Ho 40 anni e da poco sperimento una relazione gay.Mi sento attivo e assolutamente non passivo ma anc

5 risposte
Ho 40 anni e da poco sperimento una relazione gay.Mi sento attivo e assolutamente non passivo ma anche lui vuole essere la parte dominante e attiva.Capisco che le mie sembianze femminili lo eccitino(ho il pene molto piccolo) e voglia sodomizzarmi ma mentalmente mi sento bloccato.Insiste e sostiene che solo così la relazione potrebbe funzionare.Sono indeciso..lo amo e sento che probabilmente sono più femminile e la mia parte dovrebbe essere quella di "accogliere" ricevere" ma non so.
Dott.ssa Sara Marchesi
Sessuologo, Psicologo, Neuropsicologo
Vimercate
Buongiorno, innanzitutto i ruoli non devono necessariamente essere predefiniti sulla base dell'aspetto esteriore! Inoltre, le consiglierei una consulenza psicosessuologica per chiarificare meglio alcuni aspetti relativi alla sessualità e alla relazione con quest'uomo, rispetto anche alle sue esigenze.. sono temi che vale la pena approfondire e che necessitano uno spazio adeguato che non sia una breve risposta scritta e impersonale! Nel caso resto a disposizione, non esiti a contattarmi! Buona giornata!

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Dott.ssa Tonia Caturano
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Pioltello
Stai attraversando un momento profondo, delicato, in cui la scoperta dell’amore e della sessualità si intreccia con la tua identità più intima. Le parole che hai scelto mostrano quanto tu stia cercando di ascoltarti, anche nel mezzo del dubbio, della pressione, della confusione. Non c’è nulla di sbagliato nel sentirsi combattuti. Anzi, è proprio in questi momenti che emerge il bisogno di fermarsi e chiedersi: “Cosa sento davvero? Cosa desidero io, al di là di quello che l’altro vuole da me?”

A volte, il corpo si blocca dove la mente non ha ancora trovato chiarezza. Il rifiuto o la paura non sono ostacoli da superare con forza, ma segnali preziosi da accogliere con delicatezza. Forse stai iniziando solo ora a dare uno spazio reale alla tua parte più vulnerabile, quella che ha bisogno di essere conosciuta senza essere forzata, né da te stesso né da chi ami. E proprio perché ami, forse ti senti spinto a cedere, a modellarti per non perdere quel legame. Ma l’amore non dovrebbe mai chiederti di andare contro te stesso. L’intimità autentica nasce quando puoi dire di sì, oppure di no, restando comunque accolto, visto, rispettato.

Se senti che dentro di te convivono una parte che si riconosce in una certa femminilità e un’altra che ha bisogno di tempo, di spazio, di libertà, allora forse è arrivato il momento di ascoltarle entrambe, senza giudizio. Una terapia può offrirti esattamente questo: uno spazio dove tu possa essere pienamente te stesso, anche nella confusione, anche nella paura. Non per scegliere in fretta cosa fare, ma per capire chi sei quando nessuno ti guarda. Per ritrovare il tuo centro, là dove non c’è obbligo ma scelta consapevole.

Iniziare un percorso non significa ammettere una debolezza, ma riconoscere che meriti uno spazio solo tuo, dove esplorare la tua storia, il tuo corpo, la tua identità, i tuoi desideri, con rispetto e verità. Se stai vivendo qualcosa che ti muove così tanto dentro, forse è il momento giusto per prenderti cura di te. Non sei sbagliato. Non sei solo. E se lo desideri, puoi iniziare da qui.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Capisco bene la complessità della situazione che stai vivendo. Da quello che descrivi emergono due aspetti centrali: da un lato il desiderio e l’amore che provi per il tuo partner, dall’altro il conflitto interiore legato al ruolo sessuale che lui si aspetta da te e che tu non senti ancora tuo.

È importante sottolineare che in una relazione intima nessuno dovrebbe sentirsi costretto a fare qualcosa che non desidera o per cui non si sente pronto. La sessualità è un incontro reciproco e non un obbligo: il consenso e il rispetto dei propri limiti devono sempre rimanere la base.

Il fatto che tu riconosca di avere anche una parte più femminile e di chiederti se possa emergere in questo contesto è un segnale di apertura verso la conoscenza di te stesso, ma non significa che debba essere l’altro a decidere i tuoi ruoli e i tuoi tempi. È fondamentale che tu possa esplorare la tua identità e i tuoi desideri senza sentirti forzato.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire questi vissuti ed elaborare al meglio le tue emozioni rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Adriana Gaspari
Psicologo clinico, Sessuologo
Chieti
Gentilissimo da quello che racconta nella sua lettera e' un po' confuso nel ruolo da svolgere. Penso invece che il problema sia la rigidita'dei vostri ruoli : solo attivo (lui),solo passivo(lei), in un rapporto ci vuole fluidita' reciproca e nel suo caso sembra calzare a pennello. Provi a proporre tutto questo al suo partner ed a confidare il suo disagio nel rivestire il ruolo solo passivo. Se non dovesse accogliere le sue proposte e il suo disagio...prenda delle decisioni sulla relazione.
Resto a disposizione per qualsiasi aiuto o chiarimento e la saluto cordialmente
Dott.ssa Adriana Gaspari
Buonasera, quello che descrive è un passaggio importante della sua storia affettiva e sessuale, ed è naturale sentirsi confusi o in bilico quando si iniziano a esplorare parti di sé nuove o finora poco espresse. Prima di tutto, è importante riconoscere che la passività, ovvero l’essere in una posizione più ricettiva durante il rapporto sessuale, è qualcosa che culturalmente è stato a lungo associato al femminile, e in molte società questo ha contribuito a creare uno stigma, soprattutto per gli uomini. Ma accogliere, ricevere, non rende "meno uomo". La sessualità non segue ruoli fissi, né è un teatro in cui si deve sempre recitare una parte. È, piuttosto, un terreno di autenticità, ascolto e libertà. Premesso ciò, nessuna pratica sessuale dovrebbe mai essere forzata o vissuta con disagio. Le relazioni si costruiscono sul consenso, sul rispetto reciproco e sulla possibilità di esplorare insieme, senza pressioni, quello che fa stare bene entrambi. La invito a riflettere su cosa significhi per lei essere “attivo”, “passivo”, “dominante” o “ricettivo”. Spesso questi termini vengono caricati di significati simbolici molto forti che rischiano di confonderci. La sua esperienza, il suo piacere, la sua identità non si esauriscono in un ruolo sessuale. Potrebbe essere molto utile intraprendere una consulenza sessuologica per esplorare con maggiore chiarezza questa nuova fase della sua vita affettiva e sessuale.

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