Via Gian Battista Brocchi 22, Milano 20131
Corso di Training Autogeno
Leggi di più19/11/2025
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Accettato
5 recensioni
Ho conosciuto il dott. Fumagalli tramite una amica. Sono sua paziente da tempo e lo consiglio a chiunque ne abbia bisogno
Dott. Antonio Fumagalli
Buongiorno, la ringrazio delle sue parole e della condivisione della sua esperienza.
Il Dott.re Fumagalli è dotato di una straordinaria umanità e professionalità. Accoglie i suoi pazienti con sorriso avvolgente e rassicurante.
Dott. Antonio Fumagalli
La ringrazio Tiziana per sue parole e per la scelta di condividere la sua esperienza. Un cordiale saluto.
Questo Dottore è un vero Dottore, è stato in grado di capire subito quali fossero i bisogni di mio figlio 15enne ed è riuscito ad aiutarlo nel miglior modo possibile. Lo ringrazierò a vita per quello che ha fatto per lui durante la psicoterapia. Straconsigliato!
Dott. Antonio Fumagalli
Grazie per le sue parole e per la fiducia. Sapere di essere stato d’aiuto a suo figlio è per me motivo di gratificazione. Inoltre, la condivisione della sua esperienza è preziosa anche per chi sta cercando un sostegno.
Persona molto preparata e rassicurante nel suo elaborare il problema arrivando alla fonte dove tutto ha un inizio.
A distanza di giorni nella mia riflessione pensando all' incontro ho da subito tratto benefici e auto stima.
Consigliatissimo !
Dott. Antonio Fumagalli
Grazie davvero per il suo feedback. Sono lieto che l’esperienza abbia avuto un effetto positivo su di lei e che abbia deciso di condividerla.
Ottimo psicoterapeuta, molto in gamba. Quindi lo consiglio ad occhi chiusi.
Dott. Antonio Fumagalli
Ti ringrazio Max.
ha risposto a 16 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno,scrivo qui la mia condizione attuale di stato d'animo.
Premetto che ho un lavoro stabile,ben retribuito,un ingente patrimonio,ho una compagna,in famiglia stanno tutti bene,ma nonostante ciò il mio morale è sempre a terra.
Non ho interessi,nulla che mi piaccia veramente,dai viaggi,alle auto.
Mi basta un niente, specialmente col calare del buio,per scoppiare a piangere.
Mi destabilizza uscire dalla mia città,ma nello stesso tempo non mi piace stare chiuso in casa.
Ho fatto diverse seduto psicologiche,ma senza successo.
A volte questo mio umore,stato, stress mi fa uscire patologie di cui i medici non si danno spiegazioni. Tipo eruzioni cutanee, dolori vari.
Chiedo aiuto a Voi per uno spunto da usare come confronto.
Grazie
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la sua condizione. Comprendo quanto possa essere faticoso trovarsi in una situazione in cui, pur avendo molte cose apparentemente “a posto”, ci si senta comunque svuotati e affaticati emotivamente.
Per poter comprendere meglio l’origine del suo malessere sarebbe necessario raccogliere più elementi della sua storia personale, familiare e relazionale: i sintomi che descrive (tristezza frequente, crisi di pianto, difficoltà a provare interesse o piacere, malessere fisico collegato allo stress) possono avere radici diverse e meritano un inquadramento accurato.
In generale, il fatto che le sedute psicologiche fatte in passato non abbiano portato sollievo non significa che un percorso psicoterapeutico non possa esserle utile: a volte è questione di trovare l’approccio adatto, o la persona con cui instaurare un’alleanza terapeutica efficace.
Potrebbe essere utile, oltre a un percorso psicoterapeutico, anche una valutazione psichiatrica per comprendere se il suo stato d’animo richieda un supporto farmacologico temporaneo, soprattutto considerando la ricorrenza e l’intensità dei sintomi.
Il primo passo rimane però quello di approfondire insieme la sua esperienza, la sua storia e il significato che possono avere questi momenti di sconforto, così da costruire un percorso personalizzato che l’aiuti a ritrovare una maggiore serenità.
Un caro saluto
Buongiorno. Mio figlio 17 anni, 4 liceo. Uscito dalle media con eccellenza, il 1 liceo tt bene, il 2 inizia a studiare poco soprattutto dopo esser stato lasciato dopo 1 mese dalla fidanzatina, rimandato in 2 materie. E inizia a saltare anche gli allenamenti sportivi. Lo scorso anno scolastico ha fatto molte assenze, studiava, nn sempre, ma lo faceva ed è stato rimandato ad una materia. Questa estate tutto sembra normale, si fidanza ed è contento. Torniamo dalle vacanze inizia scuola i primi giorni va ma non studia, lei lo lascia e sembra che nn l'abbia presa male xke va a scuola(ma non sempre fa i compiti), va a sport, esce con gli amici fino a domenica scorsa era tt "normale" da martedì si è chiuso, nn parla con nessuno, nn risponde se gli chiedi qualcosa, nn va a scuola e a sport, nn risponde al cellulare ad amici ed al mister che ha capito che qlc non va. Ho provato a parlarci e chiedergli se nn vuole piu studiare e nn risponde, se nn vuole andare piu a sport e nn risponde, se dipende dalla sua ex e dice no. Gli dico che nn puo isolarsi cosi, che puo entrare in depressione, che lui è forte e deve reagire, se vuole incontrare uno psicologo e dice no che sta bene cosi. Gli ho detto che ne chiamerò uno a domicilio ma nn so se farei bene questa forzatura. Lui è un tipo chiuso ed introverso e di poche parole e a volte sembra disinteressato agli altri anche alla famiglia, nn è affettuoso nemmeno con il gemello, sembra anaffettivo. La situazione familiare tra me e mio marito è da un po che nn va e abbiamo deciso di separarci e lo abbiamo detto ai ragazzi a giugno, ma mio marito ancora è in casa quindi continua questa aria "pesante". Io credo che nn ha autostima, si sente inadeguato in tutto ma nn capisco cosa gli ha scatenato questo disagio. Xke a scuola fino le medie era eccellenza e al primo tt 8 e 9. Al secondo ha iniziato a mollare. A sport è sempre stato il piu bravo e si sentiva forte in questo, ma dallo scorso anno, se nn prima, nn gli interessa piu. Fuma pur sapendo che fa male, in 2 anni si è ubriacato 3 volte in feste di amici. Io chiedo aiuto a capire cosa puo essergli successo, cosa ha scatenato tutto ma soprattutto cosa devo fare per farlo uscire da qst isolamento. Lo psicologo "forzato" puo essere utile o otterrei l'effetto opposto? Grazie mamma disperata
Cara mamma,
comprendo profondamente la sua preoccupazione: ciò che sta vivendo con suo figlio è una situazione che mette a dura prova qualsiasi genitore. Il ritiro improvviso, il calo del rendimento, la perdita d’interesse per scuola e sport e la chiusura nel dialogo sono segnali di un disagio che merita attenzione, ma che può essere affrontato con i giusti strumenti e tempi.
Durante l’adolescenza, soprattutto intorno ai 16–17 anni, i ragazzi attraversano un periodo di grande confusione identitaria: cercano di capire chi sono, cosa vogliono e quanto valgono.
Nel caso di suo figlio, diversi fattori sembrano aver contribuito al suo malessere:
• la separazione tra lei e il papà, che può aver intaccato il suo senso di sicurezza emotiva;
• le delusioni affettive, vissute come ferite profonde anche se lui sembra “non farci caso”;
• la perdita di fiducia nelle proprie capacità dopo anni in cui si era sempre sentito “il bravo ragazzo”;
• un possibile vissuto depressivo o ansioso, che lo porta a isolarsi e a “spegnersi” verso ciò che lo circonda.
In questi momenti è importante non forzarlo, ma mostrarsi presenti e disponibili, con messaggi semplici e accoglienti:
“Capisco che non ti va di parlare ora, ma io ci sono quando vuoi.”
Eviti discorsi motivazionali diretti (“devi reagire”, “sei forte”), perché rischiano di farlo sentire ulteriormente inadeguato.
Può invece essere utile che lei stessa si confronti con uno psicoterapeuta, anche solo per ricevere indicazioni su come gestire il suo silenzio e capire quando intervenire.
Quanto alla possibilità di proporre un aiuto psicologico, se lo vive come un’imposizione potrebbe chiudersi ancora di più. È meglio presentarlo come un’occasione per alleggerirsi, per capire cosa gli sta succedendo, piuttosto che come una “cura”. A volte basta dire:
“Vorrei che parlassi con una persona che ascolta i ragazzi della tua età, per capire se può aiutarti a stare un po’ meglio. Non devi impegnarti per forza, provi solo un incontro.”
Nel suo caso, una psicoterapia breve ad orientamento ipnotico può essere molto indicata. L’ipnosi clinica, usata in modo moderno e rispettoso, aiuta gli adolescenti a:
• recuperare fiducia e motivazione;
• ridurre ansia e chiusura;
• elaborare emozioni confuse o trattenute;
• migliorare l’autostima e la percezione di sé.
È importante che il professionista abbia esperienza specifica con adolescenti; molti offrono anche sedute online, utili per mantenere la continuità quando il ragazzo si sente più a suo agio a distanza.
Le suggerisco quindi di contattare un/una terapeuta che lavori con questo approccio e di valutare un primo colloquio conoscitivo, anche solo tra lei e il professionista.
Con il giusto sostegno, suo figlio può ritrovare gradualmente la fiducia in sé e il desiderio di ripartire.
Un caro saluto, dott. Antonio Fumagalli
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.