Buongiorno, soffro di disturbi ossessivi da anni ed attualmente sono in cura con venlaflaxina. Il
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Buongiorno,
soffro di disturbi ossessivi da anni ed attualmente sono in cura con venlaflaxina. Il mio quesito è il seguente: so che questo farmaco dovrebbe inibire il reuptake di serotonina e noradrenalina. Questo porterebbe ad un livello più alto nel corpo di queste due sostanze. Ma quando smetterò di prendere il farmaco, per quale motivo i livelli di queste 2 sostanze dovrebbero rimanere tali da "non avere pensieri" ? A livello di logica direi che una volta tolto l'aiuto di questo farmaco la situazione tornerebbe come all'inizio. Oppure mi sbaglio e mi manca qualche passaggio?
Grazie mille
soffro di disturbi ossessivi da anni ed attualmente sono in cura con venlaflaxina. Il mio quesito è il seguente: so che questo farmaco dovrebbe inibire il reuptake di serotonina e noradrenalina. Questo porterebbe ad un livello più alto nel corpo di queste due sostanze. Ma quando smetterò di prendere il farmaco, per quale motivo i livelli di queste 2 sostanze dovrebbero rimanere tali da "non avere pensieri" ? A livello di logica direi che una volta tolto l'aiuto di questo farmaco la situazione tornerebbe come all'inizio. Oppure mi sbaglio e mi manca qualche passaggio?
Grazie mille
Buongiorno, il razionale di una terapia per un "periodo X" con un farmaco antidepressivo è da causare una remissione dei sintomi, e delle modifiche a livello biochimico, tali da ridurre significativamente la possibilità di ricadute, incidendo così sul decorso del disturbo per cui viene assunto.
Cordiali saluti
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La tua logica è corretta ma incompleta. Durante il trattamento con venlafaxina non aumentano solo i livelli di serotonina e noradrenalina, ma si verificano cambiamenti neuroplastici più profondi.
Il farmaco stimola la neurogenesi, favorisce la formazione di nuove sinapsi e modifica l'espressione genica dei neuroni. Questi cambiamenti strutturali possono persistere anche dopo la sospensione, mantenendo circuiti neurali più funzionali.
Inoltre, durante la terapia spesso si sviluppano nuove strategie cognitive e comportamentali che diventano automatiche. La combinazione tra neuroplasticità e apprendimento di nuovi pattern mentali può mantenere i benefici.
Tuttavia, alcuni pazienti necessitano di terapia di mantenimento a lungo termine, proprio perché la vulnerabilità biologica di base persiste.
Un percorso psicoterapeutico parallelo può consolidare questi cambiamenti e fornire strumenti per gestire eventuali ricadute dopo la sospensione farmacologica.
Il farmaco stimola la neurogenesi, favorisce la formazione di nuove sinapsi e modifica l'espressione genica dei neuroni. Questi cambiamenti strutturali possono persistere anche dopo la sospensione, mantenendo circuiti neurali più funzionali.
Inoltre, durante la terapia spesso si sviluppano nuove strategie cognitive e comportamentali che diventano automatiche. La combinazione tra neuroplasticità e apprendimento di nuovi pattern mentali può mantenere i benefici.
Tuttavia, alcuni pazienti necessitano di terapia di mantenimento a lungo termine, proprio perché la vulnerabilità biologica di base persiste.
Un percorso psicoterapeutico parallelo può consolidare questi cambiamenti e fornire strumenti per gestire eventuali ricadute dopo la sospensione farmacologica.
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