Buonasera, le scrivo perché mia madre è affetta da Parkinson da oltre 10 anni ed inoltre è diabetica
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Buonasera, le scrivo perché mia madre è affetta da Parkinson da oltre 10 anni ed inoltre è diabetica di tipo 1, ha problemi cardiaci (angina); è allergica a tutti gli antinfiammatori e intollerante a tutte le medicine.
Assume Sinemet 125 normale, 2/2.5 pastiglie e la notte il tipo con rilascio modificato, 1 capsula, per i crampi notturni, il cerotto Neupro da 20 mg oltre a tutti i farmaci per le altre patologie. Essendo problematica con i farmaci non riesce ad alzare il dosaggio e ad un certo punto va in sovradosaggio di sostanza, il che vuol dire che regredisce in tutti i problemi del caso.
Ultimamente non risponde a nessun farmaco, o meglio, tutti i farmaci le fanno danno. Mi spiego. Si sveglia la mattina che sta bene, prende le prime pastiglie che comprendono Levodopa, farmaco per la cardiopatia, protettore e pastiglia per la glicemia e va tutto bene, dopo circa 4/5 ore è come se finisse la benzina……….. si ferma e non si muove più. Anche se prende la Levodopa il risultato non cambia. I nervi delle braccia e di una gamba si irrigidiscono e diventa un come un tronco di legno. Non riesce a parlare, trema e ha dolori forti agli arti dovuti alla tensione dei nervi. Nulla riesce a calmarla, neanche i tranquillanti. Non può stare seduta e quindi cerca di camminare di continuo, anche tutto il giorno e pure la notte. Sta diventando una situazione insostenibile per cui non troviamo soluzione. Dato il periodo è difficile fare qualsiasi cosa. Il medico di base mi dice di aspettare che passi questo periodo di pandemia, giustamente, e se chiedo al neurologo mi dice che assume troppo poca Levodopa.
Può aiutarci?
Assume Sinemet 125 normale, 2/2.5 pastiglie e la notte il tipo con rilascio modificato, 1 capsula, per i crampi notturni, il cerotto Neupro da 20 mg oltre a tutti i farmaci per le altre patologie. Essendo problematica con i farmaci non riesce ad alzare il dosaggio e ad un certo punto va in sovradosaggio di sostanza, il che vuol dire che regredisce in tutti i problemi del caso.
Ultimamente non risponde a nessun farmaco, o meglio, tutti i farmaci le fanno danno. Mi spiego. Si sveglia la mattina che sta bene, prende le prime pastiglie che comprendono Levodopa, farmaco per la cardiopatia, protettore e pastiglia per la glicemia e va tutto bene, dopo circa 4/5 ore è come se finisse la benzina……….. si ferma e non si muove più. Anche se prende la Levodopa il risultato non cambia. I nervi delle braccia e di una gamba si irrigidiscono e diventa un come un tronco di legno. Non riesce a parlare, trema e ha dolori forti agli arti dovuti alla tensione dei nervi. Nulla riesce a calmarla, neanche i tranquillanti. Non può stare seduta e quindi cerca di camminare di continuo, anche tutto il giorno e pure la notte. Sta diventando una situazione insostenibile per cui non troviamo soluzione. Dato il periodo è difficile fare qualsiasi cosa. Il medico di base mi dice di aspettare che passi questo periodo di pandemia, giustamente, e se chiedo al neurologo mi dice che assume troppo poca Levodopa.
Può aiutarci?
Buongiorno.
Nel corso dell'evoluzione della malattia di Parkinson, dopo alcuni anni di assunzione della levodopa, è comune esperire delle fluttuazioni del quadro clinico nel corso delle 24 ore, legati al cambiamento della risposta alla terapia nel tempo.
Da quanto scrive, nel caso di sua madre, al termine dell'effetto della prima dose di sinemet, si verificano delle fluttuazioni di fine dose con recrudescenza dei sintomi motori (tremore, rigidità e rallentamento motorio) e non-motori (dolore e probabilmente ansia) della malattia di Parkinson.
Inoltre, è possibile che la seconda dose di Sinemet non faccia effetto perchè non assunta correttamente a stomaco vuoto (tenga presente che molti alimenti ritardano l'assorbimento intestinale della levodopa) ed in tal caso, l'effetto della terapia non si manifesta (complicanza definita NO-ON), o si manifesta tardivamente (ON ritardato).
L'ottimizzazione della terapia dopaminergica, che è la chiave della risoluzione dei sintomi, deve essere fatta in accordo con il neurologo, possibilmente dopo una visita accurata o quantomeno una consulenza online.
é comunque sempre opportuno controllare che il peggioramento della sintomatologia parkinsoniana che sua madre sta presentando in quest'ultimo periodo, non sia dovuto a stati febbrili/infettivi che possono comportare peggioramento dei sintomi parkinsoniani.
Nel corso dell'evoluzione della malattia di Parkinson, dopo alcuni anni di assunzione della levodopa, è comune esperire delle fluttuazioni del quadro clinico nel corso delle 24 ore, legati al cambiamento della risposta alla terapia nel tempo.
Da quanto scrive, nel caso di sua madre, al termine dell'effetto della prima dose di sinemet, si verificano delle fluttuazioni di fine dose con recrudescenza dei sintomi motori (tremore, rigidità e rallentamento motorio) e non-motori (dolore e probabilmente ansia) della malattia di Parkinson.
Inoltre, è possibile che la seconda dose di Sinemet non faccia effetto perchè non assunta correttamente a stomaco vuoto (tenga presente che molti alimenti ritardano l'assorbimento intestinale della levodopa) ed in tal caso, l'effetto della terapia non si manifesta (complicanza definita NO-ON), o si manifesta tardivamente (ON ritardato).
L'ottimizzazione della terapia dopaminergica, che è la chiave della risoluzione dei sintomi, deve essere fatta in accordo con il neurologo, possibilmente dopo una visita accurata o quantomeno una consulenza online.
é comunque sempre opportuno controllare che il peggioramento della sintomatologia parkinsoniana che sua madre sta presentando in quest'ultimo periodo, non sia dovuto a stati febbrili/infettivi che possono comportare peggioramento dei sintomi parkinsoniani.
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