Buongiorno, figlia maggiorenne se rifiuta de andare dal dentista ormai da 5 anni pur avendo serie

9 risposte
Buongiorno,
figlia maggiorenne se rifiuta
de andare dal dentista ormai da 5 anni pur avendo serie problemi. E in generale non vuole fare ne analisi di sangue, ne visite mediche dicendo che sta bene, invece e obesa e soffre di diabete melito di tipo2.
Non mi spiego il perché è non se reesce a convincere di curarsi. Le ho prenotato diversi volte visite dallo psicologo, neanche li non è andata.
Dice ché è libera di decidere cosa vuole fare. Non so più cosa fare, perché la situazione non è da lasciar perdere. Cosa suggerite?
Ringrazio e rimango in attesa di un vostro gentile riscontro in merito a questa situazione
Dott.ssa Katia Delle Monache
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Genova
Gentile utente, la frustrazione che si può provare quando si cerca di aiutare qualcuno in difficoltà che non ammette di esserlo è un’esperienza davvero dolorosa, il livello di impotenza che si prova è disorientante e ci può fare sentire inutili. In più quando la persona in questione è il/la proprio/a figlio/a le cose si complicano ancora di più. Purtroppo, non ho un suggerimento da darle per far cambiare idea a sua figlia. Tenga presente che a volte le persone hanno bisogno di arrivare a provare una sofferenza molto forte per rivolgersi a qualcuno e chiedere aiuto. E’ necessario rispettare la libertà dell’individuo e far sì che lui/lei maturino la convinzione di ricorrere al supporto di un esperto. L’unica cosa che può fare è stare vicina a sua figlia, parlarle con affetto e cercare di capire che cosa sta succedendo, come si sente. Giudizio, imposizione e obbligo possono produrre effetti deleteri che portano la persona a chiudersi ulteriormente e a mettersi in una posizione di difesa. Provi a chiederle che idea ha dello psicologo, che tipo di significato lega a questa figura professionale, come la vede: a volte molte persone hanno delle credenze fuorvianti, provi a scoprire che pensieri ha sua figlia al riguardo. In ultimo, potrebbe essere utile per lei rivolgersi ad un professionista per dedicare uno spazio adeguato e protetto a questo momento che sta attraversando, potrebbe fornire maggiori informazioni circa la natura del rapporto tra lei e sua figlia e lo psicologo potrà guidarla verso una modalità di comunicazione che le consentirà di avvicinarsi a sua figlia e quanto meno comprendere le ragioni dei suoi comportamenti. Spero tanto che lei e sua figlia riusciate a trovare il modo di stare meglio. Un caro saluto

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Dott.ssa Aurora Bonvino
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Bari
Gentile Signora, Quanti anni ha la ragazza?
In generale, la situazione che descrive suggerisce un quadro particolarmente critico sia in termini di salute per sua figlia sia in termini di stress genitoriale. La motivazione da parte della ragazza è un aspetto determinante per l'efficacia del percorso trattamentale di natura psicologico. A mio avviso, ciò che lei sicuramente può fare nel breve termine è un percorso personale di sostegno alla genitorialità. Qualora avesse bisogno di maggiori informazioni non esiti a contattarmi. Le auguro una buona giornata, Aurora Bonvino
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione riguardo alla situazione di sua figlia. Potrebbe essere utile cercare di instaurare un dialogo aperto e empatico con lei, esprimendo le sue preoccupazioni in modo calmo e rispettoso. Potrebbe essere importante farle capire l'importanza della cura della propria salute, specialmente considerando i suoi problemi dentali e diabete. Potrebbe essere utile coinvolgerla nel processo decisionale, chiedendole cosa la spinge a evitare le visite mediche e i controlli necessari.

Inoltre, potrebbe essere opportuno cercare il supporto di un medico di famiglia o di uno specialista in diabetologia per fornire ulteriori informazioni sulla gravità della situazione e suggerire eventuali conseguenze a lungo termine della mancata cura.

Infine, se la situazione persiste nonostante i vostri sforzi, potrebbe essere utile rivolgersi a un consulente familiare o uno psicologo specializzato in adolescenti per ricevere supporto e strategie per affrontare questa situazione complessa.
Dott.ssa Melissa Bianchini
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Stradella
Buongiorno
essendo maggiorenne sua figlia, come ben sa, resta sua l'ultima decisione. Anche se da mamma ritiene necessario che si curi e si creano preoccupazioni a riguardo (posso solo immaginare), la decisione di andare resta appunto a lei.
Sicuramente la preoccupazione da parte sua di mamma è ben chiara e si comprende. Il versante su cui buttarsi è quello legato al libero dialogo e comunicare questa sua apprensione verso la sua salute.
Può essere utile riuscire ad esprimere in maniera calma come si sente in questo momento e chiedere in maniera rispettosa come sua figlia si sente a riguardo. Può capitare che non si apra subito, ma la cosa attuale più importante è che sua figlia abbia qualcuno con cui dialogare e aprirsi.
Può essere utile che anche lei, da madre, provi attraverso un supporto genitoriale, a comprendere meglio come rivolgersi in maniera efficace con sua figlia e comprendere come muoversi da qui in avanti.

E' una situazione difficile, ma spero che questa mia risposta le sia utile anche solo un pochino per riflettere ma anche per ragionare su una nuova strada da percorrere.
Dott.ssa Camilla Persico
Psicologo, Sessuologo, Neuropsicologo
Carrara
Buongiorno,

La situazione che sta vivendo con sua figlia è sicuramente complessa e preoccupante, specialmente considerando i problemi di salute che lei sta affrontando. È comprensibile che lei sia preoccupata e desideri il meglio per la sua salute e il suo benessere.

La resistenza di sua figlia a ricevere cure mediche e ad affrontare i suoi problemi di salute può essere una manifestazione di diversi fattori psicologici. È possibile che lei stia attraversando una fase di negazione, paura o ansia legate alla situazione di salute che si trova ad affrontare. Il rifiuto di ricevere cure mediche potrebbe essere anche una forma di ribellione o desiderio di controllo sul proprio corpo e sulla propria vita.

Il fatto che sua figlia abbia rifiutato anche le visite dallo psicologo suggerisce che potrebbe essere necessario un approccio delicato e rispettoso per aiutarla ad affrontare queste resistenze. È importante che sua figlia si senta ascoltata e compresa nei suoi sentimenti e preoccupazioni.

Le suggerisco di cercare un dialogo aperto e sincero con sua figlia, in cui possa esprimere le sue preoccupazioni per la sua salute in modo amorevole ma diretto. Potrebbe essere utile anche coinvolgere un medico o uno specialista per discutere insieme con sua figlia dei rischi per la salute legati alla sua condizione attuale.

Inoltre, potrebbe essere utile esplorare insieme a sua figlia le ragioni profonde dietro il suo rifiuto di cure mediche. Un professionista esperto in potrebbe aiutarla a esplorare e comprendere meglio le sue paure e resistenze, e a sviluppare strategie per affrontarle in modo costruttivo

Infatti, è importante ricordare che, nonostante sia maggiorenne e abbia il diritto di prendere decisioni riguardanti la sua salute, lei può continuare a offrire il suo sostegno e la sua disponibilità per aiutarla nel percorso verso il benessere. L'amore e il supporto della famiglia possono fare la differenza nel motivare una persona a prendersi cura di sé stessa.

Mi auguro che queste riflessioni possano essere utili per affrontare questa delicata situazione. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o supporto.

Cordiali saluti, dott.ssa Camilla Persico
Dott.ssa Sara Pollio
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno,

Comprendo quanto sia frustrante e preoccupante vedere tua figlia rifiutare l'assistenza medica necessaria, soprattutto considerando le sue condizioni di salute. La situazione è complessa e merita un approccio sensibile e paziente. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti:

È fondamentale creare un ambiente in cui tua figlia si senta ascoltata e compresa. Prova a parlare con lei in momenti di calma, esprimendo le tue preoccupazioni senza giudizio o pressione. Chiedile come si sente riguardo alla sua salute e cosa la preoccupa di più delle visite mediche. Spesso, il rifiuto di cure mediche può essere legato a paure o ansie specifiche. Tua figlia potrebbe avere timori riguardo ai trattamenti, al giudizio degli operatori sanitari o ad esperienze passate negative. Se riesci a capire queste paure, potresti aiutarla a trovare modi per affrontarle.Anche se tua figlia rifiuta di andare dallo psicologo, potresti cercare supporto per te stessa. Un professionista può offrirti strategie su come gestire la situazione e comunicare in modo più efficace con tua figlia.È vero che, essendo maggiorenne, tua figlia ha il diritto di prendere le proprie decisioni. Tuttavia, puoi aiutarla a vedere le conseguenze di queste scelte in modo non giudicante, ma informativo. L'equilibrio tra rispetto e preoccupazione è delicato ma fondamentale. Infine, continua a mostrare il tuo supporto e il tuo amore, facendole capire che sei lì per aiutarla in ogni modo possibile. Le resistenze di tua figlia potrebbero richiedere tempo per essere superate, ma con pazienza e comprensione, puoi contribuire a migliorare la sua disponibilità a prendersi cura della sua salute.

Resto a disposizione per ulteriori consigli o chiarimenti. Un caro saluto.
Dott.ssa Giulia Zucchini
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Trieste
Salve, mi dispiace molto del suo problema con sua figlia. Purtroppo non esiste un modo legale per costringerla a fare visite ed in generale ad aver cura di se. L'unica cosa è il TSO, con il quale verrebbe ricoverata ma si devono presentare episodi molto gravi di scompenso psichiatrico e non credo sia questo il caso. Ha provato a parlarne col suo medico di base? Magari lui può darle qualche consiglio. Mi spiace non poterle essere utile in altro modo. Un caro saluto.
Dott.ssa Susanna Scainelli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Albino
Buongiorno, mi dispiace prima di tutto per le difficoltà che sta affrontando nella relazione con sua figlia. Le suggerirei visto il carico emotivo che sta vivendo di intraprendere per prima lei un percorso psicologico che possa aiutarla a fronteggiare questa situazione al meglio. Se ne avesse la necessità sono a sua disposizione in presenza o online, per una terapia di tipo relazionale integrata, con il supporto di varie tecniche personalizzate in base al paziente, ai suoi bisogni ed obiettivi con evidenza scientifica. Dott.ssa Susanna Scainelli
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
Buongiorno,
capisco bene la preoccupazione e la frustrazione: la situazione che descrive è complessa, perché sua figlia è maggiorenne e ha diritto a decidere liberamente della propria salute, anche se le conseguenze delle sue scelte possono essere gravi, come nel caso del diabete e dei problemi dentali.

Spesso, un rifiuto così persistente di cure mediche può essere legato a paura, ansia, bassa autostima o a dinamiche emotive complesse. In alcuni casi può esserci anche una componente di negazione della malattia, in cui la persona minimizza i sintomi o evita il confronto con la propria condizione fisica per non affrontare ansia o disagio. Il fatto che rifiuti anche lo psicologo può indicare una difficoltà a riconoscere il bisogno di aiuto o una resistenza ad affrontare emozioni scomode.

Alcuni approcci che possono essere utili in queste situazioni:

Dialogo empatico e senza giudizio: cercare di parlare con calma dei rischi concreti per la salute, senza imporre la propria volontà, ma sottolineando che ci si prende cura di lei perché si vuole il suo bene;

Coinvolgere professionisti di fiducia: talvolta, un medico di base o uno specialista con cui abbia un buon rapporto può spiegare i rischi in modo chiaro, senza pressione eccessiva;

Piccoli passi concreti: a volte proporre azioni minime, facilmente accettabili, può aiutare a iniziare a rompere la resistenza (per esempio, solo una visita informativa, senza interventi immediati);

Supporto familiare e di rete: condividere preoccupazioni con altri familiari o persone vicine può ridurre il senso di isolamento e aumentare la motivazione al cambiamento.

Purtroppo, quando una persona è maggiorenne non si possono forzare le visite mediche, a meno che non ci siano condizioni che la rendano incapace di intendere o volere. L’obiettivo diventa quindi sostenere, motivare e accompagnare senza forzare, creando un contesto sicuro e comprensivo in cui possa, gradualmente, decidere di prendersi cura di sé.

Un caro saluto, resto a disposizione se desidera suggerimenti pratici su come comunicare con sua figlia per motivarla senza conflitti e resistenze e favorire un primo passo verso le cure.

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