Possibile che la dilatazione calico pielica che avevo sia scomparsa? Il calcolo di 5.9 mm si trova a
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Possibile che la dilatazione calico pielica che avevo sia scomparsa? Il calcolo di 5.9 mm si trova allo sbocco in vescica ma non scende ma è scomparsa questa dilatazione ta to che l’urologo mi ha detto che il rene è perfetto e non c’è sofferenza renale. Posso aspettare ancora un po’ per espellerlo. Premetto che ho avuto colica il 22 gennaio per 10/11giorni si sono presentati salvo scomparire grazie a ORUDIS. Ora il calcolo sta molto giù. La domanda è se il meato ureterale è il punto più stretto circa 4,5mm come ha fatto il mio calcolo da 5.9 ad essere lì nello sbocco? Cosa posso fare per fargli percorrere quei tre mm in più per farlo andare in vescica? Ho fatto un primo ciclo di cortisone e tamsulosina e nulla, pensate che sia indicato ripetere il ciclo tra una settimana aggiungendo uno sciroppo Elia? Grazie
Un uretere si può anche dilatare molto e quindi far passare anche un calcolo di diametro maggiore, ma se è ancora rilevabile al giunto uretero-vescicale potrebbe non scendere perché impigliato o per effetto di una reazione spatistica o fibrosa. Possibile che la discesa fino a quel punto abbia vuotato il tragitto pielo-ureterale, ma se il calcolo rimane al giunto l'uretere tornerà a subire lo stop urinario e a formare idronefrosi. L'urologo (non lei spontaneamente) potrebbe farle fare un "colpo d'acqua" (antispastico tipo buscopan e diuretico tipo lasix in unica rapida assunzione) per vedere se scende, verificando con la filtrazione dell'urina. Altrimenti l'unica soluzione è che l'urologo lo vada a prendere per via endoscopica. In questi casi cortisone e alfa-litico a poco o nulla servono.
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In base ad alcuni decenni di nostra esperienza specifica nel trattamento dei calcoli, possiamo affermare che la pratica del "colpo d'acqua" appartenga alla storia dell'urologia e non sia il caso di valutarne ulteriormente l'efficacia, a meno che si volglia rischiare l'ennesima colica. La progressione dei calcoli in uretere è solo in minima parte causata dal flusso di urina, essenziale è invece la compiacenza delle pareti dell'uretere stesso, che si cerca di migliorare appunto con i farmaci che anche a lei sono stati prescritti. La misurazione ecografica dei calcoli in uretere non è molto precisa e ci possono essere delle incongruenze anche vistose tra esami successivi. In linea di massima, più un calcolo rimane fermo nello stesso punto e più la sua espulsione diventa solo questione di mera fortuna. Dal nostro punto di vista, se dopo 3-4 settimane di attesa la presenza del calcolo viene ulteriormente confermata, sia opportuno non perdere tempo ed entrare in una lista d'attesa per l'intervento endoscopico. Nelle strutture pubbliche questo equivale almeno ad ulteriori 30-40 giorni di attesa. Poi abbiamo talora visto espellere calcoli la notte prima dell'intervento, l'importante è che la situazione venga risolta prima che il sempre presente rischio di complicazioni possa diventare troppo elevato.
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