Buon giorno a luglio mi e' stato diagnosticato adenocarcinoma del colon sinistro trattato(asportato)

5 risposte
Buon giorno a luglio mi e' stato diagnosticato adenocarcinoma del colon sinistro trattato(asportato)con chirurgia curativa mmr-p
Tac negativa.adenocarcinoma g2 pT3 e mi hanno fatto fare cure(forse perche su 14 linfonodi 1 era positivo)con terapia adiuvante xelox x 8 cicli ....ora sono alla quarta ma gia dalla prossima hanno deciso x mettermi un picc x reazioni ad ambedue le braccia....volevo chiedere ma e possibile che il mio corpo ha proprio un ...rifiuto verso queste medicine? E non e possibile con qualche esame verificare dentro al mio corpo come stanno andando le cose?ma questa terapia puo' essere ridotta a 4 cicli secondo studi idea/scot/tosca o vanno fatti tutti e 8 al limite riducendo dosi?
Dott. Luca Bottero
Proctologo, Chirurgo generale
Monza
Lo schema XELOX è la chemioterapia adiuvante standard attualmente in uso dopo asportazione di un tumore del colon di stadio III. E' uno dei due farmaci, quello somministrato per via endovenosa, che "danneggia" le vene attraverso cui viene introdotto. E' un problema frequente non dipendente dal paziente. Per questo motivo gli oncologi richiedono spesso il posizionamento di un port-a-cath o un PICC. Per il numero di cicli deve formulare questa domanda al suo oncologo in base al protocollo adottato.

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Dott.ssa Debora Cavallo
Proctologo, Chirurgo generale
Milano
Buonasera,
per quanto riguarda lo stato della sua malattia sta eseguendo le terapie internazionali corrette e validate.
Per evitare continue punture per eseguire la chemioterapia è normale il posizionamento di un port a cath o un picc, cioè un accesso venoso più comodo che può essere utilizzato per tutta la durata della terapia. Vedrà che alla fine si troverà meglio, evitando continue punture.
La ripetizione degli esami diagnostici per valutare se ci sono eventuali recidive viene di solito fatta periodicamente, secondo schemi già predisposti, oppure in caso di peggioramento della condizione del paziente.
Se ha dei dubbi le consiglio comunque di parlare con l'oncologo che la sta seguendo, che potrà spiegarle meglio la situazione.
Cordiali saluti
Dr.ssa Cavallo
Dott.ssa Maria Maddalena Mulas
Chirurgo generale, Proctologo
Casalecchio di Reno
buongiorno,
sono d'accordo con tutto quello che le hanno spiegato i miei colleghi chirurghi. aggiungo che la rivalutazione periodica con controlli radiologici o esami ematici viene fatta dai colleghi oncologi che la stanno curando.
stia tranquilla che la cura è quella standard ma se lei dovesse avere delle reazioni particolari la terapia verrà modulata in base alla reazione del suo organismo.
auguri
drssa mulas
Dr. Pasquale Ascenzi
Chirurgo generale, Proctologo, Chirurgo
Bologna
Buongiorno,
i farmaci usati hanno come ogni terapia effetti positivi e negativi. Nel suo caso il protocollo è corretto e anche gli effetti collaterali sono compatibili con la terapia. Eventuali aggiustamenti possono comunque essere fatti dagli oncologi che l'hanno in cura cosi come anche la valutazione dell'effetto della terapia che deve essere fatta in tempi e modi precisi per indicarne la effettiva efficacia
Cordialmente
Dr. Ascenzi
Dott. Dario Arundine
Oncologo, Terapista del dolore
Marano di Napoli
Mettere un PICC preserva l'integrità delle vene, non è legato all'intolleranza.
Al termine degli 8 cicli si rifanno tutti i controlli.
Non è sbagliato tuttavia fare un controllo intermedio con marcatori tumorali ed esami strumentali (esempio TAC o una ecografia). Ne parli con l'oncologo che l'ha in cura.
La terapia impostata di 8 cicli va bene. La riduzione a 4 dipende da moltissimi fattori che solo chi la segue può sapere.

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