Dott.ssa Stefania Ludovici

Psicologa, Psicoterapeuta Altro

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Dott.ssa Stefania Ludovici

Via Chianti 15, Roma 00162

Dal 2024 sono anche terapeuta EMDR certificata e posso trattare pazienti secondo i protocolli standardizzati e le procedure del metodo EMDR.

13/11/2024

Esperienze

Di professione psicoterapeuta relazionale e familiare, sono passata dall’assorbire i racconti di bambina - che sono stati il mio pane quotidiano in famiglia - all’ascoltare le storie dei miei pazienti, che parlano delle loro vite, che sono un po’ le vite di tutti noi, esseri umani, alla ricerca di un significato più grande da dare alla nostra esistenza.

Dopo la laurea in Psicologia clinica nel '96 presso l’Università La Sapienza di Roma, mi specializzo nel 2004 in Psicoterapia a indirizzo Sistemico Relazionale, presso la scuola di formazione Random. Ho insegnato a scuola in contesti difficili e ho scoperto che si può fare. Ho approfondito la mia formazione nell’ambito dei disturbi specifici di apprendimento, diventando valutatrice e riabilitatrice. Lavoro con bambini, preadolescenti, adolescenti e con le loro famiglie. Lavoro con uomini e donne nel pieno della loro maturità o che sono entrati a pieno titolo nella loro ultima stagione. Ognuno di queste persone è all’interno del proprio personalissimo processo di guarigione, che dura un’intera vita e non si esaurisce con la fine del rapporto terapeutico.

Dal 2024 sono anche terapeuta EMDR certificata e posso trattare pazienti secondo i protocolli standardizzati e le procedure del metodo EMDR.
Altro Su di me

Approccio terapeutico

Psicoterapia
Psicoterapia sistemico relazionale

Aree di competenza principali:

  • Psicologia clinica

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Studio Privato - Marco Simone

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Prestazioni e prezzi

  • Colloquio psicologico

    70 €

  • EMDR (Psicoterapia dei disturbi post-traumatici)

    70 €

  • Trattamento DSA

    Da 60 €

  • Psicoterapia di coppia

    80 €

  • Consulenza online

    Da 70 €

38 recensioni

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  • S

    Un’esperienza trasformativa!
    All’inizio ero un po’ indecisa sull’intraprendere un percorso terapeutico, ma confrontarmi con Stefania ha aperto dentro di me porte che non pensavo nemmeno esistessero.
    Professionale, empatica e sempre rispettosa dei miei tempi.
    Davvero straordinaria!

     • Studio Privato - Marco Simone psicoterapia  • 

    Dott.ssa Stefania Ludovici

    Sara grazie tantissimo per questo feedback. Mi ha proprio emozionato!
    Onorata di essere parte di questa esperienza trasformativa!


  • L

    Ho iniziato il mio percorso con la dottoressa Stefania per problemi di overthinking e insicurezza che di conseguenza andavano a modificare il mio modo di relazionarmi all’interno delle relazioni. In questo percorso, di circa 5 settimane, sto già notando dei miglioramenti nella gestione dei pensieri negativi. Sin dal primo momento sono riuscito ad aprirmi senza nessuna difficoltà, con la sua calma ed empatia riesce a metterti a tuo agio anche non conoscendola.

     • Studio Privato - Marco Simone colloquio psicologico  • 

    Dott.ssa Stefania Ludovici

    Caro Leonardo andiamo over the top! Grazie mille per le tue parole


  • M

    La Dott.ssa al nostro primo incontro mi ha fatto sentire a mio agio e mi ha fatto da subito un'ottima impressione continuerò questo percorso volentieri

     • Studio Privato - Marco Simone colloquio di coppia  • 

    Dott.ssa Stefania Ludovici

    Carissimo, sono molto contenta di questa prima impressione positiva. Siamo solo all’inizio, ma i buoni inizi sono sempre un fantastico viatico per ciò che ci attende nel futuro.


  • M

    La dottoressa Ludovici mette il paziente a proprio agio con la sua empatia. Molto attenta e professionale. Studio accogliente La consiglio vivamente!!

     • Studio Privato - Marco Simone colloquio psicologico  • 

    Dott.ssa Stefania Ludovici

    Sempre felice di leggere questi bellissimi feedback. Grazie


  • S

    Sono andata dalla Dott.ssa Ludovici per un problema di ansia nelle relazioni, con lei si è creata fin da subito una buona sintonia, mi ha aiutata a riconoscere e gestire dei meccanismi automatici e grazie a lei ora riesco a vivere le relazioni con serenità. Professionista disponibile, empatica e puntuale. Lo studio è molto accogliente. La consiglio vivamente, con le si è certamente in buone mani!

     • Studio Privato - Marco Simone psicoterapia individuale  • 

    Dott.ssa Stefania Ludovici

    Meraviglia! Grazie


  • C

    Mi sono rivolta alla dott.ssa Ludovici quando ho capito che da sola non ce l'avrei fatta ad affrontare il mio trauma. È entrata subito in sintonia e ha capito immediatamente qual'era il vero problema. Attraverso le sue domande finalmente mi sono "vista" e mi ha dato continui spunti per lavorare da sola sul mio benessere. Avevo bisogno di essere ascoltata e non giudicata, di essere accompagnata all'interno di me stessa. Consiglio vivamente la dott.ssa Stefania Ludovici per la sua professionalità e la sua empatia. Affidatevi a lei e sarà sicuramente un bel viaggio. Grazie Stefania.

     • Studio Privato - Marco Simone  • 

    Dott.ssa Stefania Ludovici

    Cara Cinzia, che bel feedback che hai lasciato. Grazie, grazie. Ti auguro ogni bene. Un abbraccio grande.


  • I

    È stata un'ottima esperienza affidarmi alla dottoressa Ludovici, considerando anche il fatto che si trattava della mia prima volta in cui mi sono rivolta ad una psicologa. Grazie alla sua gentilezza e cordialità sono riuscita ad affidarmi alla sua figura, il che ha reso il mio percorso di presa di coscienza e di miglioramento dello stato interiore una strada che si poteva percorrere con più facilità e spontaneità fino a raggiungere lo scopo che mi aveva portato a rivolgermi a lei. Questa esperienza mi ha aiutato ad aggiungere altri frammenti al puzzle della mia esistenza grazie ai quali riesco ora ad avere una visione più chiara riguardo alla propria esistenza e quello che succede intorno a me, all'eventuale futuro e quello che mi riserva. Grazie infinite

     • Studio Privato - Marco Simone  • 

    Dott.ssa Stefania Ludovici

    È sempre bellissimo assistere alla crescita personale di qualcuno che si è affidato a te. Buona vita Irina e in bocca al lupo per una vita luminosa e piena. Quando si è capaci di lasciar andare tutti i carichi che ci rallentano e ci bloccano, possiamo sul serio decidere quale direzione dare alla nostra vita e perseguire i nostri progetti più grandi. Un abbraccio. S. L.


  • G

    Ho intrapreso il percorso con la Dottoressa in un periodo molto difficile della mia vita ed è arrivata nel momento giusto. Riesce a metterti a proprio agio, riesce ad entrare in empatia con te con estrema facilità e a scavare dentro di te, fino a tirare fuori tutto quello che non riesci a dire. La consiglio vivamente.

     • Studio Privato - Marco Simone psicoterapia individuale  • 

    Dott.ssa Stefania Ludovici

    Che bello! Grazie per questo racconto. Bella questa idea del terapeuta che, come un archeologo, scava in profondità dentro di te per tirare fuori quelle cose che altrimenti non sarebbero potute emergere.
    Un abbraccio grande
    S. L.


  • L

    La dott.ssa ha creato un ambiente di incontro accogliente, funzionale al lavoro da svolgere, che mi ha permesso di sentirmi a mio agio e lavorare con serenità e consapevolezza.

     • Studio Privato - Marco Simone psicoterapia  • 

    Dott.ssa Stefania Ludovici

    Grazie Lorenzo per questo feedback


  • A

    Con la Dottoressa Stefania c'è stata fin dal primo incontro una buona connessione!
    Sono molto contenta di come sta seguendo i mie progressi, è fondamentale avere davanti una persona empatica preparata e di ottimo ascolto come la Dottoressa Stefania.
    Venire in seduta è piacevole e l'ambiente è veramente rilassante lo definirei una "nuvola di pensiero".
    Le sedute sono piacevoli di confronto al punto che spesso ho la sensazione che il tempo sia volato per quanto siano attive!
    In conclusione consiglierei la Dottoressa per la sua dolcezza, per l'attenzione che rivolge ai suoi pazienti e per la cortesia e puntualità che dimostra sempre.

     • Studio Privato - Marco Simone  • 

    Dott.ssa Stefania Ludovici

    Grazie Adelaide per queste parole e per aver condiviso delle belle sensazioni nello stare in terapia.
    Mi piace tantissimo la tua immagine della “nuvola di pensiero”, perché rende molto l’idea dello spazio in cui ci si incontra; una specie di “nuvola” che in verità è un luogo interiore in cui potersi cercare e trovare.
    Un grande abbraccio e a presto.
    S. L.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 126 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su Ansia

Buonasera gentili dottori, sono una donna di 34 anni e non ho il dono della sintesi ma provo a riassumere:
- Circa 2 anni fa (luglio 2023) a seguito dell'assunzione di un Aulin per forti dolori mestruali, mi sento di svenire e chiamo il PS, registrano un calo pressorio e fortissima ansia inquadrato in ospedale come "sindrome vaso vagale". E' è stato l' inizio di un calvario personale a cui è seguito un periodo (settimane) molto difficili tra ansia e altri momenti di panico con accesso in PS, periodo contraddistinto da fortissima debolezza, vertigini, inappetenza (persi 5 kg in un mese), ansia, controllo spasmodico di pressione e sintomi corporali, farmacofobia. Tutti problemi a me non del tutto ignoti negli anni antecedenti ma mai gestiti in questa forma acuta e concentrata. Escluse dai medici consultati cause organiche/neurologiche, mi sono avviata ad un percorso psicoterapeutico con una psichiatra che, in primis, mi ha aiutato a ripristinare il rapporto con il cibo (prescrivendomi per circa 3/4 mesi Levopraid) e poi ha iniziato a conoscermi con un pò di incontri di psicoterapia.
- E' stato un periodo tosto, di circa 4 mesi che mi ha segnata profondamente e durante il quale nonostante la sofferenza non ho perso la voglia di combattere, di comprendere cosa stesse accadendo e di svolgere le mie amate attività seppure costantemente animata da una inspiegabile paura sopratutto di sentirmi male, quindi di stare da sola e morire inassistita. Non riuscivo ad accettare quanto mi stesse accadendo, ero sempre stata una lavoratrice energica, punto di riferimento per i vicini, entusiasta con gli altri, problem solver, instancabile, sportiva e operativa. Piano piano ho iniziato a riconoscere le mie sofferenze, a dare uno sguardo più attento alle mie emozioni - forse prima poco attenzionate (lutto paterno dopo oltre 15 anni di malattia oncologica, problemi di gestione familiare e distanza geografica da essa). La psichiatra ha identificato ansia generalizzata e disturbo di panico che si concretizzavano principalmente in paure ipocondriache connesse principalmente a tumori e paura di non farcela a superare le difficoltà e sopratutto farmacofobia specie con riguardo agli antidepressivi (mai del tutto sconfitta ...nonostante - per seguire le indicazioni della terapeuta - mi sia decisa poi ad assumerne).
- A Novembre 2023 accetto di prendere Brintellix che inizio ad assumere gradualmente fino ad arrivare, nel giro di 2 mesi, ad un dosaggio di 15 gocce che ho assunto poi fino a luglio 2024 quando ho iniziato sempre su indicazione della terapeuta, migliorati i sintomi, a scalare 1 gcc al mese fino a febbraio 2025, 8 gcc, di cui ancora oggi proseguo l'assunzione.
- Insomma è trascorso 1 anno di terapia farmacologica, nel corso del quale ho avuto con la psichiatra sporadici incontri di psicoterapia (1 al mese o ogni due mesi in base alle sue disponibilità) e per mia scelta e suo consiglio mi sono aperta alla scoperta della mindfullness nella quale ho trovato qualche giovamento quanto meno nella capacità di rallentare e vivere maggiormente il presente senza badare troppo al dopo. Globalmente ho percepito - tra alti e bassi- di aver recuperato la mia vita, l'ansia e il panico si sono ridotti tanto e forse i mesi in cui sono stata meglio sono stati gennaio/febbraio 2025 (ero a dosaggio 9/10 gcc) ma nutrivo anche la forte speranza che la cura avesse finalmente fatto effetto e che presto me ne sarei liberata grazie anche alla nuove risorse apprese grazie alla psicoterapia con la psichiatra (tipo cognitivo comportamentale) e alla meditazione.
- Da circa 20 giorni / 1 mese (diciamo aprile 2025) mi sento di nuovo sottotono, i pensieri intrusivi sulla salute sono tornati una costante giornaliera, ho avuto 2/3 attacchi di panico contraddistinti da paura di sentirmi male e morire (che ho gestito con respirazione senza andare in PS) e sopratutto è tornata una grande spossatezza fisica, accompagnata da nausea e come una sorta di "mal d'auto" a giorni alterni con bruciore di stomaco. Sono tornata con il medico di base a indagare motivi organici per sicurezza, abbiamo escluso gravidanza e, dalle prime analisi generali, malattie specifiche (in attesa ancora di alcuni esami residuali di pancreas e fegato in questi giorni). A breve avrò di nuovo l'incontro con la psichiatra che non vedo da 2 mesi e che vorrò aggiornare.
- Tuttavia, percepisco un generale sentimento di sfiducia verso la problematica ansia, mi chiedo se dovrò vivere tutta la vita così con alti e bassi e, a volte, non so che risposte darmi, può essere l'ansia a farmi sentire così? Può essere una conseguenza della riduzione del farmaco (seppure la dose attuale sia stata impostata 3 mesi fa? è il problema di fondo che torna a fare capolino?) Devo cambiare professionista visto che è spesso poco reperibile e mi vede ogni due mesi? Dovrei invece intensificare la psicoterapia che è sempre stata abbastanza sporadica? (mai più di 1 incontro al mese)... Il periodo che sto vivendo è di forte stress e aspettative (matrimonio alle porte, problemi nell'ambiente di lavoro).
Spero in un vostro punto di vista perché onestamente i miei unici riferimenti sono il medico di base (che - mi spiace affermarlo - ma si comporta spesso come un mero burocrate ed esegue quanto gli chiedo più che dirmi lui cosa fare) e questa psichiatra di cui ho avuto e vorrei avere ancora tanta fiducia e che mi ha sempre invitata a rispettare gli spazi terapeutici - cosa che ho sempre fatto - ma che, non posso negare, di percepire talvolta come assente. Mi chiedo se non faccia male a consultare un altro parere... Grazie a chiunque abbia avuto la pazienza di leggere.

Gentilissima,
prima di tutto, grazie per la cura, la sincerità e il dettaglio con cui hai raccontato il tuo percorso. Le parole che hai usato restituiscono molto bene la profondità e la fatica del cammino che hai affrontato in questi due anni, ma anche la tenacia con cui hai continuato a cercare senso, strumenti e risposte, nonostante i momenti duri.

Dalla tua narrazione emerge chiaramente che sei una persona riflessiva, lucida, dotata di grande capacità introspettiva. Ed è proprio questa consapevolezza — anche quando ti senti sfiduciata — che rappresenta una delle tue più importanti risorse.

Hai già attraversato un tratto significativo del tuo percorso con coraggio: dalla farmacofobia iniziale all’assunzione dell’antidepressivo, dal recupero del rapporto col cibo alla pratica della mindfulness, fino alla capacità attuale di riconoscere i segnali del tuo corpo e della tua mente, e di gestire autonomamente crisi che prima ti spaventavano profondamente.

Ora ti trovi in un momento nuovo, forse più sottile ma non meno importante: quello della “ricaduta” o della “riemersione” di alcuni sintomi. È qualcosa che in terapia accade spesso: dopo una fase di miglioramento, quando il terreno sembra più solido, alcune fragilità possono riaffiorare — non per smentire i progressi fatti, ma per invitarci a guardare più a fondo, a fare un passo ulteriore.

Ti poni domande molto centrate:

“È l’ansia che torna?”
È possibile. L’ansia, soprattutto se radicata in dinamiche di lunga data (come quelle che tu stessa hai nominato: lutti, stress familiari, iperattività come forma di compensazione emotiva), può tornare a far sentire la sua voce in certi momenti di vulnerabilità, soprattutto in fasi di cambiamento o forte stress emotivo, come quella che descrivi (matrimonio, lavoro, ecc.).
“È l’effetto del calo del farmaco?”
Anche questo è possibile. La riduzione del Brintellix, seppure graduale, può coincidere con un periodo particolarmente faticoso sul piano psicologico e corporeo, e ciò può generare una riattivazione dei sintomi ansiosi. In questi casi il momento e il contesto in cui avviene lo “scalaggio” contano quanto il dosaggio stesso.
“Devo cambiare terapeuta?” / “Devo intensificare la terapia?”
Questa è forse la domanda più importante, ed è molto significativo che tu te la stia ponendo.
Non è detto che tu debba necessariamente cambiare professionista, ma è legittimo chiedersi se il tipo di supporto che ricevi sia ancora adeguato alle tue attuali esigenze. In una fase così delicata, fatta di sfide concrete ed emotive (transizioni, aspettative, paura di ricadute), il bisogno di una presenza terapeutica più costante, più partecipe, più vicina è reale e merita ascolto.

A volte ci si affeziona a un percorso o a un professionista (specialmente se si è fatto un buon lavoro), ma non è un tradimento pensare di consultare anche un secondo parere o cercare un supporto più intensivo, per un periodo limitato o più lungo. Potresti anche valutare, ad esempio, di affiancare alla psichiatra un percorso psicoterapico più strutturato con una/un terapeuta che possa seguirti con regolarità settimanale. È una possibilità che spesso aiuta a consolidare le risorse apprese e ad affrontare i passaggi critici con maggiore continuità.

Non sei tornata al punto di partenza.
Stai attraversando un nuovo tratto di strada, e lo stai facendo con strumenti che prima non avevi. Il fatto che ti accorga di ciò che ti accade, che tu sappia nominarlo, che cerchi risposte — già questo è parte della guarigione. Non tutto accade in linea retta. Alcune trasformazioni hanno bisogno di curve, di soste, di ritorni.

Ti auguro di non perdere fiducia nel tuo percorso. Le domande che ti stai facendo non sono un segnale di debolezza, ma la prova che stai scegliendo ancora una volta di restare dalla tua parte.

Con stima e un sincero augurio di forza e chiarezza per i mesi che verranno,
Dott.ssa S. Ludovici

Dott.ssa Stefania Ludovici

Buongiorno,
Io e il mio ragazzo andiamo d'accordo, ma a volte a lui capita di reagire molto male se gli faccio delle osservazioni che in qualche modo gli suonano una critica eccessiva. Premetto che non sono una persona gelosa e possessiva in maniera morbosa, ma "rizzo le antenne" se percepisco qualcosa che si discosta eccessivamente dal suo modo naturale di comportarsi. Lunedi scorso ha rivisto casualmente un'amica, della quale ho notato qualche mese fa sui social vecchie fotografie con lui con didascalie come "Finalmente insieme/il mio migliore amico etc..". Essendo lui una persona che esige trasparenza, avevo chiesto con calma del loro rapporto e avevo espresso un mio parere su come lei dovesse essere molto legata a lui. Lui ha fatto spallucce. Lunedi scorso appunto ci siamo incrociati e dopo delle prime battute, lei sembrava andarsene per conto suo, finché lo chiama e inizia a parlare con lui del loro passato, di quando andavano alla stadio, di conoscenze comuni, ridendo in una maniera molto confindenziale che mi ha ferita. A casa gliel'ho detto con molta calma e senza fare accuse, anche perchè non ho motivo di accusare, ma solo dicendo che quella intimità di risate etc., mi aveva scossa. Inizialmente mi ha dato ragione e ha mostrato dispiacere ma il giorno dopo ha ritrattato dicendomi che mi ha detto cosi ma in realtà pensa che la sua amica non abbia fatto nulla di male, che sono esagerata e che lui vorrebbe una pausa, addirittura "conoscere (e non solo) altre ragazze".
Mi sento umiliata, ferita e sinceramente non so cosa pensare del suo livello di sincerità. Da ieri, vedendomi piu' chiusa e riflessiva nonché stanca (dormo molto male da questi litigi), dice che è molto dispiaciuto da tutto, da questo distacco.. Come se volesse fare un passo indietro. Sono quasi certa del suo amore, ma queste parole pesanti e gratuite, usate di sovente nei momenti di "discussione" (dove ripeto, le mie osservazioni sono pacate ma si trasformano in un'aggressione verbale) mi rendono debole, insicura e ora distaccata da lui. Non si tratta di chiedermi scusa (non voglio scuse non sentite) ma di gestire adesso (per stare bene io in primis) queste situazioni. Quando accadono eventi cosi, come quello della sua amica, dovrei aspettare di vedere cosa mi dice? Devo ignorare? Come posso gestire questo senso di ansia che provo, e non solo ansia, questo essere adesso prevenuta verso di lui?
Grazie

Carissima,
quello che racconti fa sentire chiaramente quanto ti stia impegnando per comunicare con calma e rispetto, e quanto ti pesino le parole e i comportamenti che ricevi in cambio. È comprensibile sentirsi ferita, umiliata o in ansia: non è esagerazione, ma il segnale che il tuo bisogno di sicurezza e di riconoscimento non sta trovando risposta.

Vorrei dirti una cosa importante: non sei tu ad essere “troppo sensibile”. È che in una relazione sana c’è spazio per esprimere le proprie emozioni senza il timore che questo scateni minacce o allontanamenti.

Quello che descrivi sembra un ciclo ricorrente: tu condividi una vulnerabilità → lui si sente criticato e reagisce in modo difensivo o aggressivo → tu ti chiudi e ti senti più distante. Questo non significa che la relazione sia senza speranza, ma che servono nuovi strumenti per uscire da questo schema.

Nell’immediato, puoi provare due piccoli passi concreti:

1. Prenditi una pausa di regolazione
Quando senti che l’ansia o la rabbia iniziano a salire, concediti una pausa breve: 20–30 minuti in cui ti allontani dalla conversazione per respirare e calmarti. Puoi dirgli con chiarezza: “Ho bisogno di un momento per ritrovare calma, ne riparliamo dopo.” Non è una fuga, è un modo per proteggere te stessa e la qualità del dialogo.
2. Messaggi in prima persona
Quando affronti qualcosa che ti ferisce, prova a usare la formula: “Quando succede [fatto concreto], io mi sento [emozione], e ho bisogno di [bisogno specifico].”
Ad esempio: “Quando vi ho sentiti ridere così, io mi sono sentita esclusa e ferita. Ho bisogno che tu mi rassicuri in quei momenti.” In questo modo non punti il dito, ma porti la tua esperienza al centro.
Ricorda: non si tratta di ignorare quello che provi, né di mettere sempre da parte i tuoi bisogni per paura delle reazioni. Si tratta, invece, di metterti al centro, di riconoscere che la tua voce è importante e che le tue emozioni hanno valore.
La fiducia non nasce dalle promesse dette nei momenti di calma, ma da piccoli gesti ripetuti nel tempo. Osserva come si muove lui quando tu metti sul tavolo i tuoi confini e i tuoi bisogni. Questo ti dirà molto di più di tante parole.

Meriti una relazione in cui, anche nei conflitti, ci sia rispetto. E soprattutto, meriti di non perdere te stessa mentre cerchi di tenere insieme la coppia.

In bocca al lupo
S. L.

Dott.ssa Stefania Ludovici
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