Che cos’è l’ipoglicemia reattiva (o postprandiale)?

Endocrinologia • 19 febbraio 2017 • Commenti:

L’ipoglicemia reattiva, detta anche ipoglicemia postprandiale, è la condizione di abbassamento del livello di glucosio nel sangue sotto la soglia fisiologica in seguito ad un pasto, solitamente entro un periodo di 4 ore. Sebbene poco comune, questa condizione può essere pericolosa, soprattutto per coloro che svolgono compiti delicati come guidare l’automobile.

Cause dell’ipoglicemia reattiva

Una persona in salute è in grado di mantenere stabile la glicemia sia se consuma quantità ingenti di zuccheri che in caso di digiuno prolungato. Il corpo può infatti fare affidamento sulle scorte di glucosio precedentemente immagazzinate e persino ricorrere alle riserve di grassi per mantenere un normale livello di glucosio nel sangue (glicemia). Nelle persone che soffrono d’ipoglicemia, questo non succede per alcune ragioni. L’ipoglicemia reattiva è il risultato di una secrezione continua ed eccessiva d’insulina dopo un pasto.

Le cause dell’ipoglicemia postprandiale non sono sempre note, giustificando l’uso dell’espressione ipoglicemia reattiva idiopatica. Negli altri casi, le cause rientrano solitamente all’interno di due categorie.

  • Ipoglicemia alimentare
    Solitamente si manifesta in seguito ad un’operazione chirurgica in un tratto dell’apparato digerente, e viene chiamata anche sindrome da dumping o da accelerato svuotamento gastrico. Il cibo raggiunge il duodeno velocemente e l’assorbimento di glucosio è estremamente rapido, con una conseguente secrezione abnorme d’insulina.

  • Deficienza enzimatica congenita
    Questa forma di ipoglicemia è tipica di persone con un’intolleranza ereditaria al fruttosio o affette da galattosemia. L’incapacità del corpo di metabolizzare il fruttosio e il galattosio, comporta un accumulo di queste sostanze tale da impedire al fegato di rilasciare il glucosio, causando così un’ipoglicemia.

L’ipoglicemia reattiva è stata correlata all’obesità e alla condizione di prediabete (con resistenza all’insulina) che di solito porta ad una conseguente diagnosi.

Sintomi dell’ipoglicemia reattiva

Il corpo necessita dei giusti livelli di glucosio nel sangue per garantire la quantità adeguata di energia a tutte le cellule del corpo, affinché svolgano le funzioni cui sono deputate. Un livello insufficiente di glucosio inficia quindi la funzionalità delle cellule. Il cervello è l’organo che maggiormente consuma glucosio e anche quello che per primo risente dell’ipoglicemia, talvolta nel giro di qualche secondo. Ecco perché molti dei sintomi iniziali dell’ipoglicemia reattiva riguardano le funzioni cerebrali:

  • ansia;

  • nervosismo;

  • irritabilità;

  • sbalzi d’umore;

  • confusione;

  • capogiri;

  • fame;

  • tremolio;

  • scoordinazione;

  • instabilità;

  • eccessiva sudorazione;

  • stanchezza;

  • sonnolenza;

  • difficoltà di concentrazione.

Inoltre, alcune persone riferiscono nausea e talvolta un sapore strano in bocca.
I sintomi possono apparire simultaneamente o a distanza di poco tempo l’uno dall’altro. Esiste inoltre la possibilità, seppur rara, di avvertire i sintomi dell’ipoglicemia reattiva con una glicemia normale, quindi in totale assenza di ipoglicemia: in questo caso si parla di sindrome postprandiale.

Trattamento dell’ipoglicemia reattiva

L’ipoglicemia postprandiale viene solitamente affrontata senza alcune terapia medica diretta: ai pazienti vengono solitamente insegnati alcuni comportamenti da osservare, nel tentativo di tenere sotto controllo questa condizione.

  • Ridurre i carboidrati
    Il primo passo consiste solitamente nell’assumere meno carboidrati e nell’aumentare la frequenza dei propri pasti. Fare tanti spuntini a distanza massima di 3 ore l’uno dall’altro, ovviamente con dosi proporzionate, abbassa la quantità di carboidrati che il corpo deve assimilare.

  • Dieta bilanciata
    Il consiglio è quello valido pressoché per chiunque: assicurarsi di assumere tutte le sostanze nutritive necessarie alla salute. Maggiore è la varietà della dieta e più facilmente si raggiunge questo traguardo.

  • Evitare gli zuccheri
    Gli alimenti e le bevande zuccherati sono da evitare il più possibile. Inoltre l’assunzione di alcool deve sempre avvenire a stomaco pieno.

  • Attività fisica
    Sottoporsi regolarmente ad esercizio fisico migliora l’assorbimento degli zuccheri, riducendo quindi la secrezione d’insulina.

È sempre opportuno, oltre che consigliabile, affidarsi ad uno specialista per la stesura di un piano alimentare bilanciato e calibrato sui propri bisogni.

Esperto

Vuoi un suggerimento medico? Contatta i nostri dottori!

Trova subito un dottore »

Commenti: (0)