Vale la pena rimuovere chirurgicamente le tonsille?

Medicina Generale • 20 dicembre 2016 • Commenti:

L’intervento di rimozione delle tonsille (o tonsillectomia) è una procedura chirurgica messa in atto in presenza di infezioni frequenti o particolarmente gravi a carico di queste ghiandole.

La tonsillectomia avviene generalmente in anestesia generale e può comportare alcuni effetti collaterali, come manifestazioni emorragiche o forte dolore. Il recupero dall’intervento normalmente avviene in circa due settimane.

Cosa sono le tonsille

Le tonsille palatine, comunemente note con il solo nome di tonsille, sono due ghiandole simmetriche e svolgono una funzione antinfettiva e immunitaria: sono posizionate nel cavo orale e si occupano della difesa della cavità orale e di quella nasale da infezioni di tipo batterico o virale. Esistono anche altre due tonsille più piccole, ovvero la tonsilla faringea (o adenoide) e quella linguale.

In quali casi rimuovere le tonsille

La tonsillectomia si rende necessaria solitamente in presenza di:

  • tonsillite cronica o aggravata;
  • gravi patologie legate alle tonsille.

La tonsillite è un'infiammazione delle tonsille palatine che colpisce prevalentemente bambini e adolescenti e si manifesta spesso a causa della presenza eccessiva di virus e a batteri nel cavo orale.  La tonsillite è cronica quando compare con la frequenza di più di sette episodi all'anno, più di cinque episodi all'anno in due anni o più di tre episodi all'anno in tre anni.

Si definisce invece aggravata quando le tonsille si gonfiano eccessivamente in seguito ad un’infezione patogena.

In entrambi i casi, se il trattamento antibiotico non ha sortito effetto o si verificano problemi respiratori o di deglutizione, è necessaria l’asportazione chirurgica. Ci sono anche patologie gravi che si associano alle tonsille, quali tumori alla gola o emorragie dei vasi sanguigni delle tonsille.

Rischi della tonsillectomia

Generalmente la tonsillectomia è un intervento della durata di un’ora, o anche meno, ma come ogni intervento chirurgico, comporta dei rischi e contempla degli effetti collaterali.

La maggior parte degli inconvenienti si può riassumere in cinque eventi.

  • Reazione inaspettata agli anestetici
    In certi casi gli anestetici possono causare mal di testa, nausea, vomito e crampi muscolari.
     
  • Sanguinamento durante l'intervento
    Si verifica di rado, va curato con un trattamento specifico durante un ricovero di pochi giorni.
     
  • Sanguinamento dopo l’intervento
    È una condizione comune e, se il sanguinamento non è eccessivo, si possono effettuare dei gargarismi con acqua fredda per fermarlo.
     
  • Infezioni o gonfiore alla lingua
    Si verifica raramente, le infezioni sono dovute al calo del sistema immunitario dovuto all’operazione. L’eventuale infezione è riconoscibile dalla tipica febbre alta.
    Il gonfiore della lingua dovrebbe svanire dopo qualche ora dall’intervento.

Prima dell’intervento

Prima dell’intervento, il medico chiede al paziente di comunicare i farmaci assunti nelle settimane precedenti, le possibili reazioni allergiche e la predisposizione al sanguinamento.
Il paziente non dovrebbe ingerire cibi o bevande a partire dalla sera prime dell’intervento.

Tipologie di tonsillectomia

Esistono vari metodi per effettuare una tonsillectomia, in particolare:

  • rimozione chirurgica classica (o a freddo): è l’intervento più utilizzato, effettuato con un bisturi che permette di sezionare le tonsille e tagliarle alla base.
    Il chirurgo utilizza sostanze antiemorragiche per chiudere i vasi sanguigni e fermare il sangue;
     
  • diatermia: è una specifica termoterapia che consiste nel bruciare le ghiandole tramite un elettrodo. Il calore permette una cauterizzazione più rapida del cavo orale, con una conseguente diminuzione del sanguinamento;
     
  • coblazione (o ablazione fredda): molto simile alla diatermia, il metodo consiste nel distruggere le tonsille a livello molecolare, con temperature più basse rispetto a quelle della diatermia;
     
  • laser: la rimozione delle tonsille avviene tramite raggi ad alta energia;
     
  • ultrasuoni: l’asportazione avviene per mezzo di ultrasuoni, ovvero vibrazioni ad alta frequenza, provocati da uno specifico bisturi.

Dopo l’operazione

Se l’intervento è andato a buon fine e non ci sono complicazioni, la dimissione dall’ospedale avviene il giorno stesso, in quanto il periodo di osservazione è infatti di sole 4-8 ore.
In genere il paziente operato può mangiare fin da subito, preferendo cibi leggeri e non solidi ed evitando le bevande acide, ad esempio succhi di frutta o agrumi.

Nei giorni successivi all’asportazione delle tonsille si può avvertire dolore agli occhi, alla mandibola e alle orecchie.
Il recupero totale avviene in tempi brevi, specie seguendo dei piccoli accorgimenti utili, come ad esempio occuparsi con attenzione della propria igiene per evitare il rischio di infezioni virali o batteriche. Lavare accuratamente denti e bocca, preferibilmente associando del collutorio, è una buona abitudine utile a ridurre il rischio di infezioni dopo la chirurgia.
È inoltre consigliabile ricominciare gradualmente a mangiare cibi solidi per facilitare la deglutizione, evitando almeno inizialmente cibi piccanti e alcol.
Per le eventuali perdite di sangue si consigliano gargarismi con acqua fredda, per ottenere un effetto vasocostrittore e ridurre quindi il sanguinamento.
Si raccomanda di non assumere farmaci antidolorifici non prescritti, in quanto alcuni principi attivi possono interferire con la coagulazione del sangue e provocare emorragie.
Infine dopo l’intervento è bene osservare due settimane di riposo, evitando attività pesanti o stressanti.

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