Esperienze

Laureata in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni con il massimo dei voti nel 2006 all’Università di Firenze, specializzata in Psicoterapia ad Orientamento Umanistico e Bioenergetico presso la Scuola “ Psicoumanitas” di Pistoia nel 2013.
Opera come Psicoterapeuta a Pistoia e Bologna.
Si avvale della terapia classica e della terapia bioenergetica, per promuovere l'ascolto intorno e la presa di consapevolezza delle tensioni nel corpo. Attraverso tecniche creative offre la possibilità di ricontattare le proprie emozioni, e gestire gli stati d'ansia e lo stress quotidiano. Lavora con giovani adulti proponendo percorsi per riacquistare il proprio personale equilibrio.
Segue anche gli adolescenti nella delicata fase della scelta post diploma e gli adulti nella riscoperta delle proprie capacità personali e lavorative, partendo da un'auto consapevolezza di sé.
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana n. 4738 è anche operatrice professionale Shiatsu diplomata.
Altro Su di me

Approccio terapeutico

Psicoterapia bioenergetica

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Centro medico multidisciplinare specialistico "Centro 9 mesi"

Via Porta Lucchese 11, Pistoia 51100

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Pazienti accettati

  • Pazienti senza assicurazione sanitaria
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Prestazioni e prezzi

  • Colloquio psicologico

    50 €

  • Psicoterapia individuale

    60 €

  • Analisi bioenergetica

    60 €

  • Orientamento scolastico

    60 €

4 recensioni

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  • A

    Cortesia e professionalità sono i due punti di forza di questa professionista sempre molto disponible e molto competente.

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  • R

    Si può dire che la dottoressa Cozzi è preparata nel suo campo, e che a primo impatto riesce a comprendere le persone e le loro necessità. Grazie

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  • M

    Grazie ad amici ho conosciuto la dottoressa che, con cortesia e simpatia, mi ha proposto degli esercizi di bioenergetica che si sono rivelati molto utili e preziosi in generale ma anche riscoprire parti di me che da troppo tempo stavo trascurando. Consigliata!

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  • L

    La dott.sa Cozzi è una professionista molto preparata, che sa allo stesso tempo creare un buon feeling con le persone. Dal primo incontro mi sono subito trovata molto bene con lei e in poco tempo ho iniziato a vedere dei progressi.

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 1 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su colloquio psicologico

Salve,
ho 28 anni e tra due settimane andrò a convivere con il mio ragazzo. Siamo insieme da 4 anni e siamo molto innamorati, tuttavia da quando abbiamo preso le chiavi della casa e ho realizzato davvero che abiterò in un'altra casa, ho iniziato a stare male emotivamente.
Mi arrabbio spesso con lui, i suoi piccoli difetti sono diventati grandi, è come se io fossi arrabbiata con lui perché mi sta "allontanando" dalla mia famiglia. So che razionalmente non è così perché il fatto di convivere l'abbiamo scelto insieme, anzi forse ero più io che spingevo inizialmente, però il fatto di perdere la quotidianità di casa, con i miei genitori, mi devasta. Ogni volta che vado a letto penso che sarà una delle ultime volte che ci dormirò, che sentirò e vedrò i miei genitori dormire nella stanza accanto, che non mi sveglierò più trovandoli e facendo colazione con loro e così per i pranzi, le cene, e tutti i momenti della giornata in cui siamo insieme. Inoltre, ho visto mia mamma piangere e ogni tanto noto che le vengono gli occhi lucidi, anche se si sforza di non farmelo notare e si rende molto disponibile per sistemare la nuova casa, questa cosa mi spezza letteralmente il cuore a metà però io non dico niente perché sono sempre stata la ragazza forte di casa.
Il risultato è che fatico a dormire perché quando sono sola non riesco a non pensare a queste cose e la notte piango.. ho paura di perderli, di non essere più la loro bambina, di rovinare il rapporto che ho con loro, di non fare più parte della famiglia. A casa ho tutti i miei animali a cui sono molto molto affezionata, ho i nonni che abitano vicino con cui ceno tutte le sere e mi sembra di "tradirli" andandomene perché so che non resteranno ancora per tanto tempo con me e io me ne sto andando.
La nuova casa è a circa 10 minuti da dove abito e potrei tornare anche ogni giorno a casa ma non riesco a non stare male. E questo ricade anche sul mio ragazzo perché mi rendo conto che pur amandolo sono scontrosa con lui e arrabbiata forse anche per il fatto che lui mi sembra sereno.
Non so se tutta questa ansia e tristezza che sto provando siano emozioni normali legate al cambiamento o se sono un indice del fatto che non sono ancora pronta per la convivenza, sento davvero un caos di emozioni dentro..

Salve, grazie per aver condiviso con tanta sincerità e coraggio ciò che sta vivendo in questo momento così importante e delicato della sua vita. Il passaggio alla convivenza, soprattutto quando significa lasciare la casa della famiglia d’origine, è un cambiamento profondo che può generare un mix complesso di emozioni, anche molto intense e contraddittorie, come quelle che ha descritto.
È assolutamente normale sentire tristezza, paura, ansia e senso di perdita quando ci si allontana dal proprio nucleo familiare, soprattutto se il legame con i genitori, i nonni e gli animali a cui è affezionata è così forte e vivo. Si può sentire confusa perché razionalmente sa che la decisione di convivere è stata sua e condivisa con il partner, ma emotivamente si fa spazio un dolore legittimo per quello che si lascia alle spalle e per le responsabilità che, mi sembra di capire, si sente addosso circa la sofferenza che questo distacco potrebbe causare nelle persone a lei care..
L’arrabbiarsi con il suo ragazzo può essere un modo inconscio per esprimere questa sofferenza, quasi come se lui fosse il tramite o il simbolo di questo distacco, ma è importante ricordare che il suo amore e il suo legame con lui sono una risorsa preziosa in questa transizione. La sua tristezza non è un segno di debolezza né di inadeguatezza, ma una naturale manifestazione di un processo che richiede tempo per essere elaborato.
Potrebbe essere utile riconoscere queste emozioni senza giudicarle, concedendosi di sentirle fino in fondo e magari parlarne apertamente con il suo ragazzo, in modo da non tenersi tutto dentro. Mantenere i contatti e i momenti di vicinanza con la sua famiglia, come ha già pensato di fare, sarà fondamentale per sentirsi ancora radicata e sostenuta.
Se sente che questo malessere interferisce con il suo benessere quotidiano o con il rapporto di coppia in modo troppo intenso, potrebbe anche essere utile il supporto di un percorso psicoterapeutico, per aiutarla a integrare questo passaggio in modo più sereno e consapevole.
Sta attraversando una porta importante verso una nuova fase di vita, e va benissimo avere paura e sentire il cuore stretto: è parte del cambiamento e della crescita. La invito a prendersi cura di sé con gentilezza e a lasciar spazio al tempo, che alleggerisce e modella le emozioni.

Dott.ssa Alessia Cozzi

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