È davvero sconsigliato lo xanax durante l'allattamento? Tra meno di due settimane partorirò e non ri
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È davvero sconsigliato lo xanax durante l'allattamento? Tra meno di due settimane partorirò e non riesco a sospendere lo xanax, però vorrei anche tanto poter allattare, anche allattamento misto, ma vorrei farlo... però senza rinunciare al mio benessere.. lo assumo da anni per attacchi di panico e ansia. Prendo mattina, pranzo e cena.
Buongiorno, secondo le linee guida, tutte le benzodiazepine (compreso lo Xanax) sono sconsigliate durante l'allattamento, tranne che nell'uso occasionale, poichè passano nel latte materno e di qui nel neonato con possibili effetti di sedazione e, in alcuni casi di astinenza. Deve essere considerato singolarmente il rapporto tra benefici e rischi da parte dello specialista e dello psichiatra curante e la scelta deve ricadere su quelle ad emivita più breve nell'organismo della madre e quindi del bimbo. Alcuni integratori possono trovare una parziale soluzione, ma soprattutto un percorso di psicoterapia può aiutare a contenere le manifestazioni di ansia e indirizzarla verso una giusta strategia di possibile risoluzione. Un saluto
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Buon giorno.
Gli aspetti farmacologici sono stati ben esposti dal collega che ha già risposto. E' utile che si confronti con un* specialist* per approfondire i sintomi attuali, per valutare se sono degni di una terapia farmacologica - anzitutto -, perché ci sono altre possibili soluzioni, sicure nella fase di allattamento, che vanno valutate secondo un adeguato equilibrio tra rischi e benefici, per entramb*, madre e bambin*.
Per ciò che concerne gli aspetti psicologici, sarebbe utile anche un sostegno: il legame madre/bambin* non passa necessariamente dall'allattamento, che ha infinite virtù e vantaggi, ma ci sono moltissimi modi di costruire intimità e un legame significativo. Può rivolgersi a consulenti in tal senso (consulenti dell'allattamento, ostetrich*, psicolog*), che possano sostenerla in questo periodo così ricco di eventi e di piccole/grandi cose, per potersi orientare in scelte che le facciano cogliere complessivamente il senso del benessere, affrontando sensi di colpa (es. "se non allatto, non mi sto occupando adeguatamente di mi* figli*", ecc.).
In bocca al lupo, un augurio di ogni bene.
Gli aspetti farmacologici sono stati ben esposti dal collega che ha già risposto. E' utile che si confronti con un* specialist* per approfondire i sintomi attuali, per valutare se sono degni di una terapia farmacologica - anzitutto -, perché ci sono altre possibili soluzioni, sicure nella fase di allattamento, che vanno valutate secondo un adeguato equilibrio tra rischi e benefici, per entramb*, madre e bambin*.
Per ciò che concerne gli aspetti psicologici, sarebbe utile anche un sostegno: il legame madre/bambin* non passa necessariamente dall'allattamento, che ha infinite virtù e vantaggi, ma ci sono moltissimi modi di costruire intimità e un legame significativo. Può rivolgersi a consulenti in tal senso (consulenti dell'allattamento, ostetrich*, psicolog*), che possano sostenerla in questo periodo così ricco di eventi e di piccole/grandi cose, per potersi orientare in scelte che le facciano cogliere complessivamente il senso del benessere, affrontando sensi di colpa (es. "se non allatto, non mi sto occupando adeguatamente di mi* figli*", ecc.).
In bocca al lupo, un augurio di ogni bene.
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