Esiti di frattura pertrocanterics con presenza di chiodo endomidollare e vite. Minima riduzione d'am

14 risposte
Esiti di frattura pertrocanterics con presenza di chiodo endomidollare e vite. Minima riduzione d'ampiezza della rima articolare nel quadrante supero -esterno da ambo i lati per incipienti note di coxcartrosi.
Gigante Salvatore anni 60 infortunio 2014 Femore
Dott. Daniele Giannetti
Osteopata, Fisioterapista, Posturologo
Roma
Salve Salvatore, ci spieghi qual è il suo problema

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Dott. Salvatore Faraci
Fisioterapista
Saluzzo
In presenza di queste informazioni potrebbe più nel dettaglio mostrarci quali siano i suoi problemi o le eventuali limitazioni nella vita quotidiana?
Dott.ssa Debora Giovanelli
Fisioterapista, Osteopata
Cignone
Salve, sono necessari maggiori dettagli per comprendere a fondo il problema.

Cordiali saluti
Dott. Giuseppe Pipitone
Fisioterapista, Posturologo
Messina
Buongiorno, sarebbero utili maggiori informazioni per avere un quadro più chiaro dei suoi problemi per valutare l'ipotesi di un progetto riabilitativo.
Dott. Marco Battistini
Fisioterapista, Posturologo, Osteopata
Marino
Salve non capisco dove sia la problematica, se può fornirci qualche altra indicazione le possiamo essere di maggior aiuto.
Dott. Fulvio Riccitelli
Fisioterapista, Posturologo, Massofisioterapista
Roma
Quindi? ))))
Dr. Alberto Marcellini
Osteopata, Fisioterapista, Posturologo
Roma
Fisioterapia che prevede tanta mobilità rispettando i limiti articolari e ginnastica posturale.

A sua disposizione
Cordialmente

Dott. Alberto Marcellini
Dr. Fabio Scalone
Osteopata, Fisioterapista, Posturologo
Roma
Buongiorno, in base alla situazione da lei descritta, quali sono i suoi problemi? In questi casi solitamente si fa fisioterapia ma il programma riabilitativo viene proposto in base al problema che questa situazione le dà.
Le consiglio una visita fisioterapica per valutare cosa fare.
Un caro saluto
Dr. Simone Fabene
Fisioterapista, Posturologo
Roma
Salve. Le informazioni da lei fornite non spiegano quale sia il suo problema.
per formulare un programma riabilitativo abbiamo bisogno di sapere quale sia il suo problema. Le consiglio di effettuare una visita dal fisioterapista.
Saluti
Dr. Luciano Brigandi
Fisioterapista, Osteopata, Posturologo
Meda
Buongiorno
Avrei necessità di avere maggiori informazioni, potrebbe inviarmi un messaggio con il suo contatto telefonico? senza impegno. Grazie
Buongiorno, qual è il suo problema ora? Dolore, difficoltà a deambulare?
Dr. Matteo Tonino
Fisioterapista, Posturologo
Roma
Quale è la sua richiesta di aiuto?
Dott. Matteo Garavaglia
Fisioterapista, Chinesiologo, Posturologo
Sesto San Giovanni
Buongiorno, il referto indica che il paziente ha avuto una frattura pertrocanterica del femore nel 2014, trattata con un chiodo endomidollare e una vite per favorire la guarigione. L’esito dell'intervento è positivo, ma si osserva una minima riduzione dell’ampiezza della rima articolare nell'area superiore-esterna dell'anca, un segno iniziale di coxartrosi (usura della cartilagine). Questo potrebbe essere collegato all'infortunio e al processo di guarigione, che ha comportato una sollecitazione maggiore sull'articolazione. La coxartrosi in fase incipiente potrebbe causare dolore o rigidità.
Sarebbe utile continuare con una fisioterapia mirata e monitorare l’evoluzione della condizione con il supporto di un ortopedico.
Spero di esserle stato d'aiuto e se ha piacere mi lasci una recensione. Grazie
Buonasera, grazie per aver riportato il referto.
La descrizione parla degli esiti di una frattura pertrocanterica del femore, trattata con chiodo endomidollare e vite.
Si tratta di un intervento molto comune per questo tipo di fratture, e a distanza di anni l’impianto è considerato stabile.

La “minima riduzione della rima articolare” in sede supero-esterna indica un inizio di coxartrosi (artrosi dell’anca), un cambiamento degenerativo molto frequente nelle persone che hanno avuto un infortunio importante come il suo e che può dare dolore, rigidità e affaticamento.

Dopo una frattura come quella del 2014, è normale che nel tempo l’articolazione dell’anca subisca più carico e sviluppi gradualmente segni di artrosi.

La gestione migliore in questi casi è conservativa, cioè non chirurgica, e comprende:
• fisioterapia mirata per migliorare mobilità e forza di anca e glutei,
• esercizi personalizzati per distribuire meglio il carico quando si cammina,
• strategie per ridurre il dolore e l’infiammazione,
• controllo del peso e delle attività che irritano l’articolazione,
• eventuali terapie complementari (come magnetoterapia o esercizi in acqua) se indicate.

L’intervento chirurgico viene considerato solo se il dolore diventa molto importante e limita le attività quotidiane, altrimenti si lavora con molto successo sul rinforzo e sulla funzionalità.

Una valutazione fisioterapica completa può aiutarla a capire da dove nasce il dolore attuale e quali strategie possono darle sollievo duraturo.

Resto a disposizione per chiarimenti.

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