Buongiorno, a maggio mi sono fratturata il malleolo ( frattura composta, gesso un mese e poi stampel

11 risposte
Buongiorno, a maggio mi sono fratturata il malleolo ( frattura composta, gesso un mese e poi stampelle). Ho fatto le sedute di fisioterapia in convenzione con Asl della mia zona, 30 sedute, ma a distanza di un mese dall ultima ho ancora dolore quando cammino nella parte esterna del piede e sotto il tallone. Cosa potrei fare, tipo ginnastica in acqua, o sedute di Tecar o altro per migliorare la situazione?
Grazie
Dott. Niccolò Viezzi
Fisioterapista, Chinesiologo
Trieste
La cosa migliore è farsi fare una valutazione da un ortopedico che le saprà poi indicare la via migliore da percorrere; in alternativa, una nuova presa in carico fisioterapica potrebbe aiutarla a completare il percorso di recupero.
In ogni caso la cosa migliore è rivolgersi a qualcuno del settore per evitare di perdere tempo in rimedi non adeguati alla sua situazione.

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Buongiorno, consiglio di continuare con la riabilitazione, in particolare rinforzo della muscolatura e miglioramento dell'equilibrio e della stabilità della caviglia. Le sconsiglio apparecchi elettromedicali.
Dr. Matteo Tonino
Fisioterapista, Posturologo
Roma
Dopo una frattura del malleolo è normale che, anche a distanza di alcuni mesi, possano persistere dolori residui soprattutto durante la deambulazione: le strutture articolari, muscolari e tendinee attorno alla caviglia hanno bisogno di tempo e di un percorso riabilitativo progressivo.

Il dolore che riferisce nella parte esterna del piede e sotto il tallone può essere legato a una serie di fattori:

rigidità articolare residua,

riduzione di forza e controllo muscolare,

alterata distribuzione dei carichi durante il passo,

possibile sofferenza dei tessuti molli (ad esempio fascia plantare o tendini peronieri).

In questa fase può essere utile:

rinforzo muscolare mirato della caviglia e della gamba, con esercizi di equilibrio e propriocezione;

terapia manuale e mobilizzazioni articolari per recuperare elasticità e ampiezza di movimento;

idrokinesiterapia (ginnastica in acqua) che riduce il carico e favorisce un recupero più sicuro;

terapie fisiche come tecar o laser ad alta potenza, che possono essere di supporto in caso di dolore persistente o edema.

Il consiglio è di fare una rivalutazione fisioterapica personalizzata: solo così sarà possibile capire se si tratta di un dolore da sovraccarico temporaneo o se è necessario indagare ulteriormente (ad esempio con un controllo ortopedico o un imaging mirato).

Con un programma riabilitativo mirato e costante, nella maggior parte dei casi si riesce a recuperare una buona funzionalità e a ridurre progressivamente il dolore.
Dr. Lorenzo Bianchi
Fisioterapista, Chinesiologo
Castelverde
Buonasera, io le consiglio di fare qualche seduta di terapia manuale fisioterapica o ostepatica (probabilmente bisogna trattare fascia plantare, polpaccio, perone e bacino). Movimento in acqua può aiutare!
Dr. Luciano Brigandi
Fisioterapista, Osteopata, Posturologo
Meda
Buongiorno
Avrei necessità di avere maggiori informazioni.
Mi invii il suo numero di telefono su questo sito.
Senza impegno economico.
Grazie
Dott. Roberto Caporale
Fisioterapista, Osteopata
Remanzacco
La prima cosa da fare è una rivalutazione clinica da parte di un fisiatra o di un fisioterapista specializzato. Il dolore nella parte esterna del piede e sotto il tallone, nonostante la frattura composta al malleolo, potrebbe indicare diverse problematiche. Potrebbe trattarsi di una sindrome da sovraccarico funzionale, dove il piede, non avendo ancora recuperato la sua completa mobilità e forza, assume una postura anomala durante la camminata, sollecitando in modo eccessivo tendini e muscoli. Un'altra possibilità è la presenza di aderenze cicatriziali o un'infiammazione residua dei tessuti molli.

Il fisioterapista può eseguire test specifici per valutare:

Mobilità articolare: Per verificare se ci sono limitazioni nel movimento della caviglia e delle articolazioni del piede.

Forza muscolare: Per capire se i muscoli della caviglia e del piede (soprattutto i peronieri e il tibiale posteriore) hanno recuperato la loro piena forza.

Equilibrio e propriocezione: Fondamentali per un recupero completo e per prevenire futuri infortuni.

Analisi del passo: Per identificare eventuali alterazioni nella deambulazione che possono causare il dolore.

Trattamenti e Terapie
Una volta definita la causa del dolore, si può strutturare un piano di trattamento specifico.

1. Ginnastica in Acqua (Idrokinesiterapia):
Questa terapia è un'ottima opzione. L'acqua, grazie al principio di Archimede, riduce il carico sul piede e sulla caviglia, permettendo di eseguire esercizi di mobilizzazione e rinforzo muscolare con meno dolore. L'acqua offre anche una resistenza naturale che rende gli esercizi più efficaci per il rinforzo muscolare. Gli esercizi possono includere:

Camminata in acqua: Iniziare con acqua alta fino al petto per ridurre il carico, per poi passare a un livello inferiore.

Esercizi di equilibrio: Stare su una gamba sola o su una pedana instabile per migliorare la propriocezione.

Esercizi di rinforzo: Utilizzare la resistenza dell'acqua per flessioni plantari e dorsali della caviglia.

2. Terapia Fisica Strumentale (Tecar Terapia e Altro):
La Tecar (Trasferimento Energetico Capacitivo e Resistivo) è una terapia molto usata in riabilitazione. Genera calore endogeno nei tessuti, accelerando i processi di riparazione e riducendo il dolore e l'infiammazione. È particolarmente utile per trattare aderenze, fibrosi cicatriziali e infiammazioni dei tessuti molli (tendini, muscoli).

Altre terapie fisiche che potrebbero essere considerate sono:

Ultrasuoni: Utili per ridurre l'infiammazione e stimolare la guarigione dei tessuti.

Laser Terapia: Ha un effetto antinfiammatorio e analgesico, e stimola la biostimolazione cellulare.

3. Esercizi Terapeutici e Riabilitazione a Secco:
Dopo una prima fase di riduzione del dolore, è cruciale continuare con un programma di esercizi a secco, fondamentali per recuperare la piena funzionalità. Gli esercizi devono essere eseguiti in progressione, con un aumento graduale del carico.

Esercizi di mobilità: Stretching delicato della caviglia e dei muscoli del polpaccio.

Esercizi di rinforzo: Sollevamenti sulle punte (inizialmente su due piedi, poi su uno), esercizi con elastici o piccole pesi.

Esercizi di propriocezione: Utilizzo di tavolette propriocettive (pedane instabili) per recuperare la stabilità articolare.

Analisi e rieducazione del passo: Il fisioterapista può rieducare la corretta meccanica del passo per evitare sovraccarichi.
Buongiorno, ha fatto presente della sua condizione al fisioterapista che l'ha seguita durante le 30 sedute?
Il dolore dopo una frattura di malleolo può durare anche oltre i 6 mesi dall'accaduto, non tutti reagiamo allo stesso modo difronte allo stesso problema.
Non avendo troppi dati non so come si sia evoluta la sua sintomatologia durante il percorso terapeutico: gestione dei carichi, rinforzo specifico muscoli estrinseci e intrinseci del piede/gamba, mobilità della caviglia, recupero delle attività di vita quotidiana.
Sicuramente se il dolore persiste dopo un mese dal termine della fisioterapia vuol dire che qualcosa è stata tralasciata o che comunque aveva bisogno di continuare la riabilitazione.
Sicuramente la caviglia deve essere rivalutata e pensare, di comune accordo con l'ortopedico, ad un integrazione con un immagine di radiologia (risonanza? per il dubbio di un possibile edema osseo o di lesione osteocondrale?)
La ginnastica in acqua può essere sicuramente un'idea positiva, considerando che la maggior parte del recupero deve essere svolto però su terreni che solitamente calpestiamo nel quotidiano. Sconsiglio la TECAR in quanto non riporta miglioramenti statisticamente significativi a livello scientifico.
Buongiorno, ovviamente servirebbero altre informazioni, come età, condizione fisica attuale, condizione pregressa al trauma, infortuni precedenti. Ad ogni modo le consiglio di effettuare delle terapie attive ovvero esercizi terapeutici per recuperare la funzionalità della caviglia e di tutto l'arto inferiore. Le terapie passive(tecar, elettrostimolazione, laser, ultrasuoni, magnetoterapia, ecc.) da sole non servono a molto. Se avesse bisogno di altri chiarimenti non esiti a contattarmi, buona guarigione.
Dopo una frattura al malleolo è normale che possano persistere dolore e rigidità anche a distanza di settimane, soprattutto nella zona laterale e sotto il tallone. Oltre al percorso già fatto, può trarre beneficio da esercizi mirati di rinforzo e recupero della propriocezione, eventualmente svolti anche in acqua per ridurre il carico. Trattamenti come Tecar o altre terapie fisiche possono essere utili per ridurre dolore e infiammazione, ma il punto centrale resta un lavoro progressivo di mobilità e rinforzo. Le consiglio di rivolgersi a un fisioterapista per un programma personalizzato, così da completare al meglio il recupero.
Dr. Tiziano Morrocchi
Fisioterapista, Osteopata
Roma
Capisco bene la sua situazione: dopo una frattura al malleolo, anche se composta e trattata correttamente, è piuttosto frequente che a distanza di tempo persista dolore nella zona esterna del piede o sotto il tallone. Questo può dipendere da una serie di fattori: rigidità articolare residua, alterazioni dell’appoggio, squilibri muscolari o fasciali che si sono creati durante il periodo di immobilizzazione.

Le sedute di fisioterapia che ha già fatto sono state un passo importante, ma in molti casi il percorso riabilitativo va proseguito con un lavoro più mirato e personalizzato. Da sdraiata confronti la mobilità della caviglia fratturata con quella sana, così avrà maggior coscienza delle limitazioni residue.

- terapie strumentali (come la Tecar) che possono supportare la riduzione del dolore e dell’infiammazione, ma che da sole non bastano;
- trattamenti manuali osteopatici/fisioterapici per migliorare la mobilità articolare e ridurre le tensioni;
- eventualmente attività in acqua (ginnastica o cammino in piscina), utile per ridurre il carico e favorire il recupero del movimento in sicurezza.

Il consiglio migliore è di farsi rivalutare: un controllo clinico e funzionale permette di capire la causa del dolore residuo e impostare un programma su misura, così da recuperare completamente e tornare a camminare senza fastidi.

Resto a disposizione per una valutazione approfondita e un percorso personalizzato.

Un cordiale saluto,
Tiziano Morrocchi
Osteopata e Fisioterapista
Dott.ssa Giulia Beato
Fisioterapista, Osteopata
Milano
Buongiorno, se c'è ancora dolore al carico potrebbe essere utile rivalutare se permane rigidità articolare o debolezza muscolare che si traduce in un appoggio non propriamente funzionale con conseguente dolore.
a mio avviso, andrebbe rivalutata e in base alla valutazione decidere quale tecnica possa aiutarla a recuperare il movimento e il normale schema del passo..tecar e idrokinesi sono tutte utili, ma come per le macchine, bisogna prima capire da dove arriva il problema.
saluti

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