Buonasera, In data 13/02/2022 ho ricevuto un calcio al piede destro durante una partita di calcio.

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Buonasera,
In data 13/02/2022 ho ricevuto un calcio al piede destro durante una partita di calcio.
Dopo essere svenuta una prima volta per il dolore mi reco al PS ortopedico della mia città dove, a seguito di RX, mi diagnosticano una frattura composta al 3 cuneiforme.
Mi applicano quindi un emistivaletto gessato, con prognosi di 30 giorni.
Il 23/02/2022 effettuo un primo controllo ambulatoriale dove, a seguito di ulteriore RX, mi confermano la frattura composta e mi fanno proseguire l’immobile azione totale.
Il 15/03/2022 a seguito di RX dì controllo mi rimuovono il gesso, nonostante la frattura non sia del tutto calcificata, e mi consigliano una ripresa graduale alla camminata con supporto iniziale di due stampelle.
Vengo quindi seguita dalla mia fisioterapista che mi porta a camminare senza 2 stampelle in circa 7 settimane.
Continuo poi la fisioterapia fino al 17/05/2022 quando, a seguito di ulteriore controllo, l’ortopedico mi prescrive una RMN per sospetta lesione della Lisfranc.
Da quando il gesso è stato rimosso, appoggiando il piede seppur non a carico completo, riferisco un dolore persistente al dorso del piede, soprattutto nella zona dell’alluce.
Per circa 4/5 settimane dalla rimozione del gesso il mio piede si presentava tumefatto, soprattutto sulla pianta del piede dove comparivano spesso ematomi pur senza prendere colpi.

L’esito della risonanza evidenzia la comparsa di una frattura composta alla base del 1 metatarso.
Mi metto in contatto con l’ospedale perché il referto diceva si rimanda a visita ortopedica urgente e mi fanno tornare in PS, dove anche la RX conferma la presenza della frattura con edema osseo.
Decidono di non ingessarmi ma di prescrivermi un tutore di tipo Taurus e di rimandarmi a consulto ortopedico, con sempre una prognosi di altri 30 giorni.


Ciò che affermano i medici del PS che mi hanno visitata è che L’immobilità dovuta alla prima ingessatura abbia portato a una debolezza ossea e da qui la seconda frattura, oppure ipotizzano una frattura da stress.
Avendo io sempre avuto dolore più che camminare (e con camminare non intendo le maratone ma nemmeno la passeggiata di piacere al parco per dire!) non ho fatto.
È vero che mi è ceduto l’arco plantare e al momento ho il piede piatto e cammino sicuramente in modo errato.
Ma è anche vero che il dolore è sempre stato presente fin dalla rimozione del gesso e che non c’è mai stato un momento in cui ho sentito un male più acuto.
Contando che, pur avendo una soglia del dolore molto alta, con la prima frattura sono svenuta due volte per il male, mi sembra strano che una frattura a un osso più grande rispetto al 3 cuneiforme io non abbia avuto un dolore più acuto.


In tutto ciò questa situazione si sarebbe potuta evitare con qualche accorgimento?
Potrei riportare danni visto che ho camminato su questo piede per chissà quanto tempo prima di accorgermi della frattura?


Grazie a chi mi vorrà rispondere.
Buona serata!
Buongiorno, se la frattura del primo metatarsale è rimasta composta non ha causato ulteriori problemi al piede. Nelle fratture di Lisfranc è possibile l'associazione tra fratture dei cuneiformi e metatarsali, spesso fratture composte sono occulte alla radiografia e riscontri occasionali in RMN. La frattura del primo metatarsale potrebbe anche riferirsi all' episodio traumatico iniziale. I tempi di guarigioni sono comunque lunghi e l'iter è corretto dal mio punto di vista.
Saluti.

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