buona sera, sono una ragazza di 21 anni, vi scrivo perché è da quattro anni a questa parte che m

18 risposte
buona sera,
sono una ragazza di 21 anni,
vi scrivo perché è da quattro anni a questa parte che mi ritrovo a rivivere quasi per ogni frequentazione delle dinamiche che mi portano a sentirmi sbagliata, “rotta”.
ogni frequentazione non sono riuscita a portarla oltre una/due uscite perché sopraffatta da sensazioni di oppressione, nausea, angoscia, ansia, spesso mi rendo conto di essere diventata troppo selettiva.
analizzo ogni dettaglio di una persona e trovo sempre qualcosa che non mi piace esteticamente.
so che potrei risultare superficiale, ma è come se non riuscissi a guardare una persona nel suo complesso, oltre la copertina, ma mi fissassi nella bellezza.
spesso esco con un ragazzo, mi trovo davvero bene, mi sento leggera, al settimo cielo, risate varie e mi fermo a pensare “speriamo di continuare a sentirmi così felice” e in fine finisco per sentirmi il giorno successivo oppressa, sento l’esigenza di allontanarmi, sento quasi fastidio di una avvicinanza, di un messaggio, di un accenno di dolcezza, vorrei chiudere tutto, ed oltre al fatto che non vorrei sentirlo, non ho nemmeno voglia di riuscirci.
quando dico di sentirmi “rotta”, lo dico perché non sono mai stata così, certo sono sempre stata ansiosa, ma questa è una situazione totalmente differente dai miei stati ansiosi.
spesso mi vien da dare colpa alla mia sofferenza (perché mi porta a stare male con me stessa e sentirmi tremendamente in colpa per quel ragazzo) alle sofferenze che ho provato durante il post rottura con il mio ex, una relazione abbastanza particolare.. in quel periodo ho avuto differenti step, step di rabbia, rancore ecc.. spesso sono arrivata a pensare che il mio ex fosse un narcisista, ma poi mi dico che non sono io di certo a poterlo diagnosticare.
però ecco, un dato di fatto è di certo che dopo la rottura e le continue litigate del post rottura vissute durante il lockdown è come se quella versione di me stessa non esistesse più, durante una frequentazione mi sento glaciale, sbilanci di dolcezza mi mettono disagio/fastidio..
non so più come comportarmi.
ora mi ritrovo a dover affrontare un primo appuntamento con un ragazzo che conosce una mia conoscente, non l’ho mai visto, per chat sembra abbastanza dolce e inizio a percepire di già oppressione per messaggi in cui lui si è sbilanciato.
ho voluto essere sincera con lui, gli ho spiegato questo mio disagio per essere il più trasparente possibile.
non so come comportarmi, perché per una volta nella vita vorrei essere spensierata e vivere con leggerezza come dovrebbe fare una ragazza della mia età, mi sembra tutto più grande di me.
Vi ringrazio in anticipo per ogni vostra risposta.
Buonasera, il messaggio scritto è ricco di amozioni e sentimenti che sembrerebbero prendere il sopravvento in determinate situazioni. Nonostante da un messaggio non sia possibile azzardare ipotesi in mancanza di ulteriori informazioni, sembrerebbe emergere una richiesta di "chiarezza" sia sull'esperienza passata della sua relazione, sia sulla visione che ora appare cambiata di lei e degli altri. Le sarebbe utile una consulenza per delineare gli obiettivi da raggiungere e intraprendere un percorso per sostenerla per comprendere quali siano e il perchè di alcuni pattern comportamentali che si ripetono nelle relazioni, comprendere e gestire le sue emozioni e i suoi stati d'animo, e lavorare sulle risorse per ottenere un nuovo equilibrio e benessere.
Per qualsiasi informazione può contattarmi privatamente.
Dott.ssa Ilaria Pannone

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Buonasera, mi dispiace sentire che stai attraversando questa situazione difficile e che ti senti sopraffatta dalle tue emozioni. È importante riconoscere e affrontare ciò che provi, quindi è positivo che tu stia cercando aiuto. È fondamentale cercare di comprendere te stessa e le tue emozioni. Rifletti sulle esperienze passate e cerca di capire quali fattori specifici ti fanno sentire così oppressa e ansiosa. Chiediti se ci potrebbero essere motivi sottostanti che influenzano le tue reazioni emotive, è normale avere preferenze e aspettative in una relazione.
È importante essere aperti e sinceri quando comunichi con gli altri. Hai fatto bene ad essere trasparente con il ragazzo che stai per incontrare riguardo ai tuoi disagi e alle tue paure.
Non sentirti obbligata ad avviare una relazione o ad andare oltre le prime uscite se non ti senti a tuo agio. Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno per conoscere qualcuno e valutare se la connessione è autentica e genuina.
Considera di cercare il supporto di uno psicologo o di uno specialista che può aiutarti a esplorare ulteriormente queste dinamiche e fornirti delle strategie specifiche per la tua situazione.
Dr. Roberto Prattichizzo
Gentile utente, mi dispiace della situazione in cui si trova e che si senta sopraffatta dalle emozioni e sbagliata quando inizia nuove frequentazioni romantiche. Da ciò che racconta si evince che la chiusura conflittuale della sua precedente relazione l'abbia segnata profondamente, al punto da averla portata ad attribuire alcune sue attuali difficoltà nell'istaurare nuove relazioni romantiche a quell'evento che possiamo definire traumatico. Oltre a ciò, dobbiamo considerare anche il delicato periodo in cui la rottura è avvenuta, cioè durante il lockdown, un momento di vero e proprio isolamento sociale che ha contribuito a provocare un grande disagio psicologico e psichico tra i più giovani.
Le consiglio di considerare tutti questi aspetti per comprendere meglio le sue sensazioni di oppressione e le sue reazioni emotive nei suoi attuali tentativi di frequentazioni. Analizzare le sue emozioni potrebbe aiutarla a identificare l'oggetto scatenante e quindi a comprendere con maggiore chiarezza il significato profondo che queste hanno per lei. Ognuno di noi reagisce e agisce in base alle esperienze passate, e quindi anche il suo sentirsi glaciale e a disagio ha un significato ben preciso che potrebbe comprendere meglio intraprendendo un percorso di supporto psicologico con uno specialista. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti anche online. Un caro saluto, Dottoressa Carlotta Cimatti

Gentilissima. E' importante considerare che le emozioni che sta provando con tale disagio sono comunque le emozioni di una persona giovanissima e che probabilmente si sta cercando. Sarebbe molto positivo che riuscisse ad accettare la loro manifestazione senza necessariamente trovare specifici significati o cause per ogni suo comportamento. Le consiglio però di continuare ad aprirsi per gestire meglio il carico di preoccupazione e ansia che le sento esprimere, meglio in un percorso psicologico professionale. Buona fortuna
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ciao, mi dispiace sentire che stai attraversando un momento così difficile e confuso nei tuoi rapporti. È importante notare che le tue esperienze e i tuoi sentimenti sono validi, e hai fatto bene a cercare di essere sincera con il ragazzo che stai per incontrare. È un passo importante verso una comunicazione aperta e onesta nelle relazioni.

Ci sono alcune considerazioni che potrebbero aiutarti a capire meglio cosa sta succedendo e come affrontare questa situazione:

Auto-riflessione: Continua a esplorare le tue emozioni e rifletti su cosa potrebbe aver scatenato questi sentimenti di oppressione, ansia e fastidio nei tuoi rapporti. C'è qualcosa del tuo passato, delle tue esperienze passate o delle tue aspettative che sta influenzando la tua reazione?
Autoaccettazione: Accettati per chi sei e per come ti senti. Non c'è nulla di sbagliato nell'avere determinati standard o preferenze, ma è importante anche essere aperti alle persone e dare loro una possibilità. Nessuno è perfetto, e l'aspetto esteriore di una persona può non riflettere appieno la loro personalità o il loro valore.
Supporto professionale: Considera la possibilità di consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta. Possono aiutarti a esplorare più approfonditamente le tue emozioni e le tue esperienze passate, fornendoti strumenti per affrontare meglio le tue preoccupazioni e ansie nelle relazioni.
Comunicazione: Continua a essere onesta e aperta con il ragazzo che stai per incontrare. La comunicazione aperta può aiutare entrambi a comprendere meglio le aspettative reciproche e le preoccupazioni. Sarà anche utile stabilire dei confini chiari e comunicare ciò che ti fa sentire a tuo agio o a disagio.
Tempo per te stessa: Non sentirti in colpa per aver bisogno di tempo per te stessa o per prendere decisioni riguardo alle tue relazioni. Prenditi il tempo necessario per valutare le tue emozioni e i tuoi sentimenti senza sentirsi in fretta per prendere decisioni.
Ricorda che è normale avere dubbi e incertezze nelle relazioni, specialmente a una giovane età. Cerca di essere gentile con te stessa e di concentrarti sul tuo benessere emotivo. Se continui a lottare con questi sentimenti e non riesci a gestirli da sola, non esitare a cercare il supporto di uno psicologo professionista che possa aiutarti a esplorare questi problemi in modo più approfondito.
Buonasera!
La sua richiesta è molto consona visto l'età che ha e considerando la difficoltà che ha riportato. Si intuisce che questo blocco non è dovuto a una sua superficialità, né al fatto che è "rotta", quanto a una difficoltà nel potersi lasciare andare. Ha usato dei termini molto esplicativi "oppressa" e "speriamo di sentirmi sempre così felice" che possono essere dei punti di partenza per un lavoro di supporto psicologico: molto spesso non è tanto l'evento di per sé che influenza il nostro comportamento, ma quanto i pensieri che facciamo durante tale evento e che possono contribuire, di conseguenza, a uno stato d'animo ansioso. Rimango a disposizione per chiarimenti.
Grazie della condivisione
Dott.ssa Alessandra Carabba

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Buonasera, comprendo il suo disagio che ha spiegato in maniera molto chiara ed appare collegato ad un bisogno di "proteggersi" dopo la rottura traumatica vissuta che probabilmente per quanto sia passato del tempo può aver lasciato ancora dei vissuti emotivi da elaborare, in particolar modo la paura ad entrare in contatto pieno con una persona, a lasciarsi andare.
Le consiglio di intraprendere un percorso al fine di elaborare quanto accaduto in passato e gestire i vissuti presenti.
Un caro saluto.
Dott.ssa Tiziana Di Fazio
Buongiorno, le suggerisco di rivolgersi ad un professionista (psicologo o psicoterapeuta) per approfondire le tematiche condivise, per formulare queste e nuove domande e per costruire un significato, il SUO. Sarebbe importante dedicare spazio a questi suoi interrogativi, con la certezza del non giudizio. Mi auguro che possa percorrere questa strada, quella di un consulto psicologico. La saluto
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta vivendo e comprendo la sua fatica nel vivere tale sensazione di disagio.
È importante che inizi un percorso psicologico che possa permetterle di elaborare i vissuti che per lei sono stati traumatizzanti a tal punto da metterla in una condizione di chiusura con l’altro e con se stessa.
Rimango a disposizione nel caso lei voglia intraprendere un percorso fatto di più consapevolezza e che le permetterà di fornirgli degli strumenti utili per far fronte a questa situazione.
Dott.ssa Angela Maria Zanfanti
Buongiorno, potrebbe essere utile approfondire quella sensazione che provi di essere "rotta", rivedendo, ad esempio, la tua relazione passata, che sembra essere stata, a tratti, turbolenta. Sarebbe opportuno riflettere su quali aspetti di te sono cambiati e quali emozioni hanno accompagnato e accompagnano tali cambiamenti. Concediti il tempo per approfondire i tuoi vissuti, così da poter vivere più serenamente le tue relazioni.
Un caro saluto
Gentilissima, grazie per aver condiviso le sue preoccupazioni. Ciò che mi sembra di percepire dalle sue parole è una forte carica emotiva e un'altrettanto forte ambivalenza tra un desiderio di vicinanza (quando dice: “speriamo di continuare a sentirmi così felice”) e il timore della vicinanza stessa, che si associa a sensazioni di oppressione, nausea, angoscia, ansia, e anche all'esigenza di allontanarsi. Probabilmente la sua relazione passata ha lasciato dei segni profondi che necessitano di uno spazio per poter essere osservati, compresi, elaborati; di fatto, mi sembra che tali segni esercitino un'influenza tuttora rispetto al suo modo di stare in relazione con l'Altro. Non c'è niente di sbagliato in lei e in tutto ciò che sta vivendo e riconoscere di avere una fatica, se non anche comunicarla all'altro (come ha fatto con l'ultimo ragazzo che ha citato), è un punto di partenza per poterla affrontare. Le mando un caro saluto e resto a disposizione.
Dott.ssa Francesca Loddo
Buonasera, complimenti per il coraggio con il quale ha condiviso le proprie preoccupazioni qui e che l'ha spinta ad essere sincera con il ragazzo con il quale ha un appuntamento. Comprendo la sofferenza che le comporta la situazione che sta affrontando e come questa, inevitabilmente, possa compromettere il suo benessere e la qualità della sua vita relazionale. Capisco che questo la porti a sentirsi "rotta", per usare le sue parole, e a disagio. Per quanto possa apparire paradossale in questo momento, in quelle crepe che lei percepisce in sé, con probabilità, si nasconde anche la storia e il senso di ciò che lei sperimenta nella relazione con l'altro. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico e le auguro il meglio. Un caro saluto.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Buongiorno,
La ringrazio di aver condiviso le sue preoccupazioni.
Le vecchie relazioni e abitudini posso rimanere, anche dopo tanto tempo, appiccicate a noi portandoci a reiterare vecchi schemi relazionali disfunzionali.
Uscirne non è sempre facile e per questo potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista con cui analizzare il proprio vissuto e trovare strategie per modificare questi modus operandi.
Se lo desidera io sono a disposizione per accompagnarla in questo percorso.
La saluto
Dott.ssa Giorgia Sapienza
Buongiorno,
Dalle sue parole mi sembra che l'idea di avvicinarsi e di aprirsi a qualcuno la spaventi molto, causando le reazioni che ha descritto. In ciò ha sicuramente un ruolo la sua precedente esperienza di relazione ma potrebbero anche esserci altre cause. Un percorso con un collega potrebbe aiutarla a fare chiarezza e ad interrompere lo schema che ha descritto.
Dott. Marco Cenci
Buonasera.
Probabilmente è importante capire cosa c'è sotto quelle sensazioni di oppressione, angoscia e ansia che la portano poi a mettere in atto sempre gli stessi comportamenti. Anche i comportamenti più disfunzionali in qualche modo sono adattivi, spesso protettivi, nel gestire alcuni vissuti di sofferenza o disagio. Anzi a volte fuggire è il miglior modo che la persona ha trovato per far fronte a un proprio malessere, anche se si tratta di modalità non risolutive di quella sofferenza. Guardare solo la bellezza a volte non significa essere una persona superficiale, ha sicuramente un significato rispetto alla sua storia e al suo funzionamento. A volte guardare solo l'estetica, può essere una modalità utile a proteggerci da un'intimità emotiva con l'altro, dallo stare in una relazione (che implica un'esposizione e accentua il senso di insicurezza). Alcune persone crescono sviluppando un'immagine di sè come non meritevole delle attenzioni altrui, quindi si può imparare ad evitare di costruire relazioni, anche se si trovano persone che dimostrano di tenerci. Stare in relazione può far sentire esposti a emozioni che possono spaventare. Ciò spesso dà origine al monitorare come ci si dovrebbe sentire in un rapporto e confrontare come in realtà ci si sente: da qui il sentirsi sbagliati, rotti etc
Ciò è influenzato dalla propria storia di vita, dai rapporti importanti che hanno in qualche modo influenzato l'immagine di sè, degli altri, delle relazioni e che hanno plasmato anche il modo con cui stiamo con certe emozioni.
Il fatto che lei si percepisce "rotta" significa che ha consapevolezza della sua vulnerabilità, e questo è spesso un elemento fondamentale per prendersi cura di sè e della propria salute mentale.
Come quell'antica usanza giapponese di riparare con decorazioni dorate i vasi rotti in cui si evidenziano le crepe. Ci si può ricostruire in terapia, senza negate le fratture ma attraversandole, sottolineandole, esponendole, raccontandole e dando vita a un vaso totalmente diverso da quello originale.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Gentile Cliente, da come racconta la situazione sembra che la rottura (ad un'età relativamente precoce) con il suo ex abbia fatto si che sviluppasse una difesa preventiva nei confronti di possibili relazioni future. Andrebbero sondati diversi aspetti della sua storia personale e della sua personalità ma ciò che racconta è abbastanza frequente negli ultimi tempi. Si tratta di un meccanismo di isolamento degli affetti (momento in cui lei valuta le imperfezioni esteriori e non si concentra su ciò che sente) con un tono affettivo caratterizzato da ansia che è una conseguenza del meccanismo appena descritto. L'ansia, in questo caso, sembra comunicarle l'ingorgo emotivo che non vuole più vivere e la necessità di un cambiamento, per poter vivere, come lei stessa dice, una vita più serena. Mi sembra un buon punto dal quale partire. resto disponibile per qualsivoglia chiarimento. Saluti, Marco Casella.

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