La sindrome di Cushing nei cani

Endocrinologia • 15 marzo 2017 • Commenti:

L'iperadrenocorticismo è una malattia che coinvolge il sistema endocrino e che è anche detta sindrome di Cushing. La sindrome di Cushing è uno dei problemi più comuni del sistema endocrino che affliggono i nostri amici a quattro zampe. In questo articolo scopriremo cos'è la sindrome Cushing nei cani, le sue cause, i sintomi e i possibili trattamenti.

Cos'è la sindrome di Cushing o iperadrenocorticismo

La sindrome di Cushing è una patologia che provoca un aumento eccessivo dei livelli del cortisolo nel sangue. Quest'ultimo è responsabile del metabolismo delle proteine e dei carboidrati e della risposta dell’organismo allo stress, ma quando presente in quantità eccessive intralcia il processo metabolico, provocando una serie di sintomi, tra cui problemi gastrointestinali e ipertensione.

La sindrome di Cushing nei cani è abbastanza comune, ma purtroppo non sempre facile da individuare in modo tempestivo. Questa malattia tende infatti ad apparire in animali di mezza età o anziani, e alcuni dei sintomi possono essere scambiati per il semplice effetto della vecchiaia.

I sintomi della sindrome di Cushing nei cani

La sindrome di Cushing nei cani porta a tutta una serie di segni e sintomi, più o meno facili da individuare:

  • aumento dell'appetito;

  • respirazione più affannosa;

  • aumento della sete e del bisogno di urinare;

  • obesità;

  • gonfiore addominale;

  • formazione di cuscinetti di grasso sul collo e sulle spalle;

  • debolezza muscolare;

  • perdita del pelo;

  • insonnia;

  • astenia (mancanza di energia);

  • mancanza del calore nelle femmine e diminuzione del volume dei testicoli nei maschi;

  • cambiamenti nel colore della pelle, come un suo inscurimento:

  • pelle più sottile e più vulnerabile ai lividi;

  • comparsa di macchie squamose sulla pelle.

Come potete vedere, i sintomi della sindrome di Cushing nei cani sono molto vari e spesso aspecifici. Nei pazienti affetti da questa malattia, possono non comparire tutti i sintomi, per questo è importante osservare sempre con attenzione il proprio cane e portarlo dal veterinario per visite regolari, specialmente in età più avanzata.

Le cause di questa malattia

La sindrome Cushing nei cani può avere diverse cause, ma la più comune è una neoplasia benigna della ghiandola pituitaria, mentre sono meno comuni tumori maligni (in caso di tumori all’ipofisi, si parla di malattia di Cushing). Un altro motivo dell'insorgere della sindrome di Cushing cani è l'uso eccessivo di glucocorticoidi, usati ad esempio per curare allergie o infiammazioni.

Come si cura

Il trattamento della sindrome di cushing dei cani dipende dalla causa che provoca la malattia. Quando si tratta di piccoli carcinomi o di tumori che non tendono a diffondersi e che sono in una posizione favorevole, possono essere rimossi chirurgicamente. Molti cani con Cushing possono però esser trattati semplicemente con l'uso di farmaci, a seconda del tipo di tumore e della sua posizione.

Questi farmaci dovranno essere assunti per tutta la vita del cane e, se non è possibile rimuovere la causa scatenante, la sindrome di Cushing dei cani diventa una malattia cronica, che va costantemente monitorata. Vanno monitorati anche i possibili effetti collaterali dei farmaci: le medicine infatti possono essere difficili da tollerare per i nostri cani e portare a effetti collaterali anche debilitanti come perdita dell'appetito, mancanza di energia, diarrea, vomito e difficoltà motorie.

Se compaiono questi sintomi in seguito all'assunzione dei farmaci, è necessario contattare tempestivamente il veterinario e interrompere momentaneamente la cura. Il veterinario probabilmente prescriverà del prednisone, che in genere risolve i problemi, ma se questo non accade, il cane va immediatamente portato dal medico veterinario per una visita di emergenza.

Il trattamento per la sindrome di Cushing prevede anche delle visite periodiche, che cominciano di solito una settimana o dieci giorni dopo l'inizio della cura, a seconda della causa della malattia e del tipo di farmaci prescritti. Una volta stabilito che la cura è efficace, si possono programmare visite dopo uno, tre e sei mesi.

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