Buongiorno sono una donna di 45anni ed ho sofferto in passato di esofagite da reflusso con ernia iat
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Buongiorno sono una donna di 45anni ed ho sofferto in passato di esofagite da reflusso con ernia iatale dopo gastroscopia il mio gastroenterologo mi ha dato una cura per 6 mesi ho risolto e sono stata bene per molti anni.adesso mi e tornata l'esofagite da rrflusso ma mi comporta acidita'in bocca e feci verdi cosa puo' esserr questa volta?
Niente di allarmante. L'acidità in bocca è un sintomo da reflusso. Delle feci verdi non bisogna aver alcun conto. Ritorni dal suo gastroenterologo che gestirà al meglio la sua patologia.
Saluti
Marco Sanges
Saluti
Marco Sanges
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Sarebbe importante sapere il grado di esofagite riscontrata alla prima gastroscopia per stabilire la terapia di attacco e di mantenimento più adatta. Avendo l'ernia iatale, che è un fattore di rischio per malattia da reflusso gastroesofageo, è possibile che i sintomi possano ritornare. In questi casi è meglio verificare l'assenza di sintomi e segni d'allarme che possano richiedere una nuova valutazione endoscopica ed eventualmente ripetere un ciclo di terapia antisecretiva per valutarne la risposta. Sicuramente il suo gastroenterologo di fiducia la saprà guidare. Saluti. Dott.ssa Sanna
Caro Sig.ra,
Gli esami da eseguire per il suo problema sono:
-pHmetria nelle 24 ore: permette di misurare il pH del liquido refluito e quindi la presenza di acido, il numero degli episodi di reflusso che si verificano nell’arco della giornata e il loro rapporto con attività fisiologiche come il pasto o il coricarsi.Impedenzometria: è un esame che può venire eseguito insieme alla pHmetria per valutare le caratteristiche del reflusso e in particolare il suo stato fisico (reflusso liquido o gassoso).
-Manometria: tramite un sondino viene misurato il tono dello sfintere esofageo inferiore e cioè la pressione che esso è in grado di esercitare. La sua contrazione è infatti il principale meccanismo anti-reflusso e un suo malfunzionamento è spesso il principale responsabile dell’esofagite.
-Esofagogastroduodenoscopia: permette di vedere se ci sono lesioni erosive dell’esofago, stenosi o modificazioni della normale struttura del tessuto.
-Pasto baritato: in seguito all’ingestione di un mezzo di contrasto radio-opaco viene eseguito un esame radiografico che permette di evidenziare eventuali alterazioni anatomiche dell’esofago e dello stomaco come restringimenti esofagei o la presenza di un’ernia iatale.
La terapia della malattia da reflusso gastroesofageo prevede principalmente un approccio dietetico e farmacologico, ma nei casi più gravi si può ricorrere alla chirurgia.
Le modificazioni dello stile di vita, in particolare delle abitudini dietetiche, vengono spesso raccomandate a chi soffre di MRGE. È consigliabile evitare questo tipo di cibi:
- Cibi grassi, menta, pomodoro.
-Caffè e tè.
-Evitare i cibi naturalmente irritanti.
-Fumo e alcool.
-Adottare delle misure che riducano il rischio di reflusso notturno come l’elevazione della testata del letto e non mangiare appena prima di coricarsi.
I farmaci impiegati nella terapia della MRGE sono gli inibitori di pompa protonica (IPP) e gli antagonisti del recettore 2 dell’istamina (anti-H2). Entrambe queste categorie di farmaci vanno a diminuire la secrezione acida gastrica e gli IPP risultano essere i più efficaci; nonostante questi farmaci non prevengano il reflusso, la diminuzione dell’acidità del succo gastrico migliora i sintomi e permette la guarigione dell’esofagite.
Inoltre le feci di color verde non costituiscono un sentore di un problema clinico.
Un saluto.
Gli esami da eseguire per il suo problema sono:
-pHmetria nelle 24 ore: permette di misurare il pH del liquido refluito e quindi la presenza di acido, il numero degli episodi di reflusso che si verificano nell’arco della giornata e il loro rapporto con attività fisiologiche come il pasto o il coricarsi.Impedenzometria: è un esame che può venire eseguito insieme alla pHmetria per valutare le caratteristiche del reflusso e in particolare il suo stato fisico (reflusso liquido o gassoso).
-Manometria: tramite un sondino viene misurato il tono dello sfintere esofageo inferiore e cioè la pressione che esso è in grado di esercitare. La sua contrazione è infatti il principale meccanismo anti-reflusso e un suo malfunzionamento è spesso il principale responsabile dell’esofagite.
-Esofagogastroduodenoscopia: permette di vedere se ci sono lesioni erosive dell’esofago, stenosi o modificazioni della normale struttura del tessuto.
-Pasto baritato: in seguito all’ingestione di un mezzo di contrasto radio-opaco viene eseguito un esame radiografico che permette di evidenziare eventuali alterazioni anatomiche dell’esofago e dello stomaco come restringimenti esofagei o la presenza di un’ernia iatale.
La terapia della malattia da reflusso gastroesofageo prevede principalmente un approccio dietetico e farmacologico, ma nei casi più gravi si può ricorrere alla chirurgia.
Le modificazioni dello stile di vita, in particolare delle abitudini dietetiche, vengono spesso raccomandate a chi soffre di MRGE. È consigliabile evitare questo tipo di cibi:
- Cibi grassi, menta, pomodoro.
-Caffè e tè.
-Evitare i cibi naturalmente irritanti.
-Fumo e alcool.
-Adottare delle misure che riducano il rischio di reflusso notturno come l’elevazione della testata del letto e non mangiare appena prima di coricarsi.
I farmaci impiegati nella terapia della MRGE sono gli inibitori di pompa protonica (IPP) e gli antagonisti del recettore 2 dell’istamina (anti-H2). Entrambe queste categorie di farmaci vanno a diminuire la secrezione acida gastrica e gli IPP risultano essere i più efficaci; nonostante questi farmaci non prevengano il reflusso, la diminuzione dell’acidità del succo gastrico migliora i sintomi e permette la guarigione dell’esofagite.
Inoltre le feci di color verde non costituiscono un sentore di un problema clinico.
Un saluto.
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