Buonasera, ad agosto sono caduto e mi sono fratturato il coccige. Dopo sei mesi la frattura era anco
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Buonasera, ad agosto sono caduto e mi sono fratturato il coccige. Dopo sei mesi la frattura era ancora in fase di regolare consolidamento.purtroppo tre settimane fa sono ricaduto sempre sul coccige e il dolore è cominciato a riacutizzarsi.dalla risonanza magnetica non risultano nuove fratture.
Ho un fastidio quando mi siedo e quando sono appoggiato sopra. ( esempio quando dormo che poggio sul coccige) Per colpa della contrattura che mi provoca il dolore, ho avuto una ragade anale( curata) e sono sempre contratto a livello di ano/ pavimento pelvico.
come posso fare per accelerare la guarigione?
In passato ho fatto la teCar terapia ha senso ricominciare?
Potresti darmi qualche suggerimento?
Grazie mille
Ho un fastidio quando mi siedo e quando sono appoggiato sopra. ( esempio quando dormo che poggio sul coccige) Per colpa della contrattura che mi provoca il dolore, ho avuto una ragade anale( curata) e sono sempre contratto a livello di ano/ pavimento pelvico.
come posso fare per accelerare la guarigione?
In passato ho fatto la teCar terapia ha senso ricominciare?
Potresti darmi qualche suggerimento?
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Salve
Avrei necessità di avere maggiori informazioni. Potrebbe inviarmi il suo numero di telefono? Senza impegno economico
Grazie
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Gentile utente, come prima cosa sarebbe opportuno ridurre al minimo le cause del dolore : - prediligere la posizione laterale durante il sonno - adottare la posizione seduta facendo attenzione a poggiare sugli ischi , ovvero la parte inferiore dell' osso iliaco (bacino) senza comprimere quindi la colonna attraverso una pressione sul coccige. Può essere utile ricorrere all'utilizzo della "ciambella" allo scopo di eliminare i punti di pressione sulla zona del dolore. Per quanto riguarda la contrattura di cui parla è necessaria una valutazione e un probabile percorso di trattamento che può includere, eventualmente, anche l'utilizzo di mezzi fisici. Spero di averle dato qualche informazione utile. Un cordiale saluto.
Si rivolga ad un osteopata fisioterapista per valutare la sua situazione posturale e pavimento pelvico. Saluti
Ciao, può capitare che con diversi impatti nella stessa zona, anche se non c'è una frattura, il dolore aumenti e rimanga.
Un fisioterapista specializzato nel pavimento pelvico, data la sua storia clinica, la valuterà per trattarla al meglio. Matteo
Un fisioterapista specializzato nel pavimento pelvico, data la sua storia clinica, la valuterà per trattarla al meglio. Matteo
Salve, la Tecar può essere di aiuto dopo un buon lavoro manuale osteopatico.
Il coccige é un punto di regolazione di tensioni del pavimento pelvico, vanno fatti un po’ di test per capire in che situazione sta il tuo bacino e comunque tutto il corpo, essendo passato del tempo ci saranno stati dei compensi che vanno valutati.
Il coccige é un punto di regolazione di tensioni del pavimento pelvico, vanno fatti un po’ di test per capire in che situazione sta il tuo bacino e comunque tutto il corpo, essendo passato del tempo ci saranno stati dei compensi che vanno valutati.
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Buongiorno, la tecar può esserle d’aiuto, così come una rieducazione posturale, ma le consiglio vivamente di associarla al trattamento del pavimento pelvico con un fisioterapista specializzato.
Buongiorno, le terapie antinfiammatorie in questo caso sarebbero indicate.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Buongiorno, la recente caduta, sebbene ci dica non aver causato recidive di frattura, potrebbe aver irritato nuovamente la zona. Come già le hanno consigliato, in prima istanza sarebbe utile cercare di evitare tutte le posture/azioni che evocano dolore e stressano ulteriormente l'area. Utile poi rivolgersi ad una figura con formazione specifica nei disordini del pavimento pelvico per valutare eventuali disfunzioni/tensioni eccessive del comparto muscolare/legamentoso che si inserisce sul coccige e che potrebbe essere in sofferenza. In bocca al lupo per una pronta guarigione.
Le consiglio di rivolgersi ad un osteopata che possa valutare il bacino nella sua struttura ossea e viscerale.
Buonasera, purtroppo non c'è modo di accelerare la guarigione, deve attendere il fisiologico consolidamento della frattura, normale che ci siano ancora postumi vista la caduta successiva. In tutta francezza, la tecar terapia non serve a nulla. Il suggerimento è quello di interpellare un fisioterapista laureato esperto in riabilitazione muscolo scheletrica e del pavimento pelvico, lui saprà certo consigliarle il percorso più adeguato.
Saluti
Saluti
Una valutazione fisiatrica approfondita è il punto di partenza per definire un piano di trattamento personalizzato. Il medico fisiatra, dopo averla visitata, potrà confermare le cause del dolore (che sembrano essere legate a infiammazione e contrattura muscolare) e prescrivere il percorso riabilitativo più adatto. Questo percorso potrebbe includere:
Fisioterapia manuale: Tecniche specifiche per il rilascio delle tensioni muscolari a livello del pavimento pelvico e della regione sacrale e coccigea. Il fisioterapista può lavorare per ridurre la contrattura, migliorare la mobilità e alleviare il dolore.
Esercizi di rieducazione del pavimento pelvico: Esercizi mirati (come quelli di Kegel, ma eseguiti sotto la supervisione di un professionista) per rilassare e rafforzare la muscolatura del pavimento pelvico, che, come ha notato, è fortemente contratta e contribuisce al suo dolore e ai problemi correlati.
Esercizi posturali: Correzione della postura, sia da seduto che da sdraiato, per ridurre il carico sul coccige e prevenire l'aggravarsi dei sintomi. L'uso di un cuscino a ciambella o a forma di cuneo è spesso consigliato per alleviare la pressione in posizione seduta.
Terapie Strumentali
La terapia con tecar (Transferimento Energetico Capacitivo Resistivo), che ha già provato in passato, può essere un valido supporto. La tecarterapia favorisce la riattivazione dei processi riparativi dei tessuti e ha un effetto antinfiammatorio e antidolorifico. Può essere utile in questa fase per ridurre l'infiammazione residua e facilitare il lavoro del fisioterapista sul rilascio delle contratture.
Altre terapie fisiche che potrebbero essere considerate, a seconda della valutazione clinica, includono:
Laserterapia ad alta potenza: Ha un potente effetto antinfiammatorio e analgesico.
Ultrasuoni terapeutici: Utili per il loro effetto termico e meccanico, possono contribuire a sciogliere le aderenze e le contratture muscolari.
Consigli Pratici e Gestione Quotidiana
Cuscino ergonomico: Utilizzi un cuscino apposito, come un cuscino a ciambella o a cuneo, per scaricare la pressione dal coccige quando si siede.
Evitare di stare seduti a lungo: Faccia pause frequenti alzandosi e muovendosi. Questo aiuta a ridurre la pressione continua sulla zona lesa.
Ghiaccio: Nelle prime 48 ore dalla ricaduta, l'applicazione di ghiaccio (avvolto in un panno) per 15-20 minuti, diverse volte al giorno, può aiutare a ridurre l'infiammazione e il dolore. In questa fase, dato che il trauma risale a tre settimane fa, il calore (ad esempio, una borsa dell'acqua calda) potrebbe essere più indicato per sciogliere le contratture muscolari, ma è sempre bene discuterne con il suo fisiatra o fisioterapista.
Il consiglio più importante in questo momento è di non sottovalutare l'importanza di una valutazione specialistica. Un fisiatra potrà inquadrare la situazione nel suo complesso, considerando anche il legame con la ragade anale e la contrattura del pavimento pelvico, e impostare un piano terapeutico mirato a una ripresa completa e duratura.
Fisioterapia manuale: Tecniche specifiche per il rilascio delle tensioni muscolari a livello del pavimento pelvico e della regione sacrale e coccigea. Il fisioterapista può lavorare per ridurre la contrattura, migliorare la mobilità e alleviare il dolore.
Esercizi di rieducazione del pavimento pelvico: Esercizi mirati (come quelli di Kegel, ma eseguiti sotto la supervisione di un professionista) per rilassare e rafforzare la muscolatura del pavimento pelvico, che, come ha notato, è fortemente contratta e contribuisce al suo dolore e ai problemi correlati.
Esercizi posturali: Correzione della postura, sia da seduto che da sdraiato, per ridurre il carico sul coccige e prevenire l'aggravarsi dei sintomi. L'uso di un cuscino a ciambella o a forma di cuneo è spesso consigliato per alleviare la pressione in posizione seduta.
Terapie Strumentali
La terapia con tecar (Transferimento Energetico Capacitivo Resistivo), che ha già provato in passato, può essere un valido supporto. La tecarterapia favorisce la riattivazione dei processi riparativi dei tessuti e ha un effetto antinfiammatorio e antidolorifico. Può essere utile in questa fase per ridurre l'infiammazione residua e facilitare il lavoro del fisioterapista sul rilascio delle contratture.
Altre terapie fisiche che potrebbero essere considerate, a seconda della valutazione clinica, includono:
Laserterapia ad alta potenza: Ha un potente effetto antinfiammatorio e analgesico.
Ultrasuoni terapeutici: Utili per il loro effetto termico e meccanico, possono contribuire a sciogliere le aderenze e le contratture muscolari.
Consigli Pratici e Gestione Quotidiana
Cuscino ergonomico: Utilizzi un cuscino apposito, come un cuscino a ciambella o a cuneo, per scaricare la pressione dal coccige quando si siede.
Evitare di stare seduti a lungo: Faccia pause frequenti alzandosi e muovendosi. Questo aiuta a ridurre la pressione continua sulla zona lesa.
Ghiaccio: Nelle prime 48 ore dalla ricaduta, l'applicazione di ghiaccio (avvolto in un panno) per 15-20 minuti, diverse volte al giorno, può aiutare a ridurre l'infiammazione e il dolore. In questa fase, dato che il trauma risale a tre settimane fa, il calore (ad esempio, una borsa dell'acqua calda) potrebbe essere più indicato per sciogliere le contratture muscolari, ma è sempre bene discuterne con il suo fisiatra o fisioterapista.
Il consiglio più importante in questo momento è di non sottovalutare l'importanza di una valutazione specialistica. Un fisiatra potrà inquadrare la situazione nel suo complesso, considerando anche il legame con la ragade anale e la contrattura del pavimento pelvico, e impostare un piano terapeutico mirato a una ripresa completa e duratura.
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