Aiutatemi, non so più a chi rivolgermi, mia figlia di 29 anni non vuole più continuare a vivere, anc

2 risposte
Aiutatemi, non so più a chi rivolgermi, mia figlia di 29 anni non vuole più continuare a vivere, anche se segue una terapia farmacologica.
Ha alle spalle 4 anni di psicodinamoca
2 anni di gestalt
1 di sistemico relazionale
1 tcc
Aveva iniziato anni fa di sua spontanea volontà per una forte ansia sociale che somatizzava (sudorazioni fredde, meteorismo, nausea, tremori, forte paura), anche la scelta di iniziare una cura farmacologica è stata la sua nel 2016.
Tutte le psicoterapie che ha fatto falliscono perchè lei ha troppa paura di affrontare le sue paure (amici, auto, lavoro ecc.) E quindi il terapeuta finisce per arrendersi perchè testuali parole "Sua figlia non è aderente alla terapia". Lei dall'età di 14 anni pensa al suicidio, (per tutto il percorso scolastico ha subito bullismo, argomento analizzato più volte in terapia) quindi non è più un periodo di depressione, è uno stato di malessere che perdura da anni. Di diagnosi ne abbiamo ricevute tante: disturbo evitante della personalità, tratti borderline, disturbo bipolare....
Lei dice di non voler più vivere perchè non è fatta per questo mondo, nel senso che non viene accettata con le sue paure.
A volte ho come visto la stessa confusione presente negli occhi di mia figlia, negli occhi dei curanti....

Ne abbiamo sentite di ogni, ma voi da genitori a chi chiedereste aiuto?
Perchè è questo che chiedo adesso: umanità, non più un caso clinico numero X.
certo posso comprendere la sua angoscia.Se tutte le terapie farmacologice che psicoterapiche sono fallite si puo provare con qualche Comunità.Non ha detto di quale regione è.Occorrerebbero piu notizie

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Dott.ssa Annalisa Giannelli
Psichiatra, Psicoterapeuta
Arezzo
Cara signora, comprendo la sua preoccupazione ed il senso d'impotenza a poter aiutare sua figlia che soffre da così tanti anni. Sulla base delle informazioni che ha fornito mi viene da suggerirle di far fare a sua figlia un approfondimento diagnostico tramite anche somministrazione di test specifici per inquadrare meglio la diagnosi che, capisco, essere difficile da inquadrare solo clinicamente. Successivamente potrebbe essere utile un approcio integrato con somministrazione di adeguata terapia psico-farmacologica e psico-terapia ad orientamento cognitivo-comportamentale che trova applicazione nelle diagnosi che ha menzionato. Spero vivamente di esserle stata utile.

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