Buongiorno. Sono Eleonora ho 29 anni. Sono una ragazza timida, introversa. Alle elementari, dopo u

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Buongiorno. Sono Eleonora ho 29 anni. Sono una ragazza timida, introversa.
Alle elementari, dopo un anno che i miei si erano separati, penso a 9 anni, andai dallo psicologo su richiesta delle mie insegnanti perché da come ho capito, le insegnanti avevano detto che ero triste, parlavo un po' con le mie compagne e poco con gli adulti. Se non ricordo male, andai poche volte dallo psicologo, forse due volte.
Nel 2008 vado dalla psicologa nel centro salute del Asl del mio paese. Il motivo per cui entrai la prima volta in Asl, dalla psicologa era perché avevo tentato il suicidio, perché l' anno prima alcune mie compagne di classe, erano state aggressive nei miei riguardi. Ora, ricordandomi l epoca non so se ero stata capace di spiegare il motivo per cui ho tentato il suicidata.
Praticamente, un giorno, mia sorella vedendomi sempre a casa anziché a scuola, decise di farmi iscrivere in un altra scuola, io ero spaventata all idea di iniziare di nuovo un altra scuola perché significava conoscere persone nuove e non volevo assolutamente cambiare scuola, per cui in quel momento avevo veramente pensato di togliermi la vita.
Avevo paura di incontrare di nuovo gente aggressiva che mi avrebbe preso di mira. Dalla classe in cui ero ripetente ( perché ho ripetuto la prima) non c erano le compagne di classe che mi avevano preso di mira l anno prima. Dal momento che per me la situazione era stabile e che le compagne che avevo erano tranquille rispetto all anno prima, non c era motivo di cambiare scuola, anche se e vero che facevo molte assenze (ma perché non avevo voglia).
Così dopo il tentato andai dalla psicologa, ricordo che mi fece dei test. Poi non andai più per qualche anno.
Ritornai dalla psicologa nel 2011 a seguito di un mio scoraggiamento. So che è banale, ma il motivo è questo: ad una festa con la mia famiglia, parenti e vicini di casa, versai da bere ad una signora, e la signora aveva commentato che non sapevo versare l' aranciata e me la presi molto, ci rimasi veramente male così ritornai dalla psicologa.
Sono stata sempre un po' insicura e tendevo e tendo tutt' oggi a non uscire di casa.
Siccome negli anni scorsi, andavo dalla psicologa in modo discontinuo, mi sono poi impegnata ad andare alle sedute in modo costante. Dal 2018 vado sempre dalla psicologa, e per quanto ci conosciamo da anni, non riesco ad aprirmi totalmente con lei, all inizio sono sempre molto in ansia e lei dice che fa una gran fatica a parlare con me, dice che mi deve togliere le cose di bocca. Lei aspetta sempre che parli io, come se dovessi parlare per un po', invece io arrivo, mi siedo e aspetto che mi parli ma appunto è perché sulle prime sono molto a disagio e a volte quando lei aspetta che io parli, mi crea ancora più disagio. Per me ancora adesso è faticoso parlare con lei, nonostante che lei mi dice che la conosco da anni. Io comunque gli e lo detto che i silenzi, dove ne io né lei parla mi mettono a disagio e tuttavia lei aspetta sempre che io le parli, e a volte rimaniamo a guardarci per 30 40 secondi. Insomma, parlo per me, questo tipo di aiuto diciamo colloquiale dove io , ogni settimana vado e parlo di me, non mi soddisfa tanto. Vedo che se pur parlo, delle mie difficoltà, o che lei nota quanta bassa autostima ho, non vedo un aiuto concreto. Anzi tutte le volte che vado da lei e parlo di me, mi sembra un po' dispersivo il suo tipo di aiuto. Ad esempio, parlo delle mie difficoltà relazionali ma rimane lì la questione!poi in un altra seduta parliamo di un altro problema, di nuovo senza obiettivi per affrontarlo..come se rimanesse solo uno sfogo. Non c'è un obiettivo da raggiungere, un lavorare insieme attivamente per superare le difficoltà ma sembra appunto molto orientato al dialogo e io dopo tutti questi anni davvero non capisco come mai, capito le mie difficoltà, non mi aiuti a superarle. Io vorrei che fosse più attiva verso di me, ad esempio non ho ancora superato il bullismo, eppure non ne parliamo tanto. Come anche l' autostima, io purtroppo non vedo cambiamenti, in un certo senso mi sento ferma con lei. Una volta le avevo chiesto se potesse indicarmi dei libri di psicologia e mi disse che non li conosceva.
Una volta forse per la mia insoddisfazione e per l' aiuto che mi dava, forse perché non mi bastava avevo trovato un associazione a mezz' ora dalla mia abitazione dove insegnavano teatro per poi essere sicura nel lavoro. Gli e lo dissi, (anche perché mi sembrava di non togliere niente a lei) e mi rispose che già c erano loro ( CSM) come asl. Per cui non voleva che altri progetti si intromettessero. Il che mi stava bene che non volesse altri progetti intorno, però poi doveva fare veramente qualcosa lei per aiutarmi e non che poi io mi recassi al CSM per un mero dialogo , ogni volta a settimana. Invece niente, da qualche anno che vado, i colloqui sono appunto di dialogo. Infatti io avevo pensato che se ero costante nelle sedute, mi avrebbero fatto fare qualcosa di più, mi avrebbero dato più risorse in sostanza, per aiutarmi, invece, niente. Io mi sento molto insoddisfatta di questo aiuto.
Una cosa che ho notato sempre verso la mia psicologa e una premura infinita nei miei riguardi, da sempre, tanto che ad esempio se lavoravo e mi vedeva stressata, impaurita mi faceva smettere di lavorare. Non mi dava la grinta il coraggio oppure un modo per affrontarlo insieme ma praticamente ha sempre appoggiato le mie paure. Infatti la mia famiglia a sempre detto che mi protegge troppo appena c'è un problema o che mi coccola troppo. Io sento di aver sviluppato nei riguardi della mia psicologa una certa dipendenza, perché comunque vorrei uscire da queste "sedute" o comunque affrontare veramente le mie paure per poi essere autonoma e non fare sedute su sedute, senza obiettivo. Inoltre, durante il periodo in cui lavoravo e una volta a settimana andavo dalla psicologa, sulla base soprattutto di quello che le dicevo e come mi vedeva mi ha fatto fare dei test da un suo collega di diagnosi Asperger a seguito delle mie sedute, in cui una volta gli dissi che non avevo salutato una collega perché era troppo tardi per salutare e poi aveva visto che non capivo una metafora. Ora, detto questo, le metafore le capisco, anche perché le uso e le esprimo io stessa, magari mi può sfuggire il significato di una metafora però non mi sembra che non capisca nessuna metafora, anzi. Insomma, penso che la mia psicologa abbia pensato fossi Asperger sulla base di pochi elementi. Ho passato un anno a fare non so quanti test sull Asperger, (non scherzo quando dico un anno) e lo psicoterapeuta diceva sempre che ci sarebbero stati degli esercizi, ecco ad oggi io non ho fatto neanche un esercizio sull asperger. Anche qui, se mi dai una diagnosi come l' asperger e poi non mi dai delle risorse, rimane un aiuto fatto di parole.
Che io penso no di essere asperger, se ci sono delle risorse oltre il dialogo ben vengano, se invece passano mesi e non vedo mai lo psicoterapeuta che mi ha fatto fare test, finisco con il pensare che forse non sono asperger.
Oltretutto a parte questo, mi hanno messo nella diagnosi lieve asperger...questo mi fa pensare che neanche loro ne siano tanto convinti della diagnosi.
La mia famiglia è da qualche anno che mi dice di informarmi se ci sono altri psicologhi che mi possono aiutare, proprio perché mi vedono da anni a casa e non vedono risultati e ovviamente non sono contenti della mia situazione.
Per questi motivi chiedo a Voi se conoscete in Torino degli ospedali o comunque servizi gratuiti di psicologi che mi possono aiutare a stare meglio e ad affrontare le mie paure. Io cercavo in Torino una valutazione su mutismo selettivo per adulti, visto che mi riconosco più sul mutismo che sull asoerger, date le mie paure su alcune persone rigide.
Spero davvero possiate aiutarmi nel suggerirmi dei servizi in Torino, gratuiti o che si pagano in parte, perché purtroppo ora non posso permettermi un privato. Spero possiate trovare una soluzione, perché non voglio continuare così.
Grazie per L' attenzione.
Cordiali saluti
Eleonora
Buongiorno, senz’altro la inviterei a seguire un percorso diagnostico preciso per avere un quadro chiaro dal punto di vista della diagnosi (Asperger o no?) e poi di recarsi da una Logopedista che si occupi degli adulti per una valutazione delle sue competenze comunicative e linguistiche. Senz’altro in quella ambito troverà un aiuto costruttivo ed efficace, auguroni ! Cordialmente Daniela Barberini

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Buon giorno Eleonora, prima di iniziare qualsiasi terapia è indispensabile una diagnosi corretta in modo da poter individuare i professionisti adatti per un adeguato piano terapeutico.
Si rivolga a un bravo neuropsichiatra in qualche ospedale di Torino. Il suo medico curante può consigliarla al riguardo.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Nelida Monroig
Buongiorno è opportuno effettuare una diagnosi specifica e con l'utilizzo di test standadizzati x ottenere dei parametri di comparatizione (Asperger?o altra Sindrome).
Se vuole mi contatti, seguo anche pazienti adulti.
Cordiali saluti
Buonasera Eleonora,
in queste circostanze una diagnosi è essenziale vista l’ampia eterogeneità fenotipica che caratterizza questi disturbi.
Se il neuropsichiatra a cui si rivolgerà poi lo riterrà opportuno potrà intraprendere un percorso di logopedia, con prima fase valutativa, per andare a lavorare sul sugli aspetti comunicativo-linguistici maggiormente deficitari.
Un percorso psicologico,poi, vista la circostanza, potrebbe esserle di supporto
Salve Eleonora. Secondo me, sono logopedista e psicoterapeuta, dovrebbe affrontare separatamente le due questioni nonostante tra le due ci siano importanti connessioni. Non voglio mettere in dubbio le capacità della sua psicoterapeuta ma a quanto dice non la soddisfa e vive le sedute come tutte uguali, senza avvertire un miglioramento. Le consiglio un colloquio con un altro professionista per valutare se all'interno di un'altra relazione può sentirsi più a suo agio e capire meglio quello che la blocca e come superarlo. Tanti auguri!

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