Ossessione per la virilita,sto impazzendo Salve sono un ragazzo di 21 anni,e ultimamente non so il
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Ossessione per la virilita,sto impazzendo
Salve sono un ragazzo di 21 anni,e ultimamente non so il perché ma nella mia mente accade che mi auguro talmente tanto male da sperare che mi venghi un cancro che mi faccia uscire da questo corpo,nonostante non sia un caso disperato esteticamente e non posso lamentarmi del fisico,alcune ragazze mi reputano anche bello ecc...insomma i soliti complimenti,ma la verità è che dei complimenti e delle mie capacità tipo il disegno o che sono un bravo ragazzo o che vado bene all'università nonostante tanti anni di bullismo a buttare sangue sui libri per un 5 e mezzo o un misero 6 non riesco ad apprezzare cioè dopo il diploma la mia vita è letteralmente cambiata sto più tranquillo ho trovato un lavoro in un call center dove mi sono integrato bene e apprezzano le mie capacità oratorie, infatti faccio un sacco di contratti)e la mia voglia di lavorare ,ma nonostante ciò mi disprezzo in una maniera tale che non ha eguali...e non so nemmeno fa dove iniziare a spiegare questo mi dovete credere sto impazzendo secondo me me ne sto andando con la testa(e quando mai ci sono stato come dicono molti),sin da piccolo mi sono sempre sentito diverso ed escluso dal mondo maschile...a partire dal calcio...quel maledetto gioco che un po può anche essere bello ma che da piccolo sono sempre stato escluso e non ho mai avuto voglia né la possibilità di sperimentare a causa dei bulli che lo praticavano...ho frequentato un po di karate ma non mi piacque anche perché il "mestro" dei miei stivali era un cugino di mio padre...e non mi ha saputo interessare...nonostante gli insulti a scuola belli pesanti e botte ...sopratutto tra elementari e medie...arrivano le superiori dove subbetti bullismo psicologico a scuola da parte sopratutto delle femmine.. dopo 4 anni di manipolazioni e che mi trattavano come un imbecille o come uno zimbello dopo una lite accesa con una ragazza questa mesi dopo quando siamo andati a una gita a un palazzetto dello sport dovemmo lasciare i cellulari nelle borse negli spogliatoi e talmente ero depresso e non c'ero con la testa che lasciai il cellulare senza password e lei di nascosto prese le mie foto personali intime che mandavo a uomini maturi su grindr nella ricerca di un uomo con cui sperimentare la mia sessualità,siccome avevo e ho tuttora ato problema(non so cosa ne abbia fatto prove non c'erano) però dopo le prese in giro tra le righe e diverse volte che ha lasciato intendere il revenge porn...non dico gli ultimi 2 anni come abbia avuto la forza di sopportare tutto ciò in silenzio studiando prendendo patente e diploma...tant'è vero che dallo shock e dallo stress i capelli gli ho persi sppra si sono completamente diradati ...dopo il diploma che era tutto finito non riuscivo ad alzarmi più dal letto e nella testa rimbombavano gli insulti e avevo sempre stanchezza e mal di testa e i primi esami all'uni fallirono poi andai da uno psicologo il quale nemmeno io so giudicare perché da un lato mi ha aiutato ad avere un po più di leggerezza e a studiare per gli esami in modo leggero ma dall'altro aveva una professionalità pari a quella dello stereotipo che si attribuisce a uno psicologo asl...quando parlavo del mio problema della sessualità dove invidiavo gli uomini virili muscolosi e mi abbuffavo di porno gay e nonostante abbia sprecato la mia prima volta a sperimentare lui mi ripeteva sempre "non c'è Nulla di sbagliato nell'essere omosessuali "prendendomi per omofobo quando il problema èche non so il mio orientamentoguardo porno gay nonostante non sento di esserlo ma questa attrazione per gli uomini parte dall'invidia e che non ho fantasiensulle donne poi sul mjo provlema della calvizia mi diceva...che ci sono attori che sono affascinanti anche con la calvizia partendo da Bruce willis a vin diesel...insomma alla fine poi rialzo anche le tariffe appena gli confidai che avevo trovato lavoro...lo abbandonai proprio da quando finetti la terapia penso meno al passato e ho meno dolore mi sono ripreso di parecchio...devo dire la verità sto piu rilassato...ma nonostante ciò quando vado in palestra o vedo dei ragazzi che giocano a calcio che avevano la mia età o che hanno la mia età o uomini che a 50 anni hanno i capelli provo una maledetta invidia a 20 anni senza capelli averlo preso nel di dietro in tutti i sensi abbiate pazienza ma è come se la mia virilita la mia mascolinità fosse uccisa se non mai esistita...ultimamente non ho neanche più erezioni durante il giorno solo la mattina...quando mi sveglio perché mi sono sentito umiliato nemmeno come persona ma come uomo...a volte vorrei solo uscire da questo corpo ed essere un altro maschio completamente magari uno che gioca a calcio ha i tatuaggi o esce con il motorino insomma che abbia una vita semplice o che abbia esperienze con donne non dico perfette ma normali tipo le prime rotture ecc..ad averceli avuti io sti problemi in adolescenza...anche se non so se riuscirei a superare una rottura onesto con tutte le cose che son capitate...non essendo mai fidanzato insomma anziché essere sto scemo qui che sono...poi però vedo anche chi sta peggio di me sia di fisico che di aspetto o magari anche a livello di problemi..io rifletto infatti non mi lamento della mia situazione lavorativa e studentesca ma come persona si..
Dopo tutto ciò mi sono letteralmente Schifato di me stesso..sia esteticamente sia a livello di capacità per me il fatto che sia capace di disegnare mi pesa molto ma nonostante vedo chi è peggio di me non riesco ad apprezzarmi ed augurare il male a me stesso e a volte sono arrivato pure a picchiarmi sulla testa o autostrangolarmi e provo pure soddisfazione...insomma io non ci capisco più niente non dico che voi siate i geni della lampada ma almeno sto sfogo sulla mia virilita lobdovevo fare poi giudicatemi voi o datemi qualche consiglio ma io terapie non ne voglio e non me la sento più di fare mi sento preso in giro
Salve sono un ragazzo di 21 anni,e ultimamente non so il perché ma nella mia mente accade che mi auguro talmente tanto male da sperare che mi venghi un cancro che mi faccia uscire da questo corpo,nonostante non sia un caso disperato esteticamente e non posso lamentarmi del fisico,alcune ragazze mi reputano anche bello ecc...insomma i soliti complimenti,ma la verità è che dei complimenti e delle mie capacità tipo il disegno o che sono un bravo ragazzo o che vado bene all'università nonostante tanti anni di bullismo a buttare sangue sui libri per un 5 e mezzo o un misero 6 non riesco ad apprezzare cioè dopo il diploma la mia vita è letteralmente cambiata sto più tranquillo ho trovato un lavoro in un call center dove mi sono integrato bene e apprezzano le mie capacità oratorie, infatti faccio un sacco di contratti)e la mia voglia di lavorare ,ma nonostante ciò mi disprezzo in una maniera tale che non ha eguali...e non so nemmeno fa dove iniziare a spiegare questo mi dovete credere sto impazzendo secondo me me ne sto andando con la testa(e quando mai ci sono stato come dicono molti),sin da piccolo mi sono sempre sentito diverso ed escluso dal mondo maschile...a partire dal calcio...quel maledetto gioco che un po può anche essere bello ma che da piccolo sono sempre stato escluso e non ho mai avuto voglia né la possibilità di sperimentare a causa dei bulli che lo praticavano...ho frequentato un po di karate ma non mi piacque anche perché il "mestro" dei miei stivali era un cugino di mio padre...e non mi ha saputo interessare...nonostante gli insulti a scuola belli pesanti e botte ...sopratutto tra elementari e medie...arrivano le superiori dove subbetti bullismo psicologico a scuola da parte sopratutto delle femmine.. dopo 4 anni di manipolazioni e che mi trattavano come un imbecille o come uno zimbello dopo una lite accesa con una ragazza questa mesi dopo quando siamo andati a una gita a un palazzetto dello sport dovemmo lasciare i cellulari nelle borse negli spogliatoi e talmente ero depresso e non c'ero con la testa che lasciai il cellulare senza password e lei di nascosto prese le mie foto personali intime che mandavo a uomini maturi su grindr nella ricerca di un uomo con cui sperimentare la mia sessualità,siccome avevo e ho tuttora ato problema(non so cosa ne abbia fatto prove non c'erano) però dopo le prese in giro tra le righe e diverse volte che ha lasciato intendere il revenge porn...non dico gli ultimi 2 anni come abbia avuto la forza di sopportare tutto ciò in silenzio studiando prendendo patente e diploma...tant'è vero che dallo shock e dallo stress i capelli gli ho persi sppra si sono completamente diradati ...dopo il diploma che era tutto finito non riuscivo ad alzarmi più dal letto e nella testa rimbombavano gli insulti e avevo sempre stanchezza e mal di testa e i primi esami all'uni fallirono poi andai da uno psicologo il quale nemmeno io so giudicare perché da un lato mi ha aiutato ad avere un po più di leggerezza e a studiare per gli esami in modo leggero ma dall'altro aveva una professionalità pari a quella dello stereotipo che si attribuisce a uno psicologo asl...quando parlavo del mio problema della sessualità dove invidiavo gli uomini virili muscolosi e mi abbuffavo di porno gay e nonostante abbia sprecato la mia prima volta a sperimentare lui mi ripeteva sempre "non c'è Nulla di sbagliato nell'essere omosessuali "prendendomi per omofobo quando il problema èche non so il mio orientamentoguardo porno gay nonostante non sento di esserlo ma questa attrazione per gli uomini parte dall'invidia e che non ho fantasiensulle donne poi sul mjo provlema della calvizia mi diceva...che ci sono attori che sono affascinanti anche con la calvizia partendo da Bruce willis a vin diesel...insomma alla fine poi rialzo anche le tariffe appena gli confidai che avevo trovato lavoro...lo abbandonai proprio da quando finetti la terapia penso meno al passato e ho meno dolore mi sono ripreso di parecchio...devo dire la verità sto piu rilassato...ma nonostante ciò quando vado in palestra o vedo dei ragazzi che giocano a calcio che avevano la mia età o che hanno la mia età o uomini che a 50 anni hanno i capelli provo una maledetta invidia a 20 anni senza capelli averlo preso nel di dietro in tutti i sensi abbiate pazienza ma è come se la mia virilita la mia mascolinità fosse uccisa se non mai esistita...ultimamente non ho neanche più erezioni durante il giorno solo la mattina...quando mi sveglio perché mi sono sentito umiliato nemmeno come persona ma come uomo...a volte vorrei solo uscire da questo corpo ed essere un altro maschio completamente magari uno che gioca a calcio ha i tatuaggi o esce con il motorino insomma che abbia una vita semplice o che abbia esperienze con donne non dico perfette ma normali tipo le prime rotture ecc..ad averceli avuti io sti problemi in adolescenza...anche se non so se riuscirei a superare una rottura onesto con tutte le cose che son capitate...non essendo mai fidanzato insomma anziché essere sto scemo qui che sono...poi però vedo anche chi sta peggio di me sia di fisico che di aspetto o magari anche a livello di problemi..io rifletto infatti non mi lamento della mia situazione lavorativa e studentesca ma come persona si..
Dopo tutto ciò mi sono letteralmente Schifato di me stesso..sia esteticamente sia a livello di capacità per me il fatto che sia capace di disegnare mi pesa molto ma nonostante vedo chi è peggio di me non riesco ad apprezzarmi ed augurare il male a me stesso e a volte sono arrivato pure a picchiarmi sulla testa o autostrangolarmi e provo pure soddisfazione...insomma io non ci capisco più niente non dico che voi siate i geni della lampada ma almeno sto sfogo sulla mia virilita lobdovevo fare poi giudicatemi voi o datemi qualche consiglio ma io terapie non ne voglio e non me la sento più di fare mi sento preso in giro
Buongiorno,
grazie per aver condiviso così apertamente la sua storia. Dal suo racconto emerge un peso enorme che porta sulle spalle da molti anni: bullismo, umiliazioni, violazioni della privacy, confusione rispetto all’identità e all’orientamento, sofferenza legata al corpo, alla virilità e all’autostima. Tutto questo, soprattutto vissuto così presto e così intensamente, lascia segni profondi. È comprensibile che oggi si senta “schiacciato” e disorientato.
Quello che descrive – pensieri autodistruttivi, forte disprezzo verso di sé, oscillazioni nell’immagine corporea e nella percezione della propria mascolinità, comportamenti autolesivi, difficoltà a riconoscere il proprio valore anche quando oggettivamente c’è – non è un semplice “sentirsi giù”: è un campanello d’allarme che indica una sofferenza psicologica reale, comprensibile e meritevole di attenzione.
Vorrei sottolineare alcuni punti importanti:
1. Ciò che prova non la rende “sbagliato”.
Molto di quello che sente nasce da esperienze traumatiche: il bullismo, l’esclusione, lo sguardo giudicante degli altri e la violazione della sua intimità hanno compromesso la fiducia in sé e nel proprio corpo. Non è debolezza, è una ferita.
2. La confusione sulla sessualità non significa che lei “non sappia cosa è”.
Quando l’autostima è stata colpita per anni, il confine tra desiderio, invidia, confronto e orientamento può diventare poco chiaro. Non è un segnale di anomalia, è un segnale di sofferenza e di bisogno di esplorare questi vissuti in un ambiente sicuro e competente.
3. La virilità non coincide con stereotipi come i capelli, il fisico, il calcio o il motorino.
Molti dei modelli da cui oggi si sente escluso sono immagini rigide e superficiali. Il senso di “non essere abbastanza uomo” nasce più dal confronto e dalle ferite del passato che da ciò che lei è davvero.
4. I pensieri di morte e l’autolesionismo non vanno ignorati.
Capisco la sua delusione verso la precedente esperienza terapeutica, ma quello che riporta richiede un contenitore professionale adeguato. Non perché lei sia “da curare”, ma perché merita finalmente uno spazio dove essere visto, ascoltato e aiutato davvero.
5. C’è anche una parte di lei che funziona.
Nonostante tutto: studia, lavora bene, si integra, è apprezzato, ha talenti, resilienza e consapevolezza. Questo è importante: significa che può stare meglio, e che c’è una parte di sé che non ha mai smesso di lottare.
Capisco che ora lei dica di non voler ripetere un percorso terapeutico, ma allo stesso tempo sta chiedendo aiuto. Ed è un gesto coraggioso.
Proprio per la complessità e la profondità dei vissuti che descrive, il mio consiglio è di rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarla in modo rispettoso, competente e mirato. Non deve farlo da solo, e non deve “andare avanti così”.
Riuscire a rimettere insieme la propria storia, guarire le ferite del corpo e dell’identità, ritrovare un senso di valore personale è possibile.
E merita di viverlo con qualcuno che la aiuti davvero a sentirsi al sicuro.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
grazie per aver condiviso così apertamente la sua storia. Dal suo racconto emerge un peso enorme che porta sulle spalle da molti anni: bullismo, umiliazioni, violazioni della privacy, confusione rispetto all’identità e all’orientamento, sofferenza legata al corpo, alla virilità e all’autostima. Tutto questo, soprattutto vissuto così presto e così intensamente, lascia segni profondi. È comprensibile che oggi si senta “schiacciato” e disorientato.
Quello che descrive – pensieri autodistruttivi, forte disprezzo verso di sé, oscillazioni nell’immagine corporea e nella percezione della propria mascolinità, comportamenti autolesivi, difficoltà a riconoscere il proprio valore anche quando oggettivamente c’è – non è un semplice “sentirsi giù”: è un campanello d’allarme che indica una sofferenza psicologica reale, comprensibile e meritevole di attenzione.
Vorrei sottolineare alcuni punti importanti:
1. Ciò che prova non la rende “sbagliato”.
Molto di quello che sente nasce da esperienze traumatiche: il bullismo, l’esclusione, lo sguardo giudicante degli altri e la violazione della sua intimità hanno compromesso la fiducia in sé e nel proprio corpo. Non è debolezza, è una ferita.
2. La confusione sulla sessualità non significa che lei “non sappia cosa è”.
Quando l’autostima è stata colpita per anni, il confine tra desiderio, invidia, confronto e orientamento può diventare poco chiaro. Non è un segnale di anomalia, è un segnale di sofferenza e di bisogno di esplorare questi vissuti in un ambiente sicuro e competente.
3. La virilità non coincide con stereotipi come i capelli, il fisico, il calcio o il motorino.
Molti dei modelli da cui oggi si sente escluso sono immagini rigide e superficiali. Il senso di “non essere abbastanza uomo” nasce più dal confronto e dalle ferite del passato che da ciò che lei è davvero.
4. I pensieri di morte e l’autolesionismo non vanno ignorati.
Capisco la sua delusione verso la precedente esperienza terapeutica, ma quello che riporta richiede un contenitore professionale adeguato. Non perché lei sia “da curare”, ma perché merita finalmente uno spazio dove essere visto, ascoltato e aiutato davvero.
5. C’è anche una parte di lei che funziona.
Nonostante tutto: studia, lavora bene, si integra, è apprezzato, ha talenti, resilienza e consapevolezza. Questo è importante: significa che può stare meglio, e che c’è una parte di sé che non ha mai smesso di lottare.
Capisco che ora lei dica di non voler ripetere un percorso terapeutico, ma allo stesso tempo sta chiedendo aiuto. Ed è un gesto coraggioso.
Proprio per la complessità e la profondità dei vissuti che descrive, il mio consiglio è di rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarla in modo rispettoso, competente e mirato. Non deve farlo da solo, e non deve “andare avanti così”.
Riuscire a rimettere insieme la propria storia, guarire le ferite del corpo e dell’identità, ritrovare un senso di valore personale è possibile.
E merita di viverlo con qualcuno che la aiuti davvero a sentirsi al sicuro.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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Grazie per aver condiviso una testimonianza così profonda, onesta e dolorosa. È un atto di grande coraggio mettere nero su bianco pensieri e sofferenze che si sono accumulate per anni.
Prima di tutto, voglio dirle che non è uno "scemo" e che è assolutamente comprensibile che lei si senta sopraffatto e confuso. Quello che lei sta vivendo non è un segno di "impazzire", ma è la reazione a una serie di eventi traumatici e al costante disprezzo di sé che è stato nutrito dal bullismo e dalla manipolazione subiti.
Il suo desiderio di "uscire da questo corpo" o di augurarsi del male è un’espressione estrema di un dolore psicologico ..
La sua sofferenza è reale e comprensibile: I sentimenti di disprezzo per sé, l'ossessione per la virilità e il desiderio di "uscire da questo corpo" sono reazioni estreme a traumi gravi (bullismo, umiliazione, revenge porn).
La sua sensazione di mascolinità negata o "uccisa" deriva dall'esclusione sociale subita in adolescenza e dalla perdita dei capelli (un simbolo fisico del trauma e dello stress).
La confusione sessuale e l'attrazione verso uomini molto virili può essere un tentativo inconscio di ottenere o riparare la virilità che sente di non possedere (l'invidia che si trasforma in attrazione).
Perché la Terapia Precedente non ha Funzionato?
probabilmente Lei si è sentito preso in giro perché lo psicologo non ha riconosciuto la natura del suo conflitto: non era un problema di accettazione dell'omosessualità, ma un problema di trauma e identità. il collega , non credo volontariamente ma magari per una sua lettura dei racconti, avrà sminuito la portata delle sue ferite.
Nonostante la sfiducia, un nuovo percorso è vitale per superare i pensieri autodistruttivi.
se il suo obiettivo è smettere di punirsi per i traumi che ha subito e ricostruire un senso di sé autentico e non basato sulla compensazione della virilità mancante e lo crede possibile, io sono qui ad ascoltarla.
cari saluti
dott.ssa giusi vicino
Prima di tutto, voglio dirle che non è uno "scemo" e che è assolutamente comprensibile che lei si senta sopraffatto e confuso. Quello che lei sta vivendo non è un segno di "impazzire", ma è la reazione a una serie di eventi traumatici e al costante disprezzo di sé che è stato nutrito dal bullismo e dalla manipolazione subiti.
Il suo desiderio di "uscire da questo corpo" o di augurarsi del male è un’espressione estrema di un dolore psicologico ..
La sua sofferenza è reale e comprensibile: I sentimenti di disprezzo per sé, l'ossessione per la virilità e il desiderio di "uscire da questo corpo" sono reazioni estreme a traumi gravi (bullismo, umiliazione, revenge porn).
La sua sensazione di mascolinità negata o "uccisa" deriva dall'esclusione sociale subita in adolescenza e dalla perdita dei capelli (un simbolo fisico del trauma e dello stress).
La confusione sessuale e l'attrazione verso uomini molto virili può essere un tentativo inconscio di ottenere o riparare la virilità che sente di non possedere (l'invidia che si trasforma in attrazione).
Perché la Terapia Precedente non ha Funzionato?
probabilmente Lei si è sentito preso in giro perché lo psicologo non ha riconosciuto la natura del suo conflitto: non era un problema di accettazione dell'omosessualità, ma un problema di trauma e identità. il collega , non credo volontariamente ma magari per una sua lettura dei racconti, avrà sminuito la portata delle sue ferite.
Nonostante la sfiducia, un nuovo percorso è vitale per superare i pensieri autodistruttivi.
se il suo obiettivo è smettere di punirsi per i traumi che ha subito e ricostruire un senso di sé autentico e non basato sulla compensazione della virilità mancante e lo crede possibile, io sono qui ad ascoltarla.
cari saluti
dott.ssa giusi vicino
Caro paziente,
la sua vita è stata tosta, tostissima. Dal suo scritto emerge una profonda difficoltà nel sentirsi fiducioso, sia nei confronti dell’Altro sia nei confronti di sé stesso. Ciò che sta condividendo qui rappresenta, a suo modo, una richiesta di aiuto.
Lei porta un tema complesso, quello del suo rapporto con la virilità, che merita senza dubbio degli approfondimenti per comprendere in che modo certe idee e pratiche si siano sviluppate e abbiano preso forma nella sua storia personale. Lei ha iniziato il suo messaggio parlando di un’“ossessione per la virilità” che la sta facendo soffrire fino al punto di sentirsi sopraffatto. Credo ci sia la possibilità, per lei, di prendere in mano questa esperienza e di esplorarla, comprendendo quali aspetti della sua storia abbiano contribuito a costruire una certa immagine della virilità.
In alcuni passaggi dei suoi scritti traspare anche un certo apprezzamento per sé. Forse proprio da queste parti più solide si potrebbe iniziare un lavoro per affrontare la situazione che sta vivendo.
Cordiali saluti, Dottor Albertini
la sua vita è stata tosta, tostissima. Dal suo scritto emerge una profonda difficoltà nel sentirsi fiducioso, sia nei confronti dell’Altro sia nei confronti di sé stesso. Ciò che sta condividendo qui rappresenta, a suo modo, una richiesta di aiuto.
Lei porta un tema complesso, quello del suo rapporto con la virilità, che merita senza dubbio degli approfondimenti per comprendere in che modo certe idee e pratiche si siano sviluppate e abbiano preso forma nella sua storia personale. Lei ha iniziato il suo messaggio parlando di un’“ossessione per la virilità” che la sta facendo soffrire fino al punto di sentirsi sopraffatto. Credo ci sia la possibilità, per lei, di prendere in mano questa esperienza e di esplorarla, comprendendo quali aspetti della sua storia abbiano contribuito a costruire una certa immagine della virilità.
In alcuni passaggi dei suoi scritti traspare anche un certo apprezzamento per sé. Forse proprio da queste parti più solide si potrebbe iniziare un lavoro per affrontare la situazione che sta vivendo.
Cordiali saluti, Dottor Albertini
Gentile utente,
da ciò che ha raccontato emerge chiaramente una sofferenza profonda e complessa, che ha radici in esperienze dolorose e prolungate nel tempo. Non c’è nulla di ridicolo o di “sbagliato” nel modo in cui si sente: essere stato vittima di bullismo, umiliazioni, esclusioni e violazioni della privacy lascia segni profondi, e la difficoltà di accettarsi, di sentirsi a posto nel proprio corpo e nella propria mascolinità è una conseguenza naturale di tutto ciò che ha vissuto.
La sensazione di inadeguatezza, l’invidia verso altri uomini e il confronto costante con ideali di virilità non sono un giudizio sul Suo valore, ma l’effetto di ferite emotive mai davvero elaborate. Le critiche subite, le prese in giro, la violazione della Sua intimità e il senso di isolamento hanno creato un accumulo di dolore che oggi si manifesta nei pensieri di disprezzo verso sé stesso, nel desiderio di “uscire dal corpo” e nella difficoltà a trovare piacere nelle proprie capacità o nei propri traguardi. Tutto questo non significa che Lei sia debole o “sbagliato”: significa che ha bisogno di riconoscimento, cura e ascolto, che oggi può trovare in un contesto sicuro e rispettoso.
Capisco anche la Sua sfiducia verso le terapie, soprattutto dopo un’esperienza che non l’ha soddisfatta. È comprensibile non voler ripetere un percorso che ha lasciato sensazioni di frustrazione. Tuttavia, ciò non significa che non esistano professionisti che possano comprendere e sostenere le problematiche specifiche che sta vivendo: l’orientamento maschile, la gestione della virilità, il trauma subito e i pensieri autolesivi sono tematiche delicate che richiedono competenza e sensibilità, non giudizio. Cercare uno spazio sicuro in cui poter parlare di sé senza paura di essere frainteso non è un segno di debolezza, ma di cura e responsabilità verso sé stesso.
È importante anche sottolineare che i pensieri di autolesionismo o il desiderio di fuggire dal proprio corpo non vanno affrontati da soli. Questi segnali indicano che il dolore ha raggiunto un livello critico e meritano attenzione immediata. Non deve sentirsi colpevole o “pazzo” per questo: sono reazioni umane di fronte a traumi, pressioni interne e frustrazioni emotive prolungate.
Quello che descrive circa la sessualità, l’invidia verso altri uomini o la difficoltà ad accettarsi fisicamente sono tutte espressioni di ferite emotive, non un’indicazione di un difetto intrinseco. La strada per sentirsi meglio non passa dall’eliminazione di questi sentimenti, ma dal poterli comprendere, elaborare e integrare con la guida di chi ha esperienza in questi ambiti.
Per ora, il passo più concreto che può fare è cercare un ascolto sicuro e competente, qualcuno che possa sostenerLa senza giudizio e accompagnarLa nella comprensione di sé, delle proprie emozioni e del proprio corpo. Non è mai troppo tardi per trovare un equilibrio e imparare a considerarsi degno di rispetto e di affetto, prima di tutto da sé stesso.
Lei non è solo in ciò che prova, e il fatto stesso che riesca a descrivere tutto così chiaramente dimostra una forza e una capacità di introspezione che molte persone non hanno. Non si tratta di cambiare in fretta o di “risolvere tutto subito”, ma di iniziare a prendersi cura di sé, passo dopo passo, in modo sicuro e rispettoso. Rimango a disposizione, un saluto!
da ciò che ha raccontato emerge chiaramente una sofferenza profonda e complessa, che ha radici in esperienze dolorose e prolungate nel tempo. Non c’è nulla di ridicolo o di “sbagliato” nel modo in cui si sente: essere stato vittima di bullismo, umiliazioni, esclusioni e violazioni della privacy lascia segni profondi, e la difficoltà di accettarsi, di sentirsi a posto nel proprio corpo e nella propria mascolinità è una conseguenza naturale di tutto ciò che ha vissuto.
La sensazione di inadeguatezza, l’invidia verso altri uomini e il confronto costante con ideali di virilità non sono un giudizio sul Suo valore, ma l’effetto di ferite emotive mai davvero elaborate. Le critiche subite, le prese in giro, la violazione della Sua intimità e il senso di isolamento hanno creato un accumulo di dolore che oggi si manifesta nei pensieri di disprezzo verso sé stesso, nel desiderio di “uscire dal corpo” e nella difficoltà a trovare piacere nelle proprie capacità o nei propri traguardi. Tutto questo non significa che Lei sia debole o “sbagliato”: significa che ha bisogno di riconoscimento, cura e ascolto, che oggi può trovare in un contesto sicuro e rispettoso.
Capisco anche la Sua sfiducia verso le terapie, soprattutto dopo un’esperienza che non l’ha soddisfatta. È comprensibile non voler ripetere un percorso che ha lasciato sensazioni di frustrazione. Tuttavia, ciò non significa che non esistano professionisti che possano comprendere e sostenere le problematiche specifiche che sta vivendo: l’orientamento maschile, la gestione della virilità, il trauma subito e i pensieri autolesivi sono tematiche delicate che richiedono competenza e sensibilità, non giudizio. Cercare uno spazio sicuro in cui poter parlare di sé senza paura di essere frainteso non è un segno di debolezza, ma di cura e responsabilità verso sé stesso.
È importante anche sottolineare che i pensieri di autolesionismo o il desiderio di fuggire dal proprio corpo non vanno affrontati da soli. Questi segnali indicano che il dolore ha raggiunto un livello critico e meritano attenzione immediata. Non deve sentirsi colpevole o “pazzo” per questo: sono reazioni umane di fronte a traumi, pressioni interne e frustrazioni emotive prolungate.
Quello che descrive circa la sessualità, l’invidia verso altri uomini o la difficoltà ad accettarsi fisicamente sono tutte espressioni di ferite emotive, non un’indicazione di un difetto intrinseco. La strada per sentirsi meglio non passa dall’eliminazione di questi sentimenti, ma dal poterli comprendere, elaborare e integrare con la guida di chi ha esperienza in questi ambiti.
Per ora, il passo più concreto che può fare è cercare un ascolto sicuro e competente, qualcuno che possa sostenerLa senza giudizio e accompagnarLa nella comprensione di sé, delle proprie emozioni e del proprio corpo. Non è mai troppo tardi per trovare un equilibrio e imparare a considerarsi degno di rispetto e di affetto, prima di tutto da sé stesso.
Lei non è solo in ciò che prova, e il fatto stesso che riesca a descrivere tutto così chiaramente dimostra una forza e una capacità di introspezione che molte persone non hanno. Non si tratta di cambiare in fretta o di “risolvere tutto subito”, ma di iniziare a prendersi cura di sé, passo dopo passo, in modo sicuro e rispettoso. Rimango a disposizione, un saluto!
Le tue parole, così dense e ferite, raccontano una battaglia interiore che nessuno merita di combattere da solo. Porti addosso anni di esclusioni, umiliazioni, paure sepolte, confronti impossibili, e oggi il dolore si confonde con l’idea che la tua virilità sia stata “tolta”. Ma non è così, non è mai così. La virilità non nasce dai capelli, dai muscoli, dal calcio o dai tatuaggi, nasce dalla storia che porti dentro, dalla dignità con cui ogni giorno provi a rialzarti nonostante tutto.
Le fantasie di farla finita, l’invidia verso gli altri uomini, il disgusto per te stesso, le difficoltà nel desiderio e nella sessualità non parlano di debolezza, parlano di ferite che chiedono ascolto. E tu hai già fatto una cosa enorme, anche se non sembra: hai trovato le parole per raccontare quello che senti.
Quello che descrivi è un dolore vero, non un capriccio, e merita un luogo serio e competente dove essere accolto. Non per giudicarti, non per etichettarti, ma per restituirti un’immagine più giusta di te. Le terapie non sono tutte uguali, non sono tutte la copia di un’esperienza infelice. Ci sono percorsi che rispettano la persona, che aiutano a sciogliere la vergogna, a ricucire il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità, con il proprio valore.
Non stai impazzendo, stai chiedendo aiuto.
E questo, al contrario di ciò che pensi, è uno dei gesti più maschili che esistano.
Se vorrai, possiamo iniziare con un incontro breve, tranquillo, senza impegni, solo per rimettere un po’ d’ordine tra ciò che senti e ciò che hai vissuto. Un passo alla volta, con rispetto e verità.
La tua storia non è finita, è solo stanca.
E si può curare. Adriano Formoso
Le fantasie di farla finita, l’invidia verso gli altri uomini, il disgusto per te stesso, le difficoltà nel desiderio e nella sessualità non parlano di debolezza, parlano di ferite che chiedono ascolto. E tu hai già fatto una cosa enorme, anche se non sembra: hai trovato le parole per raccontare quello che senti.
Quello che descrivi è un dolore vero, non un capriccio, e merita un luogo serio e competente dove essere accolto. Non per giudicarti, non per etichettarti, ma per restituirti un’immagine più giusta di te. Le terapie non sono tutte uguali, non sono tutte la copia di un’esperienza infelice. Ci sono percorsi che rispettano la persona, che aiutano a sciogliere la vergogna, a ricucire il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità, con il proprio valore.
Non stai impazzendo, stai chiedendo aiuto.
E questo, al contrario di ciò che pensi, è uno dei gesti più maschili che esistano.
Se vorrai, possiamo iniziare con un incontro breve, tranquillo, senza impegni, solo per rimettere un po’ d’ordine tra ciò che senti e ciò che hai vissuto. Un passo alla volta, con rispetto e verità.
La tua storia non è finita, è solo stanca.
E si può curare. Adriano Formoso
Stia tranquillo che nessun professionista la giudicherebbe. Da quello che scrive traspare tanta tristezza e tanta rabbia contro tutto e tutti. Dovrà in qualche modo far pace con se stesso per riuscire ad accettarsi ed a volersi bene per quello che è, senza rinnegare i suoi lati positivi. La saluto cordialmente. Dott. Lina Isardi
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