farmaco in schiuma o liquido può essere l'alternativa alla chirurgia. Altrimenti occorre indossare un tutore elastocompressivo (calza) che consente di evitare lecomplicanze della varici senza rimuoverle chirurgicamente o chiuderle con la scleroterapia, purchè indossato tutti i giorni.
 Paolo Lucchetti
Chirurgo generale
Roma
La terapia più idonea a risolvere il problema delle varici degli arti inferiori dipende lal bilancio ecodopplerecografico del sistema venoso regionale. Nei casi più gravi consiglierei la terapia chirurgica (crossectomia e safenectomia corta o lunga) che fornisce ottimi risultati estetici.
Dr. Michele Arcangelo Iuliani
Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Angiologo
Asiago
la tecnica migliore e condivisa dalle più importanti linee guida internazionali è la termoablazione laser della safena insufficiente. Intervento mininvasivo eseguito in anestesia locale, completato con eventuale scleroterapia.
Dr. Salvatore Piazza
Chirurgo vascolare, Angiologo
Torino
Oltre alle tecniche di asportazione della safena (stripping) è possibile trattare l'incontinenza della safena con tecniche endovascolari termoablative (radiofrequenza o laser).
Dr. Roberto Nobile
Chirurgo generale, Chirurgo vascolare, Proctologo
Torino
In presenza di insufficienza venosa degli arti inferiori e di conseguenza presenza di vene varicose, dopo visita specialistica ed approfondimento diagnostico mediante e o doppler, l'unica procedura terapeutica corretta è l'intervento chirurgico in regime di day-hospital, assolutamente da sconsigliare la terapia sclerosante utile solo nel caso di capillari, nel caso le varici siano extra-safeniche è possibile intervenire in regime assolutamente ambulatoriale mediante le flebectomie secondo Müller in anestesia locale.
Dr. Giorgio Ovidio Bitossi
Chirurgo vascolare, Angiologo
Torino
Oggi vi è una vasta gamma di procedure non invasive per il trattamento delle varici: laser, radiofrequenza, colla, schiume o mousse sclerosanti, ablazione meccano-chimica...
Dr. Luca Palombi
Chirurgo vascolare, Angiologo
Roma
Non esistono metodi non chirurgici per "eliminare" una vena. Tuttavia è possibile curare i sintomi ed evitare la progressione di questa patologia con un'adeguata terapia medica ed elastocompressiva. La invito a rivolgersi ad uno specialista per impostare un corretto percorso diagnostico-terapeutico centrato sulle sue esigenze.
La sindrome varicosa degli arti inferiori può essere trattata con la scleroterapia; la vena grande o piccola safena vengono trattate con la “scleromousse” che consiste nell’iniettare nella vena un farmaco sclerosante in forma di schiuma compatta ottenuta miscelando il farmaco con l’aria atmosferica. La schiuma riduce la trombosi della vena, causa di inestetismi anche fastidiosi. L’utilizzo dell’ecodoppler ha ottimizzato la tecnica in quanto permette di introdurre l’ago, necessario per inoculare il farmaco, nel punto più idoneo scelto dopo il mappaggio ecodoppler, ne valuta la diffusione nel tronco safenico e nei rami collaterali che si vogliono escludere. Al termine della procedura, che dura generalmente pochi muniti, la paziente dovrà indossare un monocollat di II° grado necessario per favorire l’accollamento della parete venosa.
Dott. Sergio Gianesini
Angiologo, Chirurgo generale
Occhiobello
trattamenti mini-invasivi endovascolari (radiofrequenza, colla, laser, moca, foam)

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