Buonasera, ho fatto la visita dermatologica qualche giorno fa: si osserva lesione compatibile co
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Buonasera,
ho fatto la visita dermatologica qualche giorno fa: si osserva lesione compatibile con carcinoma basocellulare della gamba anteriore sinistra per cui si richiede asportazione chirurgica ed esame istologico. L'asportazione è prevista a marzo. Non sarebbe meglio farla prima la rimozione (sono un paziente trapiantato di reni e la lesione è stata vista per la prima volta a settembre durante un'altra visita dermatologica? Posso stare tranquillo?
Grazie per l'attenzione.
ho fatto la visita dermatologica qualche giorno fa: si osserva lesione compatibile con carcinoma basocellulare della gamba anteriore sinistra per cui si richiede asportazione chirurgica ed esame istologico. L'asportazione è prevista a marzo. Non sarebbe meglio farla prima la rimozione (sono un paziente trapiantato di reni e la lesione è stata vista per la prima volta a settembre durante un'altra visita dermatologica? Posso stare tranquillo?
Grazie per l'attenzione.
Il carcinoma basocellulare è una neoplasia caratteristicamente a crescita lenta, fatta eccezione per alcune varianti più aggressive e localmente invasive, come l’ulcus rodens. Si tratta di un tumore con comportamento biologico a basso potenziale metastatico, virtualmente privo di diffusione linfonodale o a distanza.
Un contesto di immunosoppressione iatrogena, come quello determinato dalla terapia antirigetto nei pazienti trapiantati, può tuttavia favorire una più rapida evoluzione clinica e una maggiore aggressività locale.
L’asportazione chirurgica rimane il trattamento raccomandato e andrebbe eseguita quanto prima. Tuttavia, nel setting della sanità pubblica, questa neoplasia rientra in una classe di priorità inferiore rispetto ai tumori con rischio significativo per la sopravvivenza. In assenza di segni di progressione clinicamente rilevante, le tempistiche previste dal SSN risultano complessivamente appropriate e coerenti con le linee organizzative nazionali.
Un contesto di immunosoppressione iatrogena, come quello determinato dalla terapia antirigetto nei pazienti trapiantati, può tuttavia favorire una più rapida evoluzione clinica e una maggiore aggressività locale.
L’asportazione chirurgica rimane il trattamento raccomandato e andrebbe eseguita quanto prima. Tuttavia, nel setting della sanità pubblica, questa neoplasia rientra in una classe di priorità inferiore rispetto ai tumori con rischio significativo per la sopravvivenza. In assenza di segni di progressione clinicamente rilevante, le tempistiche previste dal SSN risultano complessivamente appropriate e coerenti con le linee organizzative nazionali.
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