Cos'è la psicologia cognitiva?

Psicologia • 4 marzo 2017 • Commenti:

La psicologia cognitiva è una branca della psicologia sviluppatasi negli Stati Uniti alla fine degli anni Sessanta, in seguito al lavoro clinico di Aaron Beck, che ha come obiettivo l’identificazione e lo studio dei processi mentali alla base della conoscenza, dell’apprendimento e del comportamento.

Gli studi di psicologia cognitiva si soffermano quindi su una serie di processi mentali della psicologia umana, quali la percezione, la memoria, il linguaggio, le emozioni, le sensazioni, il ragionamento e la risoluzione di problemi.

Storia del cognitivismo

L’approccio cognitivo si sviluppò negli anni Sessanta del Novecento in antitesi al comportamentismo, una corrente psicologica per la quale il comportamento dell’uomo veniva considerato una semplice risposta di adattamento agli stimoli provenienti dal mondo esterno. Poiché il comportamentismo rifiutava completamente l’ipotesi dell’esistenza di meccanismi psicologici inconsci, si sviluppò la teoria cognitiva, secondo la quale invece il comportamento e le reazioni emotive umane sono regolate sulla base di schemi cognitivi espliciti (agenti a livello cosciente) e impliciti (agenti a livello non cosciente) acquisiti sulla base delle esperienze di vita a partire dall’infanzia.

Riprendendo parzialmente la filosofia di Schopenauer ben esplicata nel libro “Il mondo come volontà e rappresentazione”, l’uomo viene quindi considerato il reale costruttore della propria rappresentazione del mondo e prende coscienza di sé tramite il suo rapportarsi con gli oggetti che lo circondano.

Il metodo cognitivo

Secondo la psicologia dei processi cognitivi, le manifestazioni psicopatologiche sono considerate l’espressione di schemi cognitivi disfunzionali o disadattivi e lo scopo dell’approccio cognitivo è la loro progressiva modificazione.

Il metodo cognitivo abitua l’individuo all’autosservazione, addestrandolo a esaminare sistematicamente i suoi processi mentali in determinate situazioni dolorose o capaci di suscitare ansia e altre emozioni. A questo punto, il terapista stimola a individuare e definire gli schemi cognitivi che il soggetto usa per analizzare e decodificare gli eventi quotidiani, che spesso possono essere considerati controproducenti e in alcuni casi autodistruttivi.

Infine, i consulenti di salute mentale, che impiegano l’approccio psicologico cognitivo, attuano insieme al soggetto una modifica sistematica degli errori cognitivi in base ai quali avviene l’interpretazione della realtà, trovando comportamenti adeguati a ogni situazione che possano assicurargli una vita finalmente equilibrata.

Vantaggi della psicologia cognitiva

L’approccio psicologico cognitivo viene al giorno d’oggi impiegato in un ampio ventaglio di psicopatologie. Le sue indicazioni principali sono: disturbi d’ansia, disturbi depressivi, disturbi del comportamento alimentare (obesità psicogena, anoressia e bulimia nervosa), disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi di personalità, forme di stress post-traumatico, dipendenze patologiche (alcol, droga, gioco d’azzardo, ecc.) e anche crisi di coppia.

Diversi studi ed esperimenti sulla psicologia cognitiva hanno dimostrato la sua fondatezza scientifica, confermando che tale approccio psicoterapeutico non solo è dotato di un’efficacia pari o maggiore ai principali farmaci impiegati nella cura delle patologie psichiatriche, ma rimane anche la strategia terapeutica migliore per la prevenzione delle ricadute.

Tale scuola di psicoterapia, rispetto ad altre molto note come la psicoanalisi freudiana e la psicologia analitica junghiana, ha una serie di notevoli vantaggi:

  • breve durata, in quanto il periodo necessario per la guarigione del soggetto oscilla generalmente tra i 4 e i 12 mesi, in genere con sedute a cadenza settimanale;  

  • collaborazione tra paziente e terapeuta, volta a comprendere i comportamenti e gli schemi di pensiero che possono essere alla base delle difficoltà che affliggono il paziente;

  • focalizzazione sul problema principale che ha portato il paziente a rivolgersi allo psicoterapeuta, ponendo come obiettivo primario la risoluzione dei sintomi di maggiore disturbo.

La psicoterapia cognitiva permette al paziente di comprendere il proprio funzionamento mentale e di apprendere le tecniche per gestire le proprie emozioni e la propria sofferenza. Proprio per questo motivo, tale approccio permette al soggetto di beneficiare degli effetti benefici della terapia anche dopo la sua conclusione.

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